Se le temperature sono “da record”

Qualche giorno fa Copernicus, il servizio di monitoraggio dei cambiamenti climatici dell’Unione europea, ha pubblicato i dati relativi al mese di gennaio 2025. Alcuni titoli sulla notizia, con un commento del climatologo e meteorologo Giulio Betti:

Immagine di carta europea con anomalie termiche e titoli: 1 Clima, Copernicus: “Gennaio 2025 è stato il più caldo di sempre”; 2 Nuovo record, mai così caldo anche a gennaio; 3 Mai così caldo, record storico per gennaio 2025; 4 Gennaio 2025, il più caldo della storia, 5 Gennaio 2025 il più caldo di tutti i tempi

L’intero commento di Betti:

Non so più come dirlo: scrivere che è stato “il gennaio più caldo di tutti i tempi” non solo è sbagliato, ma anche controproducente! Così sembra che gennaio 2025 sia stato il più caldo degli ultimi 4.5 miliardi di anni. Bisogna sempre riferirsi ad un periodo, altrimenti la fatica è doppia perché mi trovo a dover smentire le sciocchezze e le frottole dei negazionisti e a stigmatizzare titoli che non fanno altro che prestare il fianco alla galassia di chi sminuisce o non riconosce il grande problema rappresentato dal cambiamento climatico.

I dati di Copernicus rivelano che gennaio 2025 è stato, a livello globale, il più caldo dal 1979, l’anno in cui sono iniziate le osservazioni:

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“Zar del Fentanyl”, “predatore”, “bro”…

Ho aggiornato alcuni post che descrivono falsi amici  con nuovi esempi di traduzioni superficiali, imprecise o senza senso nei media italiani.

Fentanyl Czar

Titolo del 3 febbraio 2025 ore 23:04 “Il patto Trump-Trudeau: elicotteri, 10mila uomini al confine e zar del fentanyl”

In seguito alle contrattazioni tra Canada e Stati Uniti per evitare dazi reciproci, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato alcune misure per combattere il traffico di Fentanyl, un oppioide sintetico che nel Nord America causa di molte morti per overdose, e si è impegnato a nominare un’apposita figura istituzionale che se ne occupi:

Canada is making new commitments to appoint a Fentanyl Czar

Come prevedibile, in italiano è apparsa la traduzione letterale ma priva di senso zar del Fentanyl, senza alcuna spiegazione.

Ho aggiunto questo esempio a USA: zar dei confini e ignoranza dei media, dove ho descritto un’accezione della parola inglese czar inesistente nell’italiano zar, con vari esempi d’uso. In sintesi, indica una persona che ha poteri straordinari o a cui è conferita un’autorità particolare in un determinato campo. Si direbbe che la parola piaccia molto a Donald Trump, che vi ricorre spesso, e probabilmente è il motivo per cui è stata usata anche da Trudeau.

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Il “succo di cetriolo” dei tennisti

Due titoli di notiziola in tema tennistico:

Foto di Jannik Sinner in una pausa durante una partita con in mano una bottiglietta con tappo giallo e titolo "Da Sinner a Badosa, perché i tennisti usano il succo di cetrioli?". Vicino, altro titolo: "Da Sinner a Zverev, perché durante i match i tennisti bevono succo di cetriolo".

Il riferimento è a un prodotto commercializzato come Pickle Juice, una bevanda funzionale usata principalmente per combattere i crampi. È contenuta in una bottiglietta di plastica con il tappo giallo che la rende immediatamente riconoscibile.   

A quanto pare in inglese è stata argomento di discussione nei media e nei social. Pedissequamente hanno ripreso l’argomento anche alcuni media italiani che hanno tradotto pickle con cetriolo o con cetriolino sottaceto, ricorrendo alla corrispondenza più frequente “da vocabolario” ma senza fare alcuna verifica.

