Meteoroide, meteora e meteorite

titolo la Repubblica: Russia, meteoriti in pieno giornoCome si chiama il corpo celeste che nel febbraio 2013 in Russia ha causato molti danni e centinaia di feriti?
I media italiani l’hanno descritto come meteorite, meteora, materiale meteoritico, sciame meteoritico o meteorico, pioggia di meteoriti, bolide ecc. ma i termini usati non hanno lo stesso significato e quindi non sono sinonimi. Qual è la differenza?

In fonti diverse si trovano definizioni che evidenziano caratteristiche distintive diverse ma la spiegazione più diffusa differenzia in base a tre fasi dell’avvicinamento dell’oggetto alla superficie terrestre: 1) prima, 2) durante e 3) dopo l’attraversamento dell’atmosfera.

1 Un meteoroide è un “frammento di corpo celeste, di dimensione notevolmente ridotta rispetto a un asteroide, poco prima del contatto con l’atmosfera terrestre e dei susseguenti effetti provocati dall’attrito”.
2 Quando il meteoroide penetra nell’atmosfera e l’attraversa, l’attrito produce una meteora, un fenomeno di eccitazione luminosa comunemente noto come stella cadente.
3  I meteoroidi che non si consumano completamente durante l’impatto con l’atmosfera ma riescono ad arrivare sulla superficie terrestre sono detti meteoriti.

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Phablet, un brutto nome?

foto Samsung Galaxy NoteUltimamente stanno avendo molto successo i phablet, i dispositivi mobili con uno schermo touch screen di dimensioni tra i 5 e i 7 pollici. Phablet è una parola macedonia formata da phone + tablet, già segnalata nei commenti a Ultrabook, notebook e altri –book. Come suggerisce il nome, descrive un ibrido tra uno smartphone e un tablet.

Sembra però che in inglese la parola phablet risulti molto sgradevole. Ne parlano Why We Hate the Word ‘Phablet’ So Much e The Not-So-Fabulous "Phablet", con considerazioni linguistiche familiari a chi si occupa di valutazioni di globalizzazione:

1) non è una parola macedonia efficace perché i lessemi che la compongono non condividono alcun fonema e perché viene usata solo la consonante iniziale della prima parola e le parti centrale e finale della seconda, una fusione poco bilanciata che raramente funziona;

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#hashtag, parola e simbolo

Word of the Year 2012 negli Stati Uniti

La prestigiosa American Dialect Society ha scelto hashtag come parola dell’anno 2012.
È entrata nel lessico inglese grazie a Twitter, il servizio di microblogging dove il simbolo # (hash) viene aggiunto come tag davanti a parole chiave per facilitare la categorizzazione dei messaggi e le ricerche per argomento, ad esempio #dolomiti.


Aggiornamento 2017 – Questo post descrive l’uso del termine hashtag nel periodo 2012-2014. Nel frattempo anche la documentazione inglese di Twitter è stata modificata e ora riflette l’uso comune. Questa è la nuova definizione:  

A hashtag is any word or phrase immediately preceded by the # symbol. When you click or tap on a hashtag, you'll see other Tweets containing the same keyword or topic.

È un esempio delle variazioni diacroniche che può subire la terminologia informatica anche in tempi molto brevi.


[2012] Una parola, due concetti

#hashtagPuò essere interessante notare che in inglese hashtag identifica due concetti diversi: (1) nell’uso comune e in altri contesti informatici hashtag significa una parola (o una serie di parole senza spazi) marcata con il tag #, mentre (2) nella terminologia ufficiale di Twitter hashtag è il simbolo #, come spiegano il glossario e What Are Hashtags ("#" Symbols)?:

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Virus, virale, viralità e virulenza

Una striscia di Zits di dicembre 2012, con protagonisti Jeremy e altri adolescenti americani:

Zits – My virus has gone viral

Zits by Jerry Scott and Jim Borgman

Pare che per molti nativi digitali anglofoni il significato più recente dell’aggettivo viral, “che si diffonde rapidamente e conquista grande popolarità”, prevalga su quello originale, biologico e medico, “di virus” o “causato da virus”.

