X e Z nei nomi dei medicinali

Ho la fortuna di avere poca familiarità con i medicinali, però mi incuriosiscono i loro nomi.

BenagolMi piacerebbe sapere, ad esempio, come mai un noto farmaco per disinfettare la gola si chiami Strepsils* nella maggior parte del mondo, incluse Francia e Spagna, ma Benagol in Italia (però la confezione è molto simile a quella originale inglese, con tanto di tipica S del logo).

Era stato proprio facendo l’associazione Benagol = Strepsils che mi ero resa conto di come il nome di un prodotto possa influenzarne la percezione: anche se più riconoscibili, i nomi descrittivi come Contramal, Viamal e Ansiolin a me risultano poco credibili e mi fanno preferire nomi più “asettici”. Era stato interessante scoprire che in alcuni paesi, ad es. gli Stati Uniti, sono vietati i nomi di farmaci che lasciano trasparire le indicazioni terapeutiche.

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In inglese il corsivo è (anche) italico

Aggiungo una nota terminologica suggerita dai commenti a Corsivo e riconoscimento della scrittura, dove si è accennato ad alcune differenze di calligrafia tra inglesi e americani.

In italiano la stessa parola, corsivo, identifica concetti che in inglese hanno nomi diversi, un esempio di anisomorfismo:

  1. il tipo di scrittura a mano con le lettere unite le une alle altre è noto come joined-up writing in inglese britannico, mentre in inglese americano si parla di cursive, che identifica uno specifico tipo di scrittura “obliqua” (esempio qui) ora in declino perché non più obbligatorio nei programmi delle scuole elementari;
  2. il carattere tipografico che ha l’occhio delle lettere inclinato verso destra si chiama italics (etimologia: la provenienza del carattere corsivo introdotto nel XVI secolo dal tipografo italiano Aldo Manuzio il Vecchio). Il verbo italicize, “formattare in corsivo”, se riferito alla scrittura a mano o dattilografata ha il significato più generico di “evidenziare”, ad es. con la sottolineatura.

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Metafore e terminologia informatica 2

Esistono vari studi sull’argomento metafore nella terminologia informatica. In A corpus-based study of metaphor in information technology (2003), Sattar Izwaini ha individuato una serie di “set semantici” relativi a computer e Internet che possono dare alcuni spunti per il lavoro terminologico nella localizzazione del software. Di seguito una sintesi della classificazione proposta.

The computer is: 

a living being: client, conflict, dialogue (conversation between the computer and the user), generation, language, memory, widow/orphan, sleep. awake, freeze, virus, and bug (it can get ill);
a workshop: download, equipment, hardware, install, load, template, utility, and tools;
an office: attachment, desktop, directory, document, file, folder, mail, trash can, and wastebasket;
a building/place: architecture, library, sign in and log in, sign out and log out, platform, port, window, and workstation;
a soldier: combat, command, and instructions.

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Metafore e terminologia informatica 1

Tech talk, un intervento apparso due giorni fa in Macmillan Dictionary Blog, afferma che la maggioranza dei termini informatici che in inglese descrivono nuove funzionalità e oggetti destinati ad avere una grande diffusione e visibilità non sono nuove parole ma nuovi significati attribuiti a parole esistenti. Sottolinea inoltre che le parole comuni associabili ad oggetti fisici, al corpo umano e alle sue azioni e i suoi sensi sono quelle preferite per designare concetti altrimenti non familiari.

Shell is an example of a word pattern that can be observed throughout the lexicon of computer technology and the Internet: the majority of words for new concepts, functions, and objects that get firmly established are not neologisms; they’re new senses of old words, and the words we like best for newfangled and unfamiliar things are well-known, familiar words that are not very far removed from physical objects, sense data, and our bodies.

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Apple, Samsung e il brevetto “pinch to zoom”

Ne stanno parlando tutti i media: Samsung dovrà pagare più di un miliardo di dollari ad Apple per aver violato alcuni brevetti dell’azienda americana. Per me la notizia è interessante anche perché evidenzia un problema di gestione della terminologia.

