Discriminazioni nei giorni della merla!

Immagine con esempi di notizie sui giorni della merla con foto di merli o addirittura un uccello rosso

In questo periodo, come ogni anno, sono immancabili le notizie sui giorni della merla (29-31 gennaio), che per la tradizione* sono i giorni più freddi dell’anno. Come sempre, parecchi media ricorrono a foto di merli (o altri uccelli) anziché di merle.

Si direbbe che chi sceglie le immagini ignori che il  Turdus merula, comunissimo in Italia, è un noto esempio di dimorfismo sessuale, il fenomeno per cui in una specie animale i due sessi differiscono per alcune caratteristiche, come i colori (dicromatismo sessuale):

  • il maschio (merlo) ha il piumaggio nero lucido, con becco giallo-arancione in estate e giallastro nel resto dell’anno;
  • la femmina (merla) invece è bruna con becco bruno.

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Giochi di parole regali: heir and spare

I media italiani non si fanno mai sfuggire notizie e notiziole sulla famiglia reale britannica, e ora non ci risparmiano gli aggiornamenti sul discusso libro del principe Harry, Spare, in italiano sottotitolato Il minore.

copertina del libro SPARE e testo descrittivo: Harry recounts the story of how his father, now King Charles, supposedly said to his wife, Princess Diana, on the day of Harry’s birth: “Wonderful! Now you’ve given me an heir and a spare – my work is done”

Per curiosità ho cercato qualche spiegazione italiana per il titolo Spare e per la citatissima frase che avrebbe detto l’allora principe Carlo alla nascita del secondogenito (immagine qui sopra). Volevo vedere se fosse stato riconosciuto un modo di dire informale che riguarda la successione dinastica, an heir and a spare, di cui esistono anche le forme alternative the heir and the spare e a spare to the heir.

Risale alla fine del XIX secolo* ed è un gioco di parole che sfrutta la rima tra heir /(r)/  e  spare /sp(r)/, forse non del tutto riconoscibile per parlanti non nativi (ennesimo esempio dell’imprevedibilità dell’ortografia inglese: heir, “erede”, è omofono di air e la h è muta!).

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I falsi amici del “goblin mode”


Immagine che illustra “goblin mode” con persona trasandata che guarda il telefono in letto sfatto, circondata da avanzi di cibo e sporcizia. Ttoli: 1 Oxford Dictionaries names “goblin mode” its word of the year: 2 Goblin mode è la parola dell’anno per Oxford English Dictionary; 3 Goblin mode: la moda del fare schifo è la parola dell’anno

Con varie imprecisioni anche i media italiani hanno riportato la notizia che per la casa editrice britannica Oxford University Press la parola dell’anno 2022 per il mondo anglofono è goblin mode, come descritto in Oxford Word of the Year 2022.

definizione da OUP: ‘Goblin mode’ – a slang term, often used in the expressions ‘in goblin mode’ or ‘to go goblin mode’ – is ‘a type of behaviour which is unapologetically self-indulgent, lazy, slovenly, or greedy, typically in a way that rejects social norms or expectations.’

Goblin mode è un’espressione molto informale che ricorre all’uso figurato colloquiale della parola goblin: una persona asociale, inselvatichita, inzotichita, un orso. Non va quindi interpretata letteralmente nell’accezione familiare agli appassionati del genere fantasy per i quali il goblin è una creatura umanoide grottesca, dall’aspetto mostruoso e da modi e atteggiamenti come minimo sgradevoli.

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Tripledemia, triplendemia… e sciatteria

Alcuni titoli di novembre 2022, in inglese e in italiano:

Titoli: 1 Health experts warn of tripledemic of COVID, flu, and RSV during holiday season; 2 Covid, influenza e RSV; è tripledemia. Usa, i virus respiratori preoccupano  ospedali; 3 Influenza, Covid e RSV: cos’è la triplendemia e come proteggersi. Immagine con rappresentazione grafica dei tre virus

Negli Stati Uniti c’è preoccupazione per la presenza contemporanea di tre epidemie di infezioni respiratorie causate da tre diversi virus: virus dell’influenza, SARS-COV-2 (COVID) e virus respiratorio sinciziale o RSV (respiratory syncytial virus). Nei media americani questa concomitanza è stata chiamata tripledemic o, meno frequente, tridemic.

