traduttore vs interprete

Il 16 ottobre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato in visita ufficiale alla Casa Bianca. La conferenza stampa di rito ha fatto notizia non solo per i vaneggiamenti di Donald Trump ma anche per le espressioni della persona alle sue spalle. Alcuni esempi di titoli:

La traduttrice italiana e la reazione confusa alle frasi di Trump: è virale; 2 Trump parla e la faccia della traduttrice fa il giro del mondo;  USA, Trump parla con Mattarella: la traduttrice lo fulmina con lo sguardo; 4 Trump, frasi confuse: le smorfie della traduttrice.

Le immagini sono diventate virali ma nel descriverle la maggior parte dei media italiani ha identificato erroneamente la persona come traduttrice anziché interprete, dimostrando così di ignorare una differenza di base tra due professioni in apparenza simili ma che invece richiedono competenze, abilità e formazione diverse.

Il traduttore traduce in forma scritta testi scritti, di solito solo verso la propria madrelingua.

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Consegniamo?

Correzione estemporanea su un manifesto affisso nell’ascensore di un supermercato (evidenziazione rossa mia):

CONSEGNIAMO LA SPESA

La i di consegniamo è stata cancellata ed è stato aggiunto il commento “ignoranti”, ma ha sbagliato chi ha corretto.

Come tutti i verbi della prima coniugazione, anche i verbi con radice che termina in –gn /ɲ/, quali consegnare, bagnare, sognare, guadagnare, disegnare, vergognare, richiedono la i nella prima persona plurale dell’indicativo:

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Queen’s Speech non è “un discorso della regina”

Queen’s Speech è un termine istituzionale britannico che è stato frainteso da alcuni media italiani nelle notizie sulla sospensione del Parlamento (prorogation) voluta da Boris Johnson per evitare interferenze nell’attuazione della Brexit.

foto della Regina Elisabetta II che legge The Queen’s Speech
Foto: Why the Queen’s Speech and proroguing Parliament is causing arguments

Queen’s Speech [King’s Speech se c’è un re] è il testo con i punti essenziali del programma di governo che viene letto dalla Regina durante la State Opening of Parliament, la cerimonia per l’apertura formale di una nuova legislatura che per prassi è preceduta da un periodo di sospensione dei lavori parlamentari.

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Trump, Giuseppi e le subdole -e

Esempi di tweet: 1 “L’ha cancellato! Ma in realtà aveva ragione: essendo il COnte-bis è plurale. Giuseppi!” 2 “Giuseppo, Giuseppi, Giuseppe, Giuseppiamo, Giuseppate, Giuseppano” 3 “Giuseppi, ma che succedi? Sei di nuovi in parlamenti con maggioranzi alternativi?

È stata fatta molta ironia sull’errore *Giuseppi in un tweet, poi eliminato e sostituito, scritto da Donald Trump sul presidente del consiglio italiano:

tweet di Trump del 27 agosto 2019: “Starting to look good for the highly respected Prime Minister of the Italian Republic, Giuseppi Conte. Represented Italy powerfully at the G-7. Loves his Country greatly & works well with the USA. A very talented man who will hopefylly remain Prime Minister!”

È risaputo che Trump fa spesso errori di ortografia, però in questo caso potrebbe essere stato influenzato dai molti italianismi dell’inglese americano che finiscono in i e sono parole singolari, come panini, biscotti, zucchini, cannoli, pepperoni (plurale paninis, biscottis…).

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Esilaranti falsi amici

Pubblicità di un film dell’orrore con un vistoso errore di traduzione (da un tweet di @MDMaster):

Locandina del film CRAWL – INTRAPPOLATI con scena da paura e la frase “Lo stesso esilarante senso di disperazione dei migliori film di Sam Raimi”

Il confronto tra la frase originale, the same exhilarating sense of hopelessness that the best Sam Raimi movies do, e la sua traduzione letterale, esilarante senso di disperazione, rivela un falso amico che avrebbe potuto essere evitato con un minimo di riflessione sul contesto d’uso.

