Altolà ad “alti là”!

Un errore insolito osservato da @thmsch in un articolo di politica:

testo: Draghi ha dimostrato di essere un leader che non si fa spaventare dagli urlatori di turno e neppure si lascia intrappolare nella ragnatela delle mediazioni infinite, come pure avevamo per un attimo temuto: per azzittire gli alti là di Salvini sono bastati, appunto, sette giorni.

Non si dice gli *alti là ma gli altolà, espressione che rimane invariata al plurale e che di solito si scrive come singola parola. Probabilmente è solo una svista, ma per me comunque interessante perché mette in evidenza alcune peculiarità linguistiche.

Una reinterpretazione inaccurata

Il plurale *alti là rivela un fenomeno noto come rianalisi, “una ‘reinterpretazione’ di una parola o un costrutto complessi, non giustificata o anche errata sul piano etimologico, spesso consistente in una arbitraria risegmentazione, o guidata da fattori analogici e da etimologie fantasiose”,

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Promemoria per i media: immunizzato ≠ vaccinato

Un esempio di errore ricorrente nei media italiani, da un servizio di un TG dell’11 settembre 2021:

Schermata da servizio del TG! dell’11 settembre 2021 intitolato “Effetto vaccini”

A quanto pare parecchi giornalisti non hanno ancora capito che la parola immunizzato identifica un individuo che in seguito a una vaccinazione è stato reso immune a una specifica malattia – non verrà contagiato se entra in contatto con l’agente infettivo perché possiede gli anticorpi specifici per contrastarlo.

Come dovrebbe essere noto, nessun vaccino è efficace al 100%. Non tutti i vaccinati riescono a sviluppare una risposta immunitaria e risultano così vaccinati ma non immunizzati. Sono loro che corrono il rischio di contagiarsi, ammalarsi e, nei casi più gravi, di dover essere ricoverati in ospedale.

In sintesi: gli immunizzati sono un sottoinsieme dei vaccinati e quindi immunizzato non è sinonimo di vaccinato (come invece in inglese americano, cfr. commenti). La frase il ricovero in rianimazione di chi è immunizzato per me è un controsenso.

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Variante Mu o variante Mi?

Mi piace fare sondaggi su Twitter, anche se non hanno alcun valore statistico, perché suscitano sempre commenti interessanti. Nell’ultimo che ho fatto ho domandato innanzitutto se era noto il nome del simbolo μ e poi all’89% dei 466 partecipanti che hanno risposto affermativamente ho chiesto quale fosse:

Sondaggio -- Come si chiama il simbolo μ? (rispondi specificando la scuola frequentata). Con il 51 percento prevale “mu” di chi ha frequentato scuole diverse dal liceo classico; al secondo posto “mi” di chi invece l’ha fatto con il 25,2 percento.

L’unica indicazione che si può ricavare dal sondaggio è che in questo campione prevale il nome mu. Ho chiesto di specificare la scuola frequentata perché ero curiosa di vedere se potesse essere rilevante nell’attribuzione del nome.

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Un richiamo ai media su “booster”!

Esempi da notizie di agosto 2021 sulle vaccinazioni in Israele e negli Stati Uniti nell’ambito dell’epidemia di COVID-19:

Esempi: 1 «I primi dati sull’efficacia della terza dose del vaccino anti Covid arrivano da Israele, dove oltre un milione di persone sopra i 60 anni di età ha già ricevuto la dose aggiuntiva, il cosidetto booster»; 2 «Israele: avanzano gli studi sulla terza dose di vaccino anti Covid, quella definita booster»; 3 «Fauci ha specificato che al momento non vedono la necessità di offrire dei richiami ‘booster’»; 4 «Sarà molto probabile un booster, una terza dose dei vaccini anti covid»

Chi legge e non conosce già il significato della parola inglese booster concluderà che è il nome “tecnico” della terza dose di vaccino. Si tratta invece di un’interpretazione errata di chi ha tradotto dall’inglese.

Booster in inglese, richiamo in italiano

In inglese booster è la forma abbreviata di booster dose (o più informalmente booster shot) ed è il richiamo di un vaccino, come si può verificare in qualsiasi dizionario monolingue. Esempio:

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Cuomo “troppo familiare” per i media italiani

Per la serie falsi amici nei media italiani:

Immagine della conferenza stampa di Andrew Cuomo con parole “I have been too familiar with people” Titolo: New York, dopo l’indagine per molestie Cuomo si dimette dalla carica di governatore: “Sono stato troppo familiare ma non superato il limite”

Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York, si è dimesso in seguito ad accuse di molestie sessuali. Durante una conferenza stampa Cuomo si è scusato, ha giustificato il proprio comportamento come espansività e tratto caratteriale ma si è assunto ogni responsabilità e ha ammesso I have been too familiar with people.

Molti media italiani hanno tradotto letteralmente too familiar con troppo familiare, dimostrando così scarse conoscenze non solo dell’inglese ma anche dell’italiano: non hanno riconosciuto un falso amico.