I media italiani che hanno ripreso la notizia hanno optato per i calchi tripledemia e triplendemia, dimostrando così di non avere capito l’origine della parola inglese

Tripledemic ha come modello twindemic, parola macedonia formata da twin + epidemic e ricorrente nei media americani lo scorso inverno per descrivere la concomitanza di COVID e influenza. In questo caso twin indica due elementi accomunati da caratteristiche simili e non “gemello” ma è palese che abbia influito nel far prevalere tripledemic sull’alternativa tridemic, formata invece con il prefisso tri-.

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Sportswashing in Qatar: non è una “ripulita”

immagine di Collins Dictionary di attività sportive con sullo sfondo uno stadio e lavoratori, e la definizione in inglese di sportswashing: the promotion of sporting events to distract attention from a controversial activity
immagine:
Collins Dictionary

Tra le parole dell’anno 2022 scelte dal vocabolario britannico Collins Dictionary c’è anche sportswashing, ricorrente in relazione ai discussi mondiali di calcio in Qatar. Aveva già avuto rilievo anche nel 2018 per i mondiali di calcio in Russia e in entrambe le occasioni è poi apparsa anche nei media italiani.

Sportswashing descrive l’uso di un evento sportivo di rilevanza globale per migliorare l’immagine e la reputazione di un paese. In italiano l’operazione viene spesso spiegata erroneamente come una ripulita o un lavaggio ma si tratta invece di una metaforica “riverniciata” che distrae l’attenzione e copre e nasconde problemi di fondo che rimangono irrisolti, come mancanza di giustizia sociale e violazioni dei diritti umani.

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Giochi di parole incompresi: Let that sink in!

Ennesimo esempio di traduzioni inadeguate nei media italiani, stavolta per un tweet che ha avuto molta visibilità. Il 26 ottobre 2022 Elon Musk ha preannunciato la conclusione dell’acquisizione di Twitter con un gesto plateale. Si è presentato nella sede principale (headquarters, HQ) di Twitter con un lavandino (sink) per inscenare un noto meme che è anche un gioco di parole:

immagine del tweet di Musk con video e parole Entering Twitter HE - let that sink in!

La frase informale let that sink in! è un’esortazione che si usa subito dopo aver fatto un’affermazione rilevante, sorprendente o che avrà ripercussioni: segnala che va considerata con molta attenzione per capirne a fondo le conseguenze.

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Internazionalismi dall’ISS

Samantha Cristoforetti dalla Stazione Spaziale Internazionale:

tweet di Samantha Cristoforetti: “2022 A Space Odyssey. Turns out, yes, you can walk with Velcro shoes. Slowly, very very slowly. #ASpaceOdyssey #MissionMinerva @esa @esaspaceflight @Space_Station”

Cristoforetti ha fatto il cosplay di una scena del film 2001: Odissea nello spazio. Si era vestita come l’hostess del film, con scarpette con il velcro sulle suole per camminare in assenza di gravità.

Le due parole evidenziate sono accomunate da due caratteristiche: sono entrambe internazionalismi che si ritrovano in molte lingue europee e sono state create ricorrendo a meccanismi linguistici simili.

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Elefanti e zii altrui nella stanza della politica

Le discussioni sulle interferenze dell’inglese sono focalizzate quasi esclusivamente sui prestiti. Viene invece data poca attenzione ai calchi e ai falsi amici (e conseguenti prestiti camuffati) e ancora meno all’adozione, spesso superficiale, di espressioni figurate e metafore dell’inglese.

