Pickpocket, anglicismo superfluo e stagionato

immagine da videosorveglianza di borseggiatori in azione e titolo “Così i pickpocket derubano i turisti a Firenze: il colpo a tre ripreso dalle telecamere”

Questo titolo mi è stato segnalato da più persone, perplesse dall’uso della parola inglese pickpocket in un contesto italiano. Ho commentato che se si chiedesse a chi l’ha usata di spiegare la differenza tra pickpocket e borseggiatore e perché ha optato per l’anglicismo, probabilmente non saprebbe cosa rispondere. 

In inglese pickpocket è la persona che ruba da borse o tasche altrui in un luogo pubblico, esattamente la stessa attività del borseggiatore (o borsaiolo) italiano. È chiaramente un anglicismo superfluo: persino a Milano, capitale dell’itanglese, gli annunci in metropolitana esortano a fare “attenzione a borseggiatrici e borseggiatori”.

Può darsi che nei media italiani si ricorra a pickpocket perché consente di risparmiare ben 3 caratteri (!) e attira l’attenzione, ma credo intervenga soprattutto il famigerato terrore delle ripetizioni che, in mancanza di sinonimi, spesso spinge a usare parole inglesi.

Probabilmente chi usa pickpocket è anche convinto che sia una parola più attuale di borseggiatore perché molte parole inglesi vengono percepite, soggettivamente, come più precise e più moderne. Sarebbe però l’ennesima dimostrazione che l’abuso di anglicismi è inversamente proporzionale all’effettiva conoscenza dell’inglese.

Pickpocket parola elisabettiana

Pickpocket è una parola antica, in uso in inglese dalla seconda metà del XVI secolo. Lo si può intuire dalla struttura della parola, che è composta da verbo + oggetto, una sequenza anomala nell’inglese contemporaneo (ci si aspetterebbe oggetto + chi fa l’azione, pocket picker).

Pickpocket fa parte di serie di parole composte di tipo verbo+oggetto che hanno origine nel periodo elisabettiano, quando il francese e la sua sintassi erano un modello prestigioso per la formazione delle parole. Nell’inglese contemporaneo sopravvivono solo pochi nomi di questo tipo, tra cui:

  • cutthroat ➝ tagliagole (ora usato principalmente come aggettivo con funzione attributiva: criminale, spietato)
  • turncoat voltagabbana
  • scarecrow ➝ spaventapasseri
  • killjoy guastafeste (“ammazza gioia”); più recente con senso simile spoilsport
  • daredevil ➝ scavezzacollo, spericolato (“sfida diavolo”)
  • swashbuckler ➝ gradasso, ma il senso contemporaneo prevalente è di film o romanzo di cappa e spada (swash verbo onomatopeico ora desueto per agitare la spada + buckler piccolo scudo)

La parola italiana borseggiatore è invece più recente: risale alla fine del XIX secolo.

Lady Pickpocket

In tema borseggi, tutt’altro esempio di scarsa padronanza dell’inglese:

Titolo: “La “Lady Pickpocket” che denuncia via social furti e borseggi a Venezia

Chiamare lady pickpocket una donna nemica dei borseggiatori è un contraddizione, vorrebbe dire che lei stessa è una borseggiatrice.

In inglese, lingua in cui raramente c’è distinzione di genere, se il nome di una professione o attività è preceduto da lady non si tratta di un appellativo: non significa signora. Lady ha invece la funzione di indicare che si tratta di una professione svolta da una donna, ad es. lady doctor, lady laywer, lady reporter ecc. Si tratta però di un uso connotato, inattuale e spesso percepito come paternalistico, che è sgradito a molte donne: se davvero è necessario specificare, è preferibile ricorrere a woman o female (ad es. woman / female doctor).


Vedi anche: L’insolito caso della borseggiatrice forbita


E se pickpocket fosse invece un francesismo? 😉

Titolo in francese: “Métro parisien: alerte aux pickpockets!” con Foto di poliziotti in metropolitana a Parigi che passano davanti a un cartello con scritta in francese “Attention aux pickpockets”

4 commenti su “Pickpocket, anglicismo superfluo e stagionato”

  1. Marco Boccaccio

    La prima volta che ho incontrato pickpocket fu proprio a Parigi negli anni 70, e mi meravigliai perché sapevo che i francesi non ama(va)no le parole straniere (poi scoprii che non era del tutto vero). Anche io ho pensato la stessa cosa, che potrebbe essere un francesismo… chissà

  2. Giulia V.

    Il più bel caso di gallicismo rimane il titolo del film di Robert Bresson (del 1959), che in Italia fu proiettato col titolo “Diario di un ladro”.

  3. Eev

    Ho imparato qualcosa, non pensavo che “daredevil” fosse una costruzione verbo+oggetto: l’ho sempre percepito come se il “devil” fosse la persona in questione, un “diavolo da sfide” 🙂
    Grazie per l’articolo, anche se è la prima volta che commento leggo da un po’ e adoro questo blog.

  4. Licia:

    @Marco non parlo francese ma ho appena scoperto che la parola pickpocket è in uso in francese dal XIX secolo! Esempio da un testo del 1890 da cui si ha l’impressione che già allora fosse una parola nota:

    LES PICKPOCKETS - Le pickpocket de mer est un des plus adroits. Il est de beaucoup supérieur au pickpocket de ville. Il partage cependant avec ses collègues cette heureuse fortune qu’on ne l'arrête que rarement. 

    @Giulia, le mie conoscenze cinematografiche purtroppo sono molto scarse. Per chi come me non aveva capito il riferimento, aggiungo l’immagine della locandina francese originale del film di Bresson: 

    locandina in francese del film pickpocket di Robert Bresson

    @Eev, grazie! 😊

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