Itanglese: storie di parole


copertina del libro Itanglese. Storie di parole da abstract a wine bar

È uscito da poco Itanglese. Storie di parole da abstract a wine bar del linguista Maurizio Trifone, una lettura molto piacevole e informativa per chiunque sia interessato all’itanglese, “l’italiano infarcito di anglicismi e pseudoanglicismi”.

È una rassegna di 75 percorsi di parole inglesi in italiano entrate nella lingua in epoche diverse, ognuna con una propria storia. Per ciascun anglicismo scelto è descritta l’origine in inglese e la sua comparsa ed evoluzione in italiano, con molti esempi d’uso tratti principalmente da archivi di giornali e in misura minore da repertori lessicografici, romanzi, saggi, testi istituzionali e carteggi (ma non da pubblicità, dai social o da corpora di italiano). Per ogni anglicismo vengono inoltre indicate opzioni lessicali italiane.

Anche nell’introduzione prevale un’analisi di tipo diacronico, come ad esempio nella descrizione di come si è affermato il nome itanglese sulle alternative apparse in anni diversi (itangliano, italiese, italese, itenglish, itanglish, italaricano, inglesorum…). Ho trovato molto efficace la sintesi di com’è cambiato nel tempo l’atteggiamento verso gli anglicismi, sia nella società italiana che nelle osservazioni degli specialisti, con una panoramica delle posizioni a volte contrastanti di linguisti che si sono occupati dell’impatto dell’inglese sull’italiano, dai puristi che rifiutavano qualsiasi parola straniera ad alcuni “aperturisti” che tendono a ridimensionare le preoccupazioni sulle interferenze dell’inglese.

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Guadagnino: “torsione bigotta”, “fuori sincrono”

Alcuni titoli su Queer, nuovo film del regista Luca Guadagnino, in cui è palese un’interferenza dell’inglese:

Titoli: 1 Luca Guadagnino e Daniel Craig: il film Queer come risposta alla bigottizzazione americana. Luca Guadagnino e Daniel Craig presentano il film “Queer”, un inno alla diversità ispirato a Burroughs, che affronta temi di identità e libertà, in uscita il 17 aprile 2025; 2 “Queer”, il grido di Guadagnino contro il bigottismo: “La diversità non si cancella”; 3 Cinema contro l’intolleranza: Guadagnino risponde alla deriva bigotta di Trump con Queer

I titoli rimandano a un’intervista di Repubblica in cui Guadagnino si è espresso sugli attacchi di Donald Trump alla comunità LGBTQ+ e alle aziende che praticano politiche inclusive (DEI, diversity, equity, and inclusion):

«In tutti i progetti, storie, personaggi, ho messo in atto ogni politica che si possa definire di diversità, equità, inclusione. Questa torsione bigotta è preoccupante, ma la risposta è continuare a fare le cose come sempre.»

L’aggettivo bigotto significa bacchettone e chi legge di torsione bigotta, deriva bigotta, bigottismo e bigottizzazione penserà che Guadagnino si riferisca alla religiosità di facciata ostentata dall’amministrazione Trump e dai repubblicani. Dubito però che sia quanto intendesse Guadagnino.

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Semantics alla Casa Bianca

Negli Stati Uniti la Casa Bianca continua a minimizzare l’uso di una chat sull’app Signal con cui il ministro della difesa Hegseth ha condiviso informazioni su un’operazione militare in Yemen, poi pubblicate dal giornalista Jeffrey Goldberg incluso per sbaglio nella chat. La risposta ufficiale è incentrata sulle singole parole usate da Goldberg per descrivere l’accaduto: le informazioni condivise sulla chat non erano riservate (“not classified”) e non si trattava di un piano militare (“not a war plan”). Alcune reazioni di media americani:

