Animoji, le emoji 3D animate di Apple

Jony Ive e la sua animoji della scimmia

Tra le nuove funzionalità di iPhoneX (“ten”) presentate ieri da Apple ci sono le Animoji, emoji 3D animate che grazie alla scansione del proprio volto e alla rielaborazione dei suoi movimenti sono personalizzate con le proprie espressioni e la propria voce.

Per il momento sono disponibili 12 Animoji, condivisibili solo con l’app iMessage: alieno, gatto, pollo, cane, volpe, scimmia, panda, maiale, cacca, coniglio, robot e unicorno.  

Non solo neologismo ma anche internazionalismo

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10 anni di #hashtag!

#Hashtag10

Oggi si festeggiano 10 anni di hashtag perché il 23 agosto 2007 con questo tweet è nata l’idea di usarli su Twitter:

@chrismessina: how do you feel about using # (pound) for groups. As in #barcamp [msg]?

Ormai hashtag è anche una parola del lessico italiano che in poco tempo è uscita dall’ambito specifico dei social media e si è diffusa rapidamente in molti altri contesti, anche in senso figurato (ed è molto amata dai politici!).

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Liftare, vipera templare e acqua micellare

Siero di Vipera Templare

La pubblicità del cosmetico Empoison, vista da Luca Sommacal, si presta ad alcune osservazioni linguistiche.

Vipera templare

L’espressione al Siero di Vipera Templare è un esempio di Abuso delle Maiuscole perché vipera templare è un nome comune che non le richiede. È usato quasi esclusivamente nell’industria cosmetica ed è un calco dell’inglese temple viper, che ha origine dalla numerosa presenza del rettile presso un tempio malese (nome scientifico: Tropidolaemus wagleri).

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I diversi sapori della marmellata

Paddington Bear

Marmellata nel lessico comune

La parola marmellata è entrata in italiano nel XVI secolo dal portoghese marmelada, da marmelo (la mela cotogna ), a sua volta dal greco méli “miele” e mêlon “mela” attraverso il latino.

Capita che nel passaggio da una lingua all’altra o con il tempo il significato di una parola diventi più specifico o, come in questo caso, più ampio: nel nostro lessico comune la marmellata è qualsiasi conserva di frutta e zucchero (e abbiamo una parola specifica, cotognata, per quella solida di mele cotogne).

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Necrotweet: commemorazioni in 140 caratteri

Ieri ho scoperto la parola necrotweet, usata ironicamente per descrivere i tweet che commemorano la morte di un personaggio famoso, in questo caso Paolo Villaggio, e che spesso sono solo tentativi di sfruttare la notizia e i suoi hashtag per acquisire visibilità.

La corazzata Potëmkin, la rivolta e i «necrotweet» su Fantozzi – Wu Ming, 4 luglio 2017 (via @fighen)

Trovo necrotweet una parola molto efficace e ho cercato qualche dettaglio sulla sua origine: le prime occorrenze risalgono al 2013, stesso periodo della creazione di un omonimo profilo di Twitter:

Necrotweet (@necro_tweet). Il valore di un paese è pari a quello dei suoi necrologi via twitter.

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Nuove “bombe” di maltempo

Bomba d’acqua in mare aperto

Nelle cronache sul maltempo si sente parlare di bombe d’acqua almeno dal 2014. L’inverno successivo si sono aggiunte le bombe di neve e nell’estate 2016 sono arrivate le bombe di caldo, che all’inizio di giugno 2017 si sono trasformate in bombe di calore. Intanto sono apparse anche le bombe di pioggia.

Ormai qualsiasi fenomeno meteo che ha carattere violento e improvviso viene descritto dai media come “bomba”, una parola ad effetto che non ha alcun significato meteorologico. Ho visto addirittura bombe di umidità durante l’inverno per descrivere la nebbia. Qualche esempio da titoli recenti:

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Open data a rischio openwashing

Ultimamente si discute molto di open data, i dati resi disponibili gratuitamente in formati aperti con una licenza che consente di riutilizzarli, modificarli e condividerli liberamente, cfr. Open data per la pubblica amministrazione.

Si sta diffondendo anche il neologismo openwashing (grafia alternativa open washing), che nel contesto open data indica l’azione di presentare come “aperti” dati che in realtà non lo sono perché incompleti, non sufficientemente dettagliati, non facilmente riutilizzabili, con particolari restrizioni d’uso ecc.

“Open-washing” – The difference between opening your data and simply making them available

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Open data per la pubblica amministrazione

I cosiddetti open data sono i dati resi disponibili gratuitamente in formati aperti con una licenza che consente di riutilizzarli, modificarli e condividerli liberamente. È un concetto di cui si sente parlare molto a proposito di trasparenza degli enti pubblici.

Ho cercato la definizione di open data usata dalla pubblica amministrazione e ho scoperto parecchie incongruenze nell’uso e nel significato attribuito all’anglicismo: ogni ministero o agenzia dà spiegazioni diverse.

i dati aperti della pubblica amministrazione

Il sito di riferimento per gli open data della PA è dati.gov.it, descritto come “il catalogo nazionale dei metadati relativi ai dati rilasciati in formato aperto dalle pubbliche amministrazioni italiane”, ma non c’è nessuna definizione né viene chiarito se open data e dati aperti vadano considerati nomi diversi per lo stesso concetto.

