Cosa c’è nella podoteca?

No, la podoteca non è né una collezione di piedi né il termine che in biologia identifica la struttura anatomica che contiene le zampe di alcune crisalidi, come si potrebbe pensare analizzando la parola in base agli elementi formanti colti podo- e -teca, ma è invece la raccolta dei podcast di una radio!

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Giornata ProGrammatica

Giornata ProGrammatica

Il 26 settembre, Giornata europea delle lingue, si festeggerà anche la prima Giornata ProGrammatica dedicata all’italiano.

Rai Radio3 caratterizzerà la propria programmazione con vari interventi a favore di “un uso consapevole della lingua italiana, secondo una grammatica corretta ma non rigida, capace di adattarsi alle varie situazioni comunicative” e con una puntata speciale di La lingua batte (dalle 21 alle 22:45). Si discuterà anche dell’uso e all’abuso dell’italiano nei social media e su Twitter si potranno segnalare gli “orrori” preferiti con  #giornataproGrammatica. Dettagli nel comunicato stampa.

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Service Tax, Made in Italy

La Nota sulla Service Tax nel sito del governo italiano spiega: “Sarà istituita l’imposta sui servizi comunali che sostituisce la Tares”. Ovviamente non sono l’unica che si chiede (domanda retorica!) perché il governo ricorra a una locuzione inglese, Service Tax, per un concetto specifico per l’Italia e per il quale non mancano certo le parole.

Si può notare che sia nell’inglese britannico che in quello americano service tax è una descrizione generica: nel lessico comune non può essere considerata una collocazione e non identifica un concetto particolare. In inglese le imposte locali hanno nomi diversi: nel Regno Unito dall’inizio degli anni ‘90 si paga la council tax, in Irlanda invece è stata istituita la Local Property Tax e anche negli Stati Uniti si ricorre a diversi tipi di property tax.

Una conferma dal corpus di inglese britannico di Google Ngram Viewer:

grafico che mostra le diverse frequenze di property tax, service tax, council tax in inglese britannico

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FUN.COOL.

A proposito di pubblicità, E2 (English as a second language) e pronuncia italiana, ecco un esempio appena visto in Linguista per caso. Massimo Arcangeli descrive l’invasione degli anglicismi nei media come fatti di “ordinaria quotidianità filoinglese” e fa notare che:

Pubblicità Suzuki Swift – FUN.COOL. Un’auto così non la presto a nessuno. [a questi esempi]  “se ne aggiungono altri che ordinari non sono. Strizzano l’occhio a chi d’inglese sa quanto basta a pronunciare [sàmmit] e non [sùmmit] un summit, ma ci giocano talvolta scherzi di dubbio gusto. Come in questa recente pubblicità di una nota casa motociclistica e automobilistica giapponese. Chi l’ha pensata, evidentemente, si è voluto rendere simpatico cavalcando l’imperante volgarità”

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Grafia e pronuncia degli anglicismi: drone

In Italia, si sa, c’è un debole per gli anglicismi. Sono soprattutto sostantivi e nella grafia la tendenza attuale è il prestito non integrato: le parole sono accolte nella forma originaria, senza alcuna modifica e con invariabilità al plurale, mentre in passato si preferivano i calchi (outlaw > fuorilegge) e i prestiti venivano adattati (beefsteak > bistecca, jungle > giungla).

In un commento ricordavo che la pronuncia può essere influenzata dal modo in cui gli anglicismi sono entrati in italiano, ad es. per via orale o scritta o attraverso altre lingue, C’è sempre un’assimilazione dei fonemi stranieri anche se, più che in passato, si cerca di imitare la pronuncia originaria (cfr. esempio di puzzle in Parla come mangi 1).

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Weekend, whisky, windsurf e Windsor

stemma della famiglia reale britannica: i Windsor o gli Windsor? Frase da un articolo sulla famiglia reale britannica:

Il principe ha potere di veto solo sulle leggi che riguardano direttamente gli interessi della sua famiglia, cioè gli Windsor.

L’articolo gli davanti a Windsor non mi suonava corretto, ma riflettendo sulla pronuncia della parola non ero più del tutto convinta neanche da i, così ho cercato spiegazioni e ho scoperto un esempio di ortografia che può influenzare la grammatica.

