Antivaccinisti? Non sono una novità

Maggio 2016: si discute di nuovo di vaccini dopo una trasmissione Rai che ha dato molto spazio a Red Ronnie, personaggio dello spettacolo del tutto contrario alle vaccinazioni

esempi di notizie su intervento di Red Ronnie sui vaccini

Red Ronnie viene descritto come antivaccinista, una parola italiana che non avevo ancora notato quando ho riportato la grafia insolita di anti-vaxxer, il neologismo americano corrispondente.

La parola antivaccinista non è registrata dai vocabolari italiani ma non è un neologismo. Questo grafico ricavato dal corpus di libri italiani di Google Ngram Viewer indica che era attivamente in uso nella prima metà del XX secolo:

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“Petaloso sarai tu”

locandina del convegno

Mi è piaciuta molto l’idea di chiamare Petaloso sarai tu un convegno dedicato all’italiano al tempo di Whatsapp. Il riferimento è ovviamente alla vicenda di petaloso, una storia simpatica che sui social media è presto degenerata in polemiche assurde.

Ho letto la sintesi della giornata in “Petaloso sarai tu”, cosa e come sta cambiando la lingua italiana. Studiosi e personaggi dello spettacolo hanno discusso tre temi: l’italiano dei social, la diffusione degli anglicismi e il genere femminile per i nomi di professione. Ho guardato alcuni dei brevi video tratti dai loro interventi e ve ne suggerisco tre.

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#SelfiEmployment per i NEET

La partecipazione a To.Ma.To. era coordinata da Invitalia, un’agenzia del Ministero dell’Economia. Ho dato un’occhiata al sito e ho notato parecchi esempi di itanglese.

logo SelfiEmploymentTra tutti mi ha colpita SELFIEmployment, un programma di finanziamenti a tasso zero “per under 29 che vogliono fare startup”. Rientra nella Garanzia Giovani, il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile.

SELFIEmployment è un gioco di parole che unisce selfie e self-employment, in inglese il lavoro autonomo. Questo è il video di presentazione ma non sono riuscita a capire cosa c’entrino i selfie con i finanziamenti per nuove attività lavorative:

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Post rettiloso: alligatori, lucertole, coccodrilli…

foto di alligatore delle Everglades (Florida) con fumetto NON SONO UN COCCODRILLO!!
Alligatore delle Everglades (Florida)

Dal video postato qualche giorno fa ho scoperto che la parola inglese alligator (da cui alligatore) ha origine dallo spagnolo el lagarto. È un esempio di concrezione, un fenomeno di rianalisi in cui un elemento morfologico estraneo (qui l’articolo el) viene saldato a una parola e forma così una nuova unità lessicale.

Aggiungo qualche altra curiosità etimologica.

Alligatori e lucertole

In spagnolo lagarto può identificare rettili diversi: dalla lucertola ai lucertoloni e, in alcuni paesi dell’America Latina, anche il coccodrillo e il caimano (chiamato anche lagarto de Indias). La nostra lucertola invece è lagartija.

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Possiamo dargli torto?

Ho visto parecchie critiche all’uso di dargli in questa pubblicità:

[Range Rover] CI SONO  PERSONE CHE SI IDENTIFICANO CON LA PROPRIA AUTO. COME DARGLI TORTO?

L’uso di gli come pronome indiretto di terza persona plurale è davvero un errore? No, come spiegano tutte le grammatiche contemporanee. Una sintesi di Giuseppe Patota*:

gli / loro («ho visto i tuoi e gli ho parlato / ho parlato loro»): a differenza di gli per ‘le’, l’uso di gli per ‘loro’ è largamente accettato e, anzi, è raccomandabile nel registro colloquiale. Oltre al frequente impiego degli scrittori, antichi e moderni, c’è da tener conto di una ragione strutturale: tutti gli altri pronomi personali atoni si presentano come monosillabi anteposti al verbo (mi parli, ci parli, vi parli, ecc.); solo loro è bisillabico e posposto al verbo (parlo loro), e ciò contribuisce a ridurne l’uso.

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#carino

Avete già visto lo spot della campagna Le parole sono importanti della Treccani per invogliare ad ampliare il proprio vocabolario?

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La descrizione del video spiega perché è stato scelto l’aggettivo carino: “parola frequentemente usata a sproposito, con cui si gioca per evidenziare i molteplici termini e le relative sfumature di significato che troppo spesso colpevolmente trascuriamo”.

