Traduzioni da cani: “good boy”

Foto del cane Champ alla Casa Bianca con Joe Biden che lo accarezza e gli chiede  “Who’s a good boy?”

È morto Champ, uno dei pastori tedeschi del presidente americano Biden. Lui e la moglie l’hanno annunciato in un comunicato che si conclude con la frase We love our sweet, good boy and will miss him always.  

La notizia è apparsa anche nei media italiani che hanno tradotto letteralmente la frase con Amiamo il nostro dolce, bravo ragazzo e ci mancherà sempre. Non hanno capito che boy in questo contesto non vuol dire ragazzo ma è una parola usata per rivolgersi a un cane (o un cavallo).

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Kundalini è un mio lapsonym

Qualche anno fa la scrittrice Kathryn Schulz ha inventato una parola che ho scoperto solo recentemente perché è un occasionalismo poco noto. Peccato, perché è divertente e denomina un concetto che credo sia familiare a molti:

tweet di Kathryn Schulz di marzo 2015: Making up a word because I need it: lapsonym -- a word whose meaning you forget no matter how many times you look it up.

Un lapsonym è una parola di cui si è controllato più volte il significato senza però riuscire a ricordarselo. È formato da lapse, parola di origine latina (lapsus) che qui è una dimenticanza o un vuoto di memoria (cfr. memory lapse o lapse of memory), combinata con l’elemento formativo –onym, di origine greca, che indica un nome o un particolare tipo di parola.

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L’ordine delle cose…

vignetta ambientata in paradiso, con angeli che mostrano a Dio un tabellone con due disegni, una gallina e un uovo. Un angelo dice “Okay, Boss. We can create both simultaneously, but there’s gonna be questions”

Questa vignetta di Dave Blazek funziona perfettamente anche nella traduzione letterale italiana: “OK capo. Possiamo crearli entrambi simultaneamente, ma ci saranno domande”. Sia in inglese che in italiano è infatti ovvio il rimando alla stessa classica domanda esistenziale.

C’è però un dettaglio che, ne sono convinta, un vignettista italiano avrebbe disegnato diversamente: nel tabellone avrebbe messo l’uovo a sinistra e la gallina a destra. In questo caso l’ordine è determinato dalla lingua ed evidenzia una differenza nel modo di esprimere la stessa domanda in inglese e in italiano:

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Sentitevi liberi di leggere questo post! O no?

Testo informativo: Qualora aveste delle domande da porci, dei dubbi da esporci, o delle richieste di chiarimento da inoltrarci, sentitevi liberi di contattarci: i nostri operatori vi risponderanno nel più breve tempo possibile.

Prendo spunto dal commento di una lettrice per evidenziare un calco dall’inglese molto diffuso in comunicazioni varie online. Sul modello di feel free to… si viene esortati a sentirsi liberi di scrivere email, telefonare, compilare moduli o partecipare a sondaggi, contattare servizi di supporto, usare social o canali specifici per commentare, richiedere informazioni, condividere contenuti o agire in vari altri modi.

Titolo di articolo: Feel free ! Sentiti libero di condividere la tua esperienza di emicrania

Chi ricorre a questa espressione a quanto pare non è consapevole che in italiano si dice a qualcuno di sentirsi libero di fare qualcosa per indicargli che non deve sentirsi condizionato o vincolato in alcun modo perché ha piena facoltà di agire, ad es. sentitevi liberi di amare chi volete oppure anche sentiti libero di andartene se non hai voglia di stare qui (“non farti problemi ad andartene”). Ma non è questo il significato di feel free to… in inglese.

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Proctoring e altre parole per esami con l’inganno

Reperti storici dalla Cina:

tweet con foto di reperti cinesi e testo Tools for cheating on the Chinese imperial civil service examinations--from the Qing Dynasty (1644-1911): cheat book, cheat vest, and cheat socks.

Bigliettini

Le locuzioni evidenziate – cheat book, cheat vest e cheat socks – hanno come modello cheat sheet, il nome usato in inglese americano per i bigliettini pieni di informazioni essenziali, scritte in caratteri minuti, che sono usati di nascosto agli esami (cfr. crib sheet nell’inglese britannico: crib è un verbo informale che vuol dire scopiazzare o plagiare; il sostantivo può essere anche un bigino).

In italiano i bigliettini hanno più nomi: sono usati vari geosinonimi tra cui bigino, pizzino, copietta, cartuccia, foglietto, rionetta (fonte: @latraduzionedim). Ma ancora più numerosi e fantasiosi sono gli stratagemmi a cui si ricorre per copiare durante compiti in classe ed esami!

