Growth Act Liguria: potrebbe anche far schifo!

Dal Giornale della Giunta della Regione Liguria del 16 novembre 2015 (grassetti miei):

Legge sulla crescita e gli investimenti. Growth Act Liguria ECCO IL GROWTH ACT: LEGGE SULLA CRESCITA
272 milioni per rilanciare le imprese liguri e far ripartire la Liguria. Il pacchetto di misure che formano il Growth Act, il provvedimento per la crescita economica della regione, sarà condiviso con tutti i soggetti sociali ed economici. Da questo confronto uscirà la legge.

I legislatori liguri che hanno preso a modello il Jobs Act si sono dimostrati ignoranti come i loro colleghi al governo: in inglese la parola act, in particolare se scritta con l’iniziale maiuscola, identifica un atto legislativo approvato dal parlamento e promulgato dal capo dello stato, quindi un concetto che non ha nulla a che vedere con questo provvedimento.

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Cibi corretti

Le descrizioni di questi prodotti vi invogliano al loro acquisto?

Salame di prosciutto. Corretto, non presenta difetti. Ravioli al pecorino e miele. Complessivamente corretti senza difetti evidenti Misto funghi con asparagi. Buon abbinamento, pulito e corretto.

Ho notato questi esempi in due volantini dei supermercati LIDL, dove ho visto anche salmone affumicato corretto, pulito, con aromi non forzati, peperoncini sottolio giustamente piccante [sic], sapore e olio corretti, battuto di olive dal sapore e aromi corretti, funghi caratteristici e puliti, struttura corretta, confetture corrette, caratteristiche e piacevoli e vari tipi di gelato, ciascuno dei quali è corretto e piacevole.

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Crash blossom, protagonista la polizia di Miami

Oggi molti media italiani riportano questa notizia, segnalatami da Rere:

Nuovo video-shock a Miami: la polizia uccide un uomo con un rasoio.

È un esempio di ambiguità sintattica in un titolo di giornale nota in inglese come crash blossom. Come già indicato qui, deriva dal titolo Violinist linked to JAL crash blossoms, riferito a una violinista giapponese che “sboccia” (blossoms) dopo la morte del padre in un disastro aereo (crash), ma interpretato come se avesse a che fare con fantomatici “fiori di schianti” (crash blossoms).

L’ambiguità del titolo (chi aveva il rasoio, la polizia o l’uomo?) ricorda molto quella degli esempi di chi guarda qualcun altro con il cannocchiale, un classico nei corsi di linguistica:

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Sicurezza stradale in Italia: Young & Road

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logo Young & RoadYoung & Road
è il nome di un progetto per la sicurezza stradale finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

Me l’ha segnalato meta/phr(eɪ)Ze come esempio di inglese farlocco: parole facilmente comprensibili anche da chi ha conoscenze rudimentali dell’inglese, ma che insieme sono poco idiomatiche o addirittura errate. In questo caso, chi si è inventato Young & Road non ha saputo applicare alcuni meccanismi lessicali che sono usati anche in italiano.

X & Y

I nomi del tipo X & Y, ricorrenti in marchi e nomi di attività commerciali, sono parole polirematiche: elementi lessicali, formati da più di una parola, che hanno una particolare coesione strutturale e semantica interna. Nello schema X & Y, le due variabili appartengono alla stessa categoria lessicale: due sostantivi, due verbi oppure due aggettivi (poche eccezioni, ad es. formazioni con nomi propri). Esempi di marchi italiani di questo tipo: poltrone e sofà, Stira & Ammira, Libera e Bella.

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Anglicismi governativi: educazione

Prima di continuare a leggere, a cosa vi fa pensare la parola educazione?

L’ha usata Matteo Renzi in un intervento alla giornata Italian Digital Day:

«Semplice – ha detto – riprenderci il futuro». Come? Puntando sul digitale e sull’educazione. «Oggi, potenzialmente, uno studente di un liceo italiano ha accesso a più informazioni di Bill Clinton quando era Presidente degli Stati uniti. Dobbiamo portare al centro dei nostri programmi la parola educazione. Se tu hai tutti gli strumenti e non li sai leggere, sei l’analfabeta della contemporaneità».