Da qualche anno ormai anche in italiano l’uso figurato dell’aggettivo virale è molto diffuso, ad es. in espressioni come marketing virale e video virale, tanto che nei risultati dei motori di ricerca sembra avere più rilevanza del termine scientifico.

È facile concludere che in inglese il significato più recente di viral, che è anche un sostantivo che descrive qualsiasi contenuto di tipo virale, abbia origine nella metafora del virus, una delle più efficaci e trasparenti usate in campo informatico; più difficile invece capire come sia avvenuto lo slittamento di significato.

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Neologismi: outrospection e scribing

The Power of Outrospection è un’animazione di RSA che illustra un intervento del filosofo Roman Krznaric sull’empatia come strumento per indurre il mutamento sociale nel XXI secolo. La capacità di comprensione e immedesimazione nel punto di vista altrui è contrapposta all’introspezione che ha invece caratterizzato il secolo scorso ed è descritta con un neologismo che in inglese mi pare molto efficace, outrospection (da introspection).

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Windows 8: da charm ad accesso

barra degli accessi (charm bar) di Windows 8, interfaccia metro

Charm e gestione della terminologia

Una nuova funzionalità dell’interfaccia di Windows 8 è un gruppo di elementi grafici simili a pulsanti che in inglese prendono il nome di charm.

Ne ho parlato un anno fa in “charm” in Windows 8, telefonini e calendari, dove ho espresso alcune perplessità sul termine inglese, ipotizzando che la metafora su cui è basato il neologismo semantico potesse essere fraintesa (charm fa riferimento al significato secondario di “ciondolo di un braccialetto o di un telefonino”, un oggetto che potrebbe ricordare delle icone).

Avevo aggiunto che nella terminologia usata nella localizzazione, allora non ancora disponibile, è preferibile un approccio onomasiologico: si analizza il concetto, il suo contesto d’uso nella lingua di partenza e gli elementi che lo caratterizzano e lo distinguono dai concetti coordinati e correlati (ad es. cosa differenzia charm da button e da icon). Alla fine di questo processo si propone un termine nella lingua di arrivo, evitando la tentazione di “tradurre” letteralmente la parola della lingua di partenza.

Charm nelle versioni localizzate di Windows 8

Nel frattempo Windows 8 è uscito e per chi si occupa di terminologia è interessante confrontare le soluzioni scelte in alcune lingue europee:

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Paradisi fiscali e parole nate per sbaglio

Nel lessico italiano e di altre lingue si trovano non solo falsi amici e pseudoprestiti ma anche parole nate per sbaglio: un esempio in italiano è acne, che deriva dalla trascrizione latina errata della forma greca akm  (punta, apice) in un codice medico del VI secolo*.

Anche la locuzione paradiso fiscale è nata da un errore, in questo caso di traduzione dell’inglese tax haven, dovuta alla confusione tra haven (“porto sicuro” e quindi “rifugio”) e heaven (paradiso). È quindi una coincidenza insolita che lo stesso “sbaglio” appaia in molte altre lingue europee, non solo neolatine, come mostra la tabella di TermCoord, che oggi ha scelto tax haven come termine della settimana.

Ho anche notato che IATE, il database terminologico dell’Unione europea, pare indicare che in inglese i termini tax haven e fiscal paradise siano equivalenti. Una ricerca in libri in inglese con Ngram Viewer conferma invece che fiscal paradise è raramente usato:

grafico che confronta la frequenza di tax haven e di fiscal paradise

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Carne o pollo?

carne o pollo?Matteo, un lettore del blog, mi ha segnalato la pubblicità di un panino McDonald’s, offerto in due varianti: carne o pollo.

