Parole estive

dall’archivio del blog: rimastone, fantasmini, budgie smuggler…

Metafore mangerecce “grafiche”

Nel sito del Parlamento europeo si può leggere Spitzenkandidaten, Camembert e #stemfie: tutte le parole delle elezioni europee [2014], una notizia tradotta senza adattamento. Il punto di vista è quello di una persona che osserva le elezioni dal Belgio, dettaglio che però non viene reso esplicito nel testo italiano: l’impressione è che le affermazioni facciano riferimento a tutti i paesi dell’Unione europea.

Si legge, ad esempio, che “i risultati delle elezioni sono stati pubblicati nella forma di un camembert. Il formaggio? Non esattamente. Si tratta di un’infografica semicircolare che mostra la distribuzione dei seggi nell’emiciclo del Parlamento”, ma non mi pare che anche in Italia sia stata usata questa metafora.

So che in francese camembert può essere usato come nome alternativo per il grafico che in italiano è noto come a torta, un calco dall’inglese pie chart (pie può indicare sia una preparazione dolce, come apple pie, che salata, come steak and kidney pie). Si può notare che anche varie altre lingue hanno adottato metafore “mangerecce”, anche se non sempre coincidono con il nome più comune dato a questo tipo di grafici. Qualche esempio da Wikipedia di quelle più comprensibili: pare proprio che il formaggio sia venuto in mente solo ai francesi!

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Grazie!

I risultati del concorso Top 100 Language Lovers 2014 #tll14

Il variopinto mondo degli #hashtag

alcuni esempi di hashflag

Gli hashflag dei mondiali

Mi piace la parola hashflag, che in Twitter identifica gli hashtag che fanno apparire una bandierina colorata (flag) nei tweet se si digita #XYZ, dove XYZ è un codice associato a ciascun paese che partecipa ai mondiali di calcio 2014.

Aggiornamento 2016 – Il significato di hashflag si è ampliato: ora può indicare qualsiasi hashtag che genera automaticamente un’emoji (in inglese auto-emoji o automatic emoji).

In All Twitter #Hashflags si può trovare un elenco di hashflag in uso e non più attivi, come #SanRemo2016. Per gli hashflag usati globalmente sono indicate anche le lingue in cui sono o erano disponibili, cfr. #HappyNewYear, che in italiano funzionava con #FeliceAnnoNuovo.

Aggiornamento 2018 – Nell’ultima versione del glossario di Twitter gli hashflag sono stati rinominati Twitter emoji in inglese ed emoji di Twitter in italiano, con questa definizione: un emoji di Twitter è una specifica serie di lettere immediatamente preceduta dal segno # che genera un’icona su Twitter, ad esempio la bandiera di una nazione o un’altra immagine di piccole dimensioni.

È una denominazione insolita perché nell’uso comune un’emoji è una singola immagine che viene inserita scegliendola da una raccolta definita, mentre per Twitter diventa anche un hashtag “decorato” automaticamente. 

La terminologia ufficiale di Twitter è in continua evoluzione e non sempre tiene conto dell’uso comune, come si può osservare anche dalla vecchia descrizione di hashflag pubblicata il 10 giugno 2014 nel blog italiano di Twitter (non più disponibile): Gli hashflags sono un modo facile e divertente per dare colore ai tuoi Tweet. […] È sufficiente mettere un hasthtag davanti alla sigla di tre lettere che identifica un Paese (ad esempio #ITA), e la sua bandiera apparirà automaticamente nel Tweet.”   

Fino a qualche anno fa, infatti, nella documentazione di Twitter il termine hashtag identificava il cancelletto (#) e solo in seguito anche la terminologia ufficiale è stata adeguata all’uso comune: ho descritto l’evoluzione in 10 anni di #hashtag! (2017).


Definizioni per gli hashtag e tendenze d’uso

Due strumenti che trovo interessanti sono #tagdef, un sito che raccoglie definizioni di hashtag in varie lingue (potete verificare, ad esempio, che #t9y equivale a #terminology), e Hashtagify.me, che mostra tendenze d’uso, tra cui hashtag correlati visualizzati in diagrammi dinamici.

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Gli shooter del calcio

In una promozione dei supermercati Esselunga si ricevono dei dischetti plastificati di 4 cm di diametro che sono stati chiamati shooter, un nome che trovo piuttosto insolito. 

Gli shooter sono dischetti che raffigurano elementi legati al mondo del calcio. La collezione si compone di 4 serie di shooter per un totale di 94 dischetti.

In inglese shooter è innanzitutto chi spara con un’arma da fuoco ma, negli sport di squadra, anche chi ha il ruolo di segnare punti in una rete o in un canestro e, nel calcio, chi tira un calcio di rigore (anche in italiano c’è una metafora che associa armi e sport, cannoniere). 

I dischetti denominati shooter, invece, si usano per fare delle costruzioni, incastrandoli tra loro grazie ai tagli che hanno lungo il bordo, oppure per gare di lancio (?), e proprio per questo non capisco la scelta del nome: in inglese shooter è comunque chi compie l’azione e non l’oggetto su cui viene esercitata.

