La doggy bag non è per il cane!

sacchetto di carta con disegno di cane triste e la scritta “I just know it’s not for me”Chi è stato al ristorante negli Stati Uniti sa cosa si intende con doggy bag: è il contenitore per portare a casa il cibo avanzato alla fine del pasto (ad es. un sacchetto o una vaschetta). È un’abitudine molto diffusa, tanto che i camerieri possono prevenire la richiesta (Shall I box it up?) ed esistono anche le wine doggy bag per le bottiglie di vino non terminate.

Il nome doggy / doggie bag è un eufemismo: gli avanzi sono per i clienti e non per il loro ipotetico cane.

Sono informazioni reperibili in qualsiasi dizionario, ma che non sono state verificate dall’autrice di Ogni cliente ha il diritto di chiedere il ‘doggy bag’, un servizio del TG1 tutto erroneamente incentrato sui cani e i loro proprietari.

La superficialità dei media italiani e le conoscenze approssimative dell’inglese non sono una novità, basti pensare ai falsi amici, però questo esempio mi fa pensare anche a problemi che a volte si incontrano nella localizzazione.

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Dai flash flood alle bombe d’acqua

esempi di titoli con bomba d’acquaIn un post del 2011, flash flood, alluvioni lampo e nubifragi, avevo osservato che i media ricorrevano sempre più spesso all’anglicismo flash flood per descrivere piogge molto violente e intense (in italiano nubifragi) e mi ero chiesta se il prestito si sarebbe affermato.

A distanza di tre anni si può notare che la preferenza per flash flood è stata passeggera e invece si sta imponendo l’espressione bomba d’acqua, allora non ancora molto diffusa e avvertita come nuova.

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Localizzazione: inglese internazionale

Nella versione europea della rivista americana TIME ho letto la storia di un ragazzo adottato che dopo 25 anni riesce a ritrovare il villaggio di origine grazie a Google Earth. La casa è abbandonata ma un uomo lo riconosce e lo porta dalla madre. Frase clou:
She lived about 46 m away.

Come si può immaginare, il testo originale sul sito americano è She lived about 50 yards away. Credo sia stata fatta una conversione automatica, o chi se ne è occupato è stato incapace di distinguere tra misure precise e misure indicative, espresse da cifre tonde.

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Variazione e ripetizione (con partita Iva e tweet)

In Tra ripetizione e variazione Luisa Carrada descrive due tipi di testo che richiedono un approccio diverso: 1 in un contratto, stesse parole per dire le stesse cose, chiarire e orientare; 2 nei testi di un sito web, variazione per accendere l’immaginazione. 

Parole e termini

Sono esempi molto utili anche per ricordare la distinzione tra lessico generico (parole) e lessico specialistico (termini che identificano concetti specifici usati in ambiti specialistici). 

In un testo descrittivo i sinonimi possono essere molto efficaci, mentre in un ambito specializzato, come un contratto, le istruzioni per un prodotto o un testo scientifico, andrebbe sempre usato un unico termine per identificare in modo univoco un concetto specifico e differenziarlo dai concetti correlati, evitando così possibili ambiguità.

Esempi: partita Iva e tweet

Un concetto freccia28[2] un termine è un principio fondamentale nel lavoro terminologico ma non è sempre messo in pratica, ad es. nel sito dell’Agenzia delle Entrate si trova codice Iva, numero identificativo Iva, numero di identificazione Iva e partita Iva. Per un utente non esperto la comunicazione è ambigua. stesso concetto o concetti diversi?

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Potere evocativo del non noto

Vignetta: Caterpillar AM

In un commento a Get your [Jobs] Act together!, Enrico mi ha segnalato la lettera a un quotidiano italiano di un lettore che chiede perché non venga spiegato il significato di “termini stranieri incomprensibili” come jobs act. Ecco cosa risponde il direttore: 

“Prendiamo l’espressione "jobs act", letteralmente significa "legge per il lavoro" , ma quelle due brevissime parole hanno anche un valore evocativo assai più forte perchè richiamano un celebre discorso del presidente americano Obama che si chiamava appunto "jobs act american". È per questa ragione che Matteo Renzi, quando ha presentato le sue proposte per riformare il mondo del lavoro, ha parlato proprio di "jobs act", perchè vuole riferirsi a quel modello di riforme.”

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Da rottamatore a demolition man

La parola della settimana del programma La lingua batte del 22 febbraio è rottamatore. Giuseppe Antonelli ripercorre la storia* del neologismo che, come si intuisce, deriva da rottamazione, un sostantivo in uso nel linguaggio pubblicitario già dagli anni ‘60.

rottamazione

Antonelli sottolinea che Renzi non si è mai autodefinito rottamatore ma che spesso le espressioni usate dai giornalisti in riferimento a un politico finiscono, nel tempo, ad essere attribuite a quello stesso politico.

Prendo spunto da questa osservazione e dalle traduzioni di rottamatore usate dai media di lingua inglese per aggiungere qualche perplessità su alcuni giornalisti italiani.

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Piacevole, parola chiave del momento?

In Le delizie delle tecnologie informatiche avevo segnalato che in inglese l’uso delle parole delight e delightful è in aumento ma che la traduzione letterale delight > deliziare non è adeguata perché in inglese e in italiano le connotazioni sono diverse.

piacevole (agg.): capace di attrarre o di appagare, relativamente a quanto può essere oggetto di godimento o di simpatia: c’era un venticello p.; un conversatore p. – Devoto OlAlla fine di dicembre ho letto E il piacevole scacciò il cool, che prende spunto da un articolo più recente di The Atlantic, Is ‘Delightful’ the New ‘Cool’?, e applica le stesse considerazioni per l’italiano, “localizzando” delightful e cool con piacevole:

Quante volte vi siete trovati a pensare, o dire, o scrivere, «Com’è piacevole», recentemente, a proposito di qualcosa che vi aveva colpito? Se siete in linea con lo spirito del tempo a questa domanda dovete rispondere: «Parecchie volte», perché piacevole — con i suoi sinonimi di delizioso, incantevole, rasserenanteè parola chiave del momento, quella che interpreta meglio le categorie contemporanee.”  [grassetto dell’autrice]

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