Incuriosito dall’insolita distinzione, ha chiesto informazioni alla commessa, che ha risposto che “per gli stranieri il chicken non è meat”. Differenze culturali o lessicali?

Definizioni di meat

I principali dizionari monolingui inglesi mostrano che la parola meat, intesa come alimento costituito da tessuto muscolare animale, non identifica per tutti lo stesso concetto: gli animali “da carne” per alcuni includono [1] pesci, volatili e lumache (ad es. WordNet), per altri [2] mammiferi e volatili (ad es. Macmillan, Oxford), per altri [3] solo mammiferi ma non volatili o pesci (ad es. Collins). 

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Esempi di Euro-English

Qualche mese fa in SMS, Euro-English e Euro-Italian avevo descritto SMS come esempio di Euro-English, la varietà di inglese usata nelle istituzioni dell’Unione europea che ha alcune caratteristiche proprie, soprattutto lessicali, che non sono presenti nell’inglese standard di Gran Bretagna e Irlanda.

logo EU translation resources

Nel portale sulla traduzione della Commissione europea è stato pubblicato A brief list of misused English terminology in EU publications, a cura di Jeremy Gardner dalla Corte dei conti europea, un’analisi di un centinaio di parole* che al di fuori delle istituzioni europee sono sconosciute alle persone di madrelingua inglese (ad es. planification, to precise e telematics), che hanno un significato diverso da quello dell’inglese standard (ad es. externalise) o che hanno un significato simile ma un uso diverso (ad es. homogenise).

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Esche digitali: click bait

Dopo il post di ieri, devo ammettere che anch’io sono una vittima di un particolare tipo di click bait: se nelle home page di alcuni media italiani vedo le firme che associo a notiziole tradotte goffamente dall’inglese, spesso apro gli articoli per vedere che errori ci sono.

esempio di clickbaitIn inglese click bait descrive un’immagine, un titolo o un link di una pagina web che attira l’attenzione dei lettori che, “adescati”, ci fanno clic sopra. Lo scopo più comune degli “acchiappaclic” è quello di generare traffico, ad es. verso pagine con pubblicità, ma possono esserci anche finalità fraudolente.

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X e Z nei nomi dei medicinali

Ho la fortuna di avere poca familiarità con i medicinali, però mi incuriosiscono i loro nomi.

BenagolMi piacerebbe sapere, ad esempio, come mai un noto farmaco per disinfettare la gola si chiami Strepsils* nella maggior parte del mondo, incluse Francia e Spagna, ma Benagol in Italia (però la confezione è molto simile a quella originale inglese, con tanto di tipica S del logo).

Era stato proprio facendo l’associazione Benagol = Strepsils che mi ero resa conto di come il nome di un prodotto possa influenzarne la percezione: anche se più riconoscibili, i nomi descrittivi come Contramal, Viamal e Ansiolin a me risultano poco credibili e mi fanno preferire nomi più “asettici”. Era stato interessante scoprire che in alcuni paesi, ad es. gli Stati Uniti, sono vietati i nomi di farmaci che lasciano trasparire le indicazioni terapeutiche.

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Metafore e terminologia informatica 2

Esistono vari studi sull’argomento metafore nella terminologia informatica. In A corpus-based study of metaphor in information technology (2003), Sattar Izwaini ha individuato una serie di “set semantici” relativi a computer e Internet che possono dare alcuni spunti per il lavoro terminologico nella localizzazione del software. Di seguito una sintesi della classificazione proposta.

The computer is: 

a living being: client, conflict, dialogue (conversation between the computer and the user), generation, language, memory, widow/orphan, sleep. awake, freeze, virus, and bug (it can get ill);
a workshop: download, equipment, hardware, install, load, template, utility, and tools;
an office: attachment, desktop, directory, document, file, folder, mail, trash can, and wastebasket;
a building/place: architecture, library, sign in and log in, sign out and log out, platform, port, window, and workstation;
a soldier: combat, command, and instructions.

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