L’italiano nel mondo è uno speciale del Portale Treccani sull’influenza dell’italiano nelle altre lingue. Interessanti gli Assaggi da un dizionario di italianismi nel mondo sulle parole italiane entrate in altre lingue, a volte con un significato ben diverso da quello originale, e gli esempi di pseudoitalianismo in Immagine dell’Italia, immagine dell’italiano, in particolare con riferimento ai nomi di prodotti che “suonano” italiani, ad es. nomi di auto (Sorento, Picanto…) e di bevande (Vivanno, Frappuccino…).
Ho letto volentieri l’intervento di Giuseppe Patota sulla sua Grammatica di riferimento della lingua italiana per stranieri, un testo che mi piace molto e che consulto non solo per rispondere alle domande di amici stranieri ma anche per la chiarezza con cui descrive aspetti dell’italiano non sempre evidenziati nelle grammatiche “tradizionali” per madrelingua, come in questi esempi di uso dell’imperfetto indicativo:
- nei racconti di sogni: “Ho sognato che ero in vacanza al Polo Sud e che mio padre e mia madre avevano…”
- da parte dei bambini, per immaginare situazioni di gioco: “Giochiamo a papà e mamma? Io ero il papà, tu eri la mamma e avevamo due bambini…”
- al posto del presente, per attenuare e rendere più cortese una richiesta. Rivolgendosi al negoziante con una frase tipo “Volevo due etti di prosciutto” (invece di “Voglio due etti di prosciutto”), è come se il cliente dicesse: “Quando, un minuto fa, sono entrato nel suo negozio, volevo del prosciutto… ma se non può o non vuole darmelo, posso rinunciare”. Rientra fra queste espressioni di cortesia il tipo “Ti telefonavo per chiederti se hai un libro che non trovo”, in cui l’imperfetto può comparire non solo al posto del presente, ma anche al posto del passato prossimo.
Per un punto di vista più tecnico, la Garzantina Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi di Luca Serianni, la voce Imperfetto dell’Enciclopedia dell’Italiano Treccani o anche Wikipedia: i termini linguistici per i tipi di imperfetto descritti sopra sono 1 imperfetto onirico, 2 imperfetto ludico e 3 imperfetto di intenzione (o imperfetto di modestia, di cortesia o attenuativo).
Altri tipi di imperfetto sono l’imperfetto descrittivo (ad es. era una notte buia e tempestosa), imperfetto iterativo (sottolinea il carattere abituale e ripetuto di un’azione, ad es. usciva sempre alle 8 in punto), imperfetto narrativo (o storico o cronistico, ad es. si lanciava in una rincorsa e raggiungeva l’avversario), imperfetto irreale (in periodi ipotetici per indicare eventi non avvenuti, ad es. se c’ero io non succedeva) e imperfetto prospettivo (o prospettivo, che si usa per indicare un futuro imminente rispetto a un tempo nel passato, ad es. ha detto che veniva dopo cena).
Un dramma per gli stranieri che imparano l’italiano: l’imperfetto è un tempo verbale davvero ostico!
.mau.:
pur essendo un estimatore del Serianni e della sua Garzantina, mi chiedo se tutte queste specificazioni dei tipi di imperfetto possibile abbiano senso pratico. Non ho mai saputo che esisteva (!) un imperfetto onirico o un imperfetto di intenzione, ma se uno straniero mi avesse chiesto lumi avrei semplicemente detto “in questi casi in italiano si può usare l’imperfetto”, proprio come avrei potuto dirgli che il futuro può essere usato per indicare una possibilità anche avvenuta nel passato (“Come mai ieri Mario non c’era?” “Sarà andato a trovare gli amici”).
ps: l’imperfetto onirico lo usava già Domenico Modugno, che si dipingeva le mani e la faccia di blu…
Licia:
@ .mau.: concordo, sono distinzioni che hanno senso soprattutto per gli accademici e proprio per questo mi piace la grammatica di Patota: del tutto assenti i tecnicismi. In particolare mi incuriosiscono gli aspetti dell’italiano di cui noi madrelingua non siamo sempre consapevoli, ad esempio l’uso ludico dell’imperfetto, una forma comunissima tra i bambini (ci ho fatto caso dopo averne scoperto l’esistenza) ma che gli adulti raramente usano e quindi ci sarebbe da domandarsi come la imparino i bambini (quando torno a Milano proverò a dare un’occhiata nei libri di Steven Pinker).
A proposito, ci sarebbero poi classificazioni ancora più tecniche, ad esempio l’imperfetto epistemico-doxastico (!!), ovvero “il parlante si riferisce non ad un evento passato ma a precedenti credenze o conoscenze. Es. Che cosa c’era domani al cinema?”, come descritto in Valori modali dell’imperfetto…