Foto della portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt e titoli con sottotitoli in inglese: 1 Hegseth’s Leak Would Have Warned the Enemy. The White House Is Using Semantics to Obscure That. War plan or battle plan? Classified or not? The answers to those questions amount to a distinction without much of a difference; 2 Team Trump leans into semantics to downplay Signal group chat scandal. White House officials have had days to come up with a “Signalgate” defense. They’ve settled on a weird point about the meaning of “war plans”; 3 Republicans Play “War Plan” Semantics As More Damning Texts Released

Ho evidenziato semantics perché consente di illustrare un esempio di anisomorfismo tra inglese e italiano dovuto a determinologizzazione, un processo di risemantizzazione con cui un elemento lessicale che in origine aveva un significato fisso e specifico in un ambito specializzato (termine) entra nel linguaggio comune dove assume un significato più generico (parola).

Il termine semantics

Il termine inglese semantics equivale all’italiano semantica quando indica la disciplina scientifica che studia il linguaggio dal punto di vista del significato e che in altri ambiti (semiotica, filosofia, logica…) analizza i rapporti tra segni e referenti.

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Vasco Rossi: in che senso “pazzo visionario”?

immagine della pagina di Instragram che la foto della prima pagina del tema di Vasco Rossi e il commento del cantante che inizia con “Proprio oggi (11 marzo) nel 1972 stavo scrivendo il mio “Tema libero su un tema libero”!

Mi è capitato di leggere Vasco Rossi, il tema a scuola chiesto dal prof «che mi ha aperto il cervello». Cosa aveva scritto da studente e la lezione prima del successo, un articolo che riporta un compito in classe del 1972 condiviso dal cantante. In una delle frasi del tema c’è un aggettivo che ha attirato la mia attenzione perché ritengo probabile che chi legge il testo ora gli attribuisca un significato diverso da quello inteso da Vasco Rossi 53 anni fa:

[…] L’uomo che sogna non serve! E le madri non protestano nel vedersi strappare i figli dal seno per impiegarli e trasformarli in una massa informe di materia grigia, da bruciare come elemento propulsore di questa civiltà. Tutto questo è tanto triste quanto di una evidenza pazzesca. Eppure a volte sono costretto a chiedermi se sono io, il pazzo visionario. La maggior parte di quelli che mi circondano, pare che non si accorgano di niente. […]

Variazione diacronica

Nel 2025 l’aggettivo visionario viene usato prevalentemente con connotazioni positive: è descritto come visionario chi dimostra grande fantasia e creatività e/o che si rivela lungimirante e riesce a immaginare chiaramente come sarà il futuro.

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L’IA “sciacqua i panni in Arno”. Il ruolo della traduzione

Che impatto ha l’intelligenza artificiale sulla lingua italiana e sulla traduzione? Se ne discute lunedì 24 febbraio in un convegno con diretta streaming:

Programma del convegno. Relatori: Giuseppe Antonelli, “L’IA-taliano e le sue varietà”;  Federico Gaspari, “I panni sporchi si lavano in casa: gli studi sulla traduzione alle prese con l’intelligenza artificiale generativa”; Maria Margherita Mattioda, “La traduzione automatica neurale: innovare la didattica per una professionalizzazione delle competenze”;

L’intelligenza artificiale “sciacqua i panni in Arno” – Il ruolo della traduzione è un convegno organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea che lo sintetizza con questa descrizione:

Accademici di spicco esploreranno le interazioni tra gli ambiti dell’intelligenza artificiale, della linguistica e della traduzione, mettendone in luce, tra le altre cose, le ricadute professionali e didattiche e gli effetti sulla lingua che parliamo ogni giorno.”