Tutte le parole che iniziano per w  sono di origine straniera. La lettera w può avere due pronunce: 1) la consonante [v] come in water (e vaso) e 2) la semiconsonante [w] come in web (e uomo). Che articolo si usa nel caso 2)? Lo spiega il linguista Luca Serianni: 

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Chimica, alchimia, affinità e feeling

The chemistry of tears di Peter Carey

copertina di The chemistry of tearsThe chemistry of tears (2012) è un romanzo di Peter Carey con protagonista Catherine, la conservatrice di un museo londinese che nel 2010 è distrutta dal dolore per la morte improvvisa del collega di cui era l’amante segreta da 13 anni. Il suo capo, l’unico al corrente della relazione, le affida il riassemblaggio di un complesso automa del XIX secolo per cercare di distrarla.

La storia di Catherine si intreccia con quella descritta nel diario di Henry Brandling, il committente della macchina, tormentato dalla sofferenza per il figlio malato a cui è destinato l’automa, ultima speranza per farlo vivere. Leggendo le sue parole Catherine pondera il senso di amore, mortalità, creatività e distruttività.

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Ami il tuo gatto?

I verbi love in inglese e amare in italiano non condividono tutti i significati e le connotazioni. In inglese love è molto più frequente dell’italiano amare per segnalare un forte interesse o piacere per qualcosa e in particolare descrive il sentimento intenso di affetto non passionale che in italiano esprimiamo con volere bene.

Ne ha aveva parlato Ilaria Dal Brun in Non basta dire “ti amo” (non più disponibile) con un esempio efficace sulle differenze tra voglio bene al mio gatto, amo il mio gatto e I love my cat.

amore felinoHo ripensato all’esempio di Ilaria quando ho visto una pubblicità di cibo per animali che si conclude con una voce maschile che dichiara “Il mio gatto ama Whiskas e io amo il mio gatto”. 

È la traduzione letterale della tagline inglese My cat loves Whiskas and I love my cat (“il mio gatto va matto per W. e io voglio bene al mio gatto”). Ma la frase inglese e quella italiana comunicano davvero lo stesso messaggio?

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Twoosh e altri twitterismi

Per i 700 anni dalla nascita di Boccaccio (16 giugno 1313) la Società Dante Alighieri ha proposto il gioco Il Decameron in 100 tweet, la sintesi di ciascuna delle cento novelle del Decameron via Twitter, meglio se con un twoosh, un tweet di 140 caratteri esatti, la lunghezza massima di ciascun tweet. Esempi: #14000DB.

Twoosh è una parola macedonia formata di tweet+swoosh (il rumore fatto da uno spostamento d’aria improvviso, ma anche il nome del simbolo della Nike) e ha la peculiarità di avere una data di nascita e una paternità precise, questo tweet:

coining "twoosh", a contraction of tweet-swoosh. It's when your tweet hits exactly 140 characters sans editing –  @rentzsch, 13 July 2007

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Cosacchia

Localizzazione di nomi geografici

Un’attività terminologica che può risultare parecchio laboriosa è la standardizzazione di nomi geografici, come paesi, capitali, lingue e nazionalità, perché spesso coesistono forme diverse, in particolare se c’è stata traslitterazione da un alfabeto non latino o passaggi attraverso altre lingue.

Fonti di riferimento

Andrebbe sempre scelta una fonte di riferimento affidabile a cui attenersi (o da indicare nella guida di stile in mancanza di un database terminologico*), ad es. enciclopedie, siti istituzionali ed eventualmente le rappresentanze dei paesi esteri. In ciascun caso va fatto qualche controllo incrociato perché non sempre le informazioni disponibili sono coerenti.

Kazakistan, Kazakhstan, o Kazakstan?

Un esempio ricavato dal corpus di libri italiani di Google delle possibili varianti nella traslitterazione del nome di un paese in cui si usa l’alfabeto cirillico:

grafico con la ricerca per Kazakistan, Kazakhstan, Kazachstan, Kazahstan, Kazakstan

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