Il riferimento è al Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), dove si trovano molte occorrenze di educazione (ad es. un grande obiettivo strategico, portare definitivamente l’educazione italiana nell’era digitala o la visione di Educazione nell’era digitale).

Ho provato a cercare qualche commento sulla dichiarazione di Renzi e ho trovato conferme alla mia impressione che educazione stia diventando una parola ambigua, ad esempio:

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Vi smonto il debunking

Ho l’impressione che ultimamente non si riesca a discutere di veridicità delle informazioni senza usare la parola debunking, intesa come l’azione di smontare notizie inattendibili, incongruenti o non scientifiche [ esempi ].

È un anglicismo insostituibile, utile o superfluo? Per rispondere, iniziamo dal verbo inglese debunk che non è un termine tecnico ma una parola del lessico comune:

debunk: 1 expose the falseness or hollowness of (an idea or belief);  2 reduce the inflated reputation of (someone) – Oxford Dictionaries

Ha avuto origine da un romanzo fantasy americano dell’inizio del secolo scorso ed è formato dal prefisso de– con il sostantivo informale* bunk (o bunkum), ora obsoleto, che voleva dire assurdità, fesserie o fandonie (debunk take the bunk out of things”).

Questo grafico ricavato con Google Ngram Viewer  mostra i sostantivi che negli anni sono stati associati più frequentemente a debunking in inglese:

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Emoji nuova lingua?

Come prevedibile, la scelta di un’emoji come parola dell’anno di Oxford Dictionaries ha suscitato anche parecchie reazioni negative (non è una parola, è la conferma del degrado della lingua…) che mi hanno fatto pensare a questa striscia di Zits:

[striscia Zits]

Siamo davvero spacciati? Non credo. 😉

Mi hanno anche ricordato che ora è disponibile la registrazione dell’intervista che mi aveva fatto Massimo Persotti di Il Salvalingua lo scorso giugno per Roma Ore 10, programma di Francesco Vergovich di Tele Radio Più.

Dopo una breve introduzione in cui avevo spiegato cosa fa un terminologo, avevamo discusso le differenze tra emoticon ed emoji e perché le emoji non possono essere considerate una nuova lingua. Avevo anche sottolineato la differenza tra lingua e linguaggio e fatto riferimento a Blissymbolics, un sistema di scrittura ideografico del secolo scorso che stranamente non viene mai citato nel dibattito sulle emoji come potenziale nuovo linguaggio universale.

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La REI ieri oggi domani

logo REILa Rete REI (Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale) è una rete di professionisti che si occupano di lingua italiana e il cui obiettivo è facilitare la comunicazione istituzionale di qualità, vale a dire in un italiano chiaro, comprensibile e accessibile a tutti.

La Rete REI compie dieci anni e per festeggiarli lunedì 23 novembre a Roma si svolgerà la XVII Giornata REI intitolata La REI ieri oggi domani, a cui interverranno alcuni dei più noti linguisti italiani. Dettagli e programma della giornata qui.

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Anglicismi governativi: federal building

Ieri Matteo Renzi è intervenuto sul futuro dell’area occupata da Expo Milano 2015.

Expo come simbolo di un nuovo Umanesimo: «Non immagino questa come un’area dove trasferire pur prestigiosi immobili» ha precisato. Il progetto presentato con il Demanio è «serio e rigoroso ma non ha il respiro internazionale che Milano merita. Pensiamo che quell’area debba avere un forte valore scientifico e culturale, non solo dei federal building».  – dichiarazioni di Renzi in La Stampa, 10 novembre 2015

Come riportano i principali media, Renzi ha dichiarato che non immagina l’area dell’Expo come luogo “dove trasferire pur prestigiosi immobili” ma pensa invece che “debba avere un forte valore scientifico e culturale, non solo dei federal building”.

I media però non hanno fatto lo sforzo di spiegare cosa si intenda con federal building, una locuzione che per la maggioranza dei lettori credo sia poco familiare. La traduzione letterale palazzo federale crea perplessità perché fa pensare alla sede del parlamento svizzero a Berna, invece si tratta dell’ennesimo riferimento americano:

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L’influenza della traduzione sull’italiano

Ho trovato molto interessante Gemelli diversi: italiano originale, italiano tradotto, uno speciale di sei articoli nel Portale Treccani sull’influenza delle traduzioni sull’italiano contemporaneo, che avviene soprattutto attraverso notizie, film, telefilm, romanzi e legiferazione europea. alcune parole chiave dello speciale sulla traduzione

Nella word cloud alcune parole chiave degli articoli, di cui riassumo i punti principali:

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La “via italiana” alla Scuola Digitale

Pian Nazionale Scuola DigitaleIeri è stato presentato il Piano Nazionale Scuola Digitale che, come recita il comunicato stampa del MIUR, è la “visione di Educazione nell’era digitale” all’interno di La Buona Scuola.

Ho subito pensato ai falsi amici education ≠ educazione e mi è venuta la curiosità di vedere se nel documento integrale del piano ci fossero altre influenze dell’inglese

L’ho letto solo in parte ma ne ho trovate subito parecchie, assieme ad altri aspetti già evidenziati in La buona scuola, tra anglicismi e sillabazioni: maiuscole e altre convenzioni di scrittura “all’americana”, incongruenze terminologiche, errori, refusi ecc.

Maledizione della conoscenza

Anche in questo documento vengono introdotti molti nuovi concetti, spesso con un nome inglese, ma raramente sono spiegati: è la “maledizione della conoscenza”, la difficoltà di immaginare che gli altri non sappiano ciò che chi scrive invece conosce bene (più sotto trovate degli esempi).

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compare ≠ comparare

“Obama fa la smorfia e compara i repubblicani a Grumpy cat”

Qualche giorno fa Barack Obama ha fatto una battuta sui repubblicani, They’re like Grumpy Cat. Il riferimento è alla gatta dall’aspetto malmostoso* che su Internet è un fenomeno virale e anche un meme.

La notizia, Obama compares republicans to grumpy cat, è stata ripresa anche da alcuni media italiani. La traduzione Obama compara i repubblicani a Grumpy cat evidenzia un calco piuttosto frequente che fa confusione tra due diverse accezioni del verbo inglese compare.

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Furbetti del cartellino (e non solo)

Partito Nazionale Furbetti – vignetta di ContemoriÈ tornata nelle cronache la locuzione furbetti del cartellino, stavolta riferita ai dipendenti del comune di Sanremo che timbravano e poi si allontanavano dal luogo di lavoro o timbravano per colleghi assenti.

Viene subito in mente furbetti del quartierino, espressione usata dall’immobiliarista romano Stefano Ricucci, resa nota da un’intercettazione nel 2005 e subito entrata nel lessico italiano. Per il Vocabolario Treccani ha contribuito a fare acquisire a furbetto l’accezione specifica di “chi aggira le regole in modo fraudolento”.

Sul modello furbetti del …ino, ho trovato molto efficace anche furbetti del Maggiolino per i protagonisti dello scandalo Volkswagen.

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Zap → WhatsApp → “uozzap”

gruppo Wazzup dei genitori

Nel 2015 il nome WhatsApp ormai fa parte del lessico quotidiano di milioni di italiani, ma per molti risulta ostico: nelle comunicazioni scritte informali si trovano variazioni di ogni genere (watsap, wattsap, wattsapp, uotsap, uatsapp, uatsap, uorzap…) e nella pronuncia prevale “uozzap”.

WhatsAppNessun dubbio di ortografia se invece l’app fosse stata chiamata Zap, il nome alternativo preso in considerazione dai suoi ideatori americani. Non so quale delle diverse accezioni di zap avessero in mente, probabilmente volevano comunicare rapidità e vivacità.

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