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Come si chiamano i cookie dei siti inglesi?

immagine della casella di ricerca con il completamento automatico per DO BRITISH... che ha come primo suggerimento DO BRITISH WEBSITES USE BISCUITS

Qualche buontempone americano si è divertito con la funzione di completamento automatico di Google e ha fatto in modo che digitando do British… il primo suggerimento per completare la query di ricerca sia quello che si vede nell’immagine: do British websites use biscuits?

È una spiritosaggine virale che circola da molti anni e sfrutta una nota differenza alimentare tra inglese britannico e americano: i biscotti sono biscuit nel Regno Unito e cookie in America. Ovviamente tutt’altra storia per i cookie informatici: si chiamano allo stesso modo in tutte le varietà di inglese.

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Nuova vita ai selfie: i vaxxie

tweet di Alan Alda con foto della propria vaccinazione e il testo “Got my first shot today. I expected soreness, but so far, none. Feeling great. Here's my Vaxxie. #vaxxies”

Un neologismo americano legato al COVID-19 ma che fa sorridere è vaxxie, la foto che ritrae la propria vaccinazione e che viene condivisa sui social. È una parola macedonia formata da vaxx (accorciamento con variante grafica di vaccination / vaccine) e selfie. L’attore Alan Alda è stato uno dei primi a usare la parola nel dicembre 2020.

Lo trovo un neologismo interessante perché era da tempo che i selfie e le parole derivate non facevano più notizia, Tutt’altra storia nel 2013, quando selfie era stata scelta come parola dell’anno, si era subito trasformata in un internazionalismo e si era dimostrata molto produttiva: negli anni successivi era stato un susseguirsi di neologismi in tema, sia in inglese (belfie, selfie stick, narcisstick… )  che in italiano (selfare, selfarsi, selfone, selfista, megaselfie…).

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Non più AD ma CEO (con X fraintesa)

Avete notato anche voi che alla guida delle aziende italiane non ci sono più amministratori delegati (AD) ma CEO? Esempio da Twitter:

tweet di WomenXimpact con immagine di una bambina su sfondo rosa e la scritta NON VOGLIO ESSERE UNA PRICIPESA (sic) VOGLIO ESSERE UNA CEO. Testo del tweet: Nelle aziende italiane, il numero delle #CEO rimane basso (6,3%) Bisogna cambiare il modo di pensare e avvicinare le giovani #donne al mondo dell’impresa e alle discipline #STEM Addio principesse e soffitti di cristallo, benvenute nuove generazioni di leader al femminile! (sic!)

CEO è l’acronimo di Chief Executive Officer e in inglese si dice /siːiːˈəʊ/. In Italia però molti dicono “ceo”, che in alcune zone del Veneto è un bambino piccolo, e questo per me rende l’anglicismo ancora più ridicolo.

X si legge…

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Parole primaverili inglesi: da twitch a tweet

vignetta intitolata Signs of Hoe and Renewal e disegni di tulipano con parola SPROING,  ape e fiori (BUZZ), agnellino (BAA), leprotto (TWITCH), pettirosso (TWEET) e persona che viene vaccinata (JAB)
Vignetta: Pat Bagley

Nella vignetta primaverile americana intitolata Segnali di speranza e rinnovamento ci sono tre sostantivi (e verbi corrispondenti) di origine onomatopeica, buzz, ronzio, baa / bɑː/, belato, e tweet, cinguettio.

C’è anche un ideofono, sproing, che riproduce il suono di qualcosa che scatta come una molla (in inglese spring, come anche la primavera, da spring of the leaf).

Hanno invece altre origini il verbo twitch, che indica una contrazione, uno spasmo o un movimento a scatti di una parte del corpo (come il naso del coniglio), e jab, iniezione (parola entrata solo recentemente nell’inglese americano da quello britannico).

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Catcalling: non c’entrano i gatti!

Si discute delle molestie per strada di cui è stata vittima Aurora Ramazzotti che lei e altri descrivono ricorrendo all’anglicismo catcalling. È però una parola il cui significato è spesso frainteso, come in questi esempi di interpretazioni errate:

Fotogramma dal video di Aurora Ramazzotti e commenti: 1 Il catcalling è quando un maschio fa apprezzamenti ad una donna che passa per strada, che possono andare dal verso che si fa per chiamare un gatto tipo bacini (da qui catcalling) alle varie frasi spiacevoli che però evidentemente il maschio pensa ci facciano piacere. E INVECE – 2 Si chiama “catcalling” cioè letteralmente “chiamare il gatto”. OK forse non ci trattate come oggetti, ma come animali sì – 3 un fenomeno odioso come il #catcalling meritava un nome più serio di “chiamare il gatto” per essere definito – 4 catcalling dà fastidio perché è un inglesismo e perché col cazzo che il gatto arriva, se fischio – 5 Il termine si riferisce al suono Pss pss con cui si usa chiamare (call) i gatti.