Pickle, che in inglese americano è il cetriolino e in altre varietà di inglese può indicare varie altre verdure sottaceto, è però anche il liquido di conservazione (aceto, salamoia o altro). È a questo che rimanda il nome del prodotto Pickle Juice che non contiene cetriolo, in nessuna forma:

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Prosternato con rossetto ai piedi di Trump

Esempi di notizie: 1 Vignetta su Jeff Bezos censurata dal Washington post, si dimette l’autrice; 2 La vignetta non pubblicata su Jeff Bezos che ha fatto dimettere una vignettista del Washington Post; 3 Bocciata la vignetta su Bezos e Trump, si dimette disegnatrice del Washington Post; 4 Censurata la vignetta con Bezos inginocchiato davanti a Trump.

È stata riporta anche dai media italiani la notizia che Ann Telnaes, nota vignettista americana, si è dimessa del quotidiano Washington Post dopo che è stata censurata una sua vignetta che raffigurava alcuni influenti personaggi americani in adorazione davanti a una statua di Trump, tra cui Bezos, il proprietario del giornale.

Telnaes ha motivato la propria decisione in Why I’m quitting the Washington Post, dove ha incluso anche una bozza della vignetta:

Vignetta che raffigura una statua di Trump su un piedistallo, davanti a cui c’è Topolino prostrato e in ginocchio con sacchi di dollari Bezos, Altman e Zuckerberg, e prostrato Soon-Shiong con labbra protruse e un rossetto in mano.

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La misteriosa scritta sul muro

Da una notizia sul regista americano David Lynch riportata da vari media:

Testo in italiano: Lynch, che cominciò a fumare a 8 anni, ha raccontato di aver smesso soltanto nel 2022, quando le sue condizioni diventarono così gravi da impedirgli di muoversi «senza affannarsi»: «a un certo punto ho visto una scritta sul muro. Diceva: “se non ti fermi, morirai tra una settimana”»

Chi legge probabilmente si domanderà di quale muro si tratta (casa propria, strada, o altro) e chi ha prodotto la scritta, però non viene specificato null’altro.

È un esempio di traduzione imprecisa in cui non è stata prestata sufficiente attenzione al testo originale inglese, dove il dettaglio significativo è l’articolo usato:

Testo in inglese: In 2020, Lynch was diagnosed with emphysema, but even that alarming news wasn’t enough to get him to stop. It took two more years before he finally gave it up. “I saw the writing on the wall. and it said, ‘You’re going to die in a week if you don’t stop,’” says Lynch

In inglese the writing indica che è la scritta, quindi un riferimento specifico e già noto anche al destinatario. L’uso dell’articolo determinativo avrebbe dovuto segnalare a chi ha tradotto che, in mancanza di altri elementi identificativi, non poteva trattarsi di un oggetto particolare ma di una metafora e quindi di un’espressione figurata.

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USA: zar dei confini e ignoranza dei media

Notizia in inglese dell’11 novembre 2024:

testo: Trump announces Tom Homan, his former acting ICE director, will be administration’s ‘border czar’

Inevitabile che nei media italiani la locuzione border czar venisse tradotta letteralmente, senza alcuna riflessione su come vada interpretata, perché non sono stati riconosciuti i falsi amici czar ≠ zar.

Alcuni esempi di titoli in cui appaiono zar confine, di confine, del confine e dei confini:

Esempi: 1 Donald Trump nomina l’intransigente Tom Homan zar di confine (Rai News); 2 Tom Homan, lo zar dei confini, avverte i migranti irregolari (Secolo d’Italian); 3 Tom Homa, chi è zar confini di Trump (Adnkronos); 4 Trump nomina il falco Tom Homan come zar del confine (ANSA)

Ripropongo quanto già illustrato in Gli zar possono essere falsi amici [2021].

In inglese la parola tsar o tzar o czar ha lo stesso significato storico di zar in italiano (titolo imperiale usato in alcuni paesi slavi e in particolare in Russia fino alla rivoluzione del 1917), ma ha anche accezioni figurate tipiche del linguaggio giornalistico e della politica, ora prevalenti, che invece sono assenti in italiano.

