Se l’ha detto l’agenzia…

Silvia Pareschi di Nine hours of separation mi ha segnalato La stampa italiana non può farcela da sola in Phastidio.net, che evidenzia come i media italiani abbiano riportato un intervento in inglese di Carlo Cottarelli del Fondo Monetario Internazionale attribuendogli l’affermazione drastica l’Italia non può farcela da sola [ad uscire dalla crisi economica] quando in realtà si era limitato a dire [sulla necessità di finanziamenti e “firewall” più solidi] and this goes beyond what Italy can do on its own (“va oltre quello che l’Italia può fare da sola”), come si può verificare dalla trascrizione dell’intervento.

L’articolo si conclude chiedendosi “Riusciremo ad avere una stampa che si libera della sindrome dello scoop e verifica le notizie, magari con un buon traduttore o con qualcuno che capisca qualcosa di economia?”

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impersonate ≠ impersonare

Nel continuo dibattito sull’identità online, Non c’è più @palazzochigi su Twitter (novembre 2011) racconta di un account chiuso perché impersonava il presidente del Consiglio. Mi sembra che, a parte la prima occorrenza, nell’articolo e nei commenti il verbo impersonare sia usato in modo improprio, come se equivalesse all’inglese impersonate.

I dizionari di italiano registrano due significati per impersonare:
1 – dare personalità a una nozione astratta o concretarla in un personaggio
2 – di un attore, interpretare una parte
In entrambi i casi è palese che si ha a che fare con una rappresentazione

In inglese i significati più frequenti di impersonate sono:
A – spacciarsi (illegalmente) per un’altra persona
B – sinonimo di mimic, imitare qualcuno per divertimento (un impersonator è un imitatore)

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flash flood, alluvioni lampo e nubifragi

Ottobre 2011: molti media italiani hanno usato l’anglicismo flash flood per descrivere un’alluvione improvvisa e devastante come quelle che nei giorni scorsi hanno colpito alcune zone di Liguria e Toscana e prima anche Roma.

Frane e fango, caos in Liguria per il maltempo

In italiano però esiste già la parola nubifragio che descrive  
1) “una precipitazione abbondante, violenta, talora temporalesca, che può provocare in poche ore straripamenti di fiumi, allagamenti e frane” *
ma anche, nell’uso contemporaneo,
2) “il complesso di fenomeni rovinosi (soprattutto frane e devastazioni dovute allo straripamento di fiumi e torrenti) provocati da piogge particolarmente intense” **

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visionary ≠ visionario

Oggi (24 ottobre 2011) esce la biografia di Steve Jobs e presumo che nei media italiani la parola visionario sarà di nuovo inflazionata. Chi sa l’inglese può interpretarla correttamente, altrimenti forse non tutti riconoscono il falso amico visionaryvisionario.

In inglese il sostantivo e l’aggettivo visionary hanno soprattutto connotazioni positive. Nei loro significati più comuni descrivono qualcuno che ha le idee chiare sul futuro e/o che è molto originale e creativo, come si può verificare in qualsiasi dizionario o ricavare dal contesto di espressioni come visionary leadership. Esempio dal Macmillan Dictionary:

voce visionary in Macmillan Dictionary

In italiano, invece, visionario condivide con l’inglese solo il significato relativo alle visioni mistiche mentre le altre accezioni sono decisamente meno lusinghiere, come si può vedere nella voce del vocabolario Zingarelli 2012, appena uscito (in particolare, confrontate l’esempio riformatori visionari e quello inglese visionary reformer qui sopra):

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“Stay hungry. Stay foolish” in italiano

Morgaine, una lettrice del blog, mi ha scritto a proposito di Stay hungry. Stay foolish, la frase pronunciata da Steve Jobs a conclusione dell’ormai famoso discorso ai laureandi di Stanford.

Stay hungry. Stay foolish. Contesto: Jobs aveva spiegato che la frase non era sua ma era apparsa sull’ultimo numero di Whole Earth Catalog, una rivista “alternativa” della controcultura americana che era stata una specie di bibbia per la sua generazione.

Morgaine mi ha chiesto di parlarne perché la traduzione scelta da quasi tutti i media italiani, Siate affamati, siate folli, non è corretta.

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