Comunicazione in rosa

In un commento a Il bonifico, un’operazione maschile, Barbara mi ha segnalato alcune linee guida di Corecor Umbria, La comunicazione istituzionale al femminile. Per una comunicazione attenta al genere.

Contengono indicazioni per evitare dettagli che contribuiscono a rafforzare stereotipi nelle comunicazioni su e per le donne. Tra gli aspetti da verificare ci sono questi:

11. Viene sottolineata l’interscambiabilità dei ruoli tra donne e uomini ? Ad esempio, se il messaggio è rivolto alle famiglie, sono rappresentati anche gli uomini nel target? O ancora, gli uomini sono ugualmente rappresentati a impegnarsi nelle faccende domestiche o a prendersi cura in generale del contesto domestico?
12. Nella scelta dei colori si è prestata attenzione ad evitare tutti quei colori che rimandano ad una visione stereotipica delle donne (colori pastello e varie tonalità del rosa)?

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Storytelling: narrazione e affabulazione

Questa animazione, già citata in Storytelling, una parola di moda, descrive l’evoluzione di un’attività umana usata in tutte le epoche e in tutte le civiltà – storie raccontate per spiegare, motivare e creare coinvolgimento emotivo e senso di appartenenza – che nel nuovo millennio è stata reinterpretata e trasformata in uno strumento usato da organizzazioni e vari tipi di impresa, ad es. per il marketing, in politica e nella comunicazione pubblica.

In inglese si usa la stessa parola storytelling per due diversi concetti:
1 accezione “tradizionale”, prevalente nel lessico generico, di racconto di storie
2 accezione più recente, settoriale, che identifica una metodologia basata su dinamiche di influenzamento sociale.
Le differenze sono sintetizzate in questa tabella:

1 storytelling tradizionale: narrazione ordinata di una storia; è orale o scritto; intento: intrattenimento, con finalità pedagogiche, condivisione esperienza e valori comuni 2 storytelling in marketing e politica: costruzione di una storia appositamente selezionata; è transmediale; intento: creare identificazione, influenzare la percezione e adesione ai propri valori.

Un esempio dell’accezione 2 è la pubblicità Il buongiorno ha un nuovo nome di Nutella: una storia “vera” che crea identificazione e sfrutta le emozioni per coinvolgere e influenzare positivamente la percezione del prodotto. 

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Il bonifico, un’operazione maschile

Uso sessista della lingua

In occasione della festa della donna l’uso sessista della lingua è stato di nuovo al centro dell’attenzione. Come prevedibile, le discussioni erano incentrate sulla femminilizzazione dei nomi delle professioni (ingegnera, avvocata, sindaca ecc.), con argomentazioni che non mi convincono per nulla: il mio punto di vista in Donne e grammatica.

Penso sia invece più importante che i testi che si rivolgono a un pubblico generico risultino neutri e non implichino un’esclusione delle donne, come invece succede in questa comunicazione di una banca italiana:Le abbiamo inviato questa email a titolo informativo su richiesta dalla persona che ha ordinato il bonifico all'indirizzo da lui inserito. Per la sicurezza dei dati personali non contiene i dati dei conti correnti di addebito e di accredito.

Il pronome lui riferito a persona appare insolito ma ci ricorda che in italiano il genere grammaticale è una convenzione che non sempre coincide con il significato logico o naturale, come spiega l’Accademia della Crusca in Problemi di accordo.

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Quiz: gli anni delle facezie grossolane

Questo brano mi sembra un esempio efficace di variazione diacronica (i cambiamenti linguistici che avvengono in un periodo di tempo anche relativamente breve). Tralasciando l’argomento, sono soprattutto il lessico e la costruzione di molte frasi a indicare che non si tratta di un testo contemporaneo. A che periodo fareste risalire la pubblicazione?

Può darsi, figlio mio, che tu abbia udito, e se non è ancora avvenuto avverrà presto, alcuni tuoi compagni scherazre sul matrimonio, e su questo argomento azzardare delle facezie grossolane. Che ne pensi? [...]

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Ricambio lessicale

Willy the word decider – Pearls Before Swine

Fa sorridere l’idea di qualcuno che possa decidere a tavolino i cambiamenti lessicali, non solo per l’inglese ma anche per l’italiano, però non è un’ipotesi del tutto fantasiosa se si pensa a molte sostituzioni associabili al politicamente corretto o alla convinzione che il sessismo si combatta imponendo forme femminili per i titoli professionali o le cariche istituzionali per le quali tende a prevalere il maschile.

A parte alcuni cambiamenti artificiosi, il ricambio lessicale è un fenomeno fisiologico che può passare inosservato ai parlanti se non viene evidenziato attraverso analisi diacroniche. Possono contribuire diversi aspetti di variazione linguistica, tra cui maggior prestigio di una varietà linguistica (regionale, sociale, generazionale ecc.), l’influenza di altre lingue e altre culture (ad es. ora l’inglese e in passato il francese), e tendenze e preferenze di altro genere che portano alcune parole a competere tra loro e in alcuni casi ad avere un ciclo di vita relativamente breve.

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Embeddato

Dalla sezione Tecnologia di un quotidiano italiano (marzo 2014):

La funzione sarà disponibile per il momento solo sull’app per mobile di iOS. Ma sarà presto implementata anche per Android, assicurano da San Francisco.  Entrambi gli aggiornamenti saranno visibili anche sui cinguetti embeddati

Perplessità: mi pare strano che chi scrive professionalmente di tecnologia non sappia che nella terminologia italiana usata da tutti i maggiori produttori di software (Google e YouTube, Microsoft, Apple, Adobe ecc.), inserire informazioni create in un programma, ad es. grafici, immagini, video, in un altro programma si dice incorporare e non embeddare, infelice ma diffusa neoformazione ibrida modellata sul verbo inglese embed.

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