Traduzione, punto di vista UE

Ho ascoltato in podcast la puntata del 5 ottobre di La lingua batte, dedicata alla traduzione.

Commissione europeaVari interventi interessanti, tra cui un’intervista a Italo Rubino della Commissione europea, che ha illustrato con alcuni esempi le difficoltà di traduzione più comuni, spesso dovute a testi originali non del tutto chiari perché scritti in inglese da persone non di madrelingua.

Altri problemi riguardano i concetti giuridici che non esistono in italiano, oppure la disponibilità di terminologia italiana che solo apparentemente è equiparabile ma che invece non è equivalente (cfr. anisomorfismo) e quindi, anche a causa di impostazioni “culturalmente diverse”, non è idonea per i concetti espressi dalla legislazione europea.

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Ingenuità e ingegnosità

copertina di La chimica delle lacrimeIn Chimica, alchimia, affinità e feeling ho accennato al romanzo The chemistry of tears di Peter Carey. Ieri ho visto l’edizione italiana, La chimica delle lacrime, e la donna della foto mi è parsa troppo giovane per rappresentare la protagonista. Guardando anche il retro della copertina ho concluso che chi l’ha realizzata non può avere letto il romanzo o coinvolto chi l’ha tradotto. Lo suggerisce la citazione scelta come sintesi:

“La prima pagina è scioccante e irresistibile come tutto il romanzo, Una combinazione unica di cruda passione e ingenuità umana.”  A.S. Byatt, Financial Times (quarta di copertina di La chimica delle lacrime)

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Il libro dell’ignoto

The Book of the UnkonwnDue giorni fa ho avuto il piacere di partecipare a una Serata al caffè letterario di Lugo con Jonathon Keats, autore di The Book of the Unknown, e Silvia Pareschi, autrice della traduzione italiana Il libro dell’ignoto (e di molte altre traduzioni di autori americani contemporanei e del blog Nine hours of separation).

Silvia ha aperto la serata con riflessioni molto stimolanti su traduzione e ruolo del traduttore, sulla ri-creazione dei testi e sull’esperienza davvero unica di poter tradurre un libro con il suo autore a fianco: Jonathon Keats è il marito di Silvia.

Per la prima volta ho letto un libro in versione originale e subito dopo la sua traduzione, e mi sono piaciuti molto entrambi. The Book of the Unknown e Il libro dell’ignoto sono molto belli: per la poeticità della scrittura, sospesa in una dimensione atemporale, per la narrazione che riesce a essere contemporaneamente tradizionale e molto moderna, per l’imprevedibilità e il continuo senso di sorpresa delle storie e dei personaggi. Lo descrive meglio di me Benedetta Tobagi in Come sono belle le storie dei giusti nell’era digitale.

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Poco poetico: sleep in one’s eyes

“Danze primaverili”  (con l'omino del sonno e la fatina della febbre da fieno) – Rhymes with Orange 
The spring rounds – Vignetta di Rhymes with Orange

In primavera chi soffre di congiuntivite* allergica spesso si sveglia con gli occhi appiccicosi. In inglese ci sono vari modi per descrivere le secrezioni oculari: eye discharge, eye mucus, rheum (letterario), geosinonimi più informali come ad es. [eye] gunk, gunge, goo, goop, gloop e, se si tratta di normali cispe, sleep, sleepy dust, sand ecc.

Nel folklore le cispe sono le tracce lasciate dal passaggio di the sandman, l’omino del sonno che fa addormentare i bambini spargendo sabbia magica sui loro occhi. The sandman può anche essere un sinonimo scherzoso di sleep (“sonno”), come Morfeo in italiano.

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Altoparlanti intelligenti e “ricognizione vocale”

Da Il mito di Babele rivive in Lexifone, l’app israeliana che traduce in 8 lingue:

’’La nostra macchina interagisce con l’utente ascoltando ciò che dice e traducendo per chi ascolta grazie ad altoparlanti posizionati davanti e dietro per rendere comprensibile ciò che viene detto’’ insiste Itay Sagie. Il sistema – pensato per rendere più economiche le relazioni commerciali – si basa su una “ricognizione vocale” accresciuta con un meccanismo di traduzione chiamato in inglese “computational linguistics” (prende le frasi usate da chi parla e le traduce simultaneamente in un’altra lingua).

Gli errori dei media italiani non sono certo una novità, però mi pare che qui i problemi non siano solo di traduzione ma anche di conoscenze inadeguate e di incapacità di riconoscere affermazioni che non hanno molto senso.

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Sommelier… di Internet

immagine di sommelierA cosa associate la parola sommelier?

1 – Nei ristoranti di alto livello, un esperto nella selezione dei vini (per la cantina e per consigliare ai clienti l’abbinamento con le pietanze scelte);

2 – Un degustatore professionale di vini;

3 – Un degustatore professionale di un prodotto enogastronomico liquido (vino, olio, birra, tè, caffè ecc.).

Variazione diacronica

La parola sommelier, entrata in italiano dal francese circa un secolo fa, non ha un’origine molto prestigiosa: ‘conduttore di bestie da soma’; dal latino sagmārius, poi, man mano, ‘addetto ai viveri’ e, quindi, ‘domestico incaricato della tavola’ (vocabolario Zingarelli).

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