Pepperoni, parola indigesta a NY e dintorni

Pepperoni pizza – Photo: Ralph Anderson A proposito di doppiaggese, all’elenco andrebbe aggiunta la pizza ai peperoni, consumata in grande quantità nei film americani doppiati in italiano.

È un errore di traduzione abbastanza clamoroso perché gli americani prediligono invece la pepperoni pizza, dal nome di un tipico salume piccante (è per questo che disegnano le pizze a pallini rossi: sono le fette di salame).

Parole politicamente scorrette

Pepperoni pizza faceva parte dell’elenco delle 50 parole da vietare nei test delle scuole dello Stato di New York perché avrebbero potuto “evocare sensazioni sgradevoli negli studenti”.

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Il doppiaggese

Il Portale Treccani parla di doppiaggio nello speciale Perdere la faccia, metterci la voce. Molto interessante Doppiaggese, filmese e lingua italiana di Fabio Rossi. Un estratto:

Lo scaricatore di porto parla come un lord

Indubbiamente il doppiaggese, vale a dire la varietà di lingua propria dei film doppiati, ha influenzato direttamente non soltanto l’intera lingua del cinema italiano (il cosiddetto filmese), ma anche l’italiano scritto e parlato tout court, e questo non tanto in virtù dei numerosi calchi, soprattutto dall’inglese, di cui son prodighi i nostri doppiatori (dacci un taglio,da cut it out, invece di piantala o finiscila; ci puoi scommettere!, da you bet!, o you can bet!, invece di senza dubbio!, naturalmente!, lo credo bene! e simili; e ancora non c’è problema invece di va bene; sono fiero invece di sono orgoglioso, mi fa piacere; tranquilli! invece di zitti!, silenzio! ecc.; dipartimento invece di ministero; realizzare invece di accorgersi, rendersi conto di; essere in condizione di fare anziché poter fare; suggestione invece di suggerimento, e tanti altri ancora), ma soprattutto per quella generale impressione di artificiosa formalità e azzeramento delle varietà tipica di quasi tutti i doppiaggi, nei quali lo scaricatore di porto parla come l’avvocato, al massimo con l’aggiunta del turpiloquio ma, ad accrescere l’inverosimiglianza dell’operazione, sempre in una dizione ineccepibile e scevra d’ogni inflessione regionale.

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Woody Allen, l’amore e il violino di Nerone

locandina del film To Rome With Love

Sono uscite le prime immagini del nuovo film di Woody Allen, To Rome With Love, e in Italia la notizia è stata riportata traducendo il titolo con “A Roma con amore”, senza prendere in considerazione il significato più comune di with love che è una formula di saluto standard per concludere lettere (e cartoline) che con l’amore c’entra poco. Eppure dovrebbe essere noto l’esempio del film From Russia With Love, diventato in italiano Dalla Russia con amore mentre invece significa “tanti saluti dalla Russia”.

Il titolo precedente del film di Allen era Nero fiddled ma la casa di produzione ha dichiarato che è stato cambiato per renderlo più comprensibile al pubblico internazionale.

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L’inglese NON è una lingua “sintetica”

The Economist in Lost (or gained) in translation mostra una tabella che confronta la lunghezza delle traduzioni in varie lingue, misurata in caratteri, di un testo originale inglese di 1000 caratteri: 

tabella da The Economist che mostra il numero di caratteri in media per lo stesso testo inglese di 1000 caratteri tradotto in lingue diverse. Più lunghi spagnolo (+40), ungherese (+38) e italiano (+35), più breve cinese (-70)

Il Post in Qual è la lingua migliore per Twitter? riprende i dati aggiungendo però varie inesattezze linguistiche, a partire dalla frase riassuntiva:

L’Economist ha pubblicato un grafico che mostra le lingue più sintetiche del mondo: l’italiano è tra quelle che usano più caratteri, il cinese le batte tutte.

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Boots: stivali, scarponi e scarpette

Durante il primo webinar Terminologia: i ferri del mestiere ho accennato all’anisomorfismo, ossia ai problemi di equivalenza tra sistemi concettuali di lingue diverse, e quindi di corrispondenza a volte solo parziale tra le designazioni (parole) che rappresentano i singoli concetti.

Calzature alte inglesi e italiane

Un esempio tipico di anisomorfismo è la parola boot, che in inglese designa il concetto “calzatura che copre il piede e parte della gamba”.

immagine che rappresenta il sitema concettuale inglese di BOOT raffrontato a quello italianoIn italiano non c’è un concetto equivalente: abbiamo “calzatura alta fino al ginocchio od oltre”, “calzatura alta fino alla caviglia o al polpaccio” e “calzatura con suola spessa e robusta, alta almeno fino alla caviglia”, rappresentati dalle parole stivale, stivaletto e scarpone, con qualche sovrapposizione di significato.

Stivali o scarponi?

Ci ripensavo guardando una raccolta di foto di un’installazione a San Francisco fatta con calzature di soldati americani. Per me sono scarponi, secondo l’articolo stivali: quasi sicuramente una traduzione fatta senza osservare l’immagine.

boots-stivali

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design ≠ design

Il doodle di Google del 20 marzo festeggia il primo giorno di primavera astronomica. Nella descrizione inglese appare l’informazione Design by Marimekko.

Design di Marimekko

La traduzione italiana, Design di Marimekko, non mi sembra corretta.

In italiano il prestito design può significare “processo di progettazione, ideazione, ricerca creativa” oppure “aspetto o forma di un oggetto di produzione industriale che risponde a specifici criteri estetici e funzionali”.

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Intercomprensione: la parola Internet

In linguistica si parla di mutua intelligibilità o intercomprensione / intercomprensibilità quando i parlanti di lingue diverse si capiscono anche se non hanno mai imparato gli uni la lingua degli altri, come può succedere tra norvegesi e svedesi.

Applicando lo stesso principio alle parole, ce ne sono parecchie che sono riconoscibili internazionalmente, in particolare marchionimi (ad es. Coca-Cola, Google) ma anche parole del lessico comune, come OK.

Internet

Ci pensavo guardando la voce Internet del Collins English Dictionary, che ha una nuova interfaccia che include anche il lemma corrispondente in più di venti lingue, ognuna con pronuncia.

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