Anglicismi a caso: escalation di zanzare

I giornalisti italiani hanno il terrore delle ripetizioni e per evitarle a volte ricorrono a sinonimi poco convincenti, come in questo esempio dalla sezione Salute di un noto quotidiano:

Insetti che uccidono: assistiamo a un’escalation? Almeno per quanto riguarda la zanzara comune, sembra di sì. Il forte aumento di casi di febbre del Nilo rispetto agli anni scorsi potrebbe essere legato a fattori climatici che avrebbero favorito l’amplificazione delle popolazioni di zanzare.

Subdoli sinonimi

Si ha l’impressione che per evitare di ripetere la parola aumento (o di usare crescita o incremento) chi ha scritto il testo sia ricorso a un dizionario dei sinonimi, senza però considerare che la sinonimia assoluta non esiste e che le alternative vanno scelte con criterio.

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Virgole di troppo

A Milano c’è stata una manifestazione di protesta per l’incontro tra il Ministro dell’Interno Salvini e il premier ungherese Orban. Nella foto è sovraimpressa una frase di un testo di agenzia (ANSA) ripresa letteralmente da varie testate giornalistiche: 

Love Trumps Hate

La scritta sulle magliette non contiene punteggiatura e chi ha riportato la notizia non si è reso conto che non ha molto senso separare con virgole le tre parole Love, Trumps, Hate. Inoltre, nessuno ha spiegato ai lettori cosa significhino – “amore” e “odio” sono facilmente riconoscibili ma cosa vuol dire trumps in questo contesto? 

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Notizie sulla Siria: caschi o elmetti bianchi?

Esempi di titoli di notizie sulla Siria in inglese e in italiano:

Syria condemns White Helmets evacuation – Elmetti bianchi, la rabbia di Damasco

In inglese il nome White Helmets identifica gli appartenenti all’organizzazione di protezione e difesa civile che si è formata in Siria durante la guerra civile. I media italiani che traducono dall’inglese le notizie sul Medio Oriente usano sia Caschi bianchi che Elmetti bianchi. Qual è il nome corretto?

Helmet

In inglese la parola helmet /ˈhɛlmɪt/ identifica qualsiasi copricapo rigido o imbottito usato a scopo di difesa o protezione da militari, motociclisti e sportivi vari.

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Hooyah!!! E se lo dicono i Navy SEAL…

Hooyah! Mission accomplished (esempi di uso e vignette)

Chi ha seguito il salvataggio dei ragazzini intrappolati nella grotta thailandese avrà sicuramente visto più volte l’esclamazione hooyah!

Inizialmente è stata usata per sottolineato l’evoluzione positiva dell’operazione negli aggiornamenti dei Thai Navy SEAL, le forze speciali della marina thailandese, ed è stata subito adottata anche dai media e nei social: esempi in ‘Hooyah!’: how the Thai rescuers’ catchcry became a global phenomenon.

Origine di hooyah

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Di lingue, segni e gorilla

Koko, the gorilla that learned to communicate using sign language, has died - È morta Koko, la gorilla che imparò il linguaggio dei segni

È morto Koko, un gorilla molto famoso perché era riuscito ad imparare circa 1100 segni di una versione modificata dell’American Sign Language e a usarli per comunicare.

Language: lingua e linguaggio

Ne hanno dato notizia anche vari media italiani con traduzioni molto superficiali che non tengono conto che in inglese viene usata un’unica parola, language, per esprimere alcuni concetti che invece in italiano sono identificati da parole diverse e non intercambiabili, lingua e linguaggio. Un esempio:

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Calchi sintattici: immaginare e mostrare

Un esempio di notizia sull’ennesima sparatoria negli Stati Uniti:

Titolo e sottotitolo: California, spari al quartier generale di You Tube: feriti. Suicida la donna che ha aperto il fuoco. Ad aprire il fuoco una donna, poi morta suicida. Gli agenti hanno isolato la zona ed evacuato l'edificio. Immagini diffuse dai media mostrano dipendenti uscire in fila e con le braccia alzate.

Ho visto anche un’altra versione della frase evidenziata, i video mostravano un gruppo di persone allontanarsi dall’edificio in fila e con le mani in alto. Direi che sono la traduzione di Footage showed people leaving the building in single file with their hands raised above their heads (o frase molto simile). 