In inglese catcall può essere un sostantivo o un verbo e nell’uso contemporaneo ha due significati:

1 fischio o urlo di disapprovazione o di derisione a uno spettacolo o a un evento sportivo o pubblico. Esempi: the minister was greeted by catcalls from the crowd  ·   La Scala’s catcalling loggionisti are a small minority of noisy traditionalists  (cfr. il verbo italiano buare);

2 fischio o volgarità a sfondo sessuale urlata da un uomo (catcaller) a una donna che passa per strada. Esempi: they were shocked by the catcalls from Italian men  ·   even during the pandemic, catcalling goes on. 

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Cascatelli: criteri americani per la pasta perfetta

cascatelli

Arriva dagli Stati Uniti la notizia di un nuovo formato di pasta che mi ha incuriosita per alcuni neologismi e pseudoitalianismi.

La novità sono i cascatelli, prodotti dall’azienda americana Sfoglini (maschile di sfoglina) e ideati dall’autore del podcast The Sporkful*, tale Dan Pashman che, insoddisfatto da spaghetti, bucatini e fusilli, ha voluto trovare il formato perfetto e ha descritto la propria impresa come Mission: ImPASTAble.

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“Gianni Agnelli uomo del Rinascimento”

A cosa vi fa pensare questo titolo?

titolo e sottotitolo da noto quotidiano: Henry Kissinger: “Gianni Agnelli era un uomo del Rinascimento” – Il legame con gli Stati Uniti, la fiducia nell’Europa e l’amore per l’Italia. La curiosità onnivora e le telefonate in piena notte a parlare di politica. L’ex Segretario di Stato racconta l’amico di una vita a cent’anni dalla nascita

Per me è evidente un falso amico che non è stato riconosciuto da chi ha tradotto dall’inglese le parole di Henry Kissinger. In inglese infatti la locuzione Renaissance man (o Renaissance woman) identifica genericamente una persona talentuosa, di cultura, con molti interessi ed estremamente eclettica – indipendentemente dal periodo storico in cui è vissuta o vive.

Esempi di persone contemporanee: Stanley Tucci is truly a renaissance man  ·  Kim Jones Is Fendi’s New Renaissance Man  ·  Hillary Clinton called [Chrissy] Teigen “kind of a renaissance woman”  ·  A true Renaissance Man, James Ogilvy is a regular on London’s cultural scene.

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Pizzazz…

Vignetta: due donne guardano da lontano un palco con un oratore circondato da emoji di pizza giganti. Una delle due dice MY TEXT WAS MEANT TO SAY THAT HIS PRESENTATION LACKED PIZZAZZ.  STUPID AUTOCORRECT!

Se non fossi italiana forse non troverei la parola inglese pizzazz così buffa e anche poco congruente con il concetto che esprime: una combinazione di verve, vivacità e stile che risulta molto attraente. Collocazioni tipiche: add pizzazz to [an outfit, a party, an event…], glamour and pizzazz, lack of pizzazz.

Si può scrivere anche pzazz, pizazz, pazzazz e pazazz e si pronuncia /pɪˈzaz/, con l’accento sulla seconda sillaba, quindi nel parlato non si può confondere con pizza che nella pronuncia inglese a imitazione di quella italiana si dice /ˈpiːtsə/.

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Invidie “vaccinali” e altri neologismi

vaccine envy

In tutte le lingue la pandemia continua a far nascere neologismi di ogni tipo. Con l’inizio delle campagne vaccinali hanno avuto visibilità Impfneid in tedesco e vaccine envy in inglese: danno un nome al sentimento di invidia per chi è già stato vaccinato contro il COVID-19

In inglese si sta diffondendo anche vaccine FOMO, che descrive ansia, frustrazione e risentimento per non essere ancora stati vaccinati. La locuzione riutilizza un acronimo di inizio millennio, fear of missing out, che esprime l’inquietudine di chi teme che da qualche parte stia avvenendo qualcosa di interessante o esaltante a cui non si può prendere parte, reazione spesso suscitata da cosa si vede sui social.

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GAFAM, acronimo figurato

Sarei curiosa di sapere se ha un nome questo tipo di immagine:

Titolo notizia: EU states back plan to expose big companies’ tax avoidance. Immagine: logo di Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft

Illustra un articolo di The Guardian sull’elusione fiscale e sono immediatamente riconoscibili i logo di cinque multinazionali tecnologiche. La loro sequenza rappresenta anche un acronimo “figurato” altrettanto riconoscibile, GAFAM.

GAFAM è formato dalle iniziali di Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft, in italiano meglio note con il nome più generico di Big Tech. Viene usato in particolare in riferimento a questioni fiscali, di privacy, di gestione dei dati e di oligopolio, spesso con connotazioni negative.

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