#adottaunsegno: due punti

Oggi è la Giornata proGrammatica. Il tema di quest’anno è la punteggiatura e sono molto contenta di partecipare come “testimone di buona lingua”, inviata dal programma La lingua batte di Radio3. Il mio incontro con gli studenti dell’IIS Paolo Frisi di Milano prenderà spunto dal mio segno preferito: i due punti.

I due punti sono “il segno di interpunzione esplicativo e dimostrativo per eccellenza. Collegano due segmenti di testo fortemente separati da loro dal punto di vista sintattico, ma uniti dal punto di vista del significato: la parte di testo che segue i due punti illustra, chiarisce o dimostra ciò che stato detto nella parte che precede”.

“A woman without her man is nothing”: provate a inserire i due punti al posto giusto!

Bice Mortara Garavelli evidenzia il ruolo metatestuale (e metacomunicativo) dei due punti: agiscono come annunci sul discorso in atto e preparano l’attenzione per quello che segue, ad esempio un elenco o una spiegazione.

Come connettivi possono sostituire congiunzioni subordinative causali (perché, poiché…), coordinative conclusive (quindi, perciò…) ed esplicative (infatti, cioè…), e rendere così meno complessa e più efficace la struttura della frase.

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Ministri, tra terminologia e grammatica

Che effetto vi fa questa notizia?

Nicola Sturgeon sarà la prossima primo ministro della Scozia. Chi è l'unica candidata alla segreteria dello Scottish National Party, dopo le dimissioni di Salmond: gli succederà al governo e nel partito

Prime minister e first minister

Nel titolo ho visto innanzitutto una questione terminologica: nell’inglese britannico esistono due termini che anni fa erano sinonimi ma ora identificano due concetti diversi. Sono prime minister, il capo del governo del Regno Unito, e first minister, il capo del governo nelle quattro nazioni che costituiscono il regno. Sturgeon sarà first minister.

In inglese è frequente che nei linguaggi speciali vengano assegnati significati particolari a parole esistenti per denominare nuovi concetti (risemantizzazione), e che si distingua tra concetti simili ricorrendo a doppioni o a parole analoghe che hanno origini diverse, come first, di radice germanica, e prime, latina. In altre lingue, la minore disponibilità lessicale può complicare lavoro terminologico e traduzione e richiedere soluzioni ad hoc, cfr. watch dog e guard dog e answer, reply e respond.

Il ministro, la ministra e la ministro

Del titolo mi ha colpita anche la prossima primo ministro, una locuzione in apparenza discordante ma in questo caso forse la scelta più utile e meno ambigua tra le diverse opzioni disponibili in italiano, già descritte in La scelta del genere di ministro:

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Il SECURITY WARNING delle Ferrovie dello Stato

Chi viaggia in treno ha sicuramente notato gli adesivi incollati un po’ ovunque nei treni e nelle stazioni, come questi due, visti uno accanto all’altro sulla parete del bagno in un treno Freccia Rossa:

adesivi SECURITY WARNING

Fanno parte di una campagna promossa da Ferrovie dello Stato Italiane e Polizia che sembra destinata esclusivamente a viaggiatori stranieri perché l’unico testo che appare sugli adesivi è in inglese, SECURITY WARNING.

La forma triangolare, tipica dalla segnaletica stradale, dovrebbe indicare che si tratta di un preavviso di esistenza di pericolo ma c’è anche un esemplare tondo, segnale di divieto:

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Si dice o non si dice? Dipende

In Continuum: dalla lingua a Windows 10 ho fatto riferimento alle diverse varietà dell’italiano contemporaneo, rappresentabili in “architetture” simili a questa:

Architettura dell’italiano contemporaneo – schema adattato da G. Berruto, Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo (2012)

Assi di variazione:
diafasico – situazioni di impiego (da formale e formalizzato a informale, con diversi registri d’uso)
diamesico – mezzo o canale di comunicazione (da solo scritto a solo parlato)
diastratico – strati e/o gruppi sociali (da uso “alto”, colto, a uso “basso”, incolto).

Gli assi usati in questo schema evidenziano la multidimensionalità della lingua: a seconda della situazione, dell’interlocutore e delle finalità comunicative sono richieste varietà diverse che possono seguire regole diverse. A scuola invece spesso si imparano norme linguistiche inderogabili che indicano cosa è giusto o sbagliato, senza alternative, in qualsiasi contesto.

La grammatica però non è piatta ma è un universo tridimensionale. È una delle metafore alla base di un libro che mi è piaciuto molto, Si dice o non si dice? Dipende. L’italiano giusto per ogni situazione di Silverio Novelli, giornalista e lessicografo del portale Treccani, dove risponde anche alle domande di grammatica e lessico dei lettori.

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Jobs Act

Settembre 2014: è tuttora al centro dell’attenzione il cosiddetto Jobs Act, un nome usato impropriamente.