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Anglicismi governativi: non-paper e compact

Sul sito del governo si può leggere una proposta dell’Italia all’Unione europea sulla migrazione, pubblicizzata da questo tweet:

tweet di Filippo Sensi (@nomfup) del 16 aprile 2016: “L’integrale del Migration Compact, il non paper italiano sull’immigrazione in UE online sul sito di @Palazzo_Chigi”
(documento non più disponibile)

Anche nel sito del governo appaiono gli anglicismi Migration Compact e non-paper ma non c’è alcuna spiegazione di cosa significhino. È un tipico esempio di maledizione della conoscenza, reso ancora più grave dal sospetto che i due termini siano usati in modo improprio.

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Aperiselfie: occasionalismo o neologismo?

Alcuni titoli apparsi nei media:

Titoli: Matteo Salvini, primo «aperiselfie» con il popolo dei social network · Salvini tra birra e aperiselfie lancia campagna elettorale 2.0 · Salvini, via al tour elettorale nei locali della movida: “Aperiselfie per riprendersi Milano”

L’aperiselfie è un’iniziativa di Matteo Salvini descritta da chi l’ha ideata come “aperitivo elettorale e conoscitivo rivolto al popolo di Facebook”. Chi segue il leader leghista sui social network ora può incontrarlo di persona e magari anche farsi una foto con lui.

La parola aperiselfie farà inorridire i talebani della lingua ma mi pare molto ingegnosa, soprattutto se si considerano i destinatari dell’iniziativa.

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Un post epico!

Esempio di notizia: Deriso per i calzini, la risposta della madre è epica

Un mal di testa epico … le facce di Emma sono epiche … scherzi epici … prevedo reazioni epiche … Grease è un film epico oltre ogni dire … una figura di m. epica … la nuova pubblicità di Actimel è la cosa più epica dell’anno … #CiaoDarwin epica puntatonatweet epici … il video di Singing in the Rain è epico … riuscissi a portare tacchi epici come questi … stronzate epiche …

Vi riconoscete in questi esempi d’uso dell’aggettivo epico? Viene associato a vari tipi di azioni e oggetti ideali e materiali, anche ordinari, con il senso di memorabile, indimenticabile, oltre misura, spettacoloso.

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Anglicismi governativi: Food Act

slide da presentazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Food Act (o Foodact) è un “piano di azioni per la valorizzazione della cucina italiana” presentato lo scorso luglio ad Expo dal ministro delle politiche agricole. L’ho citato in Le comunicazioni istituzionali e il rischio dell’inglese farlocco tra gli esempi di anglicismi che tradiscono conoscenze linguistiche superficiali.

In alcuni paesi di lingua inglese sono in vigore dei Food Act ma si tratta sempre di legislazione su produzione, commercio e sicurezza del cibo (cfr. le norme e gli standard internazionali del Codex Alimentarius). In inglese infatti Act identifica un atto legislativo approvato dal parlamento e promulgato dal capo dello stato, quindi una legge.

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Il Bel Paese degli anglicismi

speciale TreccaniIl Bel Paese dove l’OK suona è uno speciale del Portale Treccani sull’uso degli anglicismi. Ci sono otto contributi, tra cui uno mio, Le comunicazioni istituzionali e il rischio dell’inglese farlocco. Mi sono chiesta da cosa siano motivati gli anglicismi di chi ci governa, con esempi dal mio elenco, e che indicazioni ci diano sulle competenze linguistiche di chi li usa.

Altri dettagli sul mio punto di vista in un vecchio post, L’invasione degli anglicismi. Anche se critica, sono ottimista: non credo ci siano pericoli per la lingua italiana ma penso sia utile distinguere tra lessico comune e lessico specialistico – ne ho accennato anche nell’articolo – e tra forestierismi insostituibili, utili e superflui.

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Archistar, pseudoanglicismo

titoli di notizie sulla morte di Zaha Hadid

Nelle notizie sulla scomparsa di Zaha Hadid è ricorrente la parola archistar, immancabile quando l’argomento è un architetto di grande fama e successo.

È una parola curiosa perché sembra un anglicismo, modellato su superstar o rockstar, e invece ha origine italiana. È stata coniata nel 2003 dalle autrici del saggio Lo spettacolo dell’architettura. Profilo dell’archistar© , Gabriella Lo Ricco e Silvia Micheli, che l’hanno anche “brevettata”: dettagli in Archistar, parola di copyright.

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