In Siamo un Paese di ‘bollini’ Massimo Persotti fa notare che di bollini “ne abbiamo per tutti i gusti, colori e attività”: rossi e neri per le giornate di maggior traffico in autostrada, blu del controllo dei gas di scarico delle auto, gialli e verdi per i programmi televisivi ecc.
Tutti conosciamo quelli delle raccolte dei supermercati: ogni x euro di spesa si riceve un bollino da incollare su una cartolina che, una volta completata, dà diritto a un premio.
Recentemente alla Coop ne venivano distribuiti anche di più grandi, di circa 5 cm di diametro, che servivano invece come buoni sconto per altre spese. Nel materiale promozionale erano descritti come bollini ma ho notato che tutte le cassiere e i clienti li chiamavano invece bolloni, per distinguerli da quelli adesivi di una raccolta premi attiva contemporaneamente.
La parola bollone mi è piaciuta molto: è un esempio efficace del fenomeno di alterazione, che per produttività, flessibilità e numero di forme disponibili rende unica la lingua italiana.
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Vedi anche: Figurine, carte e card (e sticker)
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