Corona digitale, tra termini e parole

Una delle funzionalità più innovative di Apple Watch è il nuovo meccanismo di input per ridurre o ingrandire le dimensioni di visualizzazione (cfr. pinch) e far scorrere (scroll) gli elementi sul display. In inglese si chiama Digital Crown e in italiano Corona Digitale.

Corona Digitale. Diamo nuova carica a un’antica tradizione. Ogni prodotto che creiamo è definito da un particolare sistema di input, da un modo nuovo e unico di interagire col dispositivo. Per Apple Watch, questo sistema è la Corona Digitale.

Scelta terminologica indovinata

È una scelta terminologica molto efficace che sfrutta la risemantizzazione attraverso un prestito interno: crown infatti è un termine dell’orologeria che è reso più specifico dall’aggettivo digital (uso metonimico: non è digitale il meccanismo ma la funzionalità).

Continua a leggere   >>

La comunicazione post-linguistica di Apple Watch

Apple WatchIl nuovo dispositivo indossabile di Apple è stato oggetto delle analisi linguistiche di alcuni autori americani.

Cambia il naming: da iWatch a AppleWatch logo

Dopo 16 anni, Apple ha abbandonato il prefisso i di iPod, iPad, iPhone, iTunes, iCloud, non solo per problemi di marchi registrati (il nome iWatch sarebbe stato troppo simile a iSwatch, orologio svizzero) ma anche per evitare che iWatch venisse interpretato come I watch, “osservo, controllo”.

Anche il nuovo servizio di pagamento via iPhone è stato chiamato Apple Pay e non iPay, un segnale che il prefisso i sta diventando datato ed è ormai inflazionato perché usato anche da altri. Apple invece vuole comunicare esclusività e innovazione e probabilmente anche rimarcare la fine dell’era di Steve Jobs, fautore dei nomi con la i.

Continua a leggere   >>

«Brutte nausee, ma siamo eccitati»

Ieri in vari media italiani è apparso un falso amico che è un classico nel suo genere:

William e Kate: arriva il secondo bebè. «Brutte nausee, ma siamo eccitati»

In italiano eccitato vuol dire “agitato, per collera o per qualche passione, passato a uno stato di orgasmo o di eccitamento” (Vocabolario Treccani).

In inglese invece excited vuol dire “entusiasta, estremamente contento” (con minor frequenza può anche significare “stimolato sessualmente”, ma il contesto chiarisce l’accezione).

Continua a leggere   >>

Coding e programmazione

Testo dal documento La buona scuola: Serve quindi un piano nazionale che consenta di introdurre il coding (la programmazione) nella scuola italiana. A partire dalla primaria: vogliamo che nei prossimi tre anni in ogni classe gli alunni imparino a risolvere problemi complessi applicando la logica del paradigma informatico anche attraverso modalità ludiche (gamification). A partire dall’autunno, dopo Stati Uniti e Inghilterra, lanceremo in Italia l’iniziativa Code. Org […] Mi ricollego a La buona scuola, tra anglicismi e sillabazioni e ai diversi commenti che ha suscitato per aggiungere qualche osservazione sull’uso del termine coding, preferito a programmazione per descrivere le competenze digitali che verranno introdotte nella scuola primaria italiana.

L’iniziativa si chiama Programma il Futuro e l’unica pagina per ora disponibile dà per scontato che il concetto informatico di programmazione sia già noto, non spiega perché venga rinominato in coding ma indica che i due termini sono sinonimi.

Nell’ottica del lavoro terminologico non è una scelta corretta: andrebbe sempre usato un unico termine per identificare in modo univoco un concetto specifico e per differenziarlo dai concetti correlati, in modo da evitare possibili ambiguità (dettagli in Variazione e ripetizione).

Continua a leggere   >>

La buona scuola, tra anglicismi e sillabazioni

Ieri il governo ha pubblicato nuove informazioni sulla scuola. Il documento di sintesi in 12 punti ha ricevuto molta attenzione perché erano evidenti diversi errori nella divisione in sillabe di parole a fine riga.

Quasi sicuramente è stato usato software con impostazioni per una lingua diversa dall’italiano. Forse anche chi ha impaginato non era italiano perché è difficile pensare che un professionista non noti errori rilevabili anche dai bambini che hanno fatto la prima elementare. È più difficile invece riconoscere errori di sillabazione in lingue che hanno regole complesse, come l’inglese: dettagli e implicazioni per la localizzazione in Non si sillaba solo a scuola…

Nuove alfabetizzazioni: aumento degli anglicismi?

Continua a leggere   >>

Hacking e hackeraggio

Nei titoli sull’appropriazione indebita delle foto private di alcune attrici americane appare spesso il prestito integrato hackeraggio, preferito a quello non integrato hacking. L’uso di entrambi è attestato da parecchi anni nell’uso non specialistico italiano con il significato di “attività esercitata dagli hacker” (cfr. verbo hackerare) ma non mi pare che le due parole si equivalgano.

confronto tra hacking e hackeraggio in Google Ngram ViewerMi sembra che in hackeraggio prevalgano le connotazioni negative di hacker come pirata informatico (chi viola un sistema informatico per danneggiarlo o per acquisire dati riservati), mentre hacking può avere un significato più ampio e includere motivazioni “etiche” (cfr. hacktivism) o implicare particolari abilità informatiche (significato originale di hacker), ad es. per testare la sicurezza di un sistema. Anche il registro e il contesto d’uso non sono gli stessi: hackeraggio è più colloquiale e viene usato soprattutto in ambito giornalistico.

Continua a leggere   >>

Dati e stime nei tweet di INGV sui terremoti

Nei mesi scorsi l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha sperimentato un nuovo servizio automatico di comunicazione dei terremoti via Twitter, descritto in Su @INGVterremoti tutte le informazioni dei terremoti in tempo reale.

Finora i tweet sono stati strutturati in questo modo:

tweet di esempio INGV

Alcune informazioni sono abbastanza tecniche, ad es. la data è in formato UTC (1 o 2 ore di differenza), quindi INVG sta studiando un modo più semplice e immediato per comunicare. A questo scopo ha preparato alcune domande e ci invita a rispondere per definire il modo migliore per dare informazioni strategiche in situazioni di emergenza, in cui va condiviso il maggior numero di dati nel modo più efficace ed efficiente possibile.

Continua a leggere   >>

collaborator ≠ collaboratore

notizia dal sito di Rai News, 23 agosto 2014: Hamas “ha giustiziato altri quattro presunti collaboratori” di Israele, scrive l'agenzia palestinese Maan. […]  Ieri Hamas ha ucciso altri 18 sospetti collaboratori di Israele a Gaza.Nei giorni scorsi alcuni media hanno riportato la notizia, tradotta dall’inglese, che a Gaza alcuni presunti collaboratori di Israele erano stati giustiziati da Hamas.

Non hanno considerato che in inglese la parola collaborator ha due accezioni:
1 neutra, chi partecipa a un progetto o a un’attività, e 2 negativa, un traditore che svolge attività per il nemico.

A causa di 2, le guide di stile americane per la scrittura tecnica includono collaborator tra le parole non politicamente corrette, da evitare sostituendola con coworker o colleague.

Continua a leggere   >>