Altoparlanti intelligenti e “ricognizione vocale”

Da Il mito di Babele rivive in Lexifone, l’app israeliana che traduce in 8 lingue:

’’La nostra macchina interagisce con l’utente ascoltando ciò che dice e traducendo per chi ascolta grazie ad altoparlanti posizionati davanti e dietro per rendere comprensibile ciò che viene detto’’ insiste Itay Sagie. Il sistema – pensato per rendere più economiche le relazioni commerciali – si basa su una “ricognizione vocale” accresciuta con un meccanismo di traduzione chiamato in inglese “computational linguistics” (prende le frasi usate da chi parla e le traduce simultaneamente in un’altra lingua).

Gli errori dei media italiani non sono certo una novità, però mi pare che qui i problemi non siano solo di traduzione ma anche di conoscenze inadeguate e di incapacità di riconoscere affermazioni che non hanno molto senso.

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È davvero un mondo cyber?

pagina 55 di IL: cyberlifeHo sfogliato il numero di marzo 2013 di IL, il mensile del Sole 24 Ore. Tutti gli articoli e le parole chiave sulla storia di copertina, La vita indiretta. L’amore, il sesso, la fede e la guerra al tempo degli algoritmi, iniziano con cyber, ad es. in cyberlife si trova cyberreputazione, cybertruffa, cyberpunizioni e cyberbullismo.

Il prologo, cybertutto, cita la definizione di cibernetica dell’Enciclopedia Treccani per spiegare che “viviamo già nel futuro popolato di macchine automatiche che sostituiscono l’uomo nella funzione di controllore di altre macchine” e quindi “il mondo è diventato inevitabilmente cyber” e “tutta la vita è cyber e dobbiamo accettarne le conseguenze”.

Ho trovato insolito l’uso dell’elemento formativo cyber come aggettivo (pronuncia italiana o inglese?) ma mi hanno colpita anche altri aspetti linguistici.

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Election days…

Come accennavo ieri a proposito di focus, non ho potuto fare a meno di notare le molte parole inglesi usate dai media italiani per parlare delle elezioni politiche di febbraio 2013, a cominciare da titoli scontati come Election day(s) e The Day After.  Ho raccolto qualche altro esempio.

Nuovi poll

Sapevamo già cosa sono gli exit poll (che tempo fa da un giornalista RAI ho sentito pronunciare “pul”). Quest’anno sono diventati onnipresenti anche gli intention poll, i sondaggi fatti subito prima del giorno di voto, e gli instant poll, i sondaggi fatti nel giorno di voto, che qualche amante dei prodotti Apple ha abbreviato in i-poll.

Effetto social

Confermato l’uso di social sia come aggettivo (ad es. psicodramma social) che come sostantivo; in questo contesto, i commentatori più seguiti e che sono percepiti come autorevoli (o comunque in grado di influenzare l’opinione pubblica) sono descritti come influencer (esempio: Elezioni, è sorpresa anche sui social. L’euforia dei grillini, il silenzio di molti influencer). La pronuncia italianizzata, “influènser”, si discosta da quella inglese che invece è /ˈɪnflʊənsə/, con l’accento sulla prima sillaba.

Altri esempi dal sommario degli approfondimenti al voto di La Stampa, dove si notano un ibrido di italiano e inglese (fotogallery anziché photogallery), liveblog e datablog e un termine informatico abbastanza recente, big data:

fotogallery –il voto social – liveblog – datablog – big data

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focus ≠ focus

Da un articolo di La Stampa sui primi risultati delle elezioni 2013:

Focus sulle regioni in bilico

Nei media italiani la parola focus, di chiara origine latina, appare sempre più frequentemente con il significato generico che ha in inglese di “cosa, persona o situazione a cui si presta particolare attenzione”, “centro dell’interesse”, “punto focale”.

Può suscitare qualche perplessità perché in italiano il termine focus finora è stato usato solo in ambiti specializzati, ad es. in medicina, linguistica e informatica, con accezioni specifiche, come si può vedere nelle voci dei vocabolari Treccani e Zingarelli 2013:

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Meteoroide, meteora e meteorite

titolo la Repubblica: Russia, meteoriti in pieno giornoCome si chiama il corpo celeste che nel febbraio 2013 in Russia ha causato molti danni e centinaia di feriti?
I media italiani l’hanno descritto come meteorite, meteora, materiale meteoritico, sciame meteoritico o meteorico, pioggia di meteoriti, bolide ecc. ma i termini usati non hanno lo stesso significato e quindi non sono sinonimi. Qual è la differenza?

In fonti diverse si trovano definizioni che evidenziano caratteristiche distintive diverse ma la spiegazione più diffusa differenzia in base a tre fasi dell’avvicinamento dell’oggetto alla superficie terrestre: 1) prima, 2) durante e 3) dopo l’attraversamento dell’atmosfera.

1 Un meteoroide è un “frammento di corpo celeste, di dimensione notevolmente ridotta rispetto a un asteroide, poco prima del contatto con l’atmosfera terrestre e dei susseguenti effetti provocati dall’attrito”.
2 Quando il meteoroide penetra nell’atmosfera e l’attraversa, l’attrito produce una meteora, un fenomeno di eccitazione luminosa comunemente noto come stella cadente.
3  I meteoroidi che non si consumano completamente durante l’impatto con l’atmosfera ma riescono ad arrivare sulla superficie terrestre sono detti meteoriti.

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“you guys” e la concessione di Romney

[2012] Osservazioni linguistiche suggerite dalle elezioni americane viste dai media italiani.

Il plurale del pronome you

immagine del discorso di Barack ObamaNel discorso della vittoria, Obama si è rivolto anche alle due figlie di 14 e 11 anni:

«Sasha and Malia, before our very eyes, you’re growing up to become two strong, smart, beautiful young women, just like your mom. And I am so proud of you guys

In La Stampa l’ultima frase è diventata sono orgoglioso dei vostri ragazzi, una traduzione improbabile se non altro per l’età delle due figlie.

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