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Ciaspoling, gommoning, divaning…

Un nuovo nome per le ciaspolate proposte da associazioni turistiche e attività commerciali in alcune località di montagna:

immagine di due ciaspolatrici e testo “CIASPOLING – Attività sportiva assimilabile al trekking ma sulla neve”

Ciaspoling è un tipico esempio di neoformazione ibrida ottenuta da base italiana, ciaspola, con il suffisso inglese –ing che identifica un’azione. In questo caso presumo che al suffisso venga attribuita la funzione ancora più specifica di identificare una pratica sportiva, grazie all’associazione ad anglicismi noti come jogging, trekking, hiking, curling, snorkeling, surfing, free climbing, nordic walking, skating, rafting, spinning…

È un caso palese di inglese farlocco, pensato da italiani per italiani che non sanno che in inglese l’escursionismo con le ciaspole si chiama invece snowshoeing.

Un altro pseudoanglicismo che usa lo stesso tipo di costruzione, base italiana gommone + suffisso inglese –ing, è gommoning, un’attività fatta a bordo di canotti su corsi d’acqua. In inglese si chiama [float] rafting (diventa white-water rafting se prevede la discesa di rapide di fiumi e torrenti ➝ rafting in italiano). Lo pseudoanglicismo gommoning si differenzia però da ciaspoling perché ne viene fatto anche un uso spiritoso che ci si aspetta venga riconosciuto dai destinatari, come nel primo di questi due esempi: 

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Misteri ministeriali: l’origine di alcolock

Nelle notizie sul nuovo codice della strada è ricorrente la parola alcolock. Identifica un dispositivo la cui parte visibile è un etilometro collegato al veicolo che impedisce l’avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico superiore a zero.

Pensavo fosse uno dei soliti pseudoanglicismi usati a sproposito dai media, e invece è proprio il termine a cui ricorre il legislatore nel testo della Legge 25 novembre 2024, n. 177, Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada, dove stabilisce che all’articolo 186 del codice della strada, Guida sotto l’influenza dell’alcool, venga aggiunto il seguente comma:

9-ter. Nei confronti del conducente condannato per i reati di cui al comma 2, lettere b) e c), è sempre disposto che sulla patente rilasciata in Italia siano apposti i codici unionali "LIMITAZIONE DELL’USO – Codice 68. Niente alcool" e "LIMITAZIONE DELL’USO – Codice 69. Limitata alla guida di veicoli dotati di un dispositivo di tipo alcolock conformemente alla norma EN 50436", di cui all’allegato I alla direttiva 2006/126/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006 […]

Alcolock però non è un anglicismo: in inglese questi dispositivi si chiamano [breath] alcohol ignition interlock device (BAIID) o più brevemente ignition interlock [device] (IID) o alcohol interlock [device].

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Dizionario di stile e di scrittura ora online

immagine dell’intestazione del sito del dizionario

Consulto spesso il Dizionario di stile e scrittura di Marina Beltramo e Maria Teresa Nesci, pubblicato da Zanichelli nel 2011 ma ora fuori catalogo e comunque disponibile solo in formato cartaceo. L’ottima notizia è che le autrici hanno deciso di renderlo consultabile online, gratuitamente.

Nella Presentazione trovate indicazioni su come è organizzato il dizionario, a chi è rivolto e quale materiale è disponibile.

“A differenza di un manuale di stile redazionale legato a un contesto specifico (ad esempio una casa editrice o un’azienda), che normalmente descrive solo lo stile editoriale da applicare nelle proprie pubblicazioni, questo dizionario intende offrire, per ogni aspetto trattato, un inventario di soluzioni praticabili (eventualmente commentate per quanto riguarda accettabilità, adeguatezza ed efficacia), fra le quali ciascun lettore può scegliere quella più vicina alle proprie esigenze e ai propri gusti”.

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Dizionarietto multilingue di parole nuove

copertina del Multilingual Dictionary of New Words e indice delle 30 parole italiane

È appena uscita l’ottava edizione del dizionario multilingue di parole nuove, a cura dell’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea e disponibile in versione inglese e francese.

Contiene 512 parole dalle 24 lingue ufficiali dell’Ue, in numero variabile per lingua, ad es. 30 voci per l’italiano ma 94 per il polacco. Per ciascuna parola è indicata la pronuncia, in alcuni casi registro e/o ambito d’uso, quindi definizione ed esempio d’uso nella lingua della parola, seguiti poi da definizione o parole equivalenti in inglese o in francese, a seconda della versione.

