Sea-Watch 3, l’inesistente “yacht di piacere”

Sea Watch 3, type: 948 – Yacht; Ship Type: Pleasure yacht not engaged in trade; main purpose: yachting

Ha fatto notizia La SeaWatch3 è uno yacht di piacere, un intervento del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli sulla nave al centro delle polemiche per un recente salvataggio di migranti. Una schermata di dati sulla nave, di fonte non specificata, che riportava la descrizione Ship Type: Pleasure yacht not engaged in trade è stata commentata con queste affermazioni:

«Stiamo parlando di una imbarcazione registrata come “pleasure yacht”, che non è in regola per compiere azioni di recupero dei migranti in mare. E mi pare ovvio, visto che è sostanzialmente uno yacht. […] Se tu, milionario, compri uno yacht, vai in navigazione per piacere, non per sostituirti alla Guardia Costiera libica o di altri Paesi.»

Temo che il ministro abbia rivelato conoscenze inadeguate non solo dell’inglese ma anche della terminologia del suo settore di competenza.

Con la traduzione letterale yacht di piacere Toninelli ha preso una cantonata, come è già stato illustrato da Il Post in L’inganno di dire che la Sea Watch 3 è uno “yacht” e da Open in Sea Watch 3: la nave di piacere di Toninelli e la nave pirata della Meloni.

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Chi fa applicare… non si applica!

Conoscete già questo uso improprio del verbo applicare?

Esempi: 1 “Avete ancora fino a domani per applicare” Un’occasione unica per poter partecipare a questa fantastica esperienza!” 2 “Startup digitali cercasi! C’è tempo fino al 16 marzo per applicare!” 3 “…Hai tempo fino al 15 gennaio per applicare. Scopri di più”

È un calco del verbo inglese apply, “fare domanda” o “fare richiesta”, e ho scoperto che è piuttosto diffuso: questi esempi non sono traduzioni ma tweet che riguardano attività e contesti italiani e che quindi non hanno subito un’interferenza diretta dell’inglese.

Il verbo applicare

Se trovate questo falso amico più fastidioso di altri, il motivo c’è: risulta anomalo non solo il significato ma anche la costruzione. Per il verbo transitivo applicare ci si aspetta infatti almeno un argomento (elemento linguistico necessario in aggiunta al soggetto). Se manca, la costruzione è agrammaticale.

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Colori al governo: un amalgama sui generis…

amalgama perfettamente riuscita

Alla conferenza di stampa di fine anno del 28 dicembre 2018, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha risposto a una domanda sul colore che prevale nell’esecutivo con queste parole:

  «Questa esperienza di governo funziona e continuerà a funzionare perché si regge su un amalgama perfettamente riuscita del giallo e del verde. Non c’è una mescolanza, che è un concetto completamente diverso, i due colori sono ben riconoscibili, rimangono distinti, ma si è creata, per un equilibrio chimico, una perfetta amalgama»

La parola amalgama è stata usata anche in seguito, sempre al femminile, e quindi non si tratta di un lapsus (scorrettezza accidentale) ma di un errore* perché amalgama è un sostantivo maschile.  

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Luminaria con errore

Qualche giorno fa a Bologna è stata inaugurata un’installazione luminosa che fa omaggio a Lucio Dalla riproponendo le parole della sua canzone L’anno che verrà.

Caro amico ti scrivo

Ha però fatto discutere l’errore di ortografia * – poi corretto in po’ – come raccontano Bologna, le luminarie omaggiano Lucio Dalla (con refuso) e altri articoli.

In tutte le notizie appare una parola che mi è sempre piaciuta molto, luminaria, e che mi fa sorridere perché mi ricorda un’interpretazione fantasiosa del suo significato come “lumi in aria”, un esempio di rianalisi.

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Autobilanciamento al supermercato

Cartello con inglese da incubo visto in un supermercato di una grande città italiana:

AVVISO  Dear customares, fruit and vegetables are weighted in self-balance. No in checkouts.

Credo che solo un italiano riesca a decodificare il messaggio correttamente: si avvertono i clienti che frutta e verdura [non già confezionate] vanno pesate e prezzate servendosi delle apposite bilance, operazione che non può essere fatta alla cassa.

Sarei curiosa di sapere cosa capisce invece uno straniero.

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Il curioso caso di girl, “bambino femmina”

Notizia dagli Stati Uniti su Alexandria Ocasio-Cortez, deputata americana ventinovenne neoeletta al Congresso, nell’interpretazione di un noto quotidiano italiano:

Usa, Dictionary.com difende Ocasio-Cortez: “Non è una girl” – La neoeletta deputata democratica, la più giovane rappresentante al Congresso nella Storia degli Stati Uniti, era stata presa in giro da un giornalista che nel riferirsi a lei aveva usato la parola “ragazza”.

L’insolita frase ibrida “Non è una girl” nel titolo e “ragazza” tra virgolette nel catenaccio fanno supporre che l’articolo chiarisca perché la parola inglese girl è fuori luogo, a tal punto da fare notizia anche in Italia, e quali sono le differenze d’uso rispetto alla parola italiana ragazza, raramente inappropriata.

Nulla di tutto ciò. Il testo evidenzia invece i grossi limiti delle traduzioni frettolose affidate a chi non ha competenze linguistiche adeguate, poi pubblicate senza alcuna revisione

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Traduzioni mostruose: pesci deambulanti!