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Attacchi di cuore

Titoli della stessa notizia in inglese e italiano sulla salute dell’attore americano Bob Odenkirk:

Titolo inglese: Bob Odenkirk says he had a small heart attack, will be back. Titoli italiani: 1 Bob Odenkirk dall’ospedale: “Ho avuto un piccolo attacco di cuore”: 2 Bob Odenkirk: “Ho avuto un piccolo attacco di cuore, ma tornerò presto”

In italiano si capisce correttamente cosa è successo ma ritengo che la traduzione sia inadeguata perché non tiene conto di alcune importanti differenze tra italiano e inglese quando si discute di problemi di salute.

Ne è un esempio proprio la locuzione heart attack, che ha un corrispondente italiano in attacco di cuore solo in registri familiari o molto informali, oppure in contesti incolti o se l’uso è figurato, ma che risulta incongrua in altri registri.

È evidente se si confrontano i titoli sull’attore americano e quelli, apparsi lo stesso giorno, per lo stesso tipo di malore del cantante italiano Gaetano Curreri:

titolo: Gaetano Curreri in terapia intensiva, il bassista degli Stadio: «Ha avuto un infarto. Abbiamo avuto paura, ma ora sta meglio»

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Inglese farlocco: no-tamp

Titoli: 1 Covid, adesso arrivano i no-tamp: “Evitano il tampone per non rovinarsi l’estate”; 2 No-tamp: chi sono e cosa rischiano; 3 "Mentono per andare in vacanza". La follia dei no-tamp

Sono sempre più numerose le notizie di focolai di COVID-19 e alcune testate sono ricorse all’espressione no-tamp per descrivere chi si oppone al tampone per il tracciamento dei contatti perché vuole evitare di scoprire un’eventuale positività con conseguente isolamento fiduciario.

La locuzione no-tamp ha l’aspetto di un anglicismo conforme al modello no x, descritto in Neologismi per non vaccinati: no pass e boh vax. In inglese però la parola tamp non ha nulla a che vedere con i tamponi, di nessun genere: è un verbo che significa borrare (occludere il foro di una mina con materiale inerte per aumentare l’efficacia dell’esplosivo). No-tamp è quindi uno pseudoanglicismo.

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Neologismi per non vaccinati: no pass e boh vax

Alcuni titoli sulle manifestazioni di piazza del 25 luglio 2021:

Immagine di gente che protesta e titoli: 1 No green pass e no vax in piazza contro la “dittatura”; 2 Ecco il popolo dei “No Green pass”: negazioni, minacce, mascherine giù; 3 La piazza dei “No pass”. Cori e striscioni contro i vaccini; 4 Tensione e violenze. Da Milano a Napoli il popolo “No Pass” sceglie la piazza

Si possono osservare le due forme di un neologismo recente: no green pass e la sua abbreviazione no pass, qui usati per descrivere chi protesta per la decisione del governo del 22 luglio di rendere obbligatoria per alcune attività la certificazione verde COVID-19 (il cosiddetto green pass).

No pass

No [green] pass, scritto spesso anche con il trattino, rientra in una serie molto produttiva di locuzioni sul modello no x, dove x indica ciò a cui ci si oppone e in prevalenza è una parola inglese o che ne ha l’aspetto, come ad es. no TAV.

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Luridi falsi amici

Dalla recensione della BBC di Titane, film vincitore a Cannes:

Immagine del film con titolo “Titane: The most shocking film of 2021”. Sottotitolo: Julia Ducournau’s Palme d’Or-winning film is “a nightmarish yet mischievously comic barrage of sex, violence, lurid lighting and pounding music”.

La frase tra virgolette è stata citata in un articolo italiano con la traduzione “una raffica da incubo e al contempo comica di sesso, violenza, illuminazione lurida e musica martellante”, dove è evidente che non è stato riconosciuto un falso amico

Lurido in italiano

L’aggettivo lurido significa
1 estremamente e disgustosamente sporco
2 in senso figurato, moralmente abietto (lurido individuo, ambienti luridi e malfamati, lurido bastardo!).

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Nota sul registro: la bua di Matteo Berrettini

Per le conseguenze di un infortunio il tennista Matteo Berrettini ha comunicato che rinuncia alle olimpiadi di Tokyo. Ecco come l’ha riferito uno dei principali quotidiani italiani:

testo: Berrettini sul volo Az 792 in partenza lunedì da Fiumicino verso Tokyo Haneda non sale per colpa della bua alla coscia che già a Londra l’aveva costretto a giocare bendato

Sarei curiosa di sapere come viene in mente di usare bua alla coscia in un articolo di cronaca sportiva che non ha alcun intento ironico. L’unica spiegazione è il terrore delle ripetizioni, vera e propria ossessione di gran parte dei giornalisti italiani. Anche in questo caso si ha l’impressione che l’unica regola e priorità assoluta di chi scrive sia evitare a tutti i costi di usare la stessa parola due volte.

