Putting liptstick on a pig è un’espressione dell’inglese americano che si usa per descrivere cambiamenti cosmetici a qualcosa di connotato negativamente, nel vano tentativo di renderlo più appetibile o più presentabile.
Terminologia, localizzazione, traduzione e altre considerazioni linguistiche
Putting liptstick on a pig è un’espressione dell’inglese americano che si usa per descrivere cambiamenti cosmetici a qualcosa di connotato negativamente, nel vano tentativo di renderlo più appetibile o più presentabile.
Notizia vista sulla home page di uno dei principali quotidiani italiani:
Si legge che le donne non devono trasformarsi nel piccolo chimico per “realizzare un prodotto speciale fatto in casa al 100% naturale” e si viene invitati a “lanciarsi nel low poo”.
Si scopre anche che l’origine della parola sarebbe “l’unione di shampoo e low, inteso come indice di grado, basso, di agenti chimici nel prodotto”. Piccolo particolare che non è stato preso in considerazione: in inglese poo significa cacca.
Siamo già in piena silly season, perlomeno a giudicare da questa notizia intitolata Torvaianica, porta la pecora in spiaggia. I vigili lo multano, dove si legge:
Più che la scena, è surreale l’inglese farlocco: in italiano è ormai diffusissima la locuzione bau beach (“spiaggia per i cani”) ma in inglese non ha alcun senso. Ce l’ha invece bee beach ma il significato è tutt’altro, spiaggia delle api.
23 giugno 2016: oggi nel Regno Unito si vota se rimanere o meno nell’Unione europea. Da tempo anche in Italia conosciamo il significato di Brexit, la potenziale uscita dalla Ue, e più recentemente anche di Bremain, la permanenza nell’unione.
Brexit e Bremain sono due parole macedonia, formate dalla fusione di due parole diverse che di solito hanno almeno un segmento in comune: in questo caso British+exit (a sua volta modellato su Grexit e inizialmente coesistente con Brixit, Britain+exit) e British / Britain+remain.
Si tratta di un meccanismo di formazione di neologismi comunissimo in inglese (portmanteau words) e a cui ricorre spesso anche l’italiano.
Ieri Alitalia ha mandato due tweet a SAS in inglese, prima e dopo la partita Italia-Svezia, vinta dall’Italia per 1-0 grazie a un gol di Éder che ha consentito la qualificazione dell’Italia e l’eliminazione degli avversari:
Premesso che non seguo il calcio, ho comunque forti dubbi che in inglese, a parte gli italiani, tutti capiscano cosa intenda Alitalia con “biscuit”, soprattutto in un contesto di inglese come seconda lingua.
A giudicare dai media, in Italia si sta verificando un nuovo fenomeno meteorologico chiamato storm line. È scritto in vari modi, con o senza maiuscole e trattino, così non è chiaro se vada inteso come nome proprio o come termine in prestito dall’inglese:
Come per altri anglicismi “meteorologici”, anche l’origine di storm line va trovata nel sito IL meteo, dove spesso le parole inglesi vengono usate a sproposito (inglese farlocco!) oppure vengono preferite a termini italiani equivalenti, in questo caso linea temporalesca.
Esempi di titoli nei media di qualche giorno fa:
Il riferimento è al Rapporto annuale 2016 dell’Istat, dove è ricorrente l’anglicismo jobless. Riferito alle famiglie identifica “quelle composte da almeno un componente fra i 15 e i 64 anni e senza pensionati e in cui nessuno è occupato” – il fenomeno della “piena disoccupazione familiare”.
Notiziola del fine settimana, diventa virale il video di una donna presa da risate irrefrenabili quando indossa la maschera di un personaggio di Guerre stellari:
La fonte è questa notizia e si notano subito due falsi amici:
Il post Migranti: cos’è un hotspot? sta avendo molte visualizzazioni da ricerche sul significato dell’anglicismo, dopo che il ministro Alfano ha annunciato che potrebbero essere creati degli hotspot galleggianti.
