Bug, insetti e cavallette

Non ho visto la partita Brasile-Colombia ma mi hanno fatto una certa impressione le foto della cavalletta gigante che si era posata sul braccio del calciatore James Rodríguez.

foto con cavalletta cavalletta gigante

Una veloce ricerca nei siti di notizie e in Twitter mostra che in italiano l’animale è stato descritto come cavalletta mentre in inglese soprattutto come bug; frequente anche insect, mentre grasshopper e locust appaiono in percentuali decisamente inferiori.

È un esempio che ci ricorda che in lingue diverse può esistere lessico equivalente, come in italiano cavalletta e in inglese grasshopper, il nome comune degli stessi insetti dell’ordine Ortotteri, ma non sempre viene usato allo stesso modo: possono intervenire fattori situazionali, cognitivi e culturali che fanno privilegiare scelte diverse.

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Più cattiva Maleficent o Malefica?

manifesto del film MaleficentNon so se sia una nuova tendenza, ma ho notato che nel doppiaggio dei film americani con protagonisti già parte delle nostre conoscenze enciclopediche, spesso viene preferito il nome inglese a quello italiano, come Noah al posto di Noè.

Ora è uscito il fllm Maleficent, nome inglese che però pare rimanga solo nel titolo, mentre nel film doppiato la strega si chiama Malefica, come in La bella addormentata nel bosco, la versione italiana del cartone animato di Disney da cui è tratto il personaggio protagonista.

Sarei curiosa di sapere i motivi di questa scelta insolita e incongruente. Non mi pare che Maleficent sia più caratterizzante o evocativo di Malefica, o che trasmetta le stesse connotazioni che ha in inglese, descritte da Ben Zimmer in Why "Maleficent" is a Magnificent Villain Name.

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Crowdsourcing e community translation

crowdsourcing: (econ.) processo produttivo per la realizzazione di un progetto al quale sono chiamati a collaborare gli utenti della rete, in modo da sfruttare la creatività collettiva e ridurre i costi per l'azienda proponente (definizione Vocabolario Zingarelli 2014)

In Mute in italiano, la confusione di Twitter ho accennato alla localizzazione in crowdsourcing, un termine di cui si conosce con precisione l’origine, The Rise of Crowdsourcing (2006) di Jeff Howe, che ha coniato il neologismo modellandolo su outsourcing (esternalizzazione).

Anche nel crowdsourcing le risorse sono esterne all’azienda, ma non sono già organizzate tra loro (sono invece una “folla” indistinta, crowd), contribuiscono su base volontaria e sono raramente retribuite: vengono ricompensate in termini di prestigio, visibilità, soddisfazione personale ecc.

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Risorse lessicali per tradurre dall’inglese

link a Scartabellando e navigando. ALLA RICERCA DEI TRADUCENTI IN SCAFFALE E IN RETE a cura di Norman Gobetti Il repertorio (forse) completo dei dizionari e degli strumenti di ricerca terminologici che si trovano a stampa o digitali. – Rivista Tradurre, primavera 2014Un pagina da aggiungere ai Preferiti: Scartabellando e navigando, raccolta ragionata e dettagliatissima di dizionari e di altre risorse lessicali per tradurre dall’inglese, con un centinaio di link. È stata compilata da Norman Gobetti ed è completata da Come un prete il suo breviario, osservazioni di traduttori sull’uso di questi strumenti.

Non si possono aggiungere commenti all’articolo, altrimenti ringrazierei l’autore per tutte le informazioni e suggerirei altre due risorse molto utili per il lavoro terminologico:

[Non più disponibile] Il database lessicale DANTE (Database of Analysed Texts of English), che si può poteva usare come un dizionario avanzato per verificare sfumature di significato di parole e locuzioni inglesi, i loro usi figurati e i contesti d’uso con collocazioni e colligazioni, illustrati da moltissimi esempi. Ne ho avevo parlato qui.

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Optical, un altro pseudoprestito

OpticalIl testo che descrive la foto, dalla rivista di un marchio italiano di abbigliamento, è Dal design al grafico, dal color block al millerighe. Tra pastelli tenui e tratti decisi, l’optical vive una nuova stagione

Il sostantivo optical, “adoperato nel linguaggio della moda per indicare il particolare effetto ottenuto nei tessuti e nell’abbigliamento mediante un fantasioso e spesso violento accostamento di bianco e nero”, è uno pseudoanglicismo, una parola usata con un’accezione inesistente in inglese (optical è un aggettivo che equivale a “ottico”).