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Fidget spinner in italiano

A quanto pare la mania del momento è un giochino che in inglese si chiama fidget spinner.

titoli di notizie

Non è un nome proprio ma generico, formato da parole del lessico comune: spinner indica un dispositivo che viene fatto ruotare (spin) intorno al proprio asse, mentre fidget (verbo e sostantivo) descrive movimenti continui, ad es. delle mani o dei piedi, dovuti a nervosismo o irrequietudine, come quelli di chi non riesce a star fermo sulla sedia (“Stop fidgeting!”).

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Si vota per i migliori blog linguistici!

logo Top Language Lovers 2017Top 100 Language Professional Blogs 2017

Anche quest’anno questo blog è in lizza per Top Language Lovers 2017.

È il concorso che premia le migliori risorse linguistiche del mondo digitale – blog, pagine Facebook, account Twitter e canali YouTube –  attraverso i voti dei lettori e la valutazione dello staff di bab.la, e Lexiophiles, gli organizzatori del concorso.

Se vi piace Terminologia etc. potete votarlo in Top 100 Language Blogs 2017 cercandolo nell’elenco (i partecipanti sono elencati in ordine casuale). C’è tempo fino al 6 giugno.


Aggiornamento 9 giugno 2017  –  Un grande GRAZIE a chi ha votato: anche quest’anno Terminologia etc. si è classificato al secondo posto


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Ransomware, malware e altri –ware

ransomware

Ormai anche chi non è esperto di informatica sa che ransomware è un tipo di software sviluppato con intento criminoso che infetta un computer impedendo l’accesso al sistema o ai suoi dati se non si paga un riscatto (ransom in inglese). Il micidiale WannaCry che ha colpito centinaia di migliaia di computer in tutto il mondo in questo maggio 2017 è l’esempio più recente.

Ransomware e malware

Nei media generalisti WannaCry viene descritto sia come ransomware che malware e anche virus ma per i lettori meno esperti forse non è del tutto chiaro che non sono sinonimi.

Malware (da malicious software) è l’iperonimo che descrive qualsiasi tipo di software o codice creato per danneggiare il computer su cui si installa, interferire con il suo funzionamento o carpire informazioni. Trojan (cavallo di Troia) e worm sono due noti tipi di malware, come anche virus, che però è diventata una parola molto generica sempre meno usata in ambiti tecnici.  

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Macron e altri diacritici

Spiritosaggine che circola tra i linguisti (via Adam Schembri):

Macron may be popular, but he’s not without his diacritics

Gli accenti acuto e circonflesso sono subito riconoscibili ma forse non tutti sanno che macron è il segno di vocale lunga. Nelle lingue europee è usato solo in lettone (ā, ē, ī e ū) e in lituano (ū), sia per le minuscole che per le maiuscole.

Segni diacritici

Un segno diacritico (dal greco  διακριτικός “atto a distinguere”) è un elemento grafico che viene sovrapposto, sottoposto, anteposto o posposto a una lettera dell’alfabeto e le conferisce un significato speciale, ad es. una pronuncia diversa.

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“Fake news” per Facebook e nei media italiani

Qualche giorno fa Facebook ha pubblicato Information Operations and Facebook, uno studio sulla diffusione di notizie manipolate per condizionare l’opinione pubblica attraverso il social network. L’hanno riportato anche i media italiani con titoli molto simili tra loro in cui è ricorrente l’anglicismo fake news.

Facebook: fake news e account falsi usati dai governi per la propaganda – Fake news, la denuncia di Facebook: “Le usano anche gli stati per manipolare” – Facebook ammette: il social è stato usato dai governi per creare fake news.   Esempi di titoli da TGcom24, Repubblica e Il Sole 24 Ore; altri esempi qui.

Mi domando se chi ne ha scritto abbia davvero letto il documento di Facebook: gli autori infatti chiariscono che non usano la locuzione fake news perché è generica e imprecisa, viene usata impropriamente e non consente una discussione adeguata degli argomenti in questione.

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Come dire home restaurant in italiano

home restaurant

L’anglicismo home restaurant ha ricevuto parecchia attenzione dopo la presentazione della proposta di legge Disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata (home restaurant) che mira a regolamentare con “trasparenza, tutela dei consumatori e leale concorrenza” un nuovo modello di attività economica.

È intervenuto anche il Gruppo Incipit che ha suggerito di abbandonare l’anglicismo home restaurant a favore di ristorante domestico.

Ne ho discusso recentemente con alcune colleghe terminologhe e vorrei condividere le nostre perplessità su questa proposta. Ne approfitto per ricordare che nel lavoro terminologico si parte sempre dall’analisi delle caratteristiche essenziali e distintive del concetto, in questo caso ricavabili dalla definizione del legislatore (art. 2):

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Come evitare il raggelante Spring Storm

Avete sentito parlare di Spring Storm, un fenomeno meteo con repentino abbassamento delle temperature che sta colpendo l’Italia in queste giornate primaverili?

Meteo, colpo di coda dell’inverno: “Spring Storm” porta pioggia e neve. Crollo delle temperature, è colpa dello Spring storm. Spring Storm in arrivo, clima invernale fino a venerdì. Fronte temporalesco dalle regioni baltiche.

È una trovata del solito sito di previsioni meteo che rinomina gli eventi meteorologici con nomi inglesi usati ad effetto ma quasi sempre a sproposito. Anche in questo caso non è stato usato un termine specialistico ma una locuzione del lessico comune: spring storm vuol dire genericamente intensa perturbazione primaverile.

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