Curiosità sulle curiosità

In Piazza Castello a Milano ci sono dei pannelli che illustrano la riqualificazione degli spazi verdi e invitano a sperimentare la Digital Experience con l’app SmartPark Experience.

Questi nomi in tipico itanglese milanese sono anche una conferma che l’abuso di anglicismi è spesso inversamente proporzionale alla conoscenza dell’inglese, perlomeno a giudicare da alcune traduzioni inadeguate viste sui pannelli, come questa (sottolineature mie):

Foto di dettaglio del pannello con scritta in italiano “Scopri le curiosità sulla nuova piazza” e in inglese “Discover the curiosity about the square”

Ho scelto questo esempio perché mette in evidenza l’anisomorfismo delle parole curiosità in italiano e curiosity in inglese: non c’è piena corrispondenza di tutte le accezioni.

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Autunners e altri “anglicismi” di stagione

Immagine con frasi di esempio: 1 Benvenuto AUTUNNO  stagione del mio cuore! Felice equinozio d'autunno a tutt* (ma agli autunners di più!); 2 Cari autunners, mi spiegate cosa ci sarebbe di bello in questa stagione? Freddo, pioggia, umidità, le prime muffe sui muri, poca luce...; 3 Buongiorno autunners eccoci qui abbiamo superato anche questa estate di merda ora godiamoci le serate passate a sorseggiare tisane calde avvolti in un plaid; 4 io sono team autunno, sono una fiera autunners

In Propaganders, ereditiers, chilavisters, angelers… ho già descritto i nomi scherzosi di fan, frequenti sui social, che vengono formati aggiungendo i suffissi inglesi er e s ai nomi propri di programmi televisivi o di personaggi dello spettacolo.

Ho notato che come base ora vengono usati sempre più anche nomi comuni, come negli esempi di autunners per chi preferisce l’autunno ad altre stagioni.

Testo di esempio: le persone hot non sono né estaters né inverners sono primaverers, la stagione migliore non fa né troppo caldo né troppo freddo le giornate si iniziano ad allungare in più non è ancora terminata la stagione televisiva trash io amo la primavera

Come già osservato, i nomi ibridi di questo tipo sono palesi pseudoanglicismi e hanno la peculiarità di essere usati nella forma pluraleers non solo per l’insieme dei fan ma anche per una singola persona.

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Inglese farlocco: Capacity Italy

schermata dal portale Italia Domani: immagine di città italiana e testo Capacity Italy: lo sportello tecnico a supporto della PA per l'attuazione del PNRR

Dubito che riuscirò mai a scoprire cosa spinge i funzionari delle istituzioni italiane a privilegiare nomi in inglese o pseudoanglicismi per denominare nuovi servizi, programmi o iniziative destinati esclusivamente a cittadini italiani.  

Un esempio è Capacity Italy, “lo sportello tecnico a supporto della PA per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (Italia Domani). Non sono riuscita a trovare nessuna spiegazione su come vada inteso il nome: non nei siti dedicati italiadomani.gov.it e sportellotecnico.capacityitaly.it, né nelle pagine di presentazione delle varie istituzioni che l’hanno promosso, come il Dipartimento della funzione pubblica. Non è d’aiuto neppure il video promozionale:

Capacity in inglese

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Chi ha paura del dizionario?

Fa parlare di sé l’edizione 2022 del Dizionario dell’Italiano Treccani, annunciata con varie novità tra cui l’abbandono della convenzione lessicografica tradizionale di registrare sostantivi e aggettivi nella forma maschile singolare e con indicazione solamente della desinenza per il femminile.

È stato scelto invece di lemmatizzare ogni forma femminile, dando quindi lo stesso rilievo ad entrambi i generi, elencati in ordine alfabetico. Ad esempio, si passa
da     bambino s. m. (f. –a)  
a       bambina, bambino n. f, n. m.