Esilarante ≠ exhilarating

In italiano l’aggettivo esilarante significa divertente, spassoso, comico, che suscita grande ilarità. Sono sensazioni incongrue come reazione a un film dell’orrore (a meno che non si tratti di una parodia).

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Sillabazione: la sfuggente s impura

Oggi su Twitter si discute di sillabazione. Esempio:

tweet di Mangino Brioches: Ehm, cari toscoleghisti, dovreste sciacquare in Arno le magliette, prima. Magari funziona. Altrimenti, mi sa che vi tocca ripetere le elementari. #primalitaliano

Conosciamo tutti la regola ortografica che si imparava in prima elementare (ora scuola primaria): nella divisione in sillabe “la s va sempre a capo”. È quindi sbagliato dividere toscani in tosca-ni, l’unica forma corretta è to-sca-ni.

L’errore è però comprensibile: foneticamente, la s di toscani appartiene proprio alla prima sillaba della parola. Nello scritto va però unita alla sillaba seguente per rispettare la convenzione grafica di non dividere mai un gruppo formato da s + consonante:

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Il pipistrello omicida (anche no)

Errore di traduzione in una notizia su uno studio, in inglese, che ha analizzato le potenziali cause di una morte violenta avvenuta nella preistoria (e relativa arma del delitto):

tweet di Paolo Attivissimo: Complimenti ad @Agenzia_Ansa, che fa scrivere articoli a gente che pensa che un pipistrello possa essere un’arma. E non si chiede se abbia un senso quello che scrive. Perché “bat” in inglese non ha altri significati, vero? :-)

Nel testo originale, State of the art forensic techniques reveal evidence of interpersonal violence ca. 30,000 years ago, sono descritte simulazioni fatte con baseball bat e ci sono frasi come this is a textbook pattern of an injury induced by a blow with a round, bat-like object, quindi l’errore di traduzione è incomprensibile (forse chi ha tradotto ha immaginato un pipistrello gigante, completamente surgelato, usato come corpo contundente!!).

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Bufale linguistiche: il correttore “gender”

Alcuni media italiani hanno pubblicato una notizia linguistica fuorviante, costruita attorno a un unico dettaglio non rilevante per l’italiano e ingigantito ad effetto:

Microsoft lancia il correttore “gender”: scatterà ogni volta che vengono usate frasi discriminatorie. Se scrivi su Word “poliziotto”, il correttore suggerirà “agente di polizia”

L’incongruenza tra titolo e sottotitolo dovrebbe far venire subito qualche dubbio sull’affidabilità della notizia: cosa c’entra la parola poliziotto con il cosiddetto “gender” e perché viene considerata discriminatoria?  

La descrizione della nuova funzione non dà alcuna spiegazione e rafforza le perplessità

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Il principe Harry NON è “sulla luna”

I am just over the moon

Notizia dal Regno Unito: è nato il figlio del principe Harry che in proposito ha dichiarato di essere over the moon. Alcuni media italiani non hanno riconosciuto l’espressione idiomatica e hanno tradotto maldestramente con “sono sulla luna”. 

In italiano però essere sulla luna non è riconducibile ad alcuna espressione tipica di un neopapà. Può invece richiamare il modo di dire vivere o essere nel mondo della luna, ma significa essere fuori dalla realtà e quindi sarebbe inopportuno in questo contesto – come anche essere ancora nel mondo della luna, che vuol dire non essere ancora nato.

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Polemica sugli inesistenti “adoratori della Pasqua”

Titolo del Washington Post di sabato 20 aprile 2019: a Parigi turisti e fedeli si dolgono della chiusura di Notre Dame dopo l’incendio devastante del 15 aprile.

Tourists, Easter worshippers lament closure of Notre Dame

Non desta alcuno stupore né la notizia né l’uso della locuzione Easter worshippers che in associazione a tourists consente di differenziare due tipi di visitatori della cattedrale: per preghiera e per turismo.

