Ho appena letto Le parole «tech» da non usare più, un articolo del Corriere della Sera che si riprometteva di mettere in evidenza “espressioni o vocaboli che, secondo Business Week, è meglio non pronunciare in un colloquio di lavoro per non sembrare obsoleti” ma che invece ha mostrato una notevole confusione nel proporre un argomento a sfondo tecnologico, come ben sottolineato dai commenti dei lettori.
Innanzitutto non credo abbia molto senso prendere un articolo scritto in inglese, con riferimenti specifici a quella lingua, e riproporlo a lettori italiani con gli stessi esempi, senza adattamenti, addirittura suggerendo che al posto di un verbo spacciato come italiano (ma che in realtà non ha mai avuto una diffusione significativa) ne venga usato uno inglese:
“Peggio ancora va se provate la locuzione surfare sul web, legata a un’internet della prima ora ormai molto, troppo «vintage». Il massimo, per esprimere il concetto di navigare, è usare to google.”
Stupisce però ancora di più come concetti diversi e relativa terminologia siano stati confusi tra loro, senza verificare se effettivamente ci fosse sinonimia. Faccio un esempio non informatico: è come se avessero affermato che, per fare riferimento a un sistema di comunicazione molto diffuso qualche decina di anni fa, la parola telex è superata e al suo posto si dovrebbe dire email!