XXX e XOX

Anche in Italia fa ormai notizia il Super Bowl, la finale del campionato di football americano. In un commento in un altro sito ho accennato ai dettagli di Americani e numeri romani, tra cui la preoccupazione degli organizzatori che la 50ª edizione richiami la famigerata L come loser.

C’è chi ha risposto con la battuta di scrivere il numero XXXXX (invece di L) e mi ha fatto venire in mente questa vignetta americana, intitolata The marquee, che gioca con il significato più esplicito che può avere una serie di X in inglese:

The marquee, vignetta di Rhymes with Orange    [al cinema: soli uomini per il film XXX, donne per quello XOX!]
vignetta: Rhymes with Orange

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Metafore politiche: da ghigliottina a tagliola

Titolo del 29 gennaio 2014:

Non si riesce ad abolire l'IMU?

L’articolo spiega che la cosiddetta “tagliola” o “ghigliottina” è la possibilità che il presidente della camera interrompa la discussione parlamentare prima del tempo per arrivare al voto, in questo caso per bloccare l’ostruzionismo messo in atto dal Movimento 5 Stelle che impedirebbe l’approvazione di un decreto legge.

Mi ha colpita molto perché per lo stesso concetto vengono usate due metafore diverse: funzionamento, finalità e valore figurato di ghigliottina e tagliola non sono equivalenti e suggeriscono interpretazioni politiche diverse.

La metafora della ghigliottina

La “ghigliottina” nel diritto parlamentare descrive gli aspetti tecnici della ghigliottina come meccanismo parlamentare. È uno provvedimento pensato per avere un forte potenziale deterrente e infatti finora non è mai stato usato. La metafora è chiara: decapitazione come “taglio netto”, “pena capitale” e “privazione di una parte importante”:  non c’è scampo e l’effetto è immediato e irreversibile.

La metafora della tagliola

tagliola

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“Vorrei un consiglio per la tesi…”

libri e diploma di laureaHo sempre dato importanza alla condivisione di informazioni e competenze e rispondo volentieri alle domande di studenti alle prese con la tesi. A volte però rimango perplessa dalle modalità di interazione di alcuni di loro, a cui ho ripensato quando ho letto queste considerazioni in L’italiano dei social media secondo l’Accademia della Crusca:

È vero che internet e soprattutto i social media “rovinano” la lingua italiana?
I nuovi mezzi offrono nuove possibilità, tutto sta nell’uso che ne viene fatto. Sicuramente i social media hanno favorito l’attività della scrittura anche in persone che non avevano questa abitudine; i giovani scrivono molto di più, certo in una varietà di lingua che resta prevalentemente informale e colloquiale. Qui dovrebbero intervenire gli istituti formativi, la scuola, l’università: bisognerebbe riuscire a rendere tutti pienamente consapevoli che ci sono vari livelli di formalità e che la lingua può essere impiegata in modo diverso a seconda della situazione comunicativa in cui ci troviamo ad agire.

Purtroppo anch’io ho l’impressione che non sempre ci sia la consapevolezza dei diversi registri della lingua e delle diverse modalità di comunicazione.

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Effetto Cupertino per Andora?

Nel riportare la notizia del treno deragliato la settimana scorsa in Liguria, ad Andora (SV), alcuni media hanno fatto confusione e hanno spostato l’incidente sui Pirenei, ad Andorra:

Effetto Cupertino - Andorra e Andora

Parrebbe un esempio del cosiddetto effetto Cupertino (Cupertino Effect), la sostituzione automatica di alcune parole fatta dai correttori ortografici. Il nome è stato coniato anni fa da alcuni traduttori della Commissione Europea quando si erano resi conto che la parola inglese cooperation (variante di co-operation) veniva sostituita automaticamente con il nome proprio Cupertino, che allora il correttore riteneva più probabile.

Il problema è stato risolto da tempo ma in alcuni documenti pubblicati dall’Unione europea si trovano ancora occorrenze della sostituzione. Esempi:

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Metafore informatiche: tethering

Cane alla catena:  moisaico della casa di Paquius Proculus a Pompei. Foto © Giovanni Lattanzi – archart.it

In inglese tether è la fune o la catena con cui si lega un animale per costringerlo a stare in un’area ristretta, oppure l’azione stessa.

Da qualche anno fa parte del lessico inglese anche tethering nel significato informatico di “utilizzo di uno smartphone per far accedere a Internet un computer o un altro dispositivo che non dispone di una connessione”. 

Analogia imperfette

tetheringTethering è un esempio di terminologizzazione, un meccanismo che molto spesso fa uso di metafore. In origine il tethering avveniva quasi esclusivamente con una connessione fisica, attraverso un cavo seriale o un cavetto USB (tether), e il computer che veniva connesso era “legato” (tethered) al dispositivo mobile che fungeva da modem.

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Diamesia, alla radio

Ciascuna lingua è un sistema che presenta variazioni determinate da parametri extralinguistici: tempo, spazio, contesto, strati o gruppi sociali e mezzo fisico.

Variazione diamesica

La variazione diamesica è intesa come “la capacità di una lingua di variare a seconda del mezzo o canale adottato, sia esso scritto (grafico-visivo) o parlato (fonico-acustico)”. Fabio Rossi nell’Enciclopedia dell’Italiano evidenzia le caratteristiche che distinguono le varietà diamesiche, ad es. fa notare che le formule rituali e le parole tipiche della conversazione telefonica sono diverse se il mezzo è il telefono fisso o mobile.

logo Rai Radio3Si diventa consapevoli della variazione diamesica quando vengono usati parametri diversi da quelli previsti o se ci si trova a usare un mezzo non familiare: a me è successo registrando un’intervista per una trasmissione radio alla Rai.

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Dispositivi “introversi” ed “estroversi”

illustrazione di Dan Matutina per Wired.co.ukSi può associare un luogo ai tipi di computer che in un determinato periodo hanno gli sviluppi più rilevanti e si può notare che finora è cambiato ogni decennio:
la scrivania (per i desktop) negli anni ‘80,
le ginocchia (per i laptop) negli anni ‘90,
il soggiorno (per le console di gioco) negli anni zero,
le tasche (per gli smartphone) in questo decennio.
Il prossimo spostamento è sicuramente sul corpo ed è rappresentato dai dispositivi indossabili.

È la premessa fatta da Ben Hammersley in Wearables: the third wave of computing per analizzare i possibili effetti degli indossabili sui comportamenti e sulla società. Divide i dispositivi in due categorie:

“the introspective, which monitors what you do and where you go, and informs you of changes to the state of your body and expanded self in cyberspace; and the extrospective, which looks outwards, to monitor and record the world around you

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È l’ora degli indossabili!

Dispositivi indossabili protagonisti al CES 2014Le notizie dei media italiani su CES 2014, importante fiera americana dell’elettronica di consumo, danno indicazioni sulla nuova terminologia che si sta diffondendo anche nel lessico comune.

Dispositivi indossabili e da indossare

In primo piano la tecnologia, le tecnologie e i dispositivi indossabili (meno frequente computer indossabili), tutti riconducibili al concetto di wearable computing, lo sviluppo e l’uso di computer miniaturizzati, spesso provvisti di particolari sensori, che possono essere portati direttamente sul corpo, sopra l’abbigliamento, oppure essere parte integrante dell’abbigliamento stesso.

Al momento vengono descritti anche come tecnologie e dispositivi da indossare, ma credo sia un’alternativa destinata a perdere rilevanza perché in ambiti più tecnici è già diffuso il sostantivo indossabile (“un’indossabile”, “gli indossabili”), neologismo nato per transcategorizzazione su calco dell’inglese wearables

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