flash flood, alluvioni lampo e nubifragi

Ottobre 2011: molti media italiani hanno usato l’anglicismo flash flood per descrivere un’alluvione improvvisa e devastante come quelle che nei giorni scorsi hanno colpito alcune zone di Liguria e Toscana e prima anche Roma.

Frane e fango, caos in Liguria per il maltempo

In italiano però esiste già la parola nubifragio che descrive  
1) “una precipitazione abbondante, violenta, talora temporalesca, che può provocare in poche ore straripamenti di fiumi, allagamenti e frane” *
ma anche, nell’uso contemporaneo,
2) “il complesso di fenomeni rovinosi (soprattutto frane e devastazioni dovute allo straripamento di fiumi e torrenti) provocati da piogge particolarmente intense” **

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visionary ≠ visionario

Oggi (24 ottobre 2011) esce la biografia di Steve Jobs e presumo che nei media italiani la parola visionario sarà di nuovo inflazionata. Chi sa l’inglese può interpretarla correttamente, altrimenti forse non tutti riconoscono il falso amico visionaryvisionario.

In inglese il sostantivo e l’aggettivo visionary hanno soprattutto connotazioni positive. Nei loro significati più comuni descrivono qualcuno che ha le idee chiare sul futuro e/o che è molto originale e creativo, come si può verificare in qualsiasi dizionario o ricavare dal contesto di espressioni come visionary leadership. Esempio dal Macmillan Dictionary:

voce visionary in Macmillan Dictionary

In italiano, invece, visionario condivide con l’inglese solo il significato relativo alle visioni mistiche mentre le altre accezioni sono decisamente meno lusinghiere, come si può vedere nella voce del vocabolario Zingarelli 2012, appena uscito (in particolare, confrontate l’esempio riformatori visionari e quello inglese visionary reformer qui sopra):

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il cloud e la cloud

Il genere dei forestierismi

In italiano non c’è una regola precisa per stabilire il genere dei prestiti. Le grammatiche indicano che il genere dovrebbe essere determinato dal sostantivo italiano corrispondente (ad es. il biglietto > il ticket, la parola > la password) ma in realtà prevale il maschile, a meno che il riferimento a un sostantivo italiano femminile non sia palese.

Cloud

Fatte queste premesse, mi piacerebbe chiedere a chi non ha già familiarità con i concetti legati al cloud computing che genere assegnerebbe a cloud in italiano: maschile o femminile? Ci pensavo guardando una pubblicità che imperversa in questi giorni:

 Immagine Nuvola Italiana Pubblicità Nuvola Italiana

Nello slogan “La Nuvola Italiana di Telecom Italia. L’unico cloud con la rete dentro”  l’associazione tra nuvola e cloud è esplicita ma il prestito è di genere maschile.
Immagino che la scelta di Telecom Italia non sia stata scontata ma, come è prassi in questi casi, abbia richiesto un’analisi terminologica con la valutazione di vari fattori.

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“Stay hungry. Stay foolish” in italiano

Morgaine, una lettrice del blog, mi ha scritto a proposito di Stay hungry. Stay foolish, la frase pronunciata da Steve Jobs a conclusione dell’ormai famoso discorso ai laureandi di Stanford.

Stay hungry. Stay foolish. Contesto: Jobs aveva spiegato che la frase non era sua ma era apparsa sull’ultimo numero di Whole Earth Catalog, una rivista “alternativa” della controcultura americana che era stata una specie di bibbia per la sua generazione.

Morgaine mi ha chiesto di parlarne perché la traduzione scelta da quasi tutti i media italiani, Siate affamati, siate folli, non è corretta.

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Biffatura (o le beffe del censimento)

Comincio a pensare che i documenti del censimento 2011 siano parte di una beffa progettata da qualche burocrate per prendere in giro i cittadini italiani.

Da oggi si può provare a compilare il questionario online (se accessibile!) ed è stato pubblicato un nuovo documento, il Manuale d’istruzione d’uso del questionario on line (link eliminato perché il documento non è più disponibile sul sito).