Czar può significare autocrate ma più spesso nell’uso contemporaneo indica una persona che ha poteri straordinari o a cui è conferita un’autorità particolare in un determinato campo. In inglese possono essere chiamate czar figure che in italiano descriveremmo come responsabile straordinario, commissario straordinario o superdirigente o in alcuni casi massimo esperto oppure, in diplomazia, inviato straordinario o ministro plenipotenziario.

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Uniche certezze sulle elezioni americane

Vignetta sulle elezioni presidenziali americane e word cloud con le parole descritte in questo post

Negli Stati Uniti oggi 5 novembre è Election Day (il martedì dopo il primo lunedì di novembre) e i sondaggi sulle elezioni presidenziali non sono in grado di indicare chi tra i due candidati prevarrà.

L’unica certezza su quello che succederà oggi sono le parole ed espressioni che sicuramente troveremo nelle notizie in italiano. Ripropongo qui alcuni plastismi e falsi amici ricorrenti che ho già evidenziato negli anni scorsi. 

In Cliché dei media italiani: the Donald, tycoon ho descritto due nomi immancabili nelle notizie italiane su Trump ma che in inglese non vengono affatto usati nel contesto delle elezioni presidenziali. Alquanto improbabile che un consigliere di Trump lo chiami allo stesso modo della prima moglie, come invece fa intendere questo titolo:

Il consigliere di Trump all'AGI: “Vi spiego perché vincerà The Donald”

Un classico di tutte le elezioni, non solo americane, è l’errore exit pool anziché poll, cfr. I problemi degli exit pool / pole.

Testo: Elezioni USA 2024: notizie, exit pool e risultati

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Desaparecidos in Spagna?

Un dettaglio osservato da @jhack in una notizia sull’alluvione del 29 ottobre a Valencia è rappresentativo di un fenomeno ricorrente nei media italiani:

Testo da un articolo del Corriere della Sera: “Nel giorno in cui le autorità spagnole decidono finalmente di dispiegare a pieno la macchina logistica per affrontare l’emergenza, un’anziana trovata viva in casa, abbracciata al cadavere della cognata, e un’altra donna estratta da un sottopassaggio, sollevano lo scontato interrogativo su quante persone si sarebbero potute salvare con interventi più tempestivi. Le vittime accertate sono 211 (molte ancora da identificare) ma le stime sui desaparecidos le alzerebbero a dieci volte di più.”

È l’ennesimo esempio di terrore delle ripetizioni e conseguente ricerca ossessiva di sinonimi che prevalgono sulla precisione e la correttezza delle informazioni. Spesso, come in questo caso, le alternative scelte tradiscono conoscenze inadeguate del lessico italiano.

Titolo in spagnolo: “Qué se sabe sobre los desaparecidos de Valencia: por qué no se conoce la cifra real”

In spagnolo la parola desaparecido indica genericamente una persona di cui non si sa né dove sia, né se sia ancora in vita. In italiano invece è stata acquisita come prestito con un’accezione specifica e una restrizione di significato rispetto alla lingua originale, come spesso accade ai forestierismi.

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Solo nei media: f–king ➝ “fottuto re”

⚠️  STRONG LANGUAGE  ⚠️

Nel suo ultimo libro il giornalista americano Bob Woodward ha riportato una frase molto colorita di Joe Biden, “That son of a bitch, Bibi Netanyahu, he’s a bad guy. He’s a bad fucking guy”, che è stata tradotta malamente dall’ANSA e poi propagata senza alcuna modifica da vari media:

Biden called Netanyahu a ‘bad f–king guy’

Ultima ora ANSA dell’8 ottobre 2024: “Biden ha definito Netanyahu un figlio di p…”. E “un cattivo fottuto re”, secondo il nuovo libro di Woodward.

Incredibilmente, il segmento king in f–king è stato interpretato come se fosse la parola inglese per “re”. Chi ha tradotto non ha riconosciuto uno degli espedienti grafici comunemente usati nei media anglofoni per attenuare le espressioni volgari, ad esempio fucking può essere riscritto come f***ing, f’ing, f–king, effing ecc. Eppure anche in italiano si usano accorgimenti simili, ad es. figlio di p…, un vero str***, caxxo.

