Neologismi: share bait e autofail

Share bait

Share bait è un post, tweet o altro contenuto pubblicato sui social media con immagini o video scelti appositamente per indurre chi lo vede a condividerlo. Ho aggiunto share bait a Esche digitali: click bait.

Autofail

autofailNei dispositivi mobili autofail è la correzione automatica (autocorrect) o il completamento automatico (autocomplete) con parole indesiderate, in particolare quando ne risultano sostituzioni imbarazzanti o assurde. È un fenomeno già noto come effetto Cupertino, espressione nata in riferimento ai correttori ortografici per PC.

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Foraging: un esperimento

Mi ha incuriosita 10 parole da conoscere per essere gastronomicamente rilevanti nel 2015 e in particolare la scelta di includere anche l’anglicismo foraging.  

oraging: un concetto strettamente legato all’idea di “eating in season” In inglese la parola foraging, riferita ad animali e persone, vuol dire andare in qua e in là alla ricerca di cibo.

Nell’uso più recente non è più associata esclusivamente alla sopravvivenza ma anche al consumo sostenibile di ingredienti vegetali che crescono spontaneamente in natura, come erbe, bacche, alghe e funghi.

In questa nuova accezione identifica un concetto molto in voga da qualche anno nel nord Europa, tanto che The Guardian ha addirittura la sezione Foraging all’interno di Life & Style.

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Pecha kucha e altri nipponismi

Dilbert - PowerPoint poisoning (avvelenamento da PowerPoint)
Sriscia: Dilbert

Come antidoto alle presentazioni lunghe e noiose (“death by PowerPoint”), qualche anno fa è nato il Pecha Kuchaun tipo di presentazione in cui l’oratore presenta 20 slide, ciascuna della durata di 20 secondi (avanzamento automatico), per un totale di 6 minuti e 40 secondi. Il nome Pecha Kucha è una parola colloquiale giapponese onomatopeica che vuol dire “chiacchiere, parlare del più e del meno” (cfr. l’inglese chit-chat).

PechaKucha logoAnche in Italia vengono organizzate le PechaKucha Night, serate per creativi a tema libero. Se si affermeranno, il loro nome sarà un curioso ibrido tra un nipponismo e un anglicismo.

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Perché anche le donne dicono “Pronto”?

Un dettaglio da How to answer the phone in different languages, illustrato da J. Chapman:

danese: Det’ + nome , francese: Allô ? , indonesiano: Halo? , inglese: Hello? , italiano: Pronto? , norvegese: Hallo , olandese: Met + nome , polacco: Tak, słucham? , portoghese: Alô? , russo: Алло? , spagnolo: ¿Diga? , svedese: Hallå? , tedesco: Hallo? , turco: Alo?

In varie lingue si risponde al telefono con un prestito adattato dell’inglese hello. È però poco noto che in origine hello non era un saluto ma un’interiezione, poco frequente, usata per esprimere sorpresa o per attirare l’attenzione (simile a ehi in italiano). Bell, l’inventore* del telefono, preferiva invece Hoy, variante dell’esclamazione marinaresca ahoy, ma hello si è affermato perché meno confondibile con altre parole.

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Novità sui selfie stick

selfie stickHo già accennato a selfie stick, la “prolunga” per scattare i selfie che la rivista TIME ha addirittura incluso tra le migliori 25 invenzioni del 2014.

La frequenza d’uso e la produttività di una parola (la capacità di generare nuove forme e significati) sono indicatori del successo di un neologismo e su selfie stick non ci sono dubbi.

Narcisstick

L’aggeggio si è diffuso così rapidamente che in inglese sono già nati nomignoli alternativi, come ad esempio wand of Narcissus, la “bacchetta di Narciso”. Tra tutti prevale la parola macedonia narcisstick, (narcissistic + selfie stick), che Word Spy ha scelto come neologismo del 2014.

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Il genere di photobomb

photobomb da photobomber.orgUna delle parole dell’anno 2014 inglesi è photobomb, scelta da Collins Dictionary.

Photobomb, sostantivo e verbo, indica l’intrusione di una o più persone o animali in una foto nel momento in cui viene scattata, all’insaputa di chi viene fotografato.

La prima attestazione della parola risale al 2008 ma si è diffusa soprattutto nel 2014 grazie a esempi virali di personaggi famosi.

In italiano, come prevedibile, è stato adottato il prestito. Sono pochissime le occorrenze di assimilazione grafica fotobomba, invece più diffuse in spagnolo, probabilmente perché in italiano bomba è già usato come aggettivo con il significato di “eccezionale, sorprendente” (ad es. notizia bomba) e si potrebbe creare qualche confusione.

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Parole dell’anno 2014

Da WOTY a PdA

L’ultima parola della settimana del 2014 scelta da Giuseppe Antonelli per La lingua batte di Radio3 è PdA, acronimo di parola dell’anno e calco dell’inglese WOTY, word of the year. Nel podcast potete ascoltare le parole dell’anno annunciate finora per l’inglese, la lingua che ha fatto nascere questa tradizione, e per alcune altre lingue.

Selfie parola dell’anno: 2013 in inglese, 2014 in italiano

I lettori di Repubblica hanno scelto selfie come parola dell’anno 2014, preferendola a ebola e Jobs Act e altre nove parole selezionate dal linguista Massimo Arcangeli:

Parole dell’anno 2014 scelte da la Repubblica: ice bucket challenge, drone, [grande] bellezza, selfie, sinodo, Jobs Act, ludopatia, banana (mangiabanane), califfato, annuncite, ebola, angelo del fango

Dettagli in Tutte le sfumature del “selfie”, parola dell’anno 2014 con molti esempi di neologismi inglesi modellati su selfie, forse poco noti ai lettori italiani ma che hanno già ricevuto molta attenzione in inglese grazie a Selfie parola dell’anno 2013.   

Credo che selfie sia rilevante anche perché in breve tempo ha già subito alcuni cambiamenti di significato. Ne ho parlato lo scorso aprile in Da selfie a selfare / selfarsi, dove potete trovare anche altri neologismi come metaselfie, selfista e selfie stick.

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Problemi di inglese per #labuonascuola

La recente consultazione pubblica sulla scuola ha indicato che per gli italiani le materie più importanti sono inglese ed educazione civica.

Una buona conoscenza dell’inglese è fondamentale, ma mi domando se gli standard di riferimento del ministero dell’istruzione siano adeguati, soprattutto dopo aver scoperto che per insegnare inglese alla scuola primaria e per insegnare una materia non linguistica in inglese alle superiori è sufficiente una conoscenza di livello B1, decisamente basso.

La buona scuola in inglese

la buona scuola in 12 pointsLe mie perplessità sono aumentate quando ho visto la buona scuola in 12 points, il testo inglese che sintetizza la riforma prevista dal governo.

Da chi si occupa di istruzione mi aspetterei una traduzione professionale e comunque la capacità di valutarla ed eventualmente correggere gli errori prima di pubblicarla, invece ci sono molti problemi.

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