Esempio da un noto quotidiano:

Titolo: L’elefante nella stanza – Sottotitolo: Matteo Salvini è un problema per Meloni che deve decidere se includerlo o escluderlo dal governo. Ogni scelta può avere conseguenze – Testo: A dieci giorni dalla prima riunione delle Camere, che darà l’avvio alla formazione del nuovo governo, Giorgia Meloni ha scoperto di avere un elefante nella stanza. Il problema di cui tutti parlano, dentro Fratelli d’Italia ma anche nella stessa Lega, ha un nome e cognome: Matteo Salvini. È come il vecchio zio che nessuno vuole avere vicino al pranzo di Natale, sapendo che alzerà troppo il gomito e si metterà a raccontare sempre le stesse storie.

Sono sicura che vari lettori abbiano interpretato elefante nel significato figurato italiano di persona invadente, maldestra o priva di tatto (come il vecchio zio), e che abbiano associato la stanza alla proverbiale cristalleria in cui l’elefante fa danni.

Ma non è quello che intendeva il giornalista, che invece ha tradotto letteralmente un’espressione idiomatica inglese, in parte fraintendendola, e si è appropriato di uno stereotipo della cultura popolare americana.

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Se è “stinking” non deve per forza puzzare

Ha fatto notizia la reazione stizzita di Carlo III quando si è macchiato le dita con una penna che perdeva inchiostro:

Oh God, I hate this [pen]
I can’t bear this bloody thing. What they do, every stinking time

Le parole bloody e stinking sono due espletivi di esclamazione, parole di riempimento che servono a conferire forza o ritmo all’enunciato ma che non hanno un significato preciso. Hanno infatti subito un processo di desemantizzazione e non vanno interpretate letteralmente, come in italiano nessuno pensa a una verdura se si sente apostrofare con che cavolo stai facendo?! 

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Centaurus: il virus come gli anticicloni africani

Alcuni titoli di notizie di inizio settembre 2022 sulla sottovariante BA.2.75 del coronavirus Sars-CoV-2:

[immagine] Titoli di notizie: Covid, Centaurus non resiste agli anticorpi più di Omicron 5; Centarus e Omicron 5, quale variante Covid resiste di più agli anticorpi? Centaurus, studio svela come resiste a anticorpi rispetto a Omicron 5; Covid, le differenze tra Centaurus e Omicron 2, i sintomi, il ruolo dei vaccini

La sottovariante BA.2.75 aveva già fatto notizia a inizio luglio e se ne torna a parlare ora per alcuni studi specifici. Mi pare però che solo i media italiani continuino a usare il nome Centaurus, che non è una denominazione ufficiale: non è usata da Ministero della Salute e ISS, né internazionalmente da OMS e EDCD o altre istituzioni.

Com’è noto, le varianti di Sars-CoV-2 prendono il nome da lettere dell’alfabeto greco e Centaurus non c’entra nulla: è il nome inglese (e latino) di una costellazione, che a sua volta rimanda alla figura biforme della mitologia greca.

In relazione al virus, Centaurus è un nome ad effetto che ha un’origine inusuale, il tweet piuttosto singolare di tale Xabier Ostale, che non è né un epidemiologo né un virologo o altro esperto ma posta spesso in tema pandemia:

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Gli anomali front runner in corsa in politica

Un tormentone lessicale delle cronache politiche dell’estate 2022 è front runner, ricorrente dopo una dichiarazione del presidente segretario del PD del 26 luglio: 

Notizia del 26 luglio: “Derubrichiamo questa assurda discussione della premiership ma, se serve, assumo il ruolo di front-runner della nostra campagna elettorale, questa responsabilità, con la massima determinazione”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, nella relazione alla direzione nazionale, in corso alla Camera.

Chi ha familiarità con il significato di front runner in inglese avrà trovato insolito che un politico possa attribuirsi un tale ruolo. Le perplessità aumentano se si osserva l’uso che ne stanno facendo media e politici italiani.