Cartoccio di Pesce da Passeggio – Bag of Walking Fish

La traduzione in inglese di cartoccio di pesce da passeggio è davvero esilarante ed è anche facile trovare il colpevole: l’inquietante “sacchetto di pesci che camminano” è opera di Google Traduttore.

Ambiguità sintattica

L’errore è però comprensibile. La frase cartoccio di pesce da passeggio è infatti un esempio di ambiguità sintattica perché può avere due diverse interpretazioni:
1 [cartoccio di pesce] da passeggio
2 cartoccio di [pesce da passeggio].

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Come funziona con…?

Immagino che chi ha scritto questo titolo abbia spesso a che fare con l’inglese:

Come funziona in Europa con i negozi aperti la domenica. Sedici paesi permettono di tenere aperto sempre, coe avviene in Italia, mentre gli altri – tra cui Germania e Francia – hanno limitazioni anche stringenti

È evidente un’interferenza della sintassi inglese che ho notato non solo in testi tradotti ma anche in alcuni articoli italiani su argomenti italiani. Altri esempi di titoli: Come funziona con i vaccini a scuola, Come funziona con la dichiarazione dei redditi, Come funziona con i taxi a Londra, Come funziona con le mance in America.

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C’è chi fa cose “a sbaffo”

Foto di Ape con logo “A Sbaffo” (con baffoni neri) e scritte “Street Food Pizza Good!” e “Pizza Gourment”

Pizza gourmet a sbaffo è un’attività di cibo di strada che opera nel Triveneto. Chi ha ideato il nome deve avere fatto confusione con la locuzione con i baffi nel senso di ottimo, o forse intendeva da leccarsi i baffi. Difficile invece trovare associazioni allettanti con sbaffo, una macchia o uno sgorbio di forma allungata.

A sbafo… 

Inevitabile pensare anche al modo di dire informale a sbafo, “senza pagare, a scrocco”, ma dubito sia un messaggio che si voglia comunicare a dei potenziali avventori! 

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Salvini free, come trollare con l’inglese farlocco

Chi segue il blog sa già cosa intendo con inglese farlocco: brevi comunicazioni o nomi destinati a un pubblico italiano ma formati assemblando parole inglesi poco idiomatiche o addirittura errate o inesistenti però facilmente comprensibili da chi ha solo conoscenze scolastiche della lingua.

Tutti gli esempi che ho analizzato finora pubblicizzavano prodotti o eventi ma ieri ho scoperto che con l’inglese farlocco si può anche trollare. L’ha fatto un post in un gruppo di Facebook che è stato molto discusso perché invitava a condividere una (falsa) prima pagina del quotidiano britannico The Guardian in difesa della libertà di Matteo Salvini (sotto indagine per la vicenda della nave Diciotti):

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Pinocchio e la balena

Un tema ricorrente delle cronache politiche dagli Stati Uniti di questi giorni è lo sconto della pena per chi collabora con gli inquirenti. Si ritrova anche in questa vignetta americana:

Balena vestita da poliziotto in interrogatorio si rivolge a Pinocchio: “We know you were in on it, kid. If you testify against Ahab & Jonah, the judge might go easy on you.”
be in on something ➝ essere coinvolto o essere informato 

Riconosciamo subito la scena dell’interrogatorio della polizia, familiare da film e telefilm americani, Pinocchio in versione Disney e i riferimenti alla balena.

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In fragranza, nelle mutande

Notizia di cronaca locale:

Spacciatore colto in fragranza: 8 involucri di cocaina negli slip

Meglio non soffermarsi sull’interpretazione letterale del titolo e non domandarsi se le mutande dell’uomo potessero emanare un odore delicato ma intenso, come la biancheria fragrante di bucato, tale da attirare l’attenzione delle forze dell’ordine!

Ci si può però chiedere se colto in *fragranza sia una banale disattenzione del titolista oppure una sua più preoccupante ignoranza della locuzione in flagranza, la situazione che ricorre quando l’autore di un reato viene sorpreso nell’atto di commetterlo.

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Di lingue, segni e gorilla

Koko, the gorilla that learned to communicate using sign language, has died - È morta Koko, la gorilla che imparò il linguaggio dei segni

È morto Koko, un gorilla molto famoso perché era riuscito ad imparare circa 1100 segni di una versione modificata dell’American Sign Language e a usarli per comunicare.

Language: lingua e linguaggio

Ne hanno dato notizia anche vari media italiani con traduzioni molto superficiali che non tengono conto che in inglese viene usata un’unica parola, language, per esprimere alcuni concetti che invece in italiano sono identificati da parole diverse e non intercambiabili, lingua e linguaggio. Un esempio:

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Anglicismi: al plurale senza la s finale!

faccina pensierosa che osserva la rase I BLOGGERS SCRIVONO POSTS NEI BLOGS?

I forestierismi non adattati entrati nel lessico italiano rimangono invariati al plurale: si dice le omelette, i croissant, i leitmotiv, i sudoku, i manga, i golpe, gli sport, i quiz, i rider

Eppure molte persone sono convinte che per indicare il plurale degli anglicismi sia preferibile aggiungere una s finale. Quasi sempre è un’imprecisione dovuta non solo al desiderio di dimostrare di avere familiarità con l’inglese ma anche ad alcuni equivoci sui meccanismi di formazione del plurale. 

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