Tra le notizie ne ho vista una con fonte in inglese dove si notano due palesi falsi amici:
Forse avete visto il video con cui la regina Elisabetta, il principe Harry e i coniugi Obama promuovono gli Invictus Games, i giochi per reduci e mutilati di guerra:
Nel video si vedono un militare americano e poi anche il principe che dicono “boom” e intanto fanno un gesto con la mano che i media italiani hanno frainteso. Esempi:
Nella maggior parte degli articoli della BBC sul tema Migrant crisis si legge questa nota:
Spiega che alla parola migrant viene attribuito un significato ampio che include ogni persona che si sposta dal territorio del proprio paese, qualunque sia la causa, quindi sia chi fugge da paesi devastati da guerre che chi ha invece motivazioni economiche.
L’apprezzo molto perché mostra la consapevolezza che la parola migrant può identificare concetti diversi in contesti d’uso diversi e quindi può essere fraintesa.
[Aprile 2016] Ieri molti media italiani hanno riportato la prima pagina ipotizzata dal quotidiano americano Boston Globe nel caso Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali. Campeggiava il titolo DEPORTATIONS TO BEGIN che è stato tradotto letteralmente con deportazioni. Esempio:
Se si fa una ricerca per Donald Trump e deportazione o deportare (esempio) si trovano decine di migliaia di risultati. Mi chiedo se chi scrive conosca davvero il programma di Trump e soprattutto i diversi significati di deportation in inglese e deportazione in italiano.
Sui social media gli argomenti che in uno specifico momento godono di maggiore popolarità si chiamano trending topics, in forma abbreviata TT.
Ho notato che in Italia molti li chiamano invece trend topics, probabilmente perché non hanno interpretato correttamente la locuzione inglese.
La parola trending in trending topic è un aggettivo. Deriva dal verbo trend, che ha come significato primario “tendere” nel senso di “volgersi in una direzione”, ma che ultimamente ha acquisito una nuova accezione, specifica del web, descritta nella definizione di Oxford Dictionaries:
Alcune frasi recenti da quotidiani italiani:
♦ Lo studio degli idiomi va incoraggiato ♦ A Cupertino si sente spesso parlare il nostro idioma ♦ La funzionalità introdotta da Google ora funziona anche nel nostro idioma ♦ Padroneggiare due idiomi aumenta la quantità di sostanza grigia nel cervello ♦ Rivolgendosi al tedesco Weber, il presidente della Commissione ha mutato idioma.
È da un po’ di tempo che ci faccio caso: se si escludono gli usi ironici, letterari o aulici, raramente c’è chi dice idioma al posto di lingua, come invece fanno i giornalisti. È un esempio della “priorità variazione” che impedisce di usare la stessa parola due volte, anche a scapito della chiarezza: l’ho descritta in Variazione e ripetizione (con partita Iva e tweet).
Lingua e idioma possono essere sinonimi, ma idioma ha connotazioni di peculiarità* e quindi non è una parola adatta a tutti i contesti e registri come invece lingua. A volte la preferenza per idioma sfiora il ridicolo, come in questo esempio di idioma madre:
Vari media italiani hanno ripreso una notizia di The Guardian sulla sorte infausta degli iPhone 6 riparati in centri non autorizzati. L’aggiornamento a iOS 9 rileva infatti eventuali interventi sul sensore Touch ID o alcuni altri componenti e fa apparire il messaggio Impossibile ripristinare iPhone [nome del dispositivo]. Si è verificato un errore sconosciuto (53). A questo punto l’iPhone smette di funzionare, è impossibile ripristinarlo e vengono persi tutti i dati che conteneva.
The Guardian spiega che Apple non si è premurata di avvertire gli utenti che i loro telefoni will be bricked, espressione resa in italiano con traduzioni letterali di brick. Alcuni esempi: