Matteo, un lettore del blog, mi ha segnalato la pubblicità di un panino McDonald’s, offerto in due varianti: carne o pollo.
Incuriosito dall’insolita distinzione, ha chiesto informazioni alla commessa, che ha risposto che “per gli stranieri il chicken non è meat”. Differenze culturali o lessicali?
Definizioni di meat
I principali dizionari monolingui inglesi mostrano che la parola meat, intesa come alimento costituito da tessuto muscolare animale, non identifica per tutti lo stesso concetto: gli animali “da carne” per alcuni includono [1] pesci, volatili e lumache (ad es. WordNet), per altri [2] mammiferi e volatili (ad es. Macmillan, Oxford), per altri [3] solo mammiferi ma non volatili o pesci (ad es. Collins).
Concetti coordinati e subordinati
In inglese, quando dico I don’t eat meat mi capita di sentirmi chiedere Not even chicken?* e ricerche come “meat and poultry” (pollame) restituiscono milioni di risultati, a conferma che c’è chi classifica chicken e meat come concetti coordinati.
In italiano, invece, pollo è un concetto subordinato di carne (iperonimo) e ha manzo, suino, vitello ecc. come concetti coordinati, per cui chiedere Carne o pollo? non ha molto senso.
Sembrerebbe che nella pubblicità di McDonald’s sia stata fatta una traduzione letterale dall’inglese, senza adattamento al contesto italiano, eppure sulla confezione italiana appaiono le parole beef e chicken (in questo caso una classificazione inglese che corrisponde al nostro sistema concettuale). È quindi difficile capire se Carne o pollo? sia un errore, un’incongruenza o un’insolita ma precisa scelta di marketing.
Parole come “etichette”, trasferibili da un concetto a un altro
Questo esempio ci ricorda che le parole sono delle convenzioni (cfr. il triangolo semiotico) e che la stessa “etichetta”, in questo caso meat, in contesti diversi può identificare concetti diversi, ad es. può rappresentare un concetto sovraordinato (qualsiasi tipo di tessuto muscolare animale commestibile) o indicare concetti subordinati non equivalenti, come A+B+C+D [1], A+B [2] oppure A [3]:
In italiano, credo che la maggior parte di noi assocerebbe l’etichetta carne ad A+B, eppure non è una classificazione condivisa da tutti, ad es. il Devoto Oli definisce il cibo carne come “alimento fornito dagli animali uccisi o macellati (anche quella di pesci, crostacei e molluschi)”, quindi A+B+C+D+E.
Approccio onomasiologico nel lavoro terminologico multilingue
Locuzioni come meat and poultry ci ricordano anche che nel lavoro terminologico, soprattutto in ambito multilingue, è sempre preferibile un metodo onomasiologico che delinei innanzitutto il sistema concettuale e poi associ a ogni concetto il termine (o i termini) che lo identifica e lo distingue dagli altri concetti coordinati, correlati e subordinati.
Come ho già detto qui, ho qualche perplessità sulla gestione della terminologia multilingue che non preveda verifiche della corrispondenze dei sistemi concettuali. Qualche esempio: i forum dove chi traduce sottopone un termine all’attenzione dei colleghi, spesso senza identificare concetto, contesto e termini correlati, per poi scegliere la “traduzione” che ha ottenuto più voti, oppure alcuni progetti terminologici collaborativi dove chiunque può inserire singoli termini, avulsi dal sistema concettuale a cui appartengono, o anche l’importazione nel proprio database terminologico di glossari da fonti esterne, senza prima accertarsi che siano congruenti con i sistemi concettuali già rappresentati.
* Differenza culturale: quando dico la stessa cosa in italiano, c’è spesso chi mi domanda se però il prosciutto lo mangio…
Silvia Pareschi:
Tema interessantissimo, che mette in luce le differenze culturali in un campo inaspettato. Anch’io, alla mia frase “non mangio carne”, ho ricevuto le risposte più inaspettate, dal prosciutto in Romagna al pollo negli Usa. Bellissima la scena di “Ogni cosa è illuminata” in cui J.S. Foer chiede una pietanza senza carne in una locanda della campagna ucraina.
Marco:
Indubbiamente il pollo è “carne”, ma forse hanno voluto rifarsi all’espressione italiana “carne, pesce o pollo” che è piuttosto diffusa. In effetti alcuni fanno una distinzione tra carne intesa come manzo, vitello, suino e pollo (o pollame).
Licia:
@Marco, grazie, pensa che non avevo mai fatto caso all’espressione carne, pesce o pollo, che invece è davvero molto diffusa (probabilmente segnale che dovrei cercare di espandere le mie conoscenze in campo culinario! ;-)).
@Silvia, davvero fantastica, tanto che sono appena andata a cercarla per rivedermela (uno dei pochi casi in cui il film mi è piaciuto più del libro).
Vlad:
In effetti mi è capitato più volte di sentir associare “carne” ai mammiferi soprattutto bovini, in mancanza di altre specificazioni, quindi in contrapposizione al pollame e perfino a ovini, suini ed equini – quindi ammetto di aver impiegato alcuni secondi per afferrare il problema nella pubblicità.
Tornando all’inglese e alle altre culture, è magistrale nel film Big fat greek wedding lo scambio di battute (vado a memoria):
‘He’s a vegetarian. He doesn’t eat meat.’
‘Oh, don’t worry. I’ll make lamb.’
Licia:
@Vlad, grazie, altra scena molto divertente (si apprezza ancora di più se, come me, non si mangia carne :-D):
Nautilus:
La mia esperienza: pur sapendo perfettamente che i salumi sono carne, da parte mia c’è la tendenza inconscia a non considerarli tali.
Rose:
Una volta il venerdì era “di magro” e non si doveva mangiar carne, ma pesce, dicevano, differenziando(ma se ne vedeva così poca, sia dell’una che dell’altra cosa).
@ Nautilus – Conosco una persona che non mangia carne… ma il prosciutto crudo, sì. “Solo il San Daniele, però” dice. Poverina, che sacrificio!
ACon:
la mia opinione di persona piu’ esperta di debolezze umane che non di semantica:
la frase “carne o pollo” potrebbe essere originata dalla traduzione di “beef or chicken”, letteralmente “carne di manzo o pollo” poi semplificato in “carne o pollo” . I motivi della semplificazione possono essere diversi dal banale errore o dalla percezione che “di manzo” possa essere un complemento subordinato al sostantivo principale “carne”. In altre parole l’origine del problema potrebbe essere la traduzione della parola “beef” che riflette una distinzione non presente in italiano (cosi’ come e’ per pork/pig)