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Burian, buran, bora e buriana

Titoli di giornali del 25 febbraio 2018: “Quando fare quando arriva Burian? I consigli degli esperti per affrontare neve e gelo” “Burian non ci spaventa”  “Maltempo, in arrivo Burian”  “Maltempo, ecco Burian e il gelo siberiano”

Nelle notizie meteo della fine di febbraio 2018, caratterizzata da tempo inclemente e basse temperature, è ricorrente il nome Burian. Non è una novità: da anni appare quando l’Italia è colpita da ondate di gelo dalla Siberia caratterizzate da venti forti con neve.

La peculiarità del 2018 è che i media generalisti preferiscono usare il nome senza articolo e con iniziale maiuscola come se fosse un nome proprio, una conferma della mania crescente di personificare alcuni fenomeni meteorologici. 

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La lezione di Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti

Forse conoscete già la vicenda: un periodico online ha pubblicato un’intervista a Samantha Cristoforetti che lei non aveva mai concesso. Ha quindi rimosso la falsa intervista anziché aggiungere un paragrafo introduttivo di spiegazione e scuse ai lettori, come richiesto dall’astronauta.

Cristoforetti ha quindi deciso di spiegare pubblicamente perché questi errori vanno riconosciuti e perché è grave che a qualcuno si attribuiscano parole mai dette.  

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Tanti hacker: buoni, cattivi, etici, “maliziosi”…

immagine di ragazzo con felpa con cappuccio, al computer, ed esempio di messaggio di hacker sul profilo Facebook di Matteo Salvini: “Sono gay #AnonPlus”

La parola hacker è ormai ricorrente nella politica italiana: diversi siti di partiti e politici hanno subito attacchi e intrusioni, ieri (8 febbraio 2018) sono stati hackerati il sito e il profilo Facebook del segretario della Lega Matteo Salvini.

Hacker, una parola ambigua

Nell’uso comune hacker ha connotazioni negative: è il pirata informatico che penetra abusivamente in un sistema per accedere a dati riservati o per sabotarlo, ad es. rendendo un sito inaccessibile o sostituendone il contenuto (cfr. defacing, letteralmente “sfregiare, sfigurare”).

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Dagli Stati Uniti ancora fake news!

coppia seduta sul divano, uomo chiede a donna che sta guardando un t ablet: WHAT’S THE LATEST FAKE NEWS?
Vignetta: Steve Nease

L’American Dialect Society ha scelto fake news come parola dell’anno 2017. Nell’annuncio di qualche giorno fa sono stati evidenziati i due diversi significati che può avere l’espressione a seconda di come, dove e da chi viene usata:

1 disinformation or falsehoods presented as real news
2 actual news that is claimed to be untrue

Le due accezioni sono un esempio di enantiosemia, un tipo particolare di polisemia che si verifica quando una stessa parola ha due significati tra loro contrari.

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Inconvenienti della traduzione amatoriale

Negli Stati Uniti il deragliamento di un treno della compagnia Amtrak ha provocato morti e feriti. Per alcuni media italiani il primo comunicato ufficiale di Amtrak è stato molto criticato per aver descritto l’incidente come inconveniente:

In un comunicato stampa che Amtrak ha diffuso su Twitter subito dopo l’incidente la compagnia ha riferito tra l’altro che “si rammarica per ogni inconveniente”.

In inglese era stata davvero usata una parola che significa imprevisto, contrattempo o lato negativo?

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Italiani che usano aka a caso

L’abbreviazione inglese aka (o a.k.a.), pronunciata /eɪkeɪˈeɪ/, sta per also known as e come l’avverbio alias in italiano si usa tra il nome reale di una persona e lo pseudonimo, il nome d’arte o il soprannome con cui è conosciuta, ad es. Paul Hewson aka Bono. Si può usare anche per nomi alternativi di cose, ad es. football aka soccer (noi diremmo noto anche come oppure semplicemente o).

Aka è un anglicismo di cui non c’è alcuna necessità in italiano ma viene usato comunque, spesso a sproposito. Esempi di uso improprio da una ricerca ristretta a notizie nei media:

cristallo di ghiaccio aka fiocco di neve

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Persona dell’anno, un cambiamento frainteso

La rivista americana TIME ha scelto come Person of the Year per il 2017 The Silence Breakers, chi ha rotto il silenzio sulle molestie sessuali subite e le ha raccontate, in particolare sui social dove le ha condivise con l’hashtag #metoo.

Molti media hanno dato rilievo a una dichiarazione del direttore di TIME che sintetizza le motivazioni della scelta:   

The Silence Breakers: This is the fastest moving social change we've seen in decades and it began with individual acts of courage by hundreds of women - and some men, too - who came forward to tell their own stories.  –  Time Editor-in-Chief E. Felsenthal

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