Un articolo del Corriere della Sera, Via l’inglese dagli ospedali: il Palloncino vola meglio dello Stent [non più disponibile], fa alcune riflessioni sulla terminologia medica ma purtroppo incorre in varie imprecisioni.
L’autore* auspica una semplificazione del linguaggio clinico e come causa della sua scarsa comprensibilità indica la terminologia di origine greca e latina, le sigle e l’“invasività del vocabolario angloamericano”, implicando quindi che la semplificazione sia solo una questione di nomenclatura. Mi sembra però che in questo modo faccia confusione tra linguaggio, lessico generico (parole o vocaboli) e lessico specializzato (termini medici).
In particolare, sono rimasta molto perplessa dagli esempi scelti per concludere l’articolo:
[…] i vari Booster e Follow-up sostituibili da termini equivalenti del vocabolario italiano (la vaccinazione aggiuntiva e il controllo a distanza). Certo, è anche vero che bypass è ormai intraducibile (ridicola suonerebbe una frase tipo: «Ho fatto una deviazione cardiaca»), ma il vecchio caro «palloncino» risultava al malato molto più familiare del gelido stent, che sarà sicuramente più puntuale ma è senza dubbio più arcigno e meno leggero (da pronunciare e da portare).
Continua a leggere >>