Neologismi per non vaccinati: no pass e boh vax

Alcuni titoli sulle manifestazioni di piazza del 25 luglio 2021:

Immagine di gente che protesta e titoli: 1 No green pass e no vax in piazza contro la “dittatura”; 2 Ecco il popolo dei “No Green pass”: negazioni, minacce, mascherine giù; 3 La piazza dei “No pass”. Cori e striscioni contro i vaccini; 4 Tensione e violenze. Da Milano a Napoli il popolo “No Pass” sceglie la piazza

Si possono osservare le due forme di un neologismo recente: no green pass e la sua abbreviazione no pass, qui usati per descrivere chi protesta per la decisione del governo del 22 luglio di rendere obbligatoria per alcune attività la certificazione verde COVID-19 (il cosiddetto green pass).

No pass

No [green] pass, scritto spesso anche con il trattino, rientra in una serie molto produttiva di locuzioni sul modello no x, dove x indica ciò a cui ci si oppone e in prevalenza è una parola inglese o che ne ha l’aspetto, come ad es. no TAV.

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Luridi falsi amici

Dalla recensione della BBC di Titane, film vincitore a Cannes:

Immagine del film con titolo “Titane: The most shocking film of 2021”. Sottotitolo: Julia Ducournau’s Palme d’Or-winning film is “a nightmarish yet mischievously comic barrage of sex, violence, lurid lighting and pounding music”.

La frase tra virgolette è stata citata in un articolo italiano con la traduzione “una raffica da incubo e al contempo comica di sesso, violenza, illuminazione lurida e musica martellante”, dove è evidente che non è stato riconosciuto un falso amico

Lurido in italiano

L’aggettivo lurido significa
1 estremamente e disgustosamente sporco
2 in senso figurato, moralmente abietto (lurido individuo, ambienti luridi e malfamati, lurido bastardo!).

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Nota sul registro: la bua di Matteo Berrettini

Per le conseguenze di un infortunio il tennista Matteo Berrettini ha comunicato che rinuncia alle olimpiadi di Tokyo. Ecco come l’ha riferito uno dei principali quotidiani italiani:

testo: Berrettini sul volo Az 792 in partenza lunedì da Fiumicino verso Tokyo Haneda non sale per colpa della bua alla coscia che già a Londra l’aveva costretto a giocare bendato

Sarei curiosa di sapere come viene in mente di usare bua alla coscia in un articolo di cronaca sportiva che non ha alcun intento ironico. L’unica spiegazione è il terrore delle ripetizioni, vera e propria ossessione di gran parte dei giornalisti italiani. Anche in questo caso si ha l’impressione che l’unica regola e priorità assoluta di chi scrive sia evitare a tutti i costi di usare la stessa parola due volte.

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Euro 2020: tifo enfatico ma non definitivo

Ragazza: “I’m Irish and I’m definitely supporting Italy”. Traduzione della voce fuori campo: “Sono irlandese e tifo definitivamente Italia”

Le parole della ragazza e la traduzione errata in italiano sono state sentite in un servizio da Londra di un TG1 alla vigilia della finale degli Europei di calcio, precedute dalla frase “nel Regno Unito, Inghilterra a parte, si tifa Italia”. 

A quanto pare il giornalista ha fatto confusione tra due avverbi inglesi che in forma scritta (ma non nella pronuncia!) appaiono simili:

definitely /ˈdɛfɪnətli/, da definite, serve ad enfatizzare una decisione o una certezza, come ha fatto la ragazza irlandese a proposito di Inghilterra-Italia. In italiano potremmo dire di sicuro, di certo, sicuramente, ovviamente, senza alcun dubbio… 
In altri contesti definitely può avere anche un’altra accezione e significare in modo preciso.

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Traduzioni da cani: “good boy”

Foto del cane Champ alla Casa Bianca con Joe Biden che lo accarezza e gli chiede  “Who’s a good boy?”

È morto Champ, uno dei pastori tedeschi del presidente americano Biden. Lui e la moglie l’hanno annunciato in un comunicato che si conclude con la frase We love our sweet, good boy and will miss him always.  

La notizia è apparsa anche nei media italiani che hanno tradotto letteralmente la frase con Amiamo il nostro dolce, bravo ragazzo e ci mancherà sempre. Non hanno capito che boy in questo contesto non vuol dire ragazzo ma è una parola usata per rivolgersi a un cane (o un cavallo).

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Se è cyber non c’entra la cibernetica!

Nell’incontro tra Biden e Putin del 16 giugno 2021 a Ginevra si è discusso anche della minaccia di attacchi informatici. Nelle notizie in inglese sono ricorrenti locuzioni e parole con cyber, usato sia come elemento formativo, ad es. cybersecurity, cyberattack, che come aggettivo o sostantivo con funzione attributiva, ad es. cyber capability, cyber strike.

Nelle notizie tradotte in italiano si trovano calchi noti e molto diffusi come cybersicurezza e cyberattacco ma si notano anche usi impropri dall’aggettivo cibernetico, come in questi esempi:

1 Putin ha accettato di avviare consultazioni sulla sicurezza cibernetica; 2 Biden ha messo in guardia l’interlocutore: alla prossima incursione cibernetica, rispondermo nello stesso modo; 3 …possibile convergenza in alcune aree strategiche: stabilire una «pax» o almeno una tregua cibernetica…

La cibernetica è la disciplina che studia le analogie tra i sistemi di regolazione e comunicazione delle macchine e degli organismi viventi. Dovrebbe essere chiaro che non è rilevante per il dialogo Biden-Putin: il contesto è tutt’altro!

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Il calciatore danese “resuscitato”

Titolo e frase da articolo sulla prima pagina un noto quotidiano, poi modificati nella versione online:

Titolo: Paura per Eriksen, i medici lo resuscitano in campo (sottotitolo: agli Europei di calcio arresto cardiaco per l’interista durante Danimarca-Finlandia). Frase: Vedere Eriksen resuscitato non basta. La fragilità spaventa quanto la morte però stavolta c’è davvero da essere grati.

Chi ha scritto l’articolo ha sicuramente tradotto letteralmente dall’inglese e non ha riconosciuto i falsi amici resuscitate ≠ resuscitare.

Eriksen collapses and is resuscitated during European Championship match Denmark-Finland

Resuscitate in inglese

In inglese il verbo resuscitate anche nell’uso comune ha un’accezione medica prevalente che vuol dire "riattivare le funzioni vitali", in italiano rianimare.

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Per viaggiare in Ue non si userà il “green pass”!

Alcuni titoli di fine maggio 2021:

Titoli: 1 Green pass Ue, Colao: sarò disponibile anche sull’app Io dal primo luglio; 2 Green pass europeo valido da 15 giorni dopo la prima dose; 3 Dal 1 luglio arriva il green pass digitale sull’App Io; 4 I nodi aperti del Green Pass: Immuni e i minorenni: 5 Green pass Ue, Draghi: “Pronto a metà giugno”; 6 Il Green Pass sarà digitale: un certificato Qr code

Da mesi i media discutono di green pass, nome con cui vengono identificate le certificazioni che attestano che
1 si è stati vaccinati contro il COVID-19 oppure 
2 si guariti dal COVID-19 oppure
3 si è fatto un tampone con esito negativo.
Il nome green pass viene usato indifferentemente sia per le certificazioni italiane per l’Italia che per le certificazioni valide in tutta l’Unione europea.

Ufficialmente però non esiste nessun documento o attestazione di alcun genere con questo nome né in Italia né nell’Ue. Ho cercato di capire da dove arriva l’anglicismo e ho scoperto anche alcune incongruenze nei nomi usati dalle istituzioni italiane ed europee. 

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Un capello umano, per sbaglio!

In questa immagine c’è un errore di traduzione dall’inglese dovuto a una curiosa svista:

Immagine con illustrazione che confronta dimensioni di capello, particella di polvere e coronavirus. Al post di capello: aria umana 
Esempio di @aragost

Chi ha tradotto non ha capito un’acca, la seconda di human hair, e ha trasformato un capello nell’aria umana.

C’è da chiedersi se chi produce questi testi e chi li pubblica rifletta sul significato delle parole: anche senza testo originale qualche sospetto su “aria umana” sarebbe dovuto venire…

Il testo poi è stato corretto in capello umano, con un aggettivo di troppo che evidenzia un noto esempio di anisomorfismo: in inglese la parola hair può indicare un singolo capello, un singolo pelo umano o animale oppure l’intera capigliatura.

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Anglicismi a caso: l’open day negli hub è sold out

Dal sito della Regione Lazio: “Vaccinazioni anti Covid-19, 15 e 16 maggio OPEN DAY AstraZeneca con ticket virtuale per over 40”. Titolo di notizia: “Vaccini Lazio, l’Open Day sold out in tre ore: successo per l’AstraZeneca agli over 40.

Il 15 e 16 maggio la Regione Lazio ha organizzato due giornate straordinarie di vaccinazioni con Vaxzevria (AstraZeneca) aperte a persone sopra i 40 anni. L’iniziativa ha avuto successo: in poche ore sono stati prenotati tutti gli appuntamenti disponibili.

La comunicazione istituzionale e mediatica sulle due giornate ha attirato la mia attenzione perché è un concentrato di anglicismi. Alcuni sfiorano il ridicolo: sono del tutto superflui o addirittura usati a sproposito.

Testo: L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, annuncia il grande successo delle prenotazioni per l’Open Day AstraZeneca over 40: “Successo straordinario, in meno di tre ore sold out agli hub di Roma, Frosinone, Latina e Viterbo. La modalità del ticket virtuale ha funzionato e sono rimasti pochi slot a Rieti”.

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Gli zar possono essere falsi amici

Da un articolo sui primi 100 giorni di presidenza di Joe Biden:

Testo: Passata l’euforia per il pericolo scampato (altri quattro anni di Trump alla Casa Bianca), a Bruxelles hanno cominciato a chiedersi: ma dov’è l’UE nella nuova Casa Bianca? Nessun inviato speciale, nessuno ‘zar’ o ambasciatore di rango per l’Europa e la Nato nella nuova amministrazione. Il che ci porta a quella che Foreign Policy definisce la peggior ‘toppa’ di Biden fino ad ora.

Come va interpretata la parola zar in questo contesto?

È la traduzione dall’inglese della frase No czar for Europe in the White House, no special envoy, da un articolo della rivista Foreign Policy, e mette in evidenza un falso amico.

In italiano la parola zar ha un’accezione storica: indica un titolo imperiale usato in alcuni paesi slavi e in particolare in Russia fino alla rivoluzione del 1917. Nell’uso contemporaneo a volte è usata per descrivere alcuni comportamenti autocratici, ad es. di Putin, ma non mi pare abbia molti altri usi figurati.

I poteri straordinari degli czar (o tsar o tzar) anglofoni

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Recovery Art, inglese farlocco ministeriale

Il governo ha ultimato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e i ministeri hanno descritto gli interventi previsti per le proprie aree di competenza. Il Ministero della Cultura l’ha fatto in una pagina che si apre con questa immagine:

Immagine con la scritta CULTURA Next generation Eu Recovery and resilience plan  #Italy4Culture. Didascalia: Borghi e edilizia rurale, digitalizzazione, tutela, Recovery Art, Cinecittà e potenziamento industria cinematografica.

Mi domando a chi si rivolgano il ministro Franceschini e i funzionari del Ministero della Cultura (italiana!), considerato che non usano il nome italiano del piano – come nelle comunicazioni del governo, del presidente del consiglio Draghi e delle istituzioni europee – ma preferiscono invece parole inglesi usate anche a caso.

Inglese farlocco: Recovery Art

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Finale anticlimatico: non c’entra il clima!

Nelle notizie sulla cerimonia degli Oscar 2021 è ricorrente un aggettivo che non è ancora registrato da nessun vocabolario della lingua italiana, anticlimatico:

Esempi: 1 “…la cerimonia degli Oscar 2021 si è conclusa in modo brusco, con un’anticlimatica e frettolosa assegnazione del premio come migliore attore protagonista ad Anthony Hopkins”; 2 “…la vittoria di Hopkins ha reso anticlimatico il finale della serata”; 3 “…la cerimonia si è conclusa in modo del tutto anticlimatico, senza un discorso di ringraziamento, visto che l’attore non era presente in sala e neppure in collegamento video”; 4 “L’intera serata degli Oscar si è conclusa in maniera anticlimatica… ”

Il significato di anticlimatico credo sia trasparente solo per chi conosce l’inglese e sa che l’aggettivo anticlimactic non ha nulla a che vedere con il clima ma trasmette invece la delusione causata da una serie di azioni o eventi che prometteva molto bene ma al momento cruciale tradisce le aspettative.

Anticlimactic e anticlimax in inglese

L’aggettivo anticlimactic deriva da anticlimax che in inglese, come in italiano, è la figura retorica caratterizzata dalla disposizione di una serie di concetti o di vocaboli in ordine decrescente di forza e di intensità.

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Non c’era una volta…

Esempio di un errore ricorrente nelle notizie in italiano sul funerale del principe Filippo, che è stato celebrato nella chiesa del castello di Windsor, la St George’s Chapel:

Immagine del funerale del principe Filippo. Didascalia in inglese: Prince Philip’s coffin is lowered into the Royal Vault below St George’s Chapel, Testo italiano: Il feretro del principe Filippo è stato deposto nella Volta Reale della Cappella di San Giorgio, dove verrà tumulato.

Diversi media hanno affermato che il feretro è stato deposto nella volta della chiesa. In italiano però l’elemento architettonico volta identifica una struttura di copertura curva e per estensione anche il soffitto o la superficie concava interna della copertura e anche una copertura in senso figurato (ad es. la volta celeste).

Il luogo “struttura di copertura” risulta del tutto anomalo come argomento dei verbi deporre e tumulare (“seppellire”), a meno che non si immagini una bara cementata o agganciata in qualche modo a un soffitto. L’incongruenza avrebbe dovuto allertare chi ha tradotto che il significato della parola inglese vault potrebbe non corrispondere a quello della parola italiana volta. In questo contesto si tratta infatti di falsi amici.

Vault ≠ volta

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Collezionisti di noci nella giungla?

Un pilota brasiliano è sopravvissuto 36 giorni nella giungla amazzonica dove aveva fatto un atterraggio di emergenza. Per vari media italiani l’odissea è finita quando ha incontrato un gruppo di collezionisti di noci brasiliane. È l’ennesimo esempio di testo di agenzia riciclato senza chiedersi se abbia senso e se sia congruente con le foto che corredano la notizia.

A extrativista Maria Jorge com a família e amigos, coletores de castanha, encontraram nas matas o piloto santareno Antônio Sena

Antônio Sena, center, in black shirt, with Maria Jorge dos Santos Tavares, her two sons and other nut collectors he stumbled across after over a month of wandering in the Amazon.

L’unica novità è che stavolta non è chiaro se la traduzione letterale arrivi direttamente dal portoghese brasiliano coletores de castanha oppure da una fonte in inglese, come il New York Times, che ha usato la locuzione nut collectors anziché il più appropriato nut harvesters.

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