Il formato del dizionarietto è insolito perché le parole non sono raggruppate per lingua ma appaiono in ordine alfabetico, e si possono così trovare una dopo l’altra voci in alfabeti diversi. Esempio con le parole menučko in slovacco, μεταπανδημικός in greco, metaverso in italiano e метавселена in bulgaro:

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Parole dell’anno 2024, al di là dell’inglese

Immagine con parole dell’anno 2024 in inglese: manifest, brat, brain rot, demure
Immagine: dettagli di annunci di Word of the Year da Cambridge Dictionary, Collins Dictionary e Dictionary.com

Come ogni anno, anche alla fine del 2024 i media italiani hanno dato spazio alle word of the year annunciate da dizionari, media o altre istituzioni del mondo anglofono. Immancabili anche i fraintendimenti sui diversi criteri di scelta delle parole, come già descritto in Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta.

Mi pare però che stavolta ci sia una novità: mai come quest’anno le parole inglesi del 2024 appaiono in gran parte irrilevanti per il lessico italiano, oppure sono indicative di fenomeni passeggeri o di nicchia (dettagli più sotto). Ho l’impressione che questo abbia in parte spiazzato chi invece avrebbe voluto descrivere neologismi di grande impatto e destinati a entrare nell’uso comune.  

Dalle parole dell’anno ci si aspetta infatti che siano particolarmente significative e simboliche dell’anno appena trascorso. Non per forza però devono essere nuove o esprimere nuovi concetti. Lo esemplifica efficacemente Le parole più usate nel web nel 2024 tra IA, guerra e meteo, un’analisi della linguista Stefania Spina specifica per l’italiano.

Parole rappresentative del 2024 in italiano

Spina ha usato gli strumenti e i metodi della linguistica del corpora per estrarre “parole chiave” (keyword) salienti per il 2024, ossia parole che nel web rispetto ai due anni precedenti hanno avuto una frequenza d’uso maggiore, misurata attraverso un indice cosiddetto di keyness.

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SuperBum! Marchionimi in libertà

Super- è un primo elemento di composti italiani di origine latina, ma siamo così abituati a vederlo anche all’interno di anglicismi che la combinazione con una parola poco frequente che termina in consonante ci condiziona a pensare all’inglese, in questo caso a un esempio scoppiettante di inglese farlocco:

Carta igienica SuperBum super soffice

Dubito che i potenziali “effetti collaterali” linguistici siano stati considerati da chi ha avuto l’idea di denominare SuperBum una linea di carta igienica (e di tovaglioli di carta), dandole un nome che per chi conosce l’inglese purtroppo risulta piuttosto ridicolo: bum è la parola informale del lessico comune per il sedere, la parte anatomica a cui è destinato il prodotto.

Come ha osservato Emy Canale, che ha scoperto SuperBum in un supermercato, l’elemento Bum va inteso come la parola italiana di origine onomatopeica bum, o in alternativa come un adattamento alle convenzioni di scrittura italiane della parola inglese boom, ormai più frequente di bum. La grafica della confezione richiama infatti uno scoppio (ehm…) e nel sito del marchio Vit si ha la conferma di questa interpretazione:

Un’esplosione di qualità!

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Imbotulinato: è parasintetico

foto di politico italiano con fumetto che indica commento con parole “È tutto imbotulinato!”

Ho captato una conversazione in cui un politico italiano che ha ammesso qualche ritocchino estetico veniva descritto come “tutto imbotulinato”.

È un occasionalismo che non avevo mai sentito e che mi ha colpita perché è un esempio di creatività linguistica che risulta immediatamente comprensibile e molto efficace. Non mi stupirei se la persona che l’ha usato l’avesse addirittura “inventato” al momento, grazie a un particolare meccanismo di formazione di neologismi denominato parasintesi.

