Anglicismi governativi: stepchild adoption

uomo 1: “VOGLIONO LA STEPCHILD ADOPTION” uomo 2: “CAZZO! E IO NON SO NEANCHE L’INGLESE”
Vignetta di Altan via F.M. Fontana

Nelle dichiarazioni dei politici e nelle notizie sul disegno di legge “Cirinnà” sulle coppie di fatto e sulle unioni civili è ricorrente la locuzione stepchild adoption, l’adozione del figlio biologico del partner nelle coppie dello stesso sesso. È un anglicismo insostituibile, utile o superfluo?

La locuzione stepchild adoption viene presentata dai media come un istituto del diritto anglosassone, quindi si tratterebbe di un termine di un ambito specialistico che rappresenta un concetto specifico. Ho enormi perplessità su questa interpretazione.

Stepchild adoption: lessico comune o specialistico?

Stepchild è una parola del lessico comune inglese che equivale a figliastro, senza però le connotazioni negative della parola italiana. Anche la locuzione stepchild adoption non ha particolari significati specialistici e pare piuttosto un’invenzione della politica italiana.

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La risemantizzazione di twitter

testo del sommario (dimissioni sindaco Marino): “Sono tanti ad invitare il primo cittadino a resistere che si scontrano con i twitter che chiedono l’addio definitivo”

Il sommario di questa notizia ha attirato la mia attenzione per due motivi: la struttura della frase e i twitter, che inizialmente ho interpretato come “chi usa Twitter”, per me un’accezione del tutto nuova. Poi però ho concluso che chi ha titolato intendeva invece i messaggi (tweet) e che la confusione era dovuta alla sintassi molto approssimativa.

L’ho capito perché ho già notato parecchie occorrenze di twitter (numerabile, iniziale minuscola) usato come sinonimo di tweet, un uso non convenzionale che si riscontra anche nei media. Esempi:

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Primo ottobre

Festa dei remigini

I millennial probabilmente non sanno che per i loro genitori una frase come si avvicina il primo ottobre era sufficiente per evocare la fine delle vacanze estive e il ritorno a scuola, che ogni anno iniziava per tutti il primo ottobre, e che gli alunni di prima elementare si chiamavano remigini.

Sono conoscenze enciclopediche che mi danno lo spunto per ricordare un dizionario molto divertente da sfogliare, Parole per ricordare – Dizionario della memoria collettiva, di Massimo Castoldi e Ugo Salvi, sottotitolato Usi evocativi, allusivi, metonimici e antonomastici della lingua italiana. C’è anche la voce remigino:

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Anglicismi governativi: voluntary disclosure

[Settembre 2015] Il Consiglio dei ministri ha approvato alcune misure urgenti per la finanza pubblica. Tra queste c’è una proroga per la voluntary disclosure

voluntary disclosure?Di cosa si tratta? Di una procedura prevista da vari provvedimenti, tra cui il decreto legge 28 gennaio 2014, n. 4 e la legge 15 dicembre 2014, n. 186, descritti come disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all’estero.

Negli atti legislativi non si trova alcuna occorrenza dell’anglicismo voluntary disclosure. Ricorre invece il termine collaborazione volontaria, la procedura tramite cui si “indicano spontaneamente all’amministrazione finanziaria tutti gli investimenti e tutte le attività di natura finanziaria costituiti o detenuti all’estero”.

Va comunque considerato che in inglese disclosure fa riferimento a qualsiasi azione di rendere pubbliche informazioni nuove oppure finora non note o segrete (da disclose: rivelare, svelare, divulgare, quindi un significato diverso da collaborare e collaborazione). Inoltre, la locuzione voluntary disclosure non fa riferimento esclusivamente ai capitali all’estero (cfr. ad es. la voce di Wikipedia, sulle informazioni rese note dalle società), quindi in italiano le viene attribuito un significato più specifico di quanto abbia in inglese .

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Interferenze dell’inglese: il problema di “con”

L’interferenza è qualsiasi mutamento fonetico, morfologico, sintattico o lessicale in una lingua causato dal contatto con un’altra. L’italiano contemporaneo la subisce soprattutto dall’inglese: prestiti, calchi e falsi amici sono fenomeni lessicali noti anche ai non esperti.

Un caso particolare riguarda la preposizione con, a cui sempre più spesso viene attribuita la funzione di altre preposizioni o di locuzioni che introducono un complemento di limitazione (indica il limite o l’ambito entro cui vale ciò che si dice), come in quanto a, relativamente a, in fatto di, riguardo a, per ciò che riguarda. Gli esempi più tipici sono problema con xyz, cosa succede con xyz e cosa fare con xyz.

Sempre più problemi *con

grafico delle occorrenze di un problema con in Google Ngram Viewer

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Giveaway, per italiani

A cosa vi fa pensare la parola giveaway in un contesto italiano?

GIVEAWAY

Alcuni esempi d’uso:
regolamento del giveaway
anch’io partecipo al giveaway
sono stati sorteggiati i vincitori del nostro giveaway
iscrivetevi al giveaway di inizio autunno: in palio bellissimi premi
oggi vi propongo un MEGA giveaway in cui i premi sono ben 45 ROMANZI
molte blogger che organizzano giveaway mettono in palio dei premi autoprodotti

Gli esempi mostrano che giveaway è uno pseudoanglicismo: è una parola usata con un significato diverso da quello che ha in inglese.

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Italiano, a soggetto nullo

Good grammar is like personal hygiene – you can ignore it if you want, but don’t be surprised when people draw their conclusions.

Da cosa si capisce che la quattro frasi qui sotto sono state tradotte in inglese da un italiano (o comunque riviste da un italiano, se è stata usata la traduzione automatica)?

1 The building may not seem much from the outside, but is a must see . […] 
2 The building explains the differences between the regions: is based on smells and […] 
3 In practice is a non-building, as is formed by […]
4 There is a dark room in which is recreated a very scenographic environment.

Tutte le frasi contengono degli errori tipici “da italiani” che evidenziano alcune importanti differenze grammaticali tra le due lingue.

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Divieti di Trenitalia: NO TRESPASSING

Stazione Centrale - foto La Freccia

Alla Stazione Centrale di Milano bisogna attraversare dei gate per spostarsi dall’atrio ai binari (o viceversa). Alcuni gate sono destinati al transito, segnalato dal simbolo e dalla scritta bilingue ENTRATA – ENTRY. Altri invece sono riservati al flusso in senso contrario, segnalato dal simbolo e la scritta, esclusivamente in inglese, NO TRESPASSING.  

NO TRESPASSING

Sono parecchio perplessa da questa scelta perché di solito in inglese i cartelli No trespassing! hanno una funzione simile ai nostri Proprietà privata. Il verbo trespass infatti ha come significato primario quello di introdursi illegalmente in una proprietà altrui. 

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Tipi di #hashtag

vigneta someecards: #have #hashtags #become #a #permanent #part #of #our #society?

Chi usa Twitter e altri social network può scegliere tra due tipi di hashtag: 1 hashtag con la funzione “classica” di parola chiave, usati per la categorizzazione dei messaggi e la ricerca per argomenti, ad es. #anglicismi, e 2 hashtag con una funzione “social(e)” di commento, spesso composti da più parole, come #muoiodalridere o #nonsenepuòpiù.

Sono chiamati 1 index hashtag e 2 commentary hashtag in uno studio americano che rileva alcune tendenze d’uso in Twitter, riassunte da There are Two Kinds of Hashtags. Mi pare valgano anche per l’italiano:

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Telefoni in vacanza

punto ricezione cellulari 45 minuti a piedi

Ho visto questi cartelli nel parco nazionale dell’Aspromonte nel 2009. A distanza di sei anni appaiono datati, non solo perché presumo che nel frattempo la copertura dei ponti radio sia migliorata e i tempi di percorrenza diminuiti, ma anche per l’uso della parola cellulare.

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Refugee e rifugiato: il lessico della migrazione

In diverse lingue europee si discute del lessico della migrazione e nei giorni scorsi vari media italiani hanno dato risalto a una notizia sull’uso delle parole migrant e refugee in inglese, Why Al Jazeera will not say Mediterranean ‘migrants‘.

Come spesso succede con i riferimenti linguistici, molti hanno dato per scontato che ci fosse totale equivalenza tra le parole, i loro usi e le loro connotazioni in inglese e italiano.

Non hanno considerato che le parole non devono essere isolate dai sistemi concettuali a cui appartengono perché raramente c’è piena corrispondenza tra lingue diverse. Il loro uso è anche influenzato dalle altre parole disponibili in ciascuna lingua. Per l’inglese britannico lo illustra in modo efficace Karl Sharro, libanese che vive a Londra:

The Lexicon of Global Migration 

L’immagine satirica evidenzia parecchie differenze lessicali tra inglese e italiano:

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Si può leggere il focus?

Un post di qualche anno fa, focus ≠ focus, continua ad avere molte visualizzazioni da chi cerca il significato di questa parola latina entrata in italiano attraverso l’inglese (anglolatinismo) e ormai diffusissima nei media. Risulta però poco trasparente e i dizionari di italiano non registrano ancora il significato di “cosa, persona o situazione a cui si presta particolare attenzione”, “centro dell’interesse”, “punto focale”, “enfasi” con cui è stata presa in prestito dall’inglese.

Ho notato che focus ora sta acquisendo anche nuove accezioni inesistenti in inglese, come mostra questo esempio:

Più ore dedicate alla matematica migliorano i risultati? Leggi il focus

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Comunicazione in ospedale

Comunicazione scritta

Nell’ospedale dove tenevo compagnia a una persona malata avevo sempre sotto gli occhi questo avviso:

IMPORTANTE!!!! SI INFORMANO I SIG. PAZIENTI PORTATORI DI PROTESI DENTARIA NEL CASO IN CUI NECESSITANO DI RIMOZIONE DELLA STESSA, DI CHIEDERE AL PERSONALE L’APPPOSITA CUSTODIA, ONDE EVITARE SMARRIMENTI. SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE.

Mi aveva colpita il contrasto che facevano la sfilza di punti esclamativi e il tipo di carattere COMIC SANS, caratteristici di contesti informali, con il testo in puro burocratese, poco adatto per istruzioni a chi di solito porta protesi dentarie: anziani o persone non italiane, che potrebbero non essere abituati a decifrare testi complessi.

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