Cosa significa Flone?

A cosa vi fa pensare il nome Flone?

FloneÈ un progetto sviluppato in Spagna e descritto come “interfaccia per far volare gli smartphone”. Consiste in una parte hardware (una struttura a forma di H che alloggia quattro motori e uno smartphone) e in una parte software (alcune app per le riprese video e per pilotare il volo del dispositivo attraverso un altro smartphone).

Interpretazione del nome in inglese e in E2

Ne parla Is it a phone? Is it a drone? No, it’s a flone! (The Guardian) e la notizia mi ha incuriosita per alcuni aspetti linguistici: l’articolo e il relativo URL (phone-drone-flone) mostrano che il giornalista inglese ha interpretato il nome flone come parola macedonia phone+drone, mentre gli autori, spagnoli, l’hanno creato contraendo flying phone.

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Cibi basici

Cosa vi fa venire in mente il titolo cibi basici?

1 – Alimenti alcalini, contrapposti a cibi acidi
2 – Alimenti primari (di base)

Probabilmente prevale l’interpretazione 1 per chi è interessato all’alimentazione, la 2 invece per chi opera in ambiti in cui si usano molti calchi e prestiti dall’inglese, in questo caso basico calco di basic nel senso di “fondamentale”.

C’è un’espressione simile e per nulla efficace in I Primi piatti basici danno segnali di ripresa, un’analisi di 11 panieri che rappresentano i consumi alimentari degli italiani.

3 degli 11 panieri: basici, facili e veloci, consumi trendy

La terminologia delle ricerche di mercato è fortemente influenzata dall’inglese, però ritengo che se il contesto è italiano ed è riportato dai media generalisti, nelle descrizioni di prodotti di uso quotidiano (lessico comune) andrebbero evitati prestiti superflui come easy food e consumi trendy: ne ho discusso in L’invasione degli anglicismi.

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Bug, insetti e cavallette

Non ho visto la partita Brasile-Colombia ma mi hanno fatto una certa impressione le foto della cavalletta gigante che si era posata sul braccio del calciatore James Rodríguez.

foto con cavalletta cavalletta gigante

Una veloce ricerca nei siti di notizie e in Twitter mostra che in italiano l’animale è stato descritto come cavalletta mentre in inglese soprattutto come bug; frequente anche insect, mentre grasshopper e locust appaiono in percentuali decisamente inferiori.

È un esempio che ci ricorda che in lingue diverse può esistere lessico equivalente, come in italiano cavalletta e in inglese grasshopper, il nome comune degli stessi insetti dell’ordine Ortotteri, ma non sempre viene usato allo stesso modo: possono intervenire fattori situazionali, cognitivi e culturali che fanno privilegiare scelte diverse.

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Cani da guardia inglesi, con risemantizzazione

watchdogUn articolo di TermCoord sui cani, in inglese, distingue tra watch dog / watchdog e guard dog: entrambi i cani abbaiano per segnalare la presenza di un intruso e intimidirlo, però il watchdog raramente attacca, mentre il guard dog può farlo per difendere il proprio territorio.

Non so se anche in italiano esista una differenza analoga, ma mi piace l’esempio perché ci ricorda che le stesse parole possono avere funzione e valenza diverse se usate nel lessico generico o nel lessico specialistico.

I dizionari di inglese descrivono sia watchdog che guard dog come “a dog that keeps guard”, quindi nell’uso standard le due parole sono sinonimi (il corpus di Ngram Viewer indica che prevale watchdog e che guard dog è una formazione più recente).

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Mute in italiano, la confusione di Twitter [2]

Dopo aver descritto la denominazione del concetto Mute in Twitter in inglese, concludo l’argomento con alcune note sulla localizzazione italiana per ribadire l’importanza di una corretta gestione della terminologia.

Mute in italiano: sistemi operativi

icona Disattiva audio in WindowsNei sistemi operativi Il verbo inglese mute fa riferimento soprattutto all’audio e di solito viene reso con disattivare, specificando cosa viene reso silenzioso: microfoni, altoparlanti, cuffie ecc. È la scelta adottata da Microsoft e da Google e in parte anche da Apple.

Mute in italiano: Twitter

In Twitter la funzionalità Mute non riguarda alcun tipo di suono ma solo testo (tweet). In italiano viene chiamata con almeno quattro nomi diversi, come si può vedere in questi esempi che rendono invisibili i tweet di @terminologia:

Ignora Togli voce (web) 
Qui sopra, comando nell’interfaccia web di Twitter.
Sopra a sinistra, comando in Twitter per Android.
Sotto, messaggio in Twitter per Android.
zittire e vedere (e varie altre incongruenze)  

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Mute in Twitter [1]

Prendo spunto da una funzionalità recente di Twitter per alcune considerazioni sulla formazione dei termini, che può essere primaria (si dà un nome a un nuovo concetto) o secondaria (il concetto viene trasferito in un’altra lingua, ad es. attraverso la localizzazione).

