Test rapido: che parole vi vengono in mente per completare la frase del titolo?
Il mobile è…
Terminologia, localizzazione, traduzione e altre considerazioni linguistiche
Test rapido: che parole vi vengono in mente per completare la frase del titolo?
Il mobile è…
Ieri i media online titolavano dando grande risalto alla notizia che lo spread era sceso sotto i 300 punti, facendo poi quasi sempre seguire la spiegazione che lo spread è il differenziale tra Btp e Bund tedeschi.
Come è già stato fatto notare da altri (ad es. da .mau., matematico), sarebbe invece preferibile parlare di differenza di rendimento. Vari dizionari registrano l’uso improprio di differenziale, ad es. nel Vocabolario Treccani si legge:
Nel linguaggio economico e sindacale, il termine è talora usato impropriamente con il significato di differenza, divario: ridurre i d. salariali o retributivi (per es., tra gruppi analoghi di dipendenti in diversi settori produttivi); eliminare il d. inflazionistico rispetto ad altri paesi. |
Cartello sulla vetrina di un negozio di Milano temporaneamente chiuso per ristrutturazione:
5 parole inglesi su 9, mi sembra un bel record!
Ho fatto la foto anche perché è da tempo che ho notato che in italiano i sostantivi inglesi fashion e glamour sono usati come aggettivi. Mi domando se sia un adattamento voluto (eccessiva lunghezza degli aggettivi fashionable e glamorous?) o un’interpretazione errata della sintassi inglese, dove alcuni sostantivi possono fungere da aggettivi con funzione attributiva (ad es. fashion trends) ma non predicativa (even more fashionable e non *even more fashion).
Gulp! La lingua delle nuvolette è uno speciale del Portale Treccani dedicato all’italiano dei fumetti.
Chi è (o è stato) un lettore appassionato del periodico Topolino apprezzerà Paperus in fabula… Tesori di lessico ludico di Daniela Pietrini, che con vari esempi evidenzia l’espressività delle storie, molto innovative dal punto di vista lessicale e caratterizzate da “un’inedita mescolanza di elementi colloquiali e ricercati”.
Da bambina ero abbonata a Topolino e ricordo ancora alcune delle parole che avevo imparato leggendolo, come torpedone, tanghero, gaglioffo, turlupinare, tapino e certame (delle nevi, una gara di sci). E poi anni dopo, era stata una piacevole sorpresa scoprire che quasi tutte le onomatopee (GASP, GRUNT, GULP, GURGLE, SOB, MUMBLE, YUK…) erano anche verbi inglesi, seppure con pronunce per me del tutto nuove: inimmaginabile che SIGH si dicesse /sʌɪ/!
A questo proposito ho riguardato una ristampa del primo numero del libretto Topolino, del 1949, per capire se le onomatopee fossero le stesse già allora.
In un articolo commemorativo su Whitney Houston la rivista americana TIME scrive:
« Houston, who died Feb. 11 [2012] at 48, was a populist above all. The music she chose to sing was a careful but thrilling blend of gospel, soul and pop that made her a staple of dance clubs and light-rock stations and helped her become America’s fourth-best-selling female artist of all time. […] And she used her voice to reach the broadest audience she could […]» |
L’ho letto in treno e mi è venuto subito in mente un commento a Trenitalia o Trenispagna?, in cui linus fa notare un potenziale falso amico:
« i termini “populism” e “populismo” hanno significati diversi: in inglese il termine è positivo e significa “fare gli interessi delle persone comuni”, mentre in italiano è negativo e significa “convincere con propaganda demagogica il popolo” […] Una traduzione sbagliata rischia di diventare un concetto, sbagliato!» |
Un problema americano o anche italiano?
Un romagnolo sulla neve di Roma.
Un fenomeno atmosferico e una parola per descriverlo che mi piacciono molto.
I dizionari “tradizionali” vengono consultati per trovare i significati associati a una parola. I dizionari analogici funzionano con il meccanismo opposto: il significato è noto ma non ci si ricorda o non si conosce la parola che si sta cercando e per trovarla ci si affida ad analogie o correlazioni con altre parole.
Qualche mese fa è uscito il Dizionario Analogico della Lingua Italiana (Zanichelli), venduto con CD e licenza online per una consultazione rapida e ora disponibile anche come app per iPhone e iPad.
L’impostazione grafica è efficace e consente di individuare subito le diverse aree di significato anche nel volume cartaceo: le voci sono articolate in rubriche predefinite che suddividono le informazioni in sottoinsiemi lessicali (tipi, parti, caratteristiche, azioni, modi, persone, luoghi, discipline, oggetti, strumenti, patologie, modi di dire, detti e proverbi, curiosità ecc.).
Evviva l’itanglese?
Comunicazione e scelta delle parole: Area C a Milano.
Questa canzoncina ironizza sull’incomprensibilità della terminologia medica inglese e identifica tre problemi che la rendono particolarmente ostica: parole latine (però termini come steatorrhea sono di origine greca), eponimi e acronimi.
Mi è tornata in mente ieri quando ho aggiunto il commento che gli italiani, in generale, conoscono più terminologia medica degli inglesi.
Ieri il Corriere della Sera riportava che in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS
(1 dicembre) alle redazioni dei programmi RAI era stato comunicato il divieto del ministero della Salute di nominare esplicitamente il profilattico (ma il ministro ha poi smentito).
La trasmissione radio Caterpillar ha approfittato di questo contesto per chiedere agli ascoltatori di trovare un nome più accattivante per il preservativo.
Ci sono state proposte molto divertenti e ha vinto un bell’esempio di creatività linguistica, bungarello.
Uno dei conduttori l’ha descritto come “un termine un po’ vezzeggiativo”, cogliendo un aspetto interessante della formazione delle parole.
graffiti a Milano
Quando mi domandavo se il termine flash flood sarebbe entrato nel lessico comune, non mi sarei mai aspettata che comparisse addirittura in alcuni versi in dialetto veneto:
La globalisassion, col fast food, la n’à portà anca el flash flood. I è quele aluvioni, che de boto voja no voja, va tuto soto! |
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[continua su Scurloni e ciel a pegorina] |
Si nota subito che qui flood è maschile e fa rima con food /fuːd/ e non con blood /blʌd/, come ci si aspetterebbe. È chiaro che l’autore ha desunto genere e pronuncia dall’aspetto delle parole, usando come modello un’espressione già nota in italiano, fast food.