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Breton: “Cara Ursula, ti scrivo…” O no?

Un nuovo esempio della faciloneria con cui molti media italiani affrontano la traduzione:

tweet di Mario Tedeschini-Lalli: Almeno un tg e alcuni siti d’informazione italiani citano la lettera di dimissioni del commissario europeo Thierry Breton che si rivolgerebbe alla presidente Von Der Leyen con il “tu”. Ma il testo pubblico è in inglese e in francese sembra più correttamente tradotto con il “vous”

Contesto: le dimissioni del commissario europeo Thierry Breton presentate alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen con una lettera in inglese che Breton ha reso pubblica. È una comunicazione che avviene in un contesto istituzionale formale: 

immagine della lettera di Breton

In inglese non esiste la distinzione di pronomi allocutivi informali e formali come in italiano, e ci si rivolge a chiunque con you. Non significa però che non esistano modi per esprimere il tipo di relazione tra emittente e ricevente, indicata dai due parametri di simmetria / asimmetria e di confidenza / distanza.

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Trump ha davvero minacciato Taylor Swift?

Titoli fuorvianti nei media italiani sulla reazione di Donald Trump alla decisione della cantante Taylor Swift di sostenere la candidatura di Kamala Harris:

Foto di endorsement di Taylor Swift e titoli italiani: 1 Trump attacca Taylor Swift: “Pagherà per aver sostenuto Harris”; 2 Trump attacca Taylor Swift dopo l’endorsement a Kamala Harris: “Ne pagherà il prezzo”; 3 L’attacco di Donald Trump a Taylor Swift “Pagherà l’endorsement a Kamala Harris”; 4 Donald Trump giura vendetta dopo l’endorsement di Taylor Swift

Ho visto che in italiano molti hanno discusso le parole di Trump come se si trattasse di una minaccia o anche un avvertimento in stile mafioso, mentre in inglese una reazione ricorrente è ilarità

Cos’ha detto veramente Trump su Swift? Durante un intervento telefonico a Fox News, Trump ha affermato che in seguito all’endorsement “she’ll probably pay a price for it in the marketplace, e cioè ha opinato che Swift potrebbe averne un danno economico* (presumibilmente per la perdita dei fan pro-Trump). È un’affermazione risibile perché Swift è ricchissima: si stima che il suo patrimonio superi il miliardo di dollari e che ogni suo concerto generi introiti tra i 14 e i 17 milioni di dollari.

Pay a price for it

In inglese si usa l’espressione idiomatica pay a / the price for something / for doing something nel senso di pagare lo scotto, pagare le conseguenze, ossia subire gli effetti negativi di qualcosa che si è fatto, di un errore o anche di mera sfortuna. I titoli italiani invece evocano anche l’idea di fargliela pagare (“punire”), associazione assente nella frase inglese.

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La regina e il rude scudiero

Notiziola su una battuta della regina Elisabetta a un suo dipendente (“you were very rude to me”):

Titolo: L’ultima battuta della regina Elisabetta: “Che rude nominare la mia età”. Sottotitolo: Il fedele scudiero Terry Pendry ricorda una cavalcata con la sovrana poche settimane prima della morte
fonte inglese: Daily Mail 

Nel mio elenco di falsi amici finora non avevo considerato rude rude perché è uno degli esempi più noti, tra i primi che si imparano: rude è una parola del lessico di base (livello A2). Eppure il corrispondente da Londra di un noto quotidiano ha dimostrato di non sapere che, riferito al comportamento di una persona

  • rude in inglese significa maleducato, scortese, sgarbato, che non conosce le regole del vivere civile (un sinonimo più formale è impolite)
  • rude in italiano significa scontroso, brusco, scostante

Non credo che l’esempio riportato sia una svista perché lo stesso giornalista recentemente ha fatto lo stesso errore riportando una descrizione di Donald Trump attribuita alla regina Elisabetta: very rude in inglese, rude in italiano. E non si può neppure incolpare la traduzione automatica: frasi inglesi con al loro interno rude vengono tradotte correttamente con scortese o maleducato.

