USA: armi, lessico e “gundamentalist”

Per un europeo è difficile capire l’ossessione degli americani per le armi da fuoco e quanto “normali” siano pistole e fucili nella vita quotidiana di molte persone. Ci pensavo quando ho scoperto da Silvia Pareschi che negli Stati Uniti vengono pubblicizzati zainetti antiproiettile per bambini con lo slogan No more victims of school shootings!, come se le sparatorie a scuola fossero un’evenienza comune.

Active shooter situation

Esistono molti altri prodotti da usare in caso di un ‘Active Shooter’ situation, un eufemismo che trovo inquietante. È il termine usato dal Department of Homeland Security (ministero degli interni), FBI, forze dell’ordine, media ecc. per indicare una sparatoria in atto ad opera di un “individuo attivamente impegnato a uccidere o cercare di uccidere persone in una zona circoscritta e popolata”. È un’evenienza considerata così probabile che esistono linee guida ufficiali su come comportarsi se ci si trovasse coinvolti:

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Neologismi: outrospection e scribing

The Power of Outrospection è un’animazione di RSA che illustra un intervento del filosofo Roman Krznaric sull’empatia come strumento per indurre il mutamento sociale nel XXI secolo. La capacità di comprensione e immedesimazione nel punto di vista altrui è contrapposta all’introspezione che ha invece caratterizzato il secolo scorso ed è descritta con un neologismo che in inglese mi pare molto efficace, outrospection (da introspection).

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Sugli integralisti della grammatica

vignetta Rhymes with Orange

Vignetta: Rhymes with Orange  by Hilary Price

In un commento su un inesistente problema di congiuntivo (qui) ho rivisto la parola talebano della grammatica. Mi ha fatto pensare agli equivalenti inglesi grammar nazi e grammar police (cfr. Integralisti della lingua inglese) e a due interventi che ho letto recentemente.

Linguistic cleanliness – will we ever accept variation and change? riassume una ricerca che analizza le motivazioni di chi critica pubblicamente forme non ritenute aderenti a uno standard linguistico di riferimento. L’atteggiamento purista riguarderebbe solo apparentemente problematiche linguistiche ma sarebbe in realtà dettato da ansie e timori di natura sociale. L’opposizione all’inglese americano da parte di australiani e inglesi, ad esempio, avrebbe alla base insicurezze di tipo culturale, politico ed economico nei confronti della superpotenza americana. Ci sarebbe inoltre chi ha la percezione che un linguaggio scorretto, quindi non rispettoso delle regole, mascheri un comportamento potenzialmente disonesto e per questo vi si opponga strenuamente.

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Windows 8: da charm ad accesso

barra degli accessi (charm bar) di Windows 8, interfaccia metro

Charm e gestione della terminologia

Una nuova funzionalità dell’interfaccia di Windows 8 è un gruppo di elementi grafici simili a pulsanti che in inglese prendono il nome di charm.

Ne ho parlato un anno fa in “charm” in Windows 8, telefonini e calendari, dove ho espresso alcune perplessità sul termine inglese, ipotizzando che la metafora su cui è basato il neologismo semantico potesse essere fraintesa (charm fa riferimento al significato secondario di “ciondolo di un braccialetto o di un telefonino”, un oggetto che potrebbe ricordare delle icone).

Avevo aggiunto che nella terminologia usata nella localizzazione, allora non ancora disponibile, è preferibile un approccio onomasiologico: si analizza il concetto, il suo contesto d’uso nella lingua di partenza e gli elementi che lo caratterizzano e lo distinguono dai concetti coordinati e correlati (ad es. cosa differenzia charm da button e da icon). Alla fine di questo processo si propone un termine nella lingua di arrivo, evitando la tentazione di “tradurre” letteralmente la parola della lingua di partenza.

Charm nelle versioni localizzate di Windows 8

Nel frattempo Windows 8 è uscito e per chi si occupa di terminologia è interessante confrontare le soluzioni scelte in alcune lingue europee:

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Caro Stinfio Natale…

Su Il Post leggo volentieri le strisce dei Peanuts, che mi ricordano gli anni in cui erano una mia passione. In quella di oggi c’è una parola che non mi pare di avere mai sentito, stinfio:

Stinfio Natale – Peanuts

Una caratteristica di Sally sono i malapropismi: spesso sostituisce una parola con un’altra, di suono simile ma con significato completamente diverso, ad es. a proposito di Babbo Natale confonde reindeer (renne) con rain gear (indumenti/attrezzatura per la pioggia).

Non ero riuscita a indovinare a cosa corrispondesse stinfio nella striscia originale, che ho dovuto cercare:

Dear Snooty Claus

In inglese, snooty è un aggettivo informale che descrive chi è sprezzante, “se la tira”, “si crede chissà chi”. La parola snooty ha le stesse consonanti di Santa [Claus].

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L’origine del brodo di giuggiole

brodo di giuggioleA  proposito di parole o espressioni nate per sbaglio, l’origine del modo di dire andare in brodo di giuggiole non ha nulla a che fare con le giuggiole (o zizzole in alcune regioni). Si tratta di un’alterazione, dovuta a somiglianza fonetica, di brodo di succiole, che in Toscana sono le castagne lessate, in passato una vera leccornia.

Tutti i dettagli in La parola è servita, un nuovo blog dedicato al lessico della cucina italiana, “tanto più vario in quanto legato alla territorialità, alle forme dialettali divenute in alcuni casi sovraregionali, in altri scomparse o presenti nella memoria di pochi”.

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Anglicismo del mese: endorsement

Esempi di titoli: “L’endorsement del sindaco di New York, ex repubblicano, per Obama”; “Vendola, nessun endorsement a Renzi”; Endorsement Primarie Pd 2012: Francesco Guccini, voterò per Pier Luigi Bersani”

Sicuramente non sono l’unica ad avere notato l’aumento massiccio dell’anglicismo endorsement nei media italiani a proposito di elezioni americane e di primarie italiane.

In inglese endorsement descrive una dichiarazione pubblica di supporto o di approvazione a favore di qualcuno o di qualcosa: una persona, un progetto, una pubblicazione, un sito, un prodotto (ad es. da parte di un personaggio famoso in pubblicità) ecc.

Mi sembra che in italiano endorsement venga invece usato con un significato più ristretto, limitato a un contesto elettorale, in prossimità delle elezioni o di rinnovo di vertici di partiti, per indicare la dichiarazione esplicita di appoggio a uno specifico candidato o a un partito da parte di una testata giornalistica, di un opinionista o di un politico.

Lo trovo un forestierismo superfluo: è un concetto che si può esprimere con le parole appoggio o sostegno, eventualmente qualificate da aggettivi come ufficiale, diretto, esplicito, pubblico, formale e introdotte da verbi come dichiarare, manifestare, annunciare ecc. In alcuni contesti si potrebbe usare anche dichiarazione di voto, soprattutto se non vengono dettagliate le motivazioni della propria scelta.

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