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Expo 2015: Foody & friends

Foody

Sono stati annunciati i vincitori del concorso per i nomi della mascotte di Expo 2015 e dei suoi personaggi: sono Foody (l’insieme di frutta e verdura), composto da Josephine (Banana), Rodolfo (Fico), Chicca (Melagrana), Arabella (Arancia), Gury (Cocomero o Anguria), Manghy (Mango), Piera (Pera), Pomina (Mela), Rap Brothers (Rapanelli), Max Mais (Mais Blu) e Guagliò (Aglio).

Le perplessità che avevo espresso in Mascotte Expo 2015 e nomi internazionali sono state confermate, non solo per questioni di genere ma anche perché alcuni nomi, per quanto efficaci e divertenti in italiano, come Guagliò, non rispettano i requisiti dell’internazionalità e della facilità di memorizzazione e di pronuncia previsti dal concorso.

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Mascotte Expo 2015 e nomi internazionali

Leggo da Linda Liguori che oggi scade il termine per iscrivere bambini italiani sotto i 14 anni al concorso per dare il nome alla mascotte di Expo 2015 e agli undici vegetali che ne compongono il volto, modellato con lo stile di Arcimboldo [link non più disponibili].

mascotte Expo

Si richiede che i nomi proposti siano:
1) originali
2) simpatici 
3) internazionali 
4) coerenti con il tema di Expo 
5) abbiano affinità con la Mascotte e i Personaggi;
6) facili da pronunciare in diverse lingue; 
7) facili da memorizzare.

I requisiti 3, 6 e 7, in particolare, sono tipici delle valutazioni di globalizzazione e mi stupisce non solo che ci si aspetti che dei bambini siano in grado di fare analisi così specifiche ma anche, a questo punto, che non sia stato preso in considerazione un altro dettaglio rilevante: il genere grammaticale.

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Buon giorno e buona sera

Un articolo del New York Times, William Weaver, Influential Translator of Modern Italian Literature, Dies at 90, riporta un esempio sulla difficoltà di tradurre dall’italiano all’inglese dettagli apparentemente molto semplici come i saluti.

immagine di orologioIn inglese non esiste un equivalente di buongiorno (a parte good day in Australia) e il traduttore deve scegliere tra good morning, good afternoon e good evening, ma per farlo correttamente deve sapere non solo l’orario ma anche dove viene fatto il saluto (variazioni diatopiche). In zone diverse d’Italia si passa infatti da buongiorno a buonasera in momenti diversi della giornata, anche subito dopo pranzo, quando in inglese sarebbe davvero insolito dire good evening.

Io vivo nell’Italia settentrionale e comincio a dire buonasera attorno alle 17, forse con qualche differenza tra estate e inverno. E voi?

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Dubbi sul Grande cocomero

pumpkin patch – Peanuts
Peanuts by Charles Schultz via GoComics

Di zucche e cocomeri racconta della discussione a Il Post su come chiamare the “Great Pumpkin” nella nuova traduzione italiana delle strisce dei Peanuts e della decisione di mantenere il “Grande cocomero”  perché ormai fa parte della cultura italiana.

Non è l’unico caso di traduzione errata che, una volta entrata nelle conoscenze enciclopediche dei lettori, rende improponibile ogni alternativa: basti pensare a Big Brother, che in 1984 di Orwell sta per “fratello grande” nel senso di fratello maggiore, ma che in italiano è noto come Grande fratello, oppure anche alla traduzione errata Siate affamati, siate folli di una frase attribuita a Steve Jobs, Stay hungry, stay foolish

Il Post racconta che i primi traduttori dei Peanuts avrebbero scelto il cocomero come simbolo di Halloween perché “più familiare e mediterraneo” e perché i lettori italiani degli anni ‘60 “non avevano nessuna familiarità con l’atmosfera di quella festa e di quella notte, né con le zucche relative”.

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Femmine, signorine e donne

Alle interferenze dell’inglese che ho notato nei media italiani aggiungo due esempi raccolti qualche tempo fa. Sono informazioni tradotte e riguardano due protagonisti di WikiLeaks.

Female ≠ femmina

Il principale imputato per la fuga di informazioni aveva annunciato, dopo la condanna: “I am Chelsea Manning. I am a female […] I also request that, starting today, you refer to me by my new name and use the feminine pronoun”. Un esempio della notizia nei media italiani:

il soldato condannato a 35 anni per aver passato a WikiLeaks i documenti dello scandalo chiede la grazia e rivela sua volontà di vivere come una femmina. “Voglio al più presto la terapia ormonale”.

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