Giudizi apostrofati

Un’insegnante mi ha segnalato una peculiarità del programma usato in alcune scuole per gestire i giudizi di valutazione degli alunni: a quanto pare il software non ammette le vocali accentate e bisogna usare la combinazione vocale+apostrofo, ovvero non si può  rispettare l’ortografia italiana. Se il testo è stato preparato con altri programmi, prima di copiarlo e inserirlo ci si deve ricordare di sostituire tutte le lettere accentate. Gli errori di ortografia che ne risultano appariranno anche nei giudizi stampati per i genitori.

Il problema è visibile anche nella schermata di esempio usata dal produttore:

schermata software Argo Giudizi

Continua a leggere   >>

Charlie Brown, l’ortografia e la sillabazione

Traduzione italiana di una striscia dei Peanuts:

Charlie Brown a Snoopy: NON SOLO SO  UN SACCO DI PAROLE DIFFICILI, MA CONOSCO TUTTE LE REGOLE DI SILLABAZIONE CHE CI SONO NEL LIBRO… L’UNICA CHE NON MI RICORDO MAI È “DUE VOCALI IN IATO SI POSSONO DIVIDERE”… OPPURE “NON SI POSSONO DIVIDERE”? “I DIGRAMMI E TRIGRAMMI SI DIVIDONO”? E I DITTONGHI?

vignetta in cui Charlie Brown dice a Snoopy: NOBODY THINKS I CAN WIN THE CITY SPELLING BEE, SNOOPY, BUT I’M GONNA SHOW ‘EM!Ho immaginato subito che nella striscia originale Charlie Brown volesse partecipare a una spelling bee, una gara di compitazione molto diffusa negli Stati Uniti, sia a livello locale che nazionale, ma inesistente in Italia.

Nella striscia italiana la gara di sillabazione è un esempio di traduzione comunicativa: i riferimenti non riconoscibili di una cultura vengono sostituiti con altri più familiari nella cultura di arrivo. È una strategia spesso usata in testo destinato a una fruizione rapida, ad es. umoristico o fumetti, che non ammette note o informazioni aggiuntive. Lo scopo è di produrre un effetto equivalente o simile nei lettori di entrambe le lingue. È il caso anche di questa striscia? 

Continua a leggere   >>

Una mano di greenwash

Ho trovato molto interessanti le osservazioni di Giovanna Cosenza sull’evoluzione del linguaggio con cui i media, le imprese e le istituzioni parlano di temi legati all’ambiente:

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una evoluzione continua delle parole usate per identificare i temi ambientali: dal termine “paesaggio” si è passati ai generici “natura” e “ambiente”, e grande successo ha avuto fino a poco tempo fa anche la parola “ecologia”. Adesso sono molto diffusi i termini “green”, “sostenibilità” e “bio. Dietro questa evoluzione dei termini possiamo identificare due grandi direttive del cambiamento lessicale
[continua in Dalla “natura” al “green”: come cambia la comunicazione ambientale]

greenwashingViene citato anche il green washing, spiegato come il “lavaggio nel verde” operato da marchi commerciali che vogliono far passare per ecologici prodotti che magari non hanno le caratteristiche per essere definiti green.

Aggiungo una nota etimologica: l’espressione green washing è modellata su white washing. In inglese whitewash è una pittura murale bianca a base di calce, da cui deriva il verbo whitewash, imbiancare.

Continua a leggere   >>

Hacking (in DANTE)

L'Italia for sale

Alcuni manifesti elettorali taroccati sono molto creativi, come ad es. la commistione di italiano e inglese che ha trasformato L’Italia che sale in L’Italia for sale. La foto è subito diventato virale ed è stata notata anche da un linguista americano in Language Log, che ha descritto il gioco di parole come Translingual slogan hacking.

Credo che per molti italiani il significato più noto del verbo inglese hack sia l’accezione informatica “ottenere accesso non autorizzato a un computer o a un sistema informatico”, grazie al sostantivo hacker e ai prestiti integrati hackeraggio e hackerare,  però non molto utili per interpretare il senso di slogan hacking.

Continua a leggere   >>

Non solo per gioco: frequenza delle parole

link a Up-Goer Five

Ultimamente molti stanno giocherellando con due editor di testo ispirati da una vignetta di xkcd, intitolata Up Goer Five, in cui il razzo Saturn V viene descritto usando solo le mille parole più comuni dell’inglese (ad es. la capsula, capsule, diventa people box).

Up-Goer Five verifica che le parole inserite siano tra quelle più frequenti in inglese mentre Up-Goer Six colora le parole digitate in base alla loro frequenza, visualizzabile con un clic. Dettagli sul corpus di riferimento in A bit more about the Up-Goer Five Text Editor ed esempi di testo semplificato qui.

Continua a leggere   >>

–ing: gerundio, participio e aggettivo

Un problema di localizzazione ben noto è quello delle stringhe composte da una singola parola inglese che termina in ing. Come dicevo in Lavori in corso, in mancanza di contesto o note d’uso può essere difficile capire se si tratti di un participio presente che descrive un’azione in corso o di un gerundio che ha la funzione di sostantivo.

Esempio: la stringa Indexing potrebbe rappresentare sia il messaggio di un servizio di indicizzazione (participio presente, Indicizzazione in corso) che il titolo di una finestra di dialogo con le opzioni relative al servizio (gerundio, Indicizzazione).

Chiedere agli sviluppatori di identificare la categoria grammaticale non è fattibile perché ben pochi hanno queste conoscenze linguistiche. Se necessario, vanno cercate alternative per ottenere le stesse informazioni rapidamente e senza spiegazioni, come potrebbe essere il diagramma di flusso di Literal-minded:

Continua a leggere   >>