Alcuni esempi di agosto 2022:

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Imprecisioni: “nella casa di Trump a Mar-a-Lago”

foto aerea della megavilla di Trump e titolo “Nella casa di Trum a Mar-a-Lago l'Fbi cercava anche documenti classificati sulle armi nucleari”

In questo titolo di una notizia dagli Stati Uniti su un’indagine sull’ex presidente Trump, due dettagli nelle parole evidenziate in giallo rivelano che si tratta di una traduzione letterale di “in Trump’s Mar-a-Lago home”:

Con i primi rudimenti di inglese si impara la differenza tra house, un edificio, e home, il luogo dove si abita, dove si è nati o dov’è la propria vita familiare. In italiano si può ricorrere a casa in entrambi i casi ma in questo contesto la grammatica ci consente di distinguere i due concetti:
1   nella casa di T. indica l’edificio (house);
2   in casa o a casa di T. indica invece in senso più astratto il luogo di abituale dimora (home).
Anche un piccolo dettaglio come preposizione semplice vs articolata fa la differenza!

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Se gli ospedali sono “sold out”…

Titolo di Repubblica, 1 agosto 2022: “Napoli, SOS ospedale Cardarelli: reparti sold out, chiude il pronto soccorso”

Non mi stanco di ripetere che l’abuso di anglicismi è inversamente proporzionale all’effettiva conoscenza dell’inglese e questo titolo apparso in uno dei principali quotidiani italiani ne è una conferma.

Probabilmente chi usa sold out con il significato generico di esaurito non si rende conto che in inglese sold è il participio passato del verbo sell, “vendere”, e che sold out implica una transazione commerciale che non si può concludere perché non c’è più alcuna disponibilità del prodotto (merci o biglietti per spettacoli, eventi sportivi ecc.).

Non ha alcun senso dire che i posti letto di un ospedale pubblico sono sold out perché non sono mai stati in vendita. Eppure è un errore che fanno vari giornalisti e titolisti, tanto che nelle notizie apparse durante i picchi della pandemia si trovano parecchi esempi:

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Miscomprensione (con percentuale)

A quanto pare la notizia che il 51% dei quindicenni italiani sarebbe incapace di capire un testo scritto ha origine da un’interpretazione errata dei dati. In un articolo che l’ha rilevato si nota questa frase:

Se poi si considera la fine della secondaria di secondo grado, la quota di popolazione al livello 1 risulta comunque inferiore al 20 per cento in italiano e al 30 per cento in matematica (è probabile che la confusione nasca dall’aver sommato le fasce di livello 1 e 2 di quest’ultima prova: una plateale miscomprensione del testo da parte di chi ha letto questi dati!).

L’ho riportata perché il contesto è italiano eppure si notano alcune interferenza dell’inglese.

Percentuali

Quando si presentano più percentuali che vengono confrontate tra loro, in italiano i numeri si fanno seguire dal simbolo %, senza spazio. Andrebbero evitate le parole per cento, come invece è prassi in inglese con per cent (anche percent in inglese americano). Nell’esempio qui sopra mi aspetterei quindi inferiore al 20% in italiano e al 30% in matematica, una convenzione di scrittura che rende il testo più leggibile.

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Anglicismi contagiosi: monkeypox

Alcuni titoli di notizie di maggio 2022:

Titoli: 1 Ecco cosa c’è da sapere su Monkeypox; 2 La febbre, i dolori, le bolle: un altro caso di “Monkeypox”; 3 Vaiolo delle scimmie, come è arrivato in Europa: “Aumentano i casi”. È allarme Monkeypox; 4 Verifica dei fatti: Bill Gates ha previsto l’epidemia di Monkeypox?

Si può notare un fenomeno sempre più diffuso nei nostri media: anche se una malattia o altra patologia ha già un nome italiano, in questo caso vaiolo delle scimmie, viene preferito o comunque usato in alternativa il nome inglese, monkeypox.

Presumo che il terrore delle ripetizioni prevalga sulla necessità di evitare ambiguità e non ci si renda conto che nomi diversi possono causare confusione, soprattutto tra chi non conosce l’inglese.

Altri esempi: Monkeypox è un’infezione virale associata ai viaggi in Africa occidentaleMonkeypox si sta diffondendo in tutto il mondoTutto su Monkeypox • Anche in Italia trovato Monkeypox

L’iniziale maiuscola e l’uso senza articolo determinativo mi fanno pensare che chi ricorre all’anglicismo non abbia molta dimestichezza con i nomi delle malattie o comunque subisca un po’ troppo l’interferenza dell’inglese.

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