focus ≠ focus

Da un articolo di La Stampa sui primi risultati delle elezioni 2013:

Focus sulle regioni in bilico

Nei media italiani la parola focus, di chiara origine latina, appare sempre più frequentemente con il significato generico che ha in inglese di “cosa, persona o situazione a cui si presta particolare attenzione”, “centro dell’interesse”, “punto focale”.

Può suscitare qualche perplessità perché in italiano il termine focus finora è stato usato solo in ambiti specializzati, ad es. in medicina, linguistica e informatica, con accezioni specifiche, come si può vedere nelle voci dei vocabolari Treccani e Zingarelli 2013:

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Bar, barman e barista

In il patio ≠ el patio ≠ the patio ho mostrato come nel passaggio da una lingua a un’altra una stessa parola possa subire cambiamenti di significato e designare concetti simili ma non equivalenti. I sostantivi bar, barman e barista sono un altro esempio.

immagine da The GuardianIn Inglese, un bar è un locale dove si servono bevande alcooliche; la parola è stata adottata in italiano alla  fine dell’800 per designare un esercizio pubblico dove invece si consumano bevande di ogni genere o cibi leggeri.

In Italia un buon caffè si beve al bar, mentre nei paesi di lingua inglese si va a bere un caffè in un café, coffee shop o coffee house, ma non in un generico bar*.

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Ordinamento geografico

Universitaly.it è era “il nuovo portale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, creato appositamente per accompagnare gli studenti nel loro percorso di studi”.

Dove StudiareLa pagina Dove Studiare consente consentiva di trovare un’università scegliendo la città direttamente su una carta dell’Italia (mappa nel sito) oppure selezionando regione e provincia da due elenchi a discesa in un modulo tradizionale. 

Ho trovato davvero insolita la sequenza in cui sono elencate le regioni: non nel tipico ordine alfabetico, come negli altri siti governativi, ma nell’ordine “geografico” in cui si studiano le regioni d’Italia alla scuola elementare e cioè da ovest a est, partendo dal Piemonte al primo posto per scendere verso sud fino alla Sicilia e poi risalire e chiudere l’elenco con la Sardegna all’ultimo posto. La scelta appare ancora più curiosa perché le province / città  sono invece elencate nel classico ordine alfabetico:

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Nei cieli fulmini e lune “blu”

Un’espressione idiomatica ricorrente ieri è stata un fulmine a ciel sereno, pronunciata dal cardinal Sodano in reazione alle dimissioni di papa Benedetto XVI e poi associata alle foto del fulmine che qualche ora dopo, per un’insolita coincidenza, ha colpito la basilica di San Pietro. Anche i media di lingua inglese hanno subito rispolverato l’espressione corrispondente, a bolt from the blue.

The Guardian - Bolt from the blue: Pope's resignation shocks church

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Una mano di greenwash

Alcune osservazioni sull’evoluzione del linguaggio con cui i media, le imprese e le istituzioni parlano di temi legati all’ambiente:

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una evoluzione continua delle parole usate per identificare i temi ambientali: dal termine “paesaggio” si è passati ai generici “natura” e “ambiente”, e grande successo ha avuto fino a poco tempo fa anche la parola “ecologia”. Adesso sono molto diffusi i termini “green”, “sostenibilità” e “bio. Dietro questa evoluzione dei termini possiamo identificare due grandi direttive del cambiamento lessicale
[continua in Dalla “natura” al “green”: come cambia la comunicazione ambientale di Giovanna Cosenza – gennaio 2013]

greenwashingViene citato anche il green washing, spiegato come il “lavaggio nel verde” operato da marchi commerciali che vogliono far passare per ecologici prodotti che magari non hanno le caratteristiche per essere definiti green.

Aggiungo una nota etimologica: l’espressione green washing è modellata su white washing. In inglese whitewash è una pittura murale bianca a base di calce, da cui deriva il verbo whitewash, imbiancare.

