In uno dei grandi magazzini Marks & Spencer a Londra una mia amica ha notato il nome pseudoitaliano di una linea di abbigliamento, per una Speziale. Chissà se riesce a ispirare raffinatezza ed eleganza anche agli inglesi che parlano italiano o se fa lo stesso effetto, negativo, che fa a me l’uso disinvolto dell’inglese (cfr. un look ancora più fashion)?
Mi vengono in mente anche l’auto Sorento, che in Italia forse avrebbe più successo se il nome non sembrasse un errore di ortografia, i nomi delle varietà di caffè Nespresso, come Volluto, Livanto, Finezzo, Fortissio, Vivalto, Linizio, Ciocattino, Vanilio, e quelli di alcune marche del supermercato LIDL, Crestamio, Linessa, Lovilio, Salumeo, Milbona, Certossa, Italiamo, Frotto, Favorina, Nostia ecc., segnalate nei commenti a Pastachetti, Soffatelli, gelato Boccalone Prosciutto. Non li trovo accattivanti, anzi, mi sembrano quasi nomi di prodotti taroccati, ma sicuramente in altre lingue suonano bene proprio perché sono italianeggianti.
Aggiornamento dicembre 2016 – In Italian sounding e inglese farlocco ho descritto lo pseudoanglicismo usato solo in Italia per descrivere nomi, loghi o slogan di prodotti riconducibili all’Italia ma che non sono autentici.
Vedi anche:
🍕 Pizzassimo
🍝 Pasta Schuta
☕ Caffè Lattesso
🍕 Pepperoni Flatizza
🧀 GRÄNDE, formaggio heavy metal!
☕ Trenta: quasi un litro in America (con latte e frappuccino)
👠 Bimbos in stilettos eating pepperoni paninis
Aggiornamento marzo 2018 – Su Viaggiare Leggeri gli imperdibili modelli di biciclette di Aleoca, marchio di Singapore che ha come slogan Le Italiano Concetto. Anche se non si tratta di nomi italianeggianti ma in gran parte di vere parole italiane, è l’abbinamento nome-prodotto che risulta del tutto incongruo: vi fareste vedere in giro su una Ossario, Padella, Scorfano o Setola, tanto per fare qualche esempio?
Linda Liguori:
Concordo sul probabile desiderio di “sembrare italiani” usando nomi di sonorità italiana, e sulla … magrezza dell’effetto finale; peraltro non credo che il nome “per una speziale” sia di facile pronunciabilità per il target inglese.
Sul feeling italiano che si cerca di dare ai nomi, chiudendoli con vocali, raddoppiando sommariamente qualche consonante, o all’inverso togliendo le doppie dove invece aiuterebbero, c’è molto da dire, e quando si va all’estero si vedono “italiasmi” soprattutto in campo alimentare. devo però ammettere che sono molto prevenuta; anni fa, quando mi sono accorta del brand di moda Brunello Cucinelli, mi sembrava così ridondante e artificiosamente italiano che ho pensato fosse un’invenzione …
Linda
Licia:
@Linda, grazie, molto interessante il dettaglio sul fonosimbolismo di Speziale che può suggerire magrezza. Anch’io penso che speziale sia difficile da pronunciare per chi non è italiano (come ben sa chi ha provato a far dire zanzara a qualche inglese 😉 ma forse la z vuole proprio rafforzare l’effetto italiano del nome?) e sarei curiosa di sapere se è un nome destinato a essere visto solo in forma scritta o se esistono anche pubblicità in cui viene pronunciato, e come.
Yupa:
Segnalo per l’occasione il seguente blog, purtroppo fermo a diversi anni fa, che riporta alcuni italianismi in Giappone. 🙂
http://itariano.wordpress.com/
Daniele A. Gewurz:
Sempre a dare addosso ai poveri inglesi! Sicuramente è una linea di abbigliamento rivolto a farmaciste e venditrice di spezie, no? E lo saprò ben io, col mio cognome. 🙂
Licia:
@Yupa, grazie! Peccato che la raccolta non sia continuata perché ci sono esempi davvero divertenti.
@Daniele, mi sembrano abiti dalla linea essenziale e geometrica, rigorosa: forse una strizzatina d’occhio anche verso clienti che riconoscono il prefisso tedesco Spezial-? 😉
Silvia Pareschi:
Per dare un esempio contrario, sul tema degli italiani che vogliono sembrare inglesi, segnalo un locale di Milano che propone “il tipico pane della cucina povera di Modena” e si chiama “Tigella’s”.
Licia:
@Silvia, mi sembra il posto giusto dove andare a mangiare a Milano, magari dopo qualche house concert o piano battle, e per parcheggiare in centro non è un problema, basta pagare la congestion charge! 😉
Suom(I)taly:
Prima o poi dovrei cominciare la lista di tutti quello che ci sono dalle mie parti.
Per esempio ad Helsinki si trova un esercizio commerciale che si chiama “bella testa” e si occupa di …
Alice:
A me invece è venuto in mente questa scena tratta dal telefilm “Go on”, dove i due personaggi fingono di litigare in italiano. Mi chiedo come abbiano risolto gli adattatori 😉
http://www.youtube.com/watch?v=C7Ooy7KbJGY&list=PLWTacHFcdfEzed0W194sUkL9s4FD-2fW-&index=2
Licia:
@Alice 😀
Mi ha ricordato alcune scene di A fish called Wanda, credo che nella versione doppiata avessero usato lo spagnolo:
http://www.youtube.com/watch?v=d3DX9Ho83QI
Alice:
Quel film devo riguardarmelo, mi sono resa ormai conto che non mi ricordo un sacco di particolari e di recente sei già la terza persona che vi fa riferimento! 😛
BEP:
Aggiungo Tassimo, troppo assonante con “pessimo”, in particolare quando letto con pronuncia inglese.
Fabio Montermini:
Bellissimi questi esempi di pseudo-italianismi. Almeno in Francia, è molto diffuso l’uso del suffisso -issimo per dare ai prodotti un aspetto italianeggiante. Il sistema di distribuzione veloce dei pacchi da parte delle poste, ad esempio, si chiama Colissimo, e una volta ho visto la pubblicità di un cappuccino definito “Delissimo” (traduzione: délicieux), ma la mia preferita è la salsa Pizzassimo, che vuol essere un superlativo, ma sembra un congiuntivo imperfetto…
Licia:
Grazie BEP e Fabio per gli esempi, in particolare per Pizzassimo 😀
Il mirabolante mondo dei marchi | Treccani:
[…] la multinazionale coreana Kia Motors ha in produzione vetture come Sorento – che a noi madrelingua suona come un errore di ortografia – Picanto, Cerato, Venga. Nel suo blog Terminologia etc.it, la studiosa Licia Corbolante cita anche «i nomi delle varietà di caffè Nespresso, come Volluto, Livanto, Finezzo […]