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Punti di vista: davvero ci interessa demure?

Nelle scorse settimane avete notato il proliferare di articoli in italiano sulla parola inglese demure, tormentone su TikTok? Alcuni esempi di titoli:

Foto della tiktoker Jools Lebron con didascalia “How to be demure and modest and respectful at the work place”. Titoli italiani: 1 Cosa vuol dire demure; 2 Demure: tutto sul nuovo trend (nato su TikTok) di cui tutti parlano; 3 Cos'è questo demure di cui parlano tutti; 4 Demure, il trend di TikTok conquista tutte: da Kamala Harris a Jennifer Lopez; 5 Che cosa significa demure e perché vogliamo esserlo tutti: dal trend TikTok alla Casa Bianca
(nella foto l’influencer statunitense Jools Lebron che ha fatto diventare virale la parola demure)

Gli articoli sono molti simili: riprendono testi in inglese, tradotti più o meno letteralmente, e tutti gli esempi d’uso sono in inglese e riguardano persone americane. I titoli italiani inducono a pensare che sia un argomento che ci riguarda direttamente (tutti ne parlano… [noi] vogliamo… vorremmo…), e invece non viene fatto nessun esempio d’uso in italiano o in contesti italiani.

È un fenomeno ricorrente nei nostri media: ci viene riproposta pedissequamente qualsiasi tendenza del mondo anglofono, come se tutto ciò che è rilevante in inglese debba esserlo automaticamente anche in italiano. 

Indipendentemente dall’argomento, spesso si ha l’impressione che chi ricicla le notizie non si faccia alcuna domanda sull’effettiva rilevanza in un contesto culturale diverso e sui destinatari del testo, e quindi non cerchi di capire se nel passaggio dall’inglese alla traduzione è necessario cambiare il punto di vista e operare adattamenti al testo, ad esempio integrandolo con informazioni aggiuntive.

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Eriksson “primo manager inglese d’Oltremanica”

Ecco come una delle principali agenzia di stampa italiane ha dato la notizia della scomparsa del noto allenatore di calcio svedese Sven-Göran Eriksson:

Il titolo dell’articolo poi è stato modificato ma nel testo è rimasta una palese traduzione errata e incompetente dall’inglese:

Sven-Göran Eriksson, England’s first overseas manager and winner of multiple honours at club level, has died at the age of 76.

Posso immaginare la fretta di pubblicare subito una notizia rilevante, ma stupisce comunque che chi ha tradotto (no, non è traduzione automatica!) non abbia capito che England’s non significa “inglese” ma dell’Inghilterra nel senso di nazionale di calcio, e che in questo contesto calcistico manager è un falso amico: equivale a commissario tecnico (in italiano spesso chiamato informalmente mister, un altro falso amico).

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Passare torce, fiaccole e testimoni

Titolo in inglese: Biden passes the torch to Harris in tearful goodbye at Democratic National Convention. Titoli in italiano: 1 La convention. Un commosso Joe Biden “passa la torcia” a Kamala: lei è la democrazia; 2 Convention democratici, Biden: “Passo la torcia a Kamala Harris”; 3 Joe Biden e il discorso alla convention democratica di Chicago: “Pronto a passare la torcia a Kamala Harris”

Nelle notizie dagli Stati Uniti sulla convention del partito democratico per ufficializzare la candidatura di Kamala Harris è ricorrente un esempio che tradisce scarse competenze linguistiche: l’espressione idiomatica inglese pass the torch, un metaforico passaggio di consegne o di funzioni, viene tradotta letteralmente con passare la torcia. Evidentemente chi lo fa non riconosce l’uso figurato di pass the torch e non si rende conto che in italiano esiste un’espressione che ha la stessa funzione, passare il testimone.

Stessa superficialità anche qualche settimana fa nella traduzione di notizie dall’inglese in cui l’espressione pass the torch era apparsa ripetutamente, sia prima che dopo la rinuncia di Joe Biden alla propria candidatura. Esempio:

Titolo: Biden è infuriato con Obama e Clinto ma è ancora pressin: “joe, passa la torcia”

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