Lo stesso tipo di distinzione fatta da Barack Obama e da Hillary Clinton sugli attentati terroristici in Sri Lanka del giorno di Pasqua (21 aprile) ha invece suscitato polemiche negli Stati Uniti e poi a ruota anche in Italia:

tweet di @BarackObama: The attacks on tourists and Easter worshippers in Sri Lanka are an attack on humanity. On a day devoted to love, redemption, and renewal, we pray for the victims and stand with the people of Sri Lanka.

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Orologi di quartiere (ma anche no)

Una traduzione alquanto avventurosa di “neighborhood watch” offerta oggi da un'edizione locale del Corriere della Sera: “orologio (del crimine) di quartiere”

Questo tweet di @aringherosse evidenzia un atteggiamento purtroppo sempre più diffuso nei media considerati “di qualità”: non preoccuparsi che quanto si scrive abbia un senso.

Com’è possibile che chi scrive per professione, anche se sotto pressione e sottopagato, non si renda conto che in questo contesto watch = orologio è un’interpretazione altamente improbabile ed è il caso di fare qualche verifica?

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Mirror climbing? Ehm, no!

immagine di uomo che si arrampica sugli specchi e scritta SPORT NAZIONALE ITALIANO

Arrampicarsi sugli specchi è una specialità molto italiana. Eppure sui social mi capita di vedere sempre più scambi tra italiani in cui l’espressione è sostituita dalla traduzione letterale inglese *mirror climbing.

Esempi d’uso: Ora vai tranquillo puoi fare mirror climbing a gogo Non fare mirror climbing per difendere il tuo idolo  Mirror climbing ad altissimo livello! Il mirrorclimbing lo sta facendo lei, sento le unghie fin qui Col suo mirror climbing, mi ha graffiato anche lo schermo del tablet. Nuove frontiere di #mirrorclimbing  Mirror climbing estremo (leggasi “toppa peggiore del buco”) Si chiama mirror climbing ed è un inutile tentativo di sopravvivenza politica

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Notizie distorte: la parola proibita alla tata

Dal Regno Unito, notiziola “acchiappaclic” apparsa ieri:

William e Kate, c’è una parola proibita per la tata di George, Charlotte e Louis

Quando vedo titoli su parole di altre lingue temo sempre traduzioni letterali che travisano il senso della notizia originale. Purtroppo ho avuto conferma anche in questo caso.

La storia riportata da alcuni media italiani è che alla persona che si occupa dei tre figli del principe William è stato vietato di chiamarli “bambini”, per evitare che la figura adulta comunichi un senso di superiorità. Per rispetto nei loro confronti, l’unica opzione consentita è usare i nomi di battesimo.

La realtà però è diversa e si può verificare nell’articolo del Daily Mail che dovrebbe essere la fonte della notizia.

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#MissInAction, inglese farlocco per startup

Testo di un tweet visto il mese scorso:

MIA #MissInAction [il programma promosso da @Digital_Magics e @bnpp_cardif] cerca #startup e #Pmi innovative al #femminile per supportare il talento digitale delle donne #imprenditrici

Ero rimasta colpita dalla sequenza esplosione MIA #MissInAction perché mi aveva fatto subito pensare all’espressione militare missing in action, “disperso in combattimento”, e all’acronimo corrispondente MIA che in inglese americano si usa come aggettivo (ad es. MIA soldiers). Ieri ho rivisto l’hashtag e mi ha rifatto lo stesso effetto.

Non è però l’unico motivo per cui ritengo che il nome pseudoinglese Miss in Action sia poco azzeccato per un programma italiano rivolto a imprenditrici di startup italiane.

“MISS IN ACTION: il primo programma di accelerazione italiano per startup e PMI al femminile”

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Quando il pet vien dalla campagna…

Notizia dagli Stati Uniti apparsa in un quotidiano italiano:

   2 Epidemia di salmonellosi, guai a baciare i ricci di campagna negli Stati Uniti

Poi si dice che gli americani sono strani! A giudicare dal titolo, si direbbe che vadano nella natura alla ricerca di porcospini* da baciare, ma rischiano di prendersi la salmonella se sono ricci di campagna. Forse con i ricci di città (ad es. di parchi urbani) si corrono meno rischi?

In realtà la notizia originale è diversa:

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