Dove il mouse è quasi sempre un topo

Post pubblicato il 10 marzo 2008 in blogs.technet.com/terminologia


www.cerncourier.comDopo il mio ultimo post, Prestiti e calchi in italiano, mi è venuta la curiosità di vedere se ci sono altre lingue europee in cui mouse è entrato nell’uso comune come prestito dall’inglese (nel lessico italiano dagli anni ’70) oppure se, come in francese, tedesco e spagnolo, è stato risemantizzato il nome dell’animale. L’uso italiano sembrerebbe l’eccezione alla regola se si considerano gli esempi da lingue europee con alfabeto latino, dove il calco è molto comune:

Lingua Termine
ceco myš
danese mus
finlandese hiiri
francese souris
islandese mús
italiano mouse
norvegese mus
olandese muis
polacco mysz
portoghese (Portogallo) rato
sloveno miška
spagnolo (Spagna) ratón
svedese mus
tedesco Maus
turco fare
ungherese egér

Basta però guardare oltre oceano per scoprire che nelle lingue europee parlate in America meridionale prevale l’uso di mouse. Questo rende il prestito mouse la scelta più diffusa, per numero di parlanti, nelle lingue neolatine:

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Cliccare o fare clic?

Post pubblicato il 7 marzo 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Il verbo inglese click viene reso in italiano in due modi: fare clic e cliccare. Entrambe le voci sono contemplate come sinonimi dai dizionari della lingua italiana (cfr. la definizione di fare clic nel Dizionario Sabatini Coletti).

Cosa porta a preferire fare clic nei prodotti Microsoft? Si tratta innanzitutto di una scelta “storica”: il termine è stato introdotto almeno venti anni fa, nelle prime versioni dei prodotti per DOS, quando il mouse era una novità e cliccare non era ancora entrato nel linguaggio comune (per il Sabatini Coletti cliccare fa parte della lingua italiana solo dal 1990).

Mantenere la stessa traduzione assicura continuità terminologica tra versioni diverse dei prodotti e non costringe l’utente a familiarizzare con nuovi termini* ma soprattutto il verbo fare clic consente coerenza terminologica con la traduzione di double click, fare doppio clic, non possibile con cliccare che non ha una voce equivalente.

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Localizzazione, globalizzazione e internazionalizzazione

Post pubblicato il 6 marzo 2008 in blogs.technet.com/terminologia

Nota: la terminologia descritta di seguito riflette l’uso specifico di Microsoft e potrebbe non coincidere con la terminologia usata da altri produttori di software.


Il termine localizzazione descrive la traduzione e l’adattamento di software per un mercato specifico; per software in questo caso si intende non solo il programma e relativa interfaccia grafica ma l’intero pacchetto, ovvero il materiale di supporto come guide, documentazione cartacea, materiale marketing, confezione del prodotto e pagine Web correlate. La localizzazione parte sempre da un prodotto che è stato sviluppato per un altro mercato in un’altra lingua, di solito l’inglese, ed è un processo la cui efficacia ed efficienza dipendono in buona parte da altri tipi d’interventi, quali globalizzazione e localizzabilità.

Con globalizzazione Microsoft descrive lo sviluppo di software che riesce a soddisfare le aspettative di utenti in mercati diversi grazie a caratteristiche e funzionalità non basate su un’unica lingua e unico locale, un processo che altri descrivono come internazionalizzazione. Il concetto espresso dal termine locale non è facilmente traducibile ed indica tutte le impostazioni specifiche di un certo mercato e di una certa lingua, come ad esempio il formato della data, dell’ora, il tipo di tastiera, il separatore decimale ecc. Un esempio banale: se consideriamo la data 06/07/08, qualsiasi italiano penserà si tratti del 6 luglio 2008, un americano interpreterebbe invece 7 giugno 2008 e un ungherese 8 luglio 2006. È quindi fondamentale che nello sviluppo di software vengano applicati interventi di globalizzazione che consentano di utilizzare correttamente le impostazioni in uso nel proprio paese, indipendentemente dalla lingua del prodotto stesso.

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