Uno dei brevetti di Apple riguarda infatti una delle funzionalità introdotte alcuni anni fa per i dispositivi multi touch, in inglese pinch to zoom o pinch and zoom. Descrive il movimento che si fa avvicinando o allontanando pollice e indice per ridurre o ingrandire le dimensioni di visualizzazione di un’immagine o di altri oggetti.

esempi della funzionalità

Ne avevo già parlato nel 2009 in “pinch” non è solo pizzicare, evidenziando un problema terminologico nella versione italiana dei prodotti Apple che persiste tuttora.

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“Popolazione” di database… e del lessico

Nella terminologia informatica inglese, in particolare in contesti di database, il verbo populate descrive l’operazione di importare dati, inserendoli con apposite procedure.

Ho letto in Vox ‘Populate’ (Lingua Franca) che negli Stati Uniti il termine populate ora viene usato anche in contesti finanziari con il significato di “fornire contenuto” e si può supporre che entrerà nel lessico comune come sinonimo di fill in, ad es. populate a form per “riempire un modulo”.

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Wi-Fi e wireless

logo Wi-FiWi-Fi

The Inky Fool descrive Wi-Fi come esempio di nome dall’etimologia conosciuta che però non ha un vero significato: è una sigla frutto di un’operazione di marketing per dare un nome accattivante e facile da ricordare allo standard di trasmissione wireless IEEE 802.11b.

È facile riconoscere il modello Hi-Fi (High Fidelity, con riferimento alla qualità del suono) e quindi dedurre che Wi-Fi sia l’abbreviazione di Wireless Fidelity. Il concetto di “fedeltà senza fili” però non ha molto senso nelle telecomunicazioni, tanto che Wi-Fi Alliance, proprietario del marchio, da tempo evita la parola fidelity e alcuni dizionari, ad es. Oxford Dictionaries, la indicano come interpretazione errata. 

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il patio ≠ el patio ≠ the patio

patio cordobésIn Terminologia e comunicazione ho accennato ad alcuni fattori che possono determinare fenomeni di variazione terminologica, in particolare nel passaggio da una lingua a un’altra. Vanno inoltre considerati eventuali aspetti diafasici e diatopici.

Un esempio di variazione diatopica è la parola spagnola patio, presente in varie lingue europee ma usata per designare concetti non equivalenti.

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Languaging

In inglese trovo molto efficace il termine languaging. Nell’ambito dell’industria multimediale e audiovisiva può descrivere un insieme di attività e servizi linguistici. Alcuni di questi sono specifici della traduzione audiovisiva, quali doppiaggio, sottotitolazione, narrazione con voce fuori campo, annotazioni visive e verbali (ad es. audiodescrizione per non vedenti o interpretazione in una lingua dei segni per non udenti) ecc. Può essere sinonimo di language versioning, in particolare se riguarda la creazione di versioni di uno stesso programma in lingue diverse.

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Scelte terminologiche: segnalibri e preferiti

icona FavoritesNei commenti a History – Cronologia mi è stato chiesto perché i bookmark (gli indirizzi dei siti memorizzati nel browser per poterli icona Preferitirivisitare in seguito) si chiamino segnalibri nelle versioni italiane dei principali browser ma non in Internet Explorer, dove sono invece preferiti.

L’uso di Favorites anziché Bookmarks è un esempio di scelte terminologica con cui si cerca di differenziare un prodotto dalla concorrenza anche grazie a terminologia propria. La strategia opposta consiste nell’adeguarsi alla terminologia altrui e già nota (ad es. History, termine adottato da tutti i principali browser) perché la familiarità ha un impatto positivo sulla curva di apprendimento e può favorire il passaggio al proprio prodotto. Si può anche scegliere di differenziare la terminologia ma adottare icone o simboli che sono diventati lo standard del mercato, come la stella, che rappresenta lo stesso concetto indipendentemente dal nome.

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