Diamesia, alla radio

Ciascuna lingua è un sistema che presenta variazioni determinate da parametri extralinguistici: tempo, spazio, contesto, strati o gruppi sociali e mezzo fisico.

Variazione diamesica

La variazione diamesica è intesa come “la capacità di una lingua di variare a seconda del mezzo o canale adottato, sia esso scritto (grafico-visivo) o parlato (fonico-acustico)”. Fabio Rossi nell’Enciclopedia dell’Italiano evidenzia le caratteristiche che distinguono le varietà diamesiche, ad es. fa notare che le formule rituali e le parole tipiche della conversazione telefonica sono diverse se il mezzo è il telefono fisso o mobile.

logo Rai Radio3Si diventa consapevoli della variazione diamesica quando vengono usati parametri diversi da quelli previsti o se ci si trova a usare un mezzo non familiare: a me è successo registrando un’intervista per una trasmissione radio alla Rai.

Continua a leggere   >>

“Undicesima ora”

A proposito di risoluzione dei problemi, uno stereotipo sugli italiani è che siamo poco organizzati e ci diamo da fare solo all’ultimo momento. Graficamente si potrebbe rappresentare con un orologio che segna quasi le 12 (lo scadere della mezzanotte).

immagine di orologio che segna le 12 meno un minutoIn inglese sarebbe un simbolo ancora più efficace perché richiama l’espressione at / in the eleventh hour, che equivale a “in extremis”, “allo scadere del tempo”. Ad esempio, dopo l’accordo dell’ultima ora che lo scorso ottobre negli Stati Uniti aveva evitato il default, Obama aveva dichiarato: “Hopefully next time it won’t be in the eleventh hour”.

Origine della metafora

Nel riportare la frase di Obama non tutti i media italiani avevano riconosciuto il modo di dire e anziché usare espressioni equivalenti erano ricorsi a traduzioni letterali come Speriamo che la prossima volta non ci ridurremo all’undicesima ora o a descrizioni come accordo dell’undicesima ora.

Continua a leggere   >>

Il misterioso Programma di controllo Big Data

Leggo qui che Glenn Greenwald, il giornalista che in The Guardian seguiva lo scandalo noto solo in Italia come Datagate, ha criticato duramente un editoriale di Gianni Riotta, Trasparenza contro il Far West.

Ho letto l’articolo di Riotta e a proposito di trasparenza “linguistica”, mi chiedo che interpretazione diano i lettori con scarse conoscenze di inglese della frase iniziale, Fa benissimo la Francia a lamentarsi del programma di controllo Big Data, regia della National Security Agency americana, e due frasi nel resto dell’articolo, Tutti i paesi conducono analisi Big Data del traffico di informazioni, online e offline e I Big Data sono arma letale a doppio taglio.

Big Data o big data?

L’uso delle maiuscole suggerisce che Big Data sia un nome proprio e che nella prima occorrenza faccia riferimento a un programma specifico che chi legge dovrebbe conoscere, ma al momento le uniche occorrenze di programma di controllo Big Data riconducono all’articolo di Riotta e in inglese non si ottiene nessun risultato né per “big data control program” né per “big data control programme”.

Continua a leggere   >>

Il “bungalow” di Kurt Cobain

Ho sentito alla radio che negli Stati Uniti è in vendita il bungalow dove ha vissuto il cantante dei Nirvana Kurt Cobain durante l’infanzia. Credo che molti ascoltatori italiani abbiano pensato alle casette di una o due stanze per le vacanze, tipiche dei villaggi turistici, e probabilmente abbiano immaginato un ambiente alquanto angusto per la vita di tutti i giorni.

In inglese però bungalow ha un significato diverso: identifica una casa che ha solo il piano terra ed eventualmente un ulteriore piano mansardato, e che quindi può avere anche parecchie stanze.

immagine della casa di Curt Cobain

Continua a leggere   >>