La parole parasintetiche, principalmente verbi, sono formate da una base nominale o aggettivale che si combina simultaneamente con un prefisso e un suffisso (o in alternativa un processo di conversione). Esempi: ad-dens-are, de-caffeinare, in-tener-ire, im-burr-are, s-briciol-are.

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Auguri di “buon ponte” al gatto defunto

Una notiziola dalla provincia italiana con lo zampino dell’inglese:

Foto di manifesto funebre per “TATO di anni 20”. Titolo: “Cuneo, manifesti funebri per un gatto, arriva lo stop del Comune”. Testo: “è mancato al nostro affetto il nostro amato gatto. Lo annunciano con dolore augurandogli un buon ponte i suoi genitori umani Stefania e Claudio”, così i legge nel manifesto funebre, corredato da una foto dell’anziano micio sdraiato al sole.

Ho riportato le prime righe della notizia perché sono sicura che leggendole qualcuno si sarà chiesto cosa mai significhi augurare un buon ponte a un animale defunto (improbabile il significato vacanziero!). Non ho animali e non ho familiarità con il lessico di chi li accudisce, però sono riuscita a intuire il senso grazie a un dettaglio che manca nel testo dell’articolo ma appare invece sul manifesto: l’emoji 🌈.

The Rainbow Bridge

Ho scoperto così che anche in italiano è stato adottato, reinterpretandolo, un eufemismo che in inglese comunica la morte di un animale d’affezione. È molto usato sui social e fa riferimento a un luogo paradisiaco dove gli animali defunti conducono un’esistenza felice in attesa di ricongiungersi con il loro padrone, e al ponte arcobaleno che vi conduce, the Rainbow Bridge (anche con iniziali minuscole the rainbow bridge).

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Uniche certezze sulle elezioni americane

Vignetta sulle elezioni presidenziali americane e word cloud con le parole descritte in questo post

Negli Stati Uniti oggi 5 novembre è Election Day (il martedì dopo il primo lunedì di novembre) e i sondaggi sulle elezioni presidenziali non sono in grado di indicare chi tra i due candidati prevarrà.

L’unica certezza su quello che succederà oggi sono le parole ed espressioni che sicuramente troveremo nelle notizie in italiano. Ripropongo qui alcuni plastismi e falsi amici ricorrenti che ho già evidenziato negli anni scorsi. 

In Cliché dei media italiani: the Donald, tycoon ho descritto due nomi immancabili nelle notizie italiane su Trump ma che in inglese non vengono affatto usati nel contesto delle elezioni presidenziali. Alquanto improbabile che un consigliere di Trump lo chiami allo stesso modo della prima moglie, come invece fa intendere questo titolo:

Il consigliere di Trump all'AGI: “Vi spiego perché vincerà The Donald”

Un classico di tutte le elezioni, non solo americane, è l’errore exit pool anziché poll, cfr. I problemi degli exit pool / pole.

Testo: Elezioni USA 2024: notizie, exit pool e risultati

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Inglese farlocco cringissimo: How ARS you?

immagine di personale medico all’estremità della scritta gigante HOW ARS YOU?

Ho ricevuto varie segnalazioni della pubblicità di una casa di cura di Roma, Ars Medica, che reclamizza i propri servizi con l’infelice gioco di parole HOW ARS YOU?

Stranamente tra le specialità della clinica romana non c’è la proctologia, che è il ramo della medicina che può venire in mente a chi conosce sufficientemente bene l’inglese. Temo infatti sia inevitabile che lo slogan faccia pensare alla parola volgare arse, culo, che in senso figurato è simile a testa di c… (ma è anche un verbo).

How ARS you? è un esempio maldestro di inglese farlocco, pseudoinglese pensato da italiani per italiani che hanno solo conoscenze scolastiche dell’inglese: in questo caso è sufficiente sapere la frase elementare how are you?

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