Risemantizzazione di mute

Mute in Twitter (interfaccia web)La nuova funzionalità di Twitter consente di rendere invisibile nella propria cronologia l’attività di qualcuno che si segue, ma senza che lo sappia (rimane tra le persone che si seguono e può continuare a comunicare attraverso i messaggi diretti). Questa opzione è stata chiamata Mute, una scelta che può apparire insolita, soprattutto in un contesto di inglese come seconda lingua (E2).

Per denominare il nuovo concetto è stato attribuito un nuovo significato a un termine esistente attraverso la risemantizzazione del verbo mute nel suo significato più frequente di disattivare l’audio, probabilmente l’unico noto in E2. È un uso chiaramente metaforico: in Twitter la comunicazione non è orale ma avviene esclusivamente in forma scritta (visiva).

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Variazione e ripetizione (con partita Iva e tweet)

In Tra ripetizione e variazione Luisa Carrada descrive due tipi di testo che richiedono un approccio diverso: 1 in un contratto, stesse parole per dire le stesse cose, chiarire e orientare; 2 nei testi di un sito web, variazione per accendere l’immaginazione. 

Parole e termini

Sono esempi molto utili anche per ricordare la distinzione tra lessico generico (parole) e lessico specialistico (termini che identificano concetti specifici usati in ambiti specialistici). 

In un testo descrittivo i sinonimi possono essere molto efficaci, mentre in un ambito specializzato, come un contratto, le istruzioni per un prodotto o un testo scientifico, andrebbe sempre usato un unico termine per identificare in modo univoco un concetto specifico e differenziarlo dai concetti correlati, evitando così possibili ambiguità.

Esempi: partita Iva e tweet

Un concetto freccia28[2] un termine è un principio fondamentale nel lavoro terminologico ma non è sempre messo in pratica, ad es. nel sito dell’Agenzia delle Entrate si trova codice Iva, numero identificativo Iva, numero di identificazione Iva e partita Iva. Per un utente non esperto la comunicazione è ambigua. stesso concetto o concetti diversi?

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Storytelling: narrazione e affabulazione

Questa animazione, già citata in Storytelling, una parola di moda, descrive l’evoluzione di un’attività umana usata in tutte le epoche e in tutte le civiltà – storie raccontate per spiegare, motivare e creare coinvolgimento emotivo e senso di appartenenza – che nel nuovo millennio è stata reinterpretata e trasformata in uno strumento usato da organizzazioni e vari tipi di impresa, ad es. per il marketing, in politica e nella comunicazione pubblica.

In inglese si usa la stessa parola storytelling per due diversi concetti:
1 accezione “tradizionale”, prevalente nel lessico generico, di racconto di storie
2 accezione più recente, settoriale, che identifica una metodologia basata su dinamiche di influenzamento sociale.
Le differenze sono sintetizzate in questa tabella:

1 storytelling tradizionale: narrazione ordinata di una storia; è orale o scritto; intento: intrattenimento, con finalità pedagogiche, condivisione esperienza e valori comuni 2 storytelling in marketing e politica: costruzione di una storia appositamente selezionata; è transmediale; intento: creare identificazione, influenzare la percezione e adesione ai propri valori.

Un esempio dell’accezione 2 è la pubblicità Il buongiorno ha un nuovo nome di Nutella: una storia “vera” che crea identificazione e sfrutta le emozioni per coinvolgere e influenzare positivamente la percezione del prodotto. 

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Embeddato

Dalla sezione Tecnologia di un quotidiano italiano (marzo 2014):

La funzione sarà disponibile per il momento solo sull’app per mobile di iOS. Ma sarà presto implementata anche per Android, assicurano da San Francisco.  Entrambi gli aggiornamenti saranno visibili anche sui cinguetti embeddati

Perplessità: mi pare strano che chi scrive professionalmente di tecnologia non sappia che nella terminologia italiana usata da tutti i maggiori produttori di software (Google e YouTube, Microsoft, Apple, Adobe ecc.), inserire informazioni create in un programma, ad es. grafici, immagini, video, in un altro programma si dice incorporare e non embeddare, infelice ma diffusa neoformazione ibrida modellata sul verbo inglese embed.

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