Viaggio raramente con Trenord, però ieri è capitato e mentre uscivo ho visto le frasi in inglese di questo avviso, che ho fotografato (malamente) al volo:
Non riesco a trovare una spiegazione logica per questa traduzione assurda.
Terminologia, localizzazione, traduzione e altre considerazioni linguistiche
Thanksgiving e ossessione per gli acquisti.
Viaggio raramente con Trenord, però ieri è capitato e mentre uscivo ho visto le frasi in inglese di questo avviso, che ho fotografato (malamente) al volo:
Non riesco a trovare una spiegazione logica per questa traduzione assurda.
La risposta da The Economist (con la conferma di inglese farlocco)
Per i principali dizionari le parole austerità e austerity hanno lo stesso significato: l’insieme delle restrizioni imposte dal governo alle spese pubbliche e ai consumi privati per ottenere il risanamento economico del paese. Ma sono davvero due concetti equivalenti?
Ne ho riflettuto in Austerity e austerità, un articolo che ho scritto per l’e-book Le parole della politica dell’Enciclopedia Italiana Treccani. Dopo una breve analisi delle risemantizzazioni subite da austerity in inglese, ho fatto un confronto delle variazioni nell’uso di austerity e austerità in italiano dal dopoguerra in poi, soffermandomi sull’evoluzione dell’anglicismo.
Ho evidenziato, ad esempio, che prima della crisi economica attuale austerità appariva principalmente in collocazioni con altri sostantivi come politica, misure, clima, programma, piano, periodo, mentre l’uso assoluto era sporadico. Al contrario, austerity era stato popolarizzato dai media per identificare in modo univoco il periodo di drastiche riduzioni del consumo energetico in vigore alla fine del 1973 e all’inizio del 1974, un uso che non prevedeva particolari collocazioni.
L’importanza degli aggiornamenti per vocabolari e database terminologici.
Interferenze tra linguistica e nuove tecnologie 😉
È ricominciata la stagione delle parole dell’anno. Per il 2014 Oxford Dictionaries ha scelto il verbo vape, “fumare una sigaretta elettronica”, che ha un equivalente nell’italiano svapare.
È stato preferito a sei altre parole tra cui contactless, aggettivo usato ormai da anni anche in italiano per descrivere le tecnologie che consentono di fare pagamenti e altre operazioni avvicinando una smart card, una carta di credito o un dispositivo mobile a un apposito lettore.
Contactless è classificabile come forestierismo utile, una formula denominativa di circolazione internazionale a cui i parlanti si adeguano senza sforzo eccessivo.
La rivista americana Time ha indetto un sondaggio, Which Word Should Be Banned in 2015?, in cui descrive e chiede di votare una parola da eliminare scegliendola tra bae • basic • bossy • disrupt • feminist • I can’t even • influencer • kale • literally • om nom nom nom • obvi • said no one ever • sorry not sorry • turnt • yaaassss.
È un elenco di tormentoni americani recenti, alcuni linguistici e altri invece culturali, come ad es. kale, una specie di cavolo nero molto in voga e immancabile nella dieta di chi mangia sano. Il sondaggio quindi non è tanto sulle parole, quanto sui concetti che rappresentano.
Feminist non è una novità ma Time l’ha incluso tra i tormentoni perché è di nuovo al centro dell’attenzione da quando Beyoncé e altre personalità femminili si sono espresse in merito, chi a favore e chi contro. Il Washington Post ha descritto la scelta di Time come una provocazione perché, come prevedibile, ha suscitato le ire delle femministe e ha scatenato alcune community che hanno votato in massa per l’eliminazione della parola.
Se seguite le notizie sulla cometa 67P saprete che molti aggiornamenti sulle sonde Rosetta e Philae sono dati in tempo reale attraverso i loro due account Twitter gestiti dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA dal nome inglese).
Sono particolari perché le due sonde parlano in prima persona e dialogano tra loro, come in questo esempio dei tweet che hanno segnalato il distacco di Philae da Rosetta:
Altri tweet tradotti in italiano in Rosetta, le fasi della missione in diretta su Twitter.
Alcuni titoli dai media di novembre 2014:
♦ Priorità alla crescita inclusiva
♦ UE, istituiti nuovi fondi per la crescita inclusiva
♦ G20: creare posti di lavoro di qualità e una crescita inclusiva
♦ Innovazione e sperimentazione al servizio della crescita inclusiva
Crescita inclusiva è un’espressione ricorrente ma raramente spiegata nelle cronache politiche ed economiche (al momento, più di 17000 risultati in Google). Mi pare che il contesto renda trasparente il significato economico di crescita, ma mi chiedo se in questa collocazione sia altrettanto riconoscibile anche il significato di inclusivo.
Un occasionalismo divertente. #CometLanding
L’incontro Comunicare in Europa: il linguaggio della crescita, dai documenti UE alle opportunità all’Università di Salerno è stato molto interessante e piacevole.
Nel mio intervento, Terminologia e comunicazione, ho preso spunto da alcuni esempi istituzionali di “maledizione della conoscenza” per evidenziare aspetti del lavoro terminologico che possono aiutare i comunicatori pubblici a rendere i loro testi più accessibili ai cittadini.
Se manca un sistema di gestione della terminologia, o almeno dei glossari di riferimento, diventa ancora più importante sapere individuare i concetti, e quindi i termini che li designano, che più di altri richiedono spiegazioni o esempi per essere comprensibili.
I criteri di selezione possono variare in base a diversi fattori, come ad es. tipo e finalità di comunicazione, utente finale, grado di specificità, modalità d’uso. Ne ho descritti alcuni:
Il 7 novembre 2014 sono a Salerno per Comunicare in Europa. Nel mio intervento, Terminologia e comunicazione, farò riferimento alla curse of knowledge, un concetto a cui è dedicato un capitolo di The Sense of Style di Steven Pinker.
La “maledizione della conoscenza” è la difficoltà di immaginare che gli altri non sappiano ciò che conosciamo bene. Per Pinker è la causa principale dei testi poco comprensibili anche se scritti da persone molto competenti. Manifestazioni tipiche sono informazioni e riferimenti dati per scontati, l’uso di astrazioni familiari e abituali per chi scrive ma non per i lettori meno esperti, e gergo, abbreviazioni, acronimi, forestierismi e terminologia da addetti ai lavori, senza definizioni o spiegazioni.
altri falsi amici
Consultabile sul sito di Internazionale.