Windows 8: da charm ad accesso

barra degli accessi (charm bar) di Windows 8, interfaccia metro

Charm e gestione della terminologia

Una nuova funzionalità dell’interfaccia di Windows 8 è un gruppo di elementi grafici simili a pulsanti che in inglese prendono il nome di charm.

Ne ho parlato un anno fa in “charm” in Windows 8, telefonini e calendari, dove ho espresso alcune perplessità sul termine inglese, ipotizzando che la metafora su cui è basato il neologismo semantico potesse essere fraintesa (charm fa riferimento al significato secondario di “ciondolo di un braccialetto o di un telefonino”, un oggetto che potrebbe ricordare delle icone).

Avevo aggiunto che nella terminologia usata nella localizzazione, allora non ancora disponibile, è preferibile un approccio onomasiologico: si analizza il concetto, il suo contesto d’uso nella lingua di partenza e gli elementi che lo caratterizzano e lo distinguono dai concetti coordinati e correlati (ad es. cosa differenzia charm da button e da icon). Alla fine di questo processo si propone un termine nella lingua di arrivo, evitando la tentazione di “tradurre” letteralmente la parola della lingua di partenza.

Charm nelle versioni localizzate di Windows 8

Nel frattempo Windows 8 è uscito e per chi si occupa di terminologia è interessante confrontare le soluzioni scelte in alcune lingue europee:

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Caro Stinfio Natale…

Su Il Post leggo volentieri le strisce dei Peanuts, che mi ricordano gli anni in cui erano una mia passione. In quella di oggi c’è una parola che non mi pare di avere mai sentito, stinfio:

Stinfio Natale – Peanuts

Una caratteristica di Sally sono i malapropismi: spesso sostituisce una parola con un’altra, di suono simile ma con significato completamente diverso, ad es. a proposito di Babbo Natale confonde reindeer (renne) con rain gear (indumenti/attrezzatura per la pioggia).

Non ero riuscita a indovinare a cosa corrispondesse stinfio nella striscia originale, che ho dovuto cercare:

Dear Snooty Claus

In inglese, snooty è un aggettivo informale che descrive chi è sprezzante, “se la tira”, “si crede chissà chi”. La parola snooty ha le stesse consonanti di Santa [Claus].

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L’origine del brodo di giuggiole

brodo di giuggioleA  proposito di parole o espressioni nate per sbaglio, l’origine del modo di dire andare in brodo di giuggiole non ha nulla a che fare con le giuggiole (o zizzole in alcune regioni). Si tratta di un’alterazione, dovuta a somiglianza fonetica, di brodo di succiole, che in Toscana sono le castagne lessate, in passato una vera leccornia.

Tutti i dettagli in La parola è servita, un nuovo blog dedicato al lessico della cucina italiana, “tanto più vario in quanto legato alla territorialità, alle forme dialettali divenute in alcuni casi sovraregionali, in altri scomparse o presenti nella memoria di pochi”.

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Anglicismo del mese: endorsement

Esempi di titoli: “L’endorsement del sindaco di New York, ex repubblicano, per Obama”; “Vendola, nessun endorsement a Renzi”; Endorsement Primarie Pd 2012: Francesco Guccini, voterò per Pier Luigi Bersani”

Sicuramente non sono l’unica ad avere notato l’aumento massiccio dell’anglicismo endorsement nei media italiani a proposito di elezioni americane e di primarie italiane.

In inglese endorsement descrive una dichiarazione pubblica di supporto o di approvazione a favore di qualcuno o di qualcosa: una persona, un progetto, una pubblicazione, un sito, un prodotto (ad es. da parte di un personaggio famoso in pubblicità) ecc.

Mi sembra che in italiano endorsement venga invece usato con un significato più ristretto, limitato a un contesto elettorale, in prossimità delle elezioni o di rinnovo di vertici di partiti, per indicare la dichiarazione esplicita di appoggio a uno specifico candidato o a un partito da parte di una testata giornalistica, di un opinionista o di un politico.

Lo trovo un forestierismo superfluo: è un concetto che si può esprimere con le parole appoggio o sostegno, eventualmente qualificate da aggettivi come ufficiale, diretto, esplicito, pubblico, formale e introdotte da verbi come dichiarare, manifestare, annunciare ecc. In alcuni contesti si potrebbe usare anche dichiarazione di voto, soprattutto se non vengono dettagliate le motivazioni della propria scelta.