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Più cattiva Maleficent o Malefica?

manifesto del film MaleficentNon so se sia una nuova tendenza, ma ho notato che nel doppiaggio dei film americani con protagonisti già parte delle nostre conoscenze enciclopediche, spesso viene preferito il nome inglese a quello italiano, come Noah al posto di Noè.

Ora è uscito il fllm Maleficent, nome inglese che però pare rimanga solo nel titolo, mentre nel film doppiato la strega si chiama Malefica, come in La bella addormentata nel bosco, la versione italiana del cartone animato di Disney da cui è tratto il personaggio protagonista.

Sarei curiosa di sapere i motivi di questa scelta insolita e incongruente. Non mi pare che Maleficent sia più caratterizzante o evocativo di Malefica, o che trasmetta le stesse connotazioni che ha in inglese, descritte da Ben Zimmer in Why "Maleficent" is a Magnificent Villain Name.

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Crowdsourcing e community translation

crowdsourcing: (econ.) processo produttivo per la realizzazione di un progetto al quale sono chiamati a collaborare gli utenti della rete, in modo da sfruttare la creatività collettiva e ridurre i costi per l'azienda proponente (definizione Vocabolario Zingarelli 2014)

In Mute in italiano, la confusione di Twitter ho accennato alla localizzazione in crowdsourcing, un termine di cui si conosce con precisione l’origine, The Rise of Crowdsourcing (2006) di Jeff Howe, che ha coniato il neologismo modellandolo su outsourcing (esternalizzazione).

Anche nel crowdsourcing le risorse sono esterne all’azienda, ma non sono già organizzate tra loro (sono invece una “folla” indistinta, crowd), contribuiscono su base volontaria e sono raramente retribuite: vengono ricompensate in termini di prestigio, visibilità, soddisfazione personale ecc.

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Mute in italiano, la confusione di Twitter [2]

Dopo aver descritto la denominazione del concetto Mute in Twitter in inglese, concludo l’argomento con alcune note sulla localizzazione italiana per ribadire l’importanza di una corretta gestione della terminologia.

Mute in italiano: sistemi operativi

icona Disattiva audio in WindowsNei sistemi operativi Il verbo inglese mute fa riferimento soprattutto all’audio e di solito viene reso con disattivare, specificando cosa viene reso silenzioso: microfoni, altoparlanti, cuffie ecc. È la scelta adottata da Microsoft e da Google e in parte anche da Apple.

Mute in italiano: Twitter

In Twitter la funzionalità Mute non riguarda alcun tipo di suono ma solo testo (tweet). In italiano viene chiamata con almeno quattro nomi diversi, come si può vedere in questi esempi che rendono invisibili i tweet di @terminologia:

Ignora Togli voce (web) 
Qui sopra, comando nell’interfaccia web di Twitter.
Sopra a sinistra, comando in Twitter per Android.
Sotto, messaggio in Twitter per Android.
zittire e vedere (e varie altre incongruenze)  

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Mute in Twitter [1]

Prendo spunto da una funzionalità recente di Twitter per alcune considerazioni sulla formazione dei termini, che può essere primaria (si dà un nome a un nuovo concetto) o secondaria (il concetto viene trasferito in un’altra lingua, ad es. attraverso la localizzazione).

Risemantizzazione di mute

Mute in Twitter (interfaccia web)La nuova funzionalità di Twitter consente di rendere invisibile nella propria cronologia l’attività di qualcuno che si segue, ma senza che lo sappia (rimane tra le persone che si seguono e può continuare a comunicare attraverso i messaggi diretti). Questa opzione è stata chiamata Mute, una scelta che può apparire insolita, soprattutto in un contesto di inglese come seconda lingua (E2).

Per denominare il nuovo concetto è stato attribuito un nuovo significato a un termine esistente attraverso la risemantizzazione del verbo mute nel suo significato più frequente di disattivare l’audio, probabilmente l’unico noto in E2. È un uso chiaramente metaforico: in Twitter la comunicazione non è orale ma avviene esclusivamente in forma scritta (visiva).

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BARF DAY (e altri day)

SABATO BARF DAYIgnoravo che BARF fosse il nome di una marca di cibo per cani (è un acronimo descritto come Bones And Raw Food in Italia e Biologically Appropriate Raw Food negli Stati Uniti), altrimenti non mi avrebbe così colpita il cartello con la scritta BARF DAY che ho visto sulla vetrina di un negozio per animali.

In inglese, in particolare nella varietà americana, barf è una parola informale per il vomito (e per vomitare), infatti uno dei nomi dei sacchetti per chi sta male in aereo è proprio barf bag.

Day, nuovo elemento formativo?

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La metafora del Titanic

In metropolitana a Milano, sulle pareti opposte ai marciapiedi dove si aspetta il treno, ci sono dei manifesti che pubblicizzano un’offerta di A2A Energia, molto simili a questo:

immagine di uomo e donna stilizzati sulla prua di una nave già inclinata, nella posizione resa famosa da Leonardo di Caprio e Kate Winslet

Si legge bene solo lo slogan Con Casa2a l’energia dà spettacolo, ma non le caratteristiche dell’offerta (un anno di cinema in due al prezzo di uno).

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