Incredibile ma vero, è scritto completamente in burocratese, ignorando qualsiasi convenzione sulla scrittura di istruzioni d’uso per software. Un esempio:

In questa pagina di riepilogo l’utente ha una nozione visiva dello stato della compilazione. In essa sono riportati, a guisa di indice, l’elenco delle quattro aree che compongono il questionario (LISTA A, LISTA B, Sezione I, Sezione II) affiancate da un simbolo di check (o biffatura) che informa se quella parte è stata compilata, nel qual caso il suo colore da bianco diventerà verde.

L’effetto è ridicolo perché anche in questo caso il linguaggio usato contrasta visibilmente con le schermate illustrative del sito, che invece segue gli standard a cui siamo abituati per questo tipo di istruzioni:

istruzioni online

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…ancora sul censimento 2011

Le mie perplessità sul linguaggio usato nei documenti del censimento 2011 sono aumentate dopo aver visto il sito per compilare il questionario online.

Ho scoperto infatti che per le pagine web è stata adottata una modalità di comunicazione diversa, molto più comprensibile, anche se limitata a informazioni generali sul censimento (questionario e istruzioni rimangono invariati). Mi domando se semplicità e chiarezza siano previste solo per chi ha accesso a Internet ma non per gli “analfabeti digitali”?

penna_ISTAT

Per confrontare le due modalità di comunicazione aggiungo qualche dettaglio.

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Censimento 2011: linguaggio poco comprensibile

Dopo aver letto Il lavoro domestico è soltanto un hobby, riflessioni di Bruno Gambarotta sul questionario per il censimento 2011, ho dato un’occhiata al plico ricevuto dall’ISTAT.

Probabilmente gli autori dei testi non apprezzano molto la semplificazione del linguaggio amministrativo* e non hanno mai parlato con qualche rilevatore di censimento, altrimenti saprebbero che alcune parti dei documenti sono ai limiti della comprensibilità.

Nella lettera informativa, ad esempio, c’è una frase che credo di aver interpretato correttamente solo dopo averla letta un paio di volte: 

“A tale proposito la informo che, mentre i dati censuari potranno essere diffusi, privi degli identificativi diretti, anche con frequenza inferiore alle tre unità, ciò non si applica ai dati di natura sensibile”

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Parolacce, software e localizzazione

What do you love (wdyl.com, ora non più disponibile) era la funzionalità di ricerca di Google, disponibile solo in inglese, che restituiva risultati da più di venti servizi diversi in un’unica interfaccia. Se però si digitavano parolacce o volgarità (ad es. shit), si ottenevano informazioni sui gattini (kitten).

C’è chi ha identificato le parole proibite e le ha elencate in Google’s Official List of Bad Words; la scoperta è stata ripresa in vari siti ma va detto che le cosiddette offensive word list sono abbastanza comuni e hanno varie applicazioni nello sviluppo di software.

Ad esempio, servono a evitare che appaiano parole offensive nelle sequenze di lettere e numeri generati automaticamente, come nei codici per la registrazione di software (eventualità non rara, basti pensare all’inglese e alle sue four-letter words!), oppure possono essere usate per filtrare messaggi di posta elettronica o altro contenuto.

Un altro tipico campo di applicazione sono i correttori ortografici, il completamento automatico e i sistemi di riconoscimento vocale e di riconoscimento della grafia.

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Terminologia al CERN

foto Globe – CERN

Gran parlare di CERN in questi giorni! Sono stata una settimana a Ginevra proprio recentemente e nel giro turistico ho incluso anche il CERN, incuriosita più dal Globe, l’edificio di legno che ne è diventato il simbolo, che non dal resto. 

Digiuna di fisica dai tempi del liceo, dove la trovavo una materia noiosa, prevedevo una visita rapida e invece le due mostre permanenti (Universe of Particles nel Globe e Microcosm lì vicino) si sono rivelate così interessanti da farmi rimanere alcune ore.

CERN_glossaryUna prima piacevole scoperta sono stati gli opuscoli in inglese e francese che illustrano Universe of Particles perché includono un glossario. L’ho trovata un’idea davvero efficace, che condensa con semplicità e chiarezza alcune nozioni fondamentali della fisica delle particelle.

Il percorso didattico di Microcosm è spiegato anche in italiano e tedesco ed è completato da note terminologiche che in alcuni casi danno informazioni davvero curiose.

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