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Etimitologia

vignetta xkcd
Wrong Superhero: vignetta di xkcd

Etimologia italiana online

Due interventi interessanti di linguisti italiani sulle etimologie spesso infondate che si trovano online: Wikipedia e le conoscenze etimologiche degli italiani di Mirko Tavosanis e Le fesserie etimologiche di Wikipedia (e non solo) di Michele Cortelazzo. Molti errori sarebbero imputabili a un’opera molto consultata perché accessibile online, il Vocabolario etimologico di Ottorino Pianigiani (1907), che però è “scientificamente impresentabile”, “un reperto archeologico in rete”.

Etymythology

La discussione mi ha fatto venire in mente una parola inglese che mi è piaciuta molto, etymythology, una “leggenda metropolitana in versione lessicale”. È una forma estrema di folk etymology, l’interpretazone arbitraria ma molto diffusa dell’origine di una parola, ad es. come quella che fa risalire l’aggettivo inglese posh all’acronimo di Port Out Starboard Home. Alcune aziende ricorrono all’etymythology per dare una giustificazione accattivante al nome dei loro prodotti, come si può leggere in Watch Out for Etymythology!

Paretimologia

Credo che il neologismo etimitologia sarebbe efficace anche in italiano, anche se al momento non mi viene in mente nessun esempio di interpretazione particolarmente fantasiosa e diffusa che non sia semplicemente paretimologia:

paretimologìa (o paraetimologìa) s. f. [comp. di para– e etimologia]. – In linguistica, etimologia apparentemente plausibile ma senza fondamento scientifico: consiste in genere in un accostamento, sul piano sincronico, di due vocaboli che in realtà hanno etimologia diversa (per es., manometro a mano, anziché al gr. μανός «poco denso»), e costituisce un fenomeno comunissimo nell’attività linguistica di ogni parlante, per cui si hanno talvolta slittamenti indebiti nel significato di alcuni termini (v. per es. obliterare nel sign. 3). Se una etimologia di questo tipo viene accettata per vera da una intera comunità di parlanti, è più propriamente detta etimologia popolare.

[definizione dal Vocabolario Treccani, ulteriori dettagli ed esempi in Paretimologia nell’Enciclopedia dell’italiano]

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Virus, virale, viralità e virulenza

Una striscia di Zits di dicembre 2012, con protagonisti Jeremy e altri adolescenti americani:

Zits – My virus has gone viral

Zits by Jerry Scott and Jim Borgman

Pare che per molti nativi digitali anglofoni il significato più recente dell’aggettivo viral, “che si diffonde rapidamente e conquista grande popolarità”, prevalga su quello originale, biologico e medico, “di virus” o “causato da virus”.

Da qualche anno ormai anche in italiano l’uso figurato dell’aggettivo virale è molto diffuso, ad es. in espressioni come marketing virale e video virale, tanto che nei risultati dei motori di ricerca sembra avere più rilevanza del termine scientifico.

È facile concludere che in inglese il significato più recente di viral, che è anche un sostantivo che descrive qualsiasi contenuto di tipo virale, abbia origine nella metafora del virus, una delle più efficaci e trasparenti usate in campo informatico; più difficile invece capire come sia avvenuto lo slittamento di significato.

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fiscal cuts ≠ tagli fiscali

fiscal cliffIl cosiddetto fiscal cliff è di nuovo al centro delle notizie dagli Stati Uniti. Ne ho già parlato in fiscal cliff – precipizio fiscale e qui aggiungo un particolare su cui non mi ero soffermata: l’aggettivo inglese fiscal e quello italiano fiscale non sono sempre equivalenti.

 In inglese fiscal significa “relativo all’attività finanziaria dello stato” e in inglese americano ha anche un significato più generico di “finanziario” o “economico”.

Anche in italiano fiscale significa “relativo al fisco, cioè all’attività finanziaria dello stato”, in particolare con riferimento alla riscossione dei tributi, e quindi nel lessico comune è quasi sempre sinonimo di tributario (in questa accezione, in inglese si preferisce usare il sostantivo tax con funzione aggettivale, cfr. ad esempio tax incentive e incentivo fiscale). Manca invece l’accezione generica dell’inglese americano.

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