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Paradisi fiscali e parole nate per sbaglio

Nel lessico italiano e di altre lingue si trovano non solo falsi amici e pseudoprestiti ma anche parole nate per sbaglio: un esempio in italiano è acne, che deriva dalla trascrizione latina errata della forma greca akm  (punta, apice) in un codice medico del VI secolo*.

Anche la locuzione paradiso fiscale è nata da un errore, in questo caso di traduzione dell’inglese tax haven, dovuta alla confusione tra haven (“porto sicuro” e quindi “rifugio”) e heaven (paradiso). È quindi una coincidenza insolita che lo stesso “sbaglio” appaia in molte altre lingue europee, non solo neolatine, come mostra la tabella di TermCoord, che oggi ha scelto tax haven come termine della settimana.

Ho anche notato che IATE, il database terminologico dell’Unione europea, pare indicare che in inglese i termini tax haven e fiscal paradise siano equivalenti. Una ricerca in libri in inglese con Ngram Viewer conferma invece che fiscal paradise è raramente usato:

grafico che confronta la frequenza di tax haven e di fiscal paradise

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Carne o pollo?

carne o pollo?Matteo, un lettore del blog, mi ha segnalato la pubblicità di un panino McDonald’s, offerto in due varianti: carne o pollo.

Incuriosito dall’insolita distinzione, ha chiesto informazioni alla commessa, che ha risposto che “per gli stranieri il chicken non è meat”. Differenze culturali o lessicali?

Definizioni di meat

I principali dizionari monolingui inglesi mostrano che la parola meat, intesa come alimento costituito da tessuto muscolare animale, non identifica per tutti lo stesso concetto: gli animali “da carne” per alcuni includono [1] pesci, volatili e lumache (ad es. WordNet), per altri [2] mammiferi e volatili (ad es. Macmillan, Oxford), per altri [3] solo mammiferi ma non volatili o pesci (ad es. Collins). 

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Citazioni in inglese e in italiano

Oxford Dictionary of Humorous QuotationsA Witty, Impressive Quotefest, recensione di una nuova raccolta di frasi umoristiche inglesi, mi ha ricordato quanto siano apprezzate le citazioni nei paesi di lingua inglese: vengono pubblicate innumerevoli raccolte di aforismi, quasi tutti i libri hanno un esergo, ai corsi di presentazioni viene suggerito di citare frasi ad effetto ecc.

Continuo a pensare che questo apprezzamento per le citazioni sia un esempio di differenza culturale e che in italiano un uso eccessivo possa invece risultare irritante, specialmente in contesti non letterari. Ricordo, ad esempio, che gli aforismi che apparivano all’inizio di ogni capitolo di un manuale del software americano Publisher erano stati eliminati dalla versione italiana perché sarebbero risultati fuori luogo.

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Vecchi e nuovi troll

immagine di trollIl significato del sostantivo troll in ambito Internet (blog, forum e altre comunità virtuali) è conosciuto: «individuo che interagisce con una comunità virtuale (newsgroup, chatroom, mailing list ecc.) con lo scopo di irritare i partecipanti e far nascere un diverbio in rete» (Vocabolario Zingarelli).

Anche il significato più ricorrente di troll, da cui di solito si fa derivare l’uso “moderno”, è noto: «nelle leggende scandinave, abitante demoniaco di boschi, montagne, luoghi solitari: corrisponde all’orco di altre tradizioni popolari europee» (Devoto Oli).

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fiscal cliff – precipizio fiscale

vignetta fiscal cliff

L’espressione fiscal cliff, da qualche giorno immancabile nelle notizie economiche dagli Stati Uniti, è una metafora attestata nell’inglese americano almeno dal 1957. Sempre usata in modo generico, solo nel 2012 ha assunto un significato specifico: identifica la combinazione di tagli alla spesa, di aumenti delle tasse e di fine di alcuni incentivi fiscali che avranno luogo automaticamente nel gennaio 2013, con possibili conseguenze disastrose sulla ripresa economica americana, a meno che il parlamento (Congress) non riesca a trovare un accordo sul tetto al debito.

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“you guys” e la concessione di Romney

[2012] Osservazioni linguistiche suggerite dalle elezioni americane viste dai media italiani.

Il plurale del pronome you

immagine del discorso di Barack ObamaNel discorso della vittoria, Obama si è rivolto anche alle due figlie di 14 e 11 anni:

«Sasha and Malia, before our very eyes, you’re growing up to become two strong, smart, beautiful young women, just like your mom. And I am so proud of you guys

In La Stampa l’ultima frase è diventata sono orgoglioso dei vostri ragazzi, una traduzione improbabile se non altro per l’età delle due figlie.

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