Scrittura Teflon e Velcro

Ho trovato efficace la metafora proposta dal linguista Allan Metcalf in Teflon and Velcro Writers per descrivere l’effetto sui lettori di due diverse modalità di scrittura (e di scrittori), individuabili nella letteratura ma anche in testi di altro genere, ad es. la pubblicità:

  • Teflon – È una scrittura scorrevole ed elegante che genera ammirazione ma non coinvolge particolarmente (esempi di scrittori Teflon nella letteratura anglo-americana: Edgar Allan Poe, Alexander Pope, William Carlos Williams).
  • Velcro – È una scrittura che cattura l’attenzione, anche senza avere particolari qualità estetiche, e “prende” lasciando il segno (esempi di scrittori Velcro: Shakespeare, Jonathan Swift, T.S. Eliot)

I grandi della letteratura tendono a essere Velcro, come i peggiori scrittori. Gli autori di bestseller della narrativa di genere sono soprattutto Teflon. Critici e studiosi prediligono la scrittura Teflon perché richiede spiegazioni mentre la scrittura Velcro non ha bisogno di essere interpretata dagli esperti.


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Nomi di pizze

A proposito di trasparenza e riconoscibilità di nomi di prodotti, credo sia raro trovare un italiano che non sappia cosa sono margherita, capricciosa, quattro stagioni, marinara e le altre pizze dai nomi standard, immancabili sul menu di ogni pizzeria.

Ogni locale completa l’offerta con altre pizze, chiamandole in vario modo. Sono usati:

  • nomi descrittivi “diretti”, ad es. tonno e cipolla;
  • nomi descrittivi “indiretti” che suggeriscono gli ingredienti caratterizzanti sfruttando le nostre conoscenze enciclopediche, ad es. spinaci per la pizza Braccio di ferro o speck per la tirolese;
  • nomi di fantasia, legati a un tema, al nome del locale (ad es. glorie del cinema per una pizzeria Hollywood) o non meglio classificabili.

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Earworm, Ohrwurm e “Strüdel”

Peccato che in italiano non ci sia un equivalente della parola tedesca Ohrwurm (in inglese c’è il calco di traduzione earworm*), estremamente efficace per descrivere l’orrendo motivetto tiroleggiante** che oggi, complice una martellante pubblicità radiofonica, non riesco a togliermi dalla testa. O forse si potrebbe dire tarlo musicale?

striscia di Pearls Before Swine
Striscia: Pearls Before Swine di Stephan Pastis

Potrei provare a seguire i consigli per eliminare il “verme” in The Definitive Guide To Earworms, dove si trovano anche vari sinonimi come i termini haunting melody, usato in psicanalisi, e involuntary musical imagery (INMI), coniato da Oliver Sacks (che informalmente usa anche brainworm), e le parole più scherzose humbug, musical hook, tune wedgie, sticky tune, demon tune ecc.

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