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Euro 2020: tifo enfatico ma non definitivo

Ragazza: “I’m Irish and I’m definitely supporting Italy”. Traduzione della voce fuori campo: “Sono irlandese e tifo definitivamente Italia”

Le parole della ragazza e la traduzione errata in italiano sono state sentite in un servizio da Londra di un TG1 alla vigilia della finale degli Europei di calcio, precedute dalla frase “nel Regno Unito, Inghilterra a parte, si tifa Italia”. 

A quanto pare il giornalista ha fatto confusione tra due avverbi inglesi che in forma scritta (ma non nella pronuncia!) appaiono simili:

definitely /ˈdɛfɪnətli/, da definite, serve ad enfatizzare una decisione o una certezza, come ha fatto la ragazza irlandese a proposito di Inghilterra-Italia. In italiano potremmo dire di sicuro, di certo, sicuramente, ovviamente, senza alcun dubbio… 
In altri contesti definitely può avere anche un’altra accezione e significare in modo preciso.

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Traduzioni da cani: “good boy”

Foto del cane Champ alla Casa Bianca con Joe Biden che lo accarezza e gli chiede  “Who’s a good boy?”

È morto Champ, uno dei pastori tedeschi del presidente americano Biden. Lui e la moglie l’hanno annunciato in un comunicato che si conclude con la frase We love our sweet, good boy and will miss him always.  

La notizia è apparsa anche nei media italiani che hanno tradotto letteralmente la frase con Amiamo il nostro dolce, bravo ragazzo e ci mancherà sempre. Non hanno capito che boy in questo contesto non vuol dire ragazzo ma è una parola usata per rivolgersi a un cane (o un cavallo).

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Se è cyber non c’entra la cibernetica!

Nell’incontro tra Biden e Putin del 16 giugno 2021 a Ginevra si è discusso anche della minaccia di attacchi informatici. Nelle notizie in inglese sono ricorrenti locuzioni e parole con cyber, usato sia come elemento formativo, ad es. cybersecurity, cyberattack, che come aggettivo o sostantivo con funzione attributiva, ad es. cyber capability, cyber strike.

Nelle notizie tradotte in italiano si trovano calchi noti e molto diffusi come cybersicurezza e cyberattacco ma si notano anche usi impropri dall’aggettivo cibernetico, come in questi esempi:

1 Putin ha accettato di avviare consultazioni sulla sicurezza cibernetica; 2 Biden ha messo in guardia l’interlocutore: alla prossima incursione cibernetica, rispondermo nello stesso modo; 3 …possibile convergenza in alcune aree strategiche: stabilire una «pax» o almeno una tregua cibernetica…

La cibernetica è la disciplina che studia le analogie tra i sistemi di regolazione e comunicazione delle macchine e degli organismi viventi. Dovrebbe essere chiaro che non è rilevante per il dialogo Biden-Putin: il contesto è tutt’altro!

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Il calciatore danese “resuscitato”

Titolo e frase da articolo sulla prima pagina un noto quotidiano, poi modificati nella versione online:

Titolo: Paura per Eriksen, i medici lo resuscitano in campo (sottotitolo: agli Europei di calcio arresto cardiaco per l’interista durante Danimarca-Finlandia). Frase: Vedere Eriksen resuscitato non basta. La fragilità spaventa quanto la morte però stavolta c’è davvero da essere grati.

Chi ha scritto l’articolo ha sicuramente tradotto letteralmente dall’inglese e non ha riconosciuto i falsi amici resuscitate ≠ resuscitare.

Eriksen collapses and is resuscitated during European Championship match Denmark-Finland

Resuscitate in inglese

In inglese il verbo resuscitate anche nell’uso comune ha un’accezione medica prevalente che vuol dire "riattivare le funzioni vitali", in italiano rianimare.

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Per viaggiare in Ue non si userà il “green pass”!

Alcuni titoli di fine maggio 2021:

Titoli: 1 Green pass Ue, Colao: sarò disponibile anche sull’app Io dal primo luglio; 2 Green pass europeo valido da 15 giorni dopo la prima dose; 3 Dal 1 luglio arriva il green pass digitale sull’App Io; 4 I nodi aperti del Green Pass: Immuni e i minorenni: 5 Green pass Ue, Draghi: “Pronto a metà giugno”; 6 Il Green Pass sarà digitale: un certificato Qr code

Da mesi i media discutono di green pass, nome con cui vengono identificate le certificazioni che attestano che
1 si è stati vaccinati contro il COVID-19 oppure 
2 si guariti dal COVID-19 oppure
3 si è fatto un tampone con esito negativo.
Il nome green pass viene usato indifferentemente sia per le certificazioni italiane per l’Italia che per le certificazioni valide in tutta l’Unione europea.

Ufficialmente però non esiste nessun documento o attestazione di alcun genere con questo nome né in Italia né nell’Ue. Ho cercato di capire da dove arriva l’anglicismo e ho scoperto anche alcune incongruenze nei nomi usati dalle istituzioni italiane ed europee. 

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