Come accennavo ieri a proposito di focus, non ho potuto fare a meno di notare le molte parole inglesi usate dai media italiani per parlare delle elezioni politiche di febbraio 2013, a cominciare da titoli scontati come Election day(s) e The Day After. Ho raccolto qualche altro esempio.
Nuovi poll
Sapevamo già cosa sono gli exit poll (che tempo fa da un giornalista RAI ho sentito pronunciare “pul”). Quest’anno sono diventati onnipresenti anche gli intention poll, i sondaggi fatti subito prima del giorno di voto, e gli instant poll, i sondaggi fatti nel giorno di voto, che qualche amante dei prodotti Apple ha abbreviato in i-poll.
Effetto social
Confermato l’uso di social sia come aggettivo (ad es. psicodramma social) che come sostantivo; in questo contesto, i commentatori più seguiti e che sono percepiti come autorevoli (o comunque in grado di influenzare l’opinione pubblica) sono descritti come influencer (esempio: Elezioni, è sorpresa anche sui social. L’euforia dei grillini, il silenzio di molti influencer). La pronuncia italianizzata, “influènser”, si discosta da quella inglese che invece è /ˈɪnflʊənsə/, con l’accento sulla prima sillaba.
Altri esempi dal sommario degli approfondimenti al voto di La Stampa, dove si notano un ibrido di italiano e inglese (fotogallery anziché photogallery), liveblog e datablog e un termine informatico abbastanza recente, big data: