“Visa cancellata”, cervelli disattivati

Mi ricollego a Comunque vada, Djokovic non sarà deportato per segnalare un altro errore di traduzione:

Alla fine l’Australia ha cancellato la visa di Novak Djokovic (ma lui fa ricorso)
(via @disinformatico)

Mi domando che competenze linguistiche e che conoscenze del mondo e dell’attualità possa avere una persona che non si rende conto che una frase inglese come Novak Djokovic visa cancelled non ha nulla a che vedere con le carte di credito.

Possibile che chi lavora nel mondo dell’informazione non sappia che visa è la parola inglese per visto, l’atto con cui l’autorità competente di uno stato riconosce validità per il proprio paese al passaporto di un cittadino straniero? Possibile che nessuno si chieda se ha alcun senso che l’ingresso in un paese sia legato al possesso e disponibilità di una specifica carta di credito?

Mi sembrano informazioni e considerazioni banali, eppure lo stesso errore è apparso anche in altre testate. Esempio:

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Comunque vada, Djokovic non sarà deportato

Titoli in inglese: Novak Djokovic faces being deported from Australia after his visa was cancelled; Novak Djokovic, tennis world number one denied entry to Australia and faces deportation after visa cancelled amid COVID vaccine exemption row. Titoli in italiano: 1 Djokovic respinto dall’Australia: lunedì si decide la deportazione; 2 Dokovic, vietato l’ingresso in Australia, sarà deportato.

Ho aggiornato un post del 2016, Trump e la “deportazione” dei clandestini, con questi esempi di titoli di notizie dall’Australia sul visto ritirato al tennista Novak Djokovic, al quale non è stato consentito l’ingresso nel paese perché non vaccinato contro il Covid, come invece previsto dalla normativa australiana. Sono in evidenza i falsi amici deport e deportation in inglese e deportare e deportazione in italiano.

Nel contesto immigrazione, in inglese* deportation indica l’espulsione di un cittadino straniero da un paese e il ritorno forzato al paese di origine in conseguenza di reati o per la mancanza o l’irregolarità di visti o altri permessi o documenti necessari per il soggiorno nel paese.

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Flurona? In Italia è irrilevante!

Alcuni titoli di notizie del 3 gennaio 2022:

Esempi di titoli: 1 Cos’è Flurona e quali sono i sintomi; 2 Flurona, dobbiamo temerla?; 3 In Israele il primo caso di Flurona, Covid e influenza assieme; 4 Flurona, cosa succede se hai l’influenza e Covid-19 insieme: i sintomi

Sono esempi che illustrano un fenomeno ricorrente nei media italiani: una testata dà importanza a una notizia marginale dall’estero e in breve tempo altri media la rilanciano, senza però preoccuparsi che sia effettivamente rilevante.

È il caso della storia da Israele della donna malata contemporaneamente di Covid e di influenza, una combinazione di patologie che un quotidiano del posto ha soprannominato flurona. 

I media italiani che hanno tradotto dall’inglese dando importanza al nome Flurona probabilmente non hanno considerato le modalità d’uso, il registro e le connotazioni della parola, altrimenti avrebbero capito che è irrilevante in un contesto italiano.

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Bufale linguistiche: UE, Natale e nomi cristiani

Titoli: 1 L’Europa fa la guerra al Natale, l’ultima follia del politicamente corretto; 2 Se l’Europa “vieta” il natale e i nomi cristiani per essere inclusivi; 3 In Europa vietato dire “Natale” e perfino chiamarsi Maria; 4 Mai dire Natale: il decalogo Ue che vuole dettare le parole corrette. Bruxelles: “Stop ai riferimenti a religione o genere”. Sparisce anche il “signore e signori”

Nell’immagine alcuni titoli del 29 novembre 2021 apparsi sui media italiani. Polemizzano su #UnionOfEquality, un testo in inglese a uso interno dei dipendenti della Commissione europea. Contiene linee guida per la comunicazione inclusiva.

Sono uscite copie ora online, ad es. qui, e consultandole viene il sospetto che chi ne ha scritto nei media italiani non abbia letto il documento o abbia conoscenze di inglese inadeguate per capirne il contenuto, altrimenti saprebbe che non vi si trova alcun divieto ma solo esempi e indicazioni di tipo linguistico, aggiornati alle sensibilità più recenti.

Nulla di nuovo: da anni multinazionali e organizzazioni internazionali hanno linee guida interne di questo tipo, essenziali in ambienti di lavoro con persone che provengono da culture differenti. Consentono di acquisire consapevolezza delle diversità ed evitare linguaggio e stereotipi che discriminano ed escludono chi è di età, religione, genere, orientamento sessuale, origine ecc. diversi dai propri.

Everyone in the European Union has an inherent

È facile dimostrare che la maggior parte delle affermazioni dei media e di alcuni politici su questo documento sono distorte o infondate, a partire da un dettaglio fondamentale: non viene chiarito esplicitamente che le linee guida sono in inglese, lingua di lavoro, e viene invece fatto credere che ci sia una versione italiana che riguarda parole italiane.

Qui sotto ho raccolto e commentato gli errori più evidenti, tratti da più fonti. Sono indicati dal colore rosso.

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Omicron: scariant e supervariante

Immagine di coronavirus e titoli: 1 Covid, INCUBO Omicron; 2 Covid, la MINACCIA Omicron SPAVENTA il mondo; 3 Variante Omicron, il Black Friday della PAURA: così il mondo torna a TREMARE (e non spende); 4 È PANICO per la variante Omicron dal Sudafrica: può bucare i vaccini ed è più contagiosa

Questi titoli di quotidiani del 27 novembre 2021 mi hanno fatto subito pensare al neologismo inglese informale scariant, parola macedonia formata da scary (terrificante) e variant.

Descrive una nuova variante del virus Sars-CoV-2 che spaventa per le modalità con cui viene descritta dai media, che ricorrono a narrazioni catastrofistiche con parole che appartengono al campo semantico della paura, come negli esempi qui sopra.

I titoli acchiappaclic sulla variante Omicron non tengono conto che al momento mancano ancora dati scientifici certi che effettivamente dimostrino che, rispetto al virus originale e alle varianti* già note, la nuova variante ha una o più di queste caratteristiche:
è più trasmissibile, 
riduce la protezione data dai vaccini,
provoca forme cliniche più gravi o più letali,
rende meno efficaci le misure di protezione individuale.

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La variante Omicron “salta” Nu/Ni e Xi

annuncio OMS: Classification of Omicron (B.1.1.529): SARS-CoV-2 Variant of Concern

Ho aggiornato Variante Mu o variante Mi? (settembre 2021) con una nota sul nome divulgativo della variante B.1.1.529 del virus SARS-CoV-2, identificata in Sudafrica, che sta destando molta preoccupazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha denominata Omicron, come la quindicesima lettera dell’alfabeto greco.

Prima dell’annuncio ufficiale i media erano convinti che sarebbe stata chiamata Nu, tredicesima lettera dell’alfabeto greco, e in questo caso per l’italiano si sarebbero potute fare le stesse osservazioni linguistiche già viste per il nome della variante precedente: Nu come in inglese e nelle notazioni scientifiche e tecniche, oppure Ni, nome prevalente in ambiti classici e letterari? 

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Nuovo green pass: super o rafforzato?

Il 24 novembre 2021 il governo ha approvato un nuovo decreto legge con misure urgenti per il contenimento della quarta ondata dell’epidemia di COVID-19. Nella notizie in tema la parola chiave è Super Green pass. Alcuni esempi:

Esempi di titoli: 1 “Super green pass, nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri” (Corriere della Sera); 2 “S’'ì del Cdm al Super Green pass dal 6 dicembre anche in zona bianca. Draghi…” (Repubblica); 3 OK all’unanimità per il Super Green Pass in Consiglio dei ministri” (Rai News)

Non è però la denominazione usata dal governo, che durante una conferenza stampa e in un comunicato ha annunciato modifiche alla durata e all’obbligo del Green Pass e ha introdotto un Green Pass rafforzato o nuovo Certificato verde:

Punto 3 del comunicato del CdM: Il testo approvato oggi prevede che la durata di validità del Green Pass viene ridotta dagli attuali 12 a 9 mesi. L’obbligo di Green Pass viene esteso a ulteriori settori: alberghi; spogliatoi per l’attività sportiva; servizi di trasporto ferroviario regionale e interregionale; servizi di trasporto pubblico locale. A decorrere dal 6 dicembre 2021 viene introdotto il Green Pass rafforzato; vale solo per coloro che sono o vaccinati o guariti. Il nuovo Certificato verde serve per accedere ad attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla nei seguenti ambiti

Le incongruenze terminologiche sono lampanti, ancora di più se si fa riferimento al decreto legge 22 aprile 2021, n. 52 che all’art. 9 definisce le certificazioni verdi COVID-19, poi concretizzate nella Certificazione verde COVID-19 europea di cui dispone la maggior parte degli adulti italiani.

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Traduzioni letterali: privilegio esecutivo

Ho presto spunto da questo tweet di @antrebaud per aggiornare Executive order ≠ ordine esecutivo con alcune considerazioni sul concetto di executive privilege che riporto anche qui.

Executive privilege è la prerogativa concessa al presidente degli Stati Uniti, come capo del potere esecutivo e nell’interesse pubblico, di non rivelare determinate informazioni e comunicazioni intercorse con altri appartenenti dell’esecutivo nel caso venissero richieste del potere legislativo (il Congresso) o dal potere giudiziario (le corti).

Negli Stati Uniti ultimamente se ne sta discutendo molto perché l’executive privilege è stato invocato dall’ex presidente Donald Trump per le richieste della commissione di inchiesta sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021.

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Greenwashing: no, non è un “lavaggio”

In occasione della conferenza sui cambiamenti climatici COP26 sono apparsi vari articoli accomunati da un errore di interpretazione dell’anglicismo greenwashing. Esempi:

Esempi: 1 No, non è improvvisamente diventato tutto green, sostenibile e non inquinante. Per placare i consumatori che prendono coscienza dei disastri ambientali, le aziende investono in campagne di marketing che esaltano la bontà della loro produzione. Il termine tecnico utilizzato per descrivere tale comportamento è «greenwashing», una sorta di lavaggio delle coscienze nell’era della moda ecosostenibile. 2 Lo chiamano green washing. Tradotto: lavaggio verde. 3 Greenwashing, ovverossia fare un bel lavaggio che faccia apparire green e sostenibili anche aziende che non lo sono affatto 4 “lavaggio del cervello verde” (dall’inglese greenwashing)

L’espressione greenwashing è modellata su whitewashing, imbiancare a calce, un modo veloce per migliorare l’aspetto di pareti sporche che ha anche il senso figurato di coprire, mascherare, occultare per nascondere qualcosa di sgradevole o sconveniente. Il senso metaforico rimanda anche alla locuzione biblica whitewashed tombs, i sepolcri imbiancati: apparenza impeccabile che nasconde marciume, ipocrisia.

Greenwashing identifica così l’uso di operazioni di facciata volte a conferire credibilità ambientale e a fare apparire come ecosostenibile (“green”) ciò che in realtà non è, come già descritto in Una mano di greenwash [2013].

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Un rapper può “incitare il caos”?

Foto del rapper Travis Scott con titolo in inglese: “Travis Scott sued for ‘inciting mayhem and chaos’ at Astroworld concert in Texas”. Frase italiana: “Per la tragedia di Astroworld iniziano ad arrivare le denunce al rapper Travis Scott reo di “incitare il caos”.

Durante il concerto di un rapper americano in Texas c’è stata una calca che ha causato la morte di più persone. Nelle notizie tradotte dall’inglese sono evidenti alcune differenze tra due verbi in apparenza coincidenti, incite in inglese e incitare in italiano.

Esempi: Il rapper ama incitare il caos e il sospetto è che stavolta la situazione gli sia sfuggita di mano • Scott è stato accusato di incitare il caos e comportamenti pericolosi nei suoi spettacoli  • Denunce al rapper Travis Scott, colpevole di «incitare la violenza»

Trovo improprie queste traduzioni perché ricalcano una costruzione dell’inglese che non è usata in italiano.

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La parola medicane NON è una crasi!

Titoli: 1 Meteo Catania, Protezione civile Sicilia: oggi allerta rossa. Timore per “Medicane”; 2 L’uragano Medicane punta la Sicilia: allerta per nubifragi e venti di burrasca; 3 Il ciclone diventa un “MediCane”, Catania nel panico; 4 Siracusa e il medicane Apollo: la lunga notte della Protezione CIvile.

Nelle notizie sul maltempo estremo in Sicilia di questi giorni è immancabile l’anglicismo medicane. Le mie perplessità sull’uso che se ne fa in italiano, già espresse in Il terribile medicane, hanno avuto conferma: nei media si riscontrano imprecisioni terminologiche, equivalenze fantasiose, approssimazioni e fraintendimenti (non è un nome proprio!), incongruenze di pronuncia e di grafia.

Non avevo però considerato che nelle spiegazioni sull’origine e il significato del nome sarebbe stata ricorrente una descrizione errata: l’anglicismo medicane non è una crasi (esempi) ma una parola macedonia formata da Mediterranean + hurricane,  “uragano mediterraneo”.

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Falsi amici all’oratorio

Un fatto di cronaca italiano che è stato riportato anche da alcune testate straniere rivela una coppia di falsi amici:

Titoli: 1) Brianza, 21enne ruba nel bar dell’oratorio imitando Lupin: si taglia e confessa in lacrima; 2) Thief inspired by French Netflix show Lupin robs oratory near Milan

In riferimento a luoghi, la parola inglese oratory condivide con oratorio in italiano il significato di piccolo edificio o cappella destinati al culto religioso e riservati a una specifica comunità o a singole persone.

La notizia però riguarda un’altra accezione di oratorio, assente in inglese, e il dettaglio che il furto è avvenuto nel bar* dell’oratorio avrebbe dovuto far venire qualche dubbio.

After entering the oratory’s bar in Monza, a town near Milan, the man stole about €21 (£18) from the till. He also made off with a bottle of fizzy orange.

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Altolà ad “alti là”!

Un errore insolito osservato da @thmsch in un articolo di politica:

testo: Draghi ha dimostrato di essere un leader che non si fa spaventare dagli urlatori di turno e neppure si lascia intrappolare nella ragnatela delle mediazioni infinite, come pure avevamo per un attimo temuto: per azzittire gli alti là di Salvini sono bastati, appunto, sette giorni.

Non si dice gli *alti là ma gli altolà, espressione che rimane invariata al plurale e che di solito si scrive come singola parola. Probabilmente è solo una svista, ma per me comunque interessante perché mette in evidenza alcune peculiarità linguistiche.

Una reinterpretazione inaccurata

Il plurale *alti là rivela un fenomeno noto come rianalisi, “una ‘reinterpretazione’ di una parola o un costrutto complessi, non giustificata o anche errata sul piano etimologico, spesso consistente in una arbitraria risegmentazione, o guidata da fattori analogici e da etimologie fantasiose”,

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Promemoria per i media: immunizzato ≠ vaccinato

Un esempio di errore ricorrente nei media italiani, da un servizio di un TG dell’11 settembre 2021:

Schermata da servizio del TG! dell’11 settembre 2021 intitolato “Effetto vaccini”

A quanto pare parecchi giornalisti non hanno ancora capito che la parola immunizzato identifica un individuo che in seguito a una vaccinazione è stato reso immune a una specifica malattia – non verrà contagiato se entra in contatto con l’agente infettivo perché possiede gli anticorpi specifici per contrastarlo.

Come dovrebbe essere noto, nessun vaccino è efficace al 100%. Non tutti i vaccinati riescono a sviluppare una risposta immunitaria e risultano così vaccinati ma non immunizzati. Sono loro che corrono il rischio di contagiarsi, ammalarsi e, nei casi più gravi, di dover essere ricoverati in ospedale.

In sintesi: gli immunizzati sono un sottoinsieme dei vaccinati e quindi immunizzato non è sinonimo di vaccinato (come invece in inglese americano, cfr. commenti). La frase il ricovero in rianimazione di chi è immunizzato per me è un controsenso.

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Variante Mu o variante Mi?

Mi piace fare sondaggi su Twitter, anche se non hanno alcun valore statistico, perché suscitano sempre commenti interessanti. Nell’ultimo che ho fatto ho domandato innanzitutto se era noto il nome del simbolo μ e poi all’89% dei 466 partecipanti che hanno risposto affermativamente ho chiesto quale fosse:

Sondaggio -- Come si chiama il simbolo μ? (rispondi specificando la scuola frequentata). Con il 51 percento prevale “mu” di chi ha frequentato scuole diverse dal liceo classico; al secondo posto “mi” di chi invece l’ha fatto con il 25,2 percento.

L’unica indicazione che si può ricavare dal sondaggio è che in questo campione prevale il nome mu. Ho chiesto di specificare la scuola frequentata perché ero curiosa di vedere se potesse essere rilevante nell’attribuzione del nome.

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