Ne ho discusso in Get your [Jobs] Act together! e nell’aggiornamento Definizione ufficiale di Jobs Act, due post molto visualizzati perché risultano ai primi posti nei risultati di ricerche quali “significato di Jobs Act” e “definizione di Jobs Act” (non sono insolite le ricerche con grafie italianizzate come giobs act).

esempi di pronuncia di Jobs Act

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Itanglese a scuola: il cheating

Un’insegnante mi ha segnalato Cheating e INVALSI: mappatura dell’imbroglio scolastico e sue conseguenze, che fa riferimento alla ricerca riassunta in questa presentazione: 

Il "Cheating" nelle scuole italiane: chi imbroglia? via Quattrogatti.info

Il concetto di cheating è definito come “comportamenti opportunistici che causano distorsioni nei risultati delle valutazioni scolastiche” e che consistono in “studenti che copiano in autonomia o con la complicità degli insegnanti” e “insegnanti stessi che determinano scorrettamente i risultati delle valutazioni”.  

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La buona scuola, tra anglicismi e sillabazioni

Ieri il governo ha pubblicato nuove informazioni sulla scuola. Il documento di sintesi in 12 punti ha ricevuto molta attenzione perché erano evidenti diversi errori nella divisione in sillabe di parole a fine riga.

Quasi sicuramente è stato usato software con impostazioni per una lingua diversa dall’italiano. Forse anche chi ha impaginato non era italiano perché è difficile pensare che un professionista non noti errori rilevabili anche dai bambini che hanno fatto la prima elementare. È più difficile invece riconoscere errori di sillabazione in lingue che hanno regole complesse, come l’inglese: dettagli e implicazioni per la localizzazione in Non si sillaba solo a scuola…

Nuove alfabetizzazioni: aumento degli anglicismi?

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Hacking e hackeraggio

Nei titoli sull’appropriazione indebita delle foto private di alcune attrici americane appare spesso il prestito integrato hackeraggio, preferito a quello non integrato hacking. L’uso di entrambi è attestato da parecchi anni nell’uso non specialistico italiano con il significato di “attività esercitata dagli hacker” (cfr. verbo hackerare) ma non mi pare che le due parole si equivalgano.

confronto tra hacking e hackeraggio in Google Ngram ViewerMi sembra che in hackeraggio prevalgano le connotazioni negative di hacker come pirata informatico (chi viola un sistema informatico per danneggiarlo o per acquisire dati riservati), mentre hacking può avere un significato più ampio e includere motivazioni “etiche” (cfr. hacktivism) o implicare particolari abilità informatiche (significato originale di hacker), ad es. per testare la sicurezza di un sistema. Anche il registro e il contesto d’uso non sono gli stessi: hackeraggio è più colloquiale e viene usato soprattutto in ambito giornalistico.

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Dati e stime nei tweet di INGV sui terremoti

Nei mesi scorsi l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha sperimentato un nuovo servizio automatico di comunicazione dei terremoti via Twitter, descritto in Su @INGVterremoti tutte le informazioni dei terremoti in tempo reale.

Finora i tweet sono stati strutturati in questo modo:

tweet di esempio INGV

Alcune informazioni sono abbastanza tecniche, ad es. la data è in formato UTC (1 o 2 ore di differenza), quindi INVG sta studiando un modo più semplice e immediato per comunicare. A questo scopo ha preparato alcune domande e ci invita a rispondere per definire il modo migliore per dare informazioni strategiche in situazioni di emergenza, in cui va condiviso il maggior numero di dati nel modo più efficace ed efficiente possibile.

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Polemiche di ferragosto: vu cumprà e vocabolari

Sintesi del comunicato stampa del Ministero dell’Interno che annunciava la presentazione di una direttiva per la prevenzione e il contrasto dell’abusivismo commerciale:

Alfano: Al via operazione ‘Spiagge sicure’. I turisti, i nostri cittadini, potranno tranquillamente trascorrere le loro giornate in spiaggia, senza la processione dei vu’ cumpra’ – comunicato stampa Ministero Interno 10 agosto 2014

Durante la presentazione e su Twitter il ministro Alfano ha ripetutamente usato l’espressione vu cumprà, quindi ha reagito alle prevedibili critiche affermando che la sua scelta lessicale era giustificata perché vu cumprà “c’è anche sulla Treccani”.

L’Enciclopedia Treccani ha subito precisato che l’espressione vu cumprà è registrata nel vocabolario “a scopo di documentazione, senza volerne in alcun modo legittimare l’uso”, e che nel proprio portale viene evidenziato il registro d’uso spregiativo (esempi qui e qui).

Il giornale del Nuovo Centrodestra non ha gradito la puntualizzazione e ha risposto con Colpi di sole. Vu cumprà: comica risposta della Treccani, ma forse è un fake, notevole per la disinformazione sulle finalità dei dizionari e per l’ignoranza del concetto di registro.

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