Il Corriere e le parole “tech” da non usare più

Grazie a Paola ho letto, anche se con qualche giorno di ritardo, Le parole «tech» da non usare più, un articolo del Corriere della Sera che si riprometteva di mettere in evidenza “espressioni o vocaboli che, secondo Business Week, è meglio non pronunciare in un colloquio di lavoro per non sembrare obsoleti” ma che invece … Leggi tutto

Navigatori e silly season

È decisamente silly season nei giornali italiani. Scherzi del navigatore satellitare, ad esempio, racconta la disavventura di due svedesi in giro per l’Italia (grassetto mio): Sognavano Capri, il mare e i Faraglioni, e invece si sono ritrovati a Carpi, in provincia di Modena, sotto il sole cocente della pianura padana. Il tutto per una consonante … Leggi tutto

Parole curiose: Schlittschuhschritt

Ci sono parole straniere che colpiscono e diventano argomento di conversazione. È successo tra italiani davanti a un cartello che vietava il passo pattinato su una pista di sci di fondo in Austria: Schlittschuhschritt ha solo 3 vocali ma ben 16 consonanti, di cui molte ripetute, e per chi non mastichi un po’ di tedesco … Leggi tutto

Eponimi inglesi (e capi di abbigliamento)

L’articolo 30 words inspired by 29 people and an elephant elenca parole inglesi che derivano da nomi propri. In alcuni casi esiste un equivalente italiano, subito riconoscibile come eponimo dall’inglese e la relativa etimologia sono meno ovvi, ad es. linciare. Mi ha sempre incuriosita gerrymandering (meno comune jerrymandering), la pratica di disegnare i collegi elettorali … Leggi tutto

Fotocamere e macchine fotografiche digitali

Post pubblicato il 16 gennaio 2009 in blogs.technet.com/terminologia Oggi sono usciti i primi ritratti ufficiali di Barack Obama. Il Corriere ne parla in Prima foto ufficiale di un presidente americano con una macchina digitale. Ho notato il titolo perché è da un po’ che faccio attenzione a cosa si dice in italiano per descrivere gli … Leggi tutto

Problemi di conversione (e di localizzazione)

Post pubblicato il 15 dicembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Un articolo in The Guardian, poi corretto, riportava l’effetto del perigeo lunare sulle maree:

  citazione da un articolo di sabato 13 dicembre in The Guardian

Per un problema di conversione due pollici erano diventati ben mezzo metro…

Purtroppo anche nella localizzazione capita di trovare questo tipo di errore, anche se non dovrebbe essere difficile evitarlo. In Localizzazione di esempi e riferimenti sono riportate le istruzioni della Guida di stile Microsoft per l’italiano in uso nel 2008:

Le unità di misura anglosassoni (pollici, gradi Fahrenheit, libbre, ecc.) vanno sempre localizzate. Le misure specifiche vanno convertite esattamente; nel caso di indicazioni generali, invece, possono essere usate approssimazioni: nel suggerimento sullo spazio da inserire tra un’immagine e un’altra in un documento, ad esempio, two inches può essere tradotto qualche centimetro.

Le conversioni dovrebbero inoltre rispettare le convenzioni culturali non solo della lingua ma anche del mercato di arrivo. Mi vengono in mente alcuni esempi dell’edizione europea di una nota rivista americana dove le misure statunitensi vengono convertite nel sistema metrico ma non localizzate e il risultato dell’operazione, per quanto formalmente corretto, non è sempre adeguato:

  • L’altezza delle persone viene espressa in metri, però con un unico decimale. Quella di una donna, ad esempio, può essere descritta come 1,6 m e così non si capisce se potrebbe essere quasi alta (1,69) o relativamente bassa (1,60).
  • Capita di vedere misure approssimative che vengono convertite in misure precise: ad esempio, una distanza di about 48 km suona altamente inusuale mentre non lo è about 30 miles. 

Nell’esempio dell’articolo di The Guardian sul perigeo lunare, probabilmente la svista inizialmente è passata inosservata perché nel sistema culturale britannico in molti sono ancora a abituati a fare riferimento al sistema imperiale e presumibilmente avranno "elaborato" solo il numero corretto, ignorando il riferimento errato.

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Parla come mangi 3

Post pubblicato il 15 settembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Uun’osservazione linguistica che non ha molto senso in L’inglese e gli errori: «Aboliamo le regole dell’ortografia» (Corriere della Sera), sulla mancata corrispondenza tra pronuncia e ortografia: 

Testo: Prendiamo due verbi che terminano per “e” e che sono di quattro lettere, due consonanti e due vocali: “give” (dare) e “love” (amare”. Il primo si pronuncia “giv”; in “amare” invece la e finale si sente: “love”

L’errore è poi stato corretto ma è chiaro che il giornalista avrebbe dovuto verificare gli esempi prima di affermare in "amare" invece la e finale si sente: "love" (o sceglierne di meno conosciuti). Eppure la pronuncia dei termini inglesi è facilmente consultabile, ad es. The Free Dictionary permette di ascoltare sia la pronuncia britannica (Br) che quella americana (Am). Altre risorse in Dizionari di inglese online.

In alternativa, il consiglio molto ufficioso che ci veniva dato all’università: trovarsi un romantic interest di madrelingua. Sicuramente la pronuncia di love dovrebbe migliorare. 😉

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Come si dice “photoshopped” in italiano?

Post pubblicato l’11 luglio 2008 in blogs.technet.com/terminologia Fonte: The New York Times Ieri in tutto il mondo si è diffusa la notizia delle foto dei test missilistici iraniani manipolate da qualche solerte funzionario che ha aggiunto un quarto missile. In inglese ci sono molti verbi per descrivere questa operazione: alter digitally, manipulate, retouch ecc., e … Leggi tutto