Di conseguenza hanno maggiore evidenza i nomi di professione al femminile, che acquisiscono così una loro autonomia lessicale. È un’innovazione a cui è stato dato molto risalto anche dai media. Alcuni esempi di titoli:

Titoli: 1 Parità di genere, la svolta nel linguaggio: il nuovo vocabolario Treccani registra il femminile di nomi e aggettivi prima del maschile; 2 Treccani sdogana architetta, notaia, medica e soldata; 3 Dalla soldata alla medica: la svolta gender della Treccani; 4 La Treccani cede al marketing gender; 5 Treccani è il primo dizionario a introdurre la parità di genere nel linguaggio per eliminare gli stereotipi

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Paracadute e paracadutismi elettorali

Immagine di paracadute in cielo e titoli: 1 Elezioni, da Letta a Conte a Salvini: il i leader il paracadute di più collegi; 2 Voto, candidati con il paracadute e sommersi delle liste; 3 Elezioni politiche, paracadutati ed esclusi in Lombardia; 4 Politiche, la truppa dei candidati paracadutati in Sicilia

Nel lessico politico che caratterizza le discussioni sulle liste elettorali è piuttosto frequente la metafora del paracadute associata ai candidati che hanno certezza di elezione. È particolare perché può essere usata in due modi diversi, candidato con il paracadute e candidato paracadutato, con accezioni che non coincidono.

Candidato con il paracadute

La legge elettorale attualmente in vigore permette le candidature multiple: ciascun candidato può presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali (max 5). Un candidato con il paracadute è chi ha pluricandidatura o viene presentato in un collegio blindato, e quindi ha la sicurezza di essere comunque eletto. 

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Gli anomali front runner in corsa in politica

Un tormentone lessicale delle cronache politiche dell’estate 2022 è front runner, ricorrente dopo una dichiarazione del presidente segretario del PD del 26 luglio: 

Notizia del 26 luglio: “Derubrichiamo questa assurda discussione della premiership ma, se serve, assumo il ruolo di front-runner della nostra campagna elettorale, questa responsabilità, con la massima determinazione”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, nella relazione alla direzione nazionale, in corso alla Camera.

Chi ha familiarità con il significato di front runner in inglese avrà trovato insolito che un politico possa attribuirsi un tale ruolo. Le perplessità aumentano se si osserva l’uso che ne stanno facendo media e politici italiani.

Alcuni esempi di agosto 2022:

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Inglese farlocco: CASH BLACK e ZHEROGAP

Tweet di @EugenioTaf: “cashback e black days! What is this, a crossover episode?”. Immagine: pubblicità con scritta grande “ARRIVA IL CASH BLACK!”, immagine di spazzolini elettrici e scritta piccola “ACQUISTA UNO SPAZZOLINO ORAL-B NERO CON UNA CONFEZIONE DI TESTINE E TI RIMBORSIAMO LE TESTINE”

Sarei curiosa di conoscere il processo di ideazione di nomi pseudoinglesi come cash black, un gioco di parole agrammaticale ottenuto da cashback + black nel senso di “[periodo] con/di grandi sconti” – un’accezione inesistente in inglese, come descritto in Inglese farlocco: Black Days.

Capisco che in questo caso black è anche un rimando al nome del prodotto, ma davvero i creativi pensano che per i consumatori italiani l’espressione cash black risulti efficace e trasparente? Non mi stupirei se molti invece pensassero all’iniziativa governativa per incentivare l’uso di pagamenti elettronici e non a un rimborso parziale per l’acquisto di un prodotto.

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La redenzione passa anche dal supermercato

Da Notiziole di .mau.:

Sabato ho fatto la spesa all’Esselunga e quando sono andato al totem per pagare mi sono trovato la schermata “Redenzione buono benzina”. Ho cliccato su “un’altra volta”: non mi sento così potente da redimere qualcuno.

foto della schermata del totem di Esselunga con immagine di distributore e scritta REDENZIONE Q8, con pulsanti NON ORA e ACQUISTA
(immagine aggiunta da tweet di @latraduzionedim)

Nell’ambito delle promozioni della grande distribuzione da anni ormai è diffuso il calco redenzione, dall’inglese redemption, e a volte i risultati sono involontariamente ridicoli. Esempio:

Il coupon nasce per aiutare a compiere una missione, per far ciò dovrà essere inserito all’interno di un contesto e di un perché. Soprattutto, è importante che l’iniziativa intrapresa sia comunicata nel modo giusto per far sì che il cliente compia il passo della redenzione finale del suo sconto e il completamento della missione.

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Tranquilli, il cörsivœ parlato non fa danni!

Per chi non sa ancora cos’è il cörsivœ parlato, è la presa in giro della cadenza cantilenata tipica di certe ragazze milanesi, caratterizzata da vocali strascicate (allungamento) e trasformate se in posizione finale (dittongazione). È una tendenza ridicolizzata già da qualche anno ma ha fatto notizia nei media generalisti lo scorso maggio grazie ai video virali di una sedicente “professoressa”.   

Mi stupisce che questa notiziola estiva continui a suscitare interesse, ormai da settimane. Non sono invece per nulla sorpresa dalle reazioni sdegnate per l’uso improprio del sostantivo corsivo e per la pronuncia storpiata: succede spesso che l’uso ludico della lingua venga frainteso e causi reazioni negative, o che si confonda un fenomeno con chi lo rappresenta.

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“marmalade sandwich, ma’am?”

Orso Paddington mentre estrae delle fette di pane dal cappello: “Perhaps you would like a marmalade sandwich? I always keep one for emergencies!” Regina Elisabetta mentre estrae del pane dalla borsetta: “So do I. I keep mine in here… for later”

È piaciuto molto il video della Regina Elisabetta con l’orso Paddington che ha dato il via ai festeggiamenti del giubileo di platino del 4 giugno 2022. Chi l’ha visto saprà che l’orsetto le offre un marmalade sandwich che tiene nel cappello, per le emergenze, e lei gli fa vedere che ne ha già uno nella sua famosa borsetta.

Vari media italiani hanno tradotto letteralmente marmalade sandwich con sandwich alla marmellata, senza considerare alcune differenze d’uso tra inglese e italiano.

Paese che vai, sandwich che trovi…

Innanzitutto si nota una differenza di pronuncia:
in inglese la d è muta, si dice /ˈsænwɪtʃ/ o /ˈsænwɪdʒ/,
in italiano invece la d si pronuncia, si dice “senduic” /ˈsɛndwiʧ/.

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M.easy? YEAH, è inglese farlocco istituzionale!

M.easy. Prova il chatbot di Pago in Rete! Chiama il Numero Verde 800.588.518

Dal 2020 le tasse e i contributi scolastici richiesti agli alunni delle scuole statali per le attività curriculari ed extracurriculari devono essere versati attraverso Pago In Rete, il servizio centralizzato per i pagamenti telematici del Ministero dell’Istruzione.

È un servizio essenziale che riguarda tutte le famiglie con figli in età scolare, ma pare che molti abbiano ancora difficoltà d’uso. Per informazioni è stato predisposto un numero verde con risposte automatizzate (chatbot) che è stato chiamato M.easy (o M.Easy), ennesimo esempio di anglicismi usati a sproposito.

Non ho idea di cosa possa voler dire l’iniziale M., che anteposta all’aggettivo easy mi aspetto abbia la funzione di altro aggettivo o di avverbio. Dubito voglia dire molto, ed escludo anche much che sarebbe grammaticalmente errato (corretto: very), però non riesco a farmi venire in mente nessun’altra parola del lessico di base inglese che inizi per m e sia rilevante in associazione a easy

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Inferno e paradiso (e non solo), però di carta!

foto del giochino di carta per bambini descritto in questo post

Come si chiama il giochino di carta tridimensionale che si apre e chiude con le dita e sotto le alette numerate rivela dei messaggi?

Mi sono resa conto che non lo sapevo (o non me lo ricordavo più) quando ho visto un tweet in inglese che lo chiedeva. Per l’italiano ho fatto anch’io la stessa domanda e ho ottenuto varie risposte.

Inferno (e) paradiso è il nome prevalente, usato in varie parti d’Italia (Romagna, Lombardia, Sardegna, Novara, Roma), con l’alternativa paradiso-inferno nel nord della Lombardia.

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Lieti etimi letamici

immagine di mucca con la scritta MANURE HAPPENS

Ho scoperto che le parole inglesi apparentemente non correlate manure /məˈnjʊə(r)/, letame, e manouvre /məˈnuːvə(r)/, manovra, hanno lo stesso etimo: il latino medievale manuopera “lavoro fatto con la mano”, da cui la parola francese manoeuvre che nel tempo ha acquisito due significati molto diversi: 1 lavoro manuale diventato lavoro nei campi, da cui poi la concimazione e per metonimia il letame, e 2 mossa tattica.

Anche la parola italiana letame condivide l’origine con una parola che non sembrerebbe per nulla correlata, l’aggettivo lieto: derivano entrambe dal verbo latino laetare, “concimare”, da cui laetamen e laetus, “fertile”, da cui poi il sentimento di gioiosa serenità.

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Expertise o esperienza?

Esempi: 1 Grazie all’expertise maturato in dieci anni di gestione di bandi pubblici, siamo in grado di abbattere i costi dei servizi di cui avete bisogno; 2 Nella nostra agenzia operano solo figure senior, di ottima qualità e con minimo 10 anni di expertise; 3 Il nuovo direttore ha maturato 8 anni di expertise all’interno di grandi società multinazionali e siamo certi che contribuirà in maniera positiva a supporto dei nostri obiettivi di crescita; 4 Nel nostro studio i problemi sono affrontati con una prospettiva aperta e approfondita grazie a una variegata gamma di expertise maturate negli anni; 5 In sinergia con le vostre idee e il nostro expertise pluridecennale, applichiamo un approccio test & learn che ci consente di prototipare le novità e customizzare i nostri classici; 6 È stato chiesto alle scuole selezionate di far compilare il questionario al docente con la maggiore expertise su questo tipo di ricerca.

Questi esempi da profili professionali e aziendali mi fanno ritenere che chi ha usato l’anglicismo expertise non abbia le idee del tutto chiare sul suo significato. Ho l’impressione che sia stato usato come sinonimo “elevato” della parola esperienza.

Expertise in inglese

In estrema sintesi, in inglese si può fare questa distinzione tra experience ed expertise:

  • Experience ➝ conoscenza diretta acquisita nel tempo grazie ad osservazione e prova pratica; chi ce l’ha è experienced.
  • Expertise ➝ capacità e competenza in un determinato campo/attività acquisita attraverso studio, formazione ed esperienza; chi ce l’ha è [an] expert

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Virgolettati fantasiosi (e “fumosi”)

Tre titoli della stessa vecchia notiziola, del tutto irrilevante ma utile per evidenziare un fenomeno tipico della stampa italiana, i virgolettati fantasiosi:

Titoli: 1 Matrimonio Berlusconi, la ex Pascale: “Si sposa? Auguri. Mi fumerò una canna” -- 2 Nozze Berlusconi con Marta Fascina, Francesca Pascale: “Fumerò uno spinello al loro matrimonio” – 3 Berlusconi, voci di matrimonio con Marta Fascina. Francesca Pascale: “Auguri, fumerò un joint alle nozze”

Sarei davvero curiosa di sapere cosa spinge i giornalisti a cambiare le parole altrui anche in caso di banalità come questa. Come si può vedere dagli esempi, non è neppure una necessità dettata dal risparmio di spazio, e comunque non succede solo nei titoli.

A volte le sostituzioni sono dovute all’assurdo terrore delle ripetizioni, ma sempre più spesso i virgolettati sono completamente inventati. Per chi legge è difficile distinguere tra citazioni attendibili